Monte Brentoni (2548m) [Dolomiti di sinistra Piave] - 5 giugno 2022

julianross

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Con l’amico Cocojambo si decide di salire sul Monte Brentoni (2548m) in una zona delle “Dolomiti” dimenticata da Dio, il gruppo omonimo, incastrato sopra Santo Stefano di Cadore, Auronzo, Laggio e sulla Val Pesarina in Friuli.

Il punto di partenza è Sella Ciampigotto (1790m) a cui si accede dalla Val Pesarina e da Laggio.
Se cercate informazioni in rete vedrete che sostanzialmente ci sono due “vie normali” per la salita alla vetta. Entrambe iniziano nei pressi di un caratteristico masso a quota 2220 m circa: la prima si sviluppa sulla cengia/rampa sud e non è mai stata modificata dall’intervento umano. E’ segnata con qualche raro e scolorito bollo rosso e ometti ma l’andamento è abbastanza lineare e obbligato. Difficoltà di primo grado con due passaggi di secondo di qualche metro abbastanza esposti. Considerando le difficoltà e la presenza di roccia sporca e ghiaino io consiglio di farla in salita.

La seconda per il canale sud ovest è stata oggetto di un contestato “restyling” di qualche anno fa che ha portato ad attrezzare con corde fisse il tratto più impegnativo. Non entro nel merito della scelta ma dato che ormai ci sono le corde, io consiglio di sfruttarle per la discesa. Noi ci siamo imbragati ma capisco chi in rete scrive che per uno che vuole arrampicare le attrezzature sono quasi un impiccio perché poste spesso non sulla linea più semplice e appigliata. Nei tratti non attrezzati abbondanti segni rossi.

Il sentiero di accesso è banale, si prende il sentiero 332 che con qualche saliscendi porta prima a Forcella Losco e poi a Forcella Camporosso. Da qui per il sentiero 328 prima e poi per comoda traccia a tornanti tra i
verdi fino all’inizio delle due vie a 2220m circa (1 ora e mezza scarsa da Sella Ciampigotto).
Qui si prende a destra cercando i primi sbiaditi bolli e qualche ometto e si sale abbastanza agevolmente per roccette su una rampa/cengione inclinato per circa 150 metri. Terminata la rampa inizia il tratto un po’ più
complicato (qui si incontrano i due passaggi di II) con andamento verticale su un crestone che arriva direttamente sulla bella cima (1 ora dall’attacco).

10 metri prima delle croce si notano a sinistra i bolli dell’altra via normale. Si scende prima per roccette un po’ infide per poi entrare in un canale di 50 metri interamente attrezzato con corde fisse che permette di scendere a un panoramico forcellino. Da qui di nuovo per roccette e con un altro breve saltino attrezzato si scende velocemente al masso a 2220m (1 oretta anche per la via di discesa).
Poi ritorno per lo stesso sentiero dell’andata.

Per mio gusto gita molto remunerativa in posti molto belli perché misconosciuti. Le due vie, specie quella di salita, sono molto divertenti e difficili il giusto…. Diciamo che un minimo di esperienza di montagna la devi avere...
Lascio come sempre un po' di foto a corredo...

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Il nostro obiettivo di giornata

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Durante la salita appaiono nella foschia le prime vette dolomitiche...

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Al bivio a quota 2220m (dietro di me la via che faremo in discesa)

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Il masso che segna l'inizio delle due vie (in rosso la salita per la rampa sud, in blu la discesa per il canale sud ovest)

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Inizia il cengione

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Voltandosi indietro verso l'attacco

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Si inizia ad appoggiare le mani...

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Terminata la rampa, si inizia a guardare verso su...

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Voltandosi indietro tra le nuvole spuntano le Dolomiti e il fondovalle cadorino

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Sempre più in alto in un bell'ambiente selvaggio

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Il tratto più impegnativo con i due passaggi di II

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Ormai quasi in vetta


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Ed eccoci qua...

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Vista dalla cima tra le nuvole che vanno e vengono

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Inizia la discesa per le prime infide roccette

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In discesa per il canale attrezzato

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Terminato il tratto attrezzato, voltandosi all'indietro a guardare la discesa fatta...

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Verso il bivio a quota 2220m (in rosso la salita, in azzurro la discesa)
 
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Questo reportage capita a fagiuolo! Questa zona è una di quelle che ho messo nella "to do list" da un bel po'.
Una domanda:
Noi ci siamo imbragati ma capisco chi in rete scrive che per uno che vuole arrampicare le attrezzature sono quasi un impiccio perché poste spesso non sulla linea più semplice e appigliata. Nei tratti non attrezzati abbondanti segni rossi.
Se uno ha un po' di dimestichezza secondo voi può fare il tratto ferrato senza imbrago? Quanto lungo è all'incirca? Cioè voglio direr, è di quelli infiniti che fa venire le vesciche alle mani ed è verticale-maledetto oppure è un tratto tutto sommato breve?
Mi sembra la gita perfetta per iniziare a conoscere il Siistra Piave :D
 
Onestamente sì.
Io lo farei anche senza imbrago.
Sono 60/70 metri di dislivello e per me se non sei legato in certi tratti puoi passare anche a 2-3 metri dalla corda su passaggi di primo grado (se la fa in salita la corda tende a essere quasi sempre sulla sinistra del canale ma spesso le rocce con più appigli sono sulla destra).

Considera che fino al 2015 c'era solo qualche spit e comunque era considerata la via normale più semplice, più di quella che abbiamo fatto in salita.

Io comunque ti consiglio di fare il giro come l'abbiamo fatto noi.
 

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Le cose importanti sono state la borsa frigo con le birre di julian 🤩 e la tappa a casera razzo 🥺

Questi posti sono da frequentare di più in tutte le stagioni.
Ricordo un bel report dell'anello del tiarfin.

Per il tratto attrezzato, visto che c'è il cavo, se si usa senza scendere dice è più agevole, non vedo perché non portare l'imbrago, se ti becchi il tratto umido non è il massimo.
Poi il giro è relativamente breve
 
No ma infatti io lo porto e lo uso.
Intendo solo dire che se per qualche motivo non lo avessi avuto dietro, sarei sceso comunque... Magari con un po' più di attenzione ma sarei sceso comunque.
 
Hai ragione, sono Alpi Carniche... Ma vedo che ormai anche nei libri tendono a mettere Brentoni, Creste di confine e monti di Sappada all'interno delle Dolomiti usando un'interpretazione più estensiva...
Tutto quello che insiste anche sul Veneto (o ex Veneto come Sappada), diciamo...
Il primo gruppo grosso non considerato Dolomiti ormai è quello del Coglians/Chianevate.
 
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So che dal Molo Audace di Trieste si vedono distintamente il Creton di Culzei e la Terza Grande.
Credo sia plausibile che un po' più a sinistra si vedano anche i Brentoni che non dovrebbero avere niente davanti che li impalla.
 
Hanno una vaga forma di "balena" dal molo Audace, se son quelli che penso io.

Avessi qualche anno di meno e non avessi una casa da ristrutturare mi aggregherei stravolentieri.....(sempre se mi volete :aaahhh:)
 
L'età non è una scusa, io vado anche con mio papà che ha 83 anni e l'anno scorso ha fatto Panoramica delle Vette - Rifugio Marinelli passando per la cima del Crostis andata/ritorno e la cresta Ovest del Peralba 😉

Nella fattispecie questo giro era parecchio light a livello di dislivelli... Diciamoci la verità, una semplice scusa per berci qualche birra 😂
 
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