E' una regola, peraltro comune ad altri sport, che prevede che nemmeno il replay venga mandato finché non si è certi che l'atleta sia cosciente, così come va allargata l'inquadratura per non indugiare sull'atleta a terra. Tutto questo per evitare la cosiddetta "TV del dolore", chiamiamola così, un punto su cui le squadre stesse sono molto sensibili a riguardo. in Val di Fassa 2021, venne mandato il replay con atleta sofferente ancora a terra, e la federazione austriaca (se non ricordo male), mandò lamentela ufficiale alla FIS con conseguente polemica.
Nel rugby non succede, viene spesso mostrato l'incidente più e più volte, ma è difficile che ci siano casi molto molto molto gravi come nello sci. Al limite c'è qualcuno che perde conoscenza, o una gamba rotta... non è bello da vedere ma ahimè è uno sport in cui si mette molto in conto una cosa del genere.
In ogni caso, sono d'accordissimo in questa pratica: non si tratta di censura, ma di sensibilità nei confronti di chi, tra gli altri, guarda gli atleti scendere con rapporti stretti (parenti, fidanzati/e, mariti/mogli).
Il volo di Albrecht, e relativo soccorso, penso che sia stato sufficiente vederlo una sola volta a tutti, figuriamoci ai suoi parenti.
Se poi dopo 5' di sgrovigliamento l'atleta si rialza sulle proprie gambe o anche solo si mette seduto relativamente tranquillo, mandate tutte le immagini che volete.