SELLATA (PZ): sci alpino nel sud Italia - 23 gennaio 2022

SOLONEVE

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Ciao a tutti :)

Ebbene si, il "vecio" inteso come iscritto è ritornato con i suoi reportage, sempre in giro in cerca di nuovi posti da conoscere e fare ammirare ai tanti skifosi che navigano sul forum.

Questa volta ho puntato verso il sud Italia, in Basilicata, dove, incredibilmente in questa pazza stagione invernale, con parte delle Alpi che aspettano disperatamente ancora la neve, l'aria gelida dei Balcani ha regalato copiose nevicate e temperature rigide tali da permettere un fondo piste molto accettabile e sciabile senza troppi problemi.
Alla partenza degli impianti mi ha accolto una temperatura di 5 gradi sottozero ed una bella spolveratina di neve fresca che ha contribuito a rendere invernale il panorama e l'ambiente circostante. Ed il leggero vento che ha soffiato per tutta la mattina ha mantenuto temperature rigide tanto da farmi gelare le mani ogni volta che scattavo le foto.
Premetto che oggi era domenica e sono arrivato molto presto al parcheggio, in previsione di una massiccia affluenza, devo invece constatare che non ho avuto nessun problema di affollamento ed ho sciato molto bene, senza file, per tutto il tempo della mia permanenza sulle piste.
Qui lo sci è rimasto fermo nel tempo, gli impianti non si sono evoluti e le piste non sono autostrade. In tutto sono tre impianti ma io ho usato prevalentemente la seggiovia biposto che portava quasi in vetta al monte Pierfaone, alla modica altezza di 1.737 metri, che dai circa 1.300 metri della partenza permette un discreto dislivello di circa 400 metri. Gli altri due impianti sono lo ski-lift che permette l'accesso al piccolo comprensorio ed un tappeto ad uso campo scuola. Qui gli impianti cominciano a girare dalle 08 e 30 ed io con tutto comodo, dopo aver pagato 20 euro si skipass, mi preparo con tranquillità all'apertura della prima risalita. Le piste principali sono una rossa ed una nera, ma per me sono due azzurre con un paio di tratti più impegnativi. La classificazione però è giustificata dal fatto che le due piste sono interamente tracciate all'interno della faggeta che ricopre tutto il monte fino alla cima ed inevitabilmente non sono larghe ed occorre molta prudenza nell'affrontare le discese: insomma, qui non si può correre, qui si scia come ai vecchi tempi. Ed ecco il perché in seggiovia non ho trovato fila: gli sciatori meno bravi rimanevano tutti allo ski-lift di valle e quindi quelli più bravi e discretamente temerari si cimentavano sulle due piste, perfettamente innevate da cima a fondo.
Il monte Pierfaone non è solo conosciuto per le sue piste ma, per gli abitanti della zona, è conosciuto per i suoi ripetitori situati proprio sulla sua sommità, tra cui un ripetitore molto alto che domina la vista da tutti i punti, un ripetitore che può essere di disturbo per gli amanti della natura pura ma che per chi scia è solo un simbolo della località che certamente non può dare fastidio, almeno dal mio punto di vista personale.
Concludendo ho trascorso una mattinata piacevole: ho impiegato tre ore per arrivarci ma me ne sono andato soddisfatto, perché ho conosciuto un luogo dove non ero mai stato e che ho deciso di venire a visitare prima di un, spero mai, declino economico che potrebbe mettere a rischio il futuro della località. Il centro sud d'Italia sta attraversando un periodo economico difficile e la montagna, col suo comparto sciistico, non sta vivendo un buon periodo. Tante località hanno chiuso i battenti e tante altre annaspano. Lo sci alpino sugli Appennini minori è in declino e per rimanere a galla bisogna rinnovarsi ed essere competitivi: questo significa impianti nuovi, in primis, e qui alla Sellata, cambiare gli impianti che sono un po' datati, significa fare un salto nel vuoto. La località limitrofa a cui era legata impiantisticamente, sul versante opposto al Pierfaone, ha chiuso i battenti (ed ho potuto ammirare un vecchio ski-lift oramai in disuso). La vicina località del Monte Volturino idem (la seggiovia era a fine vita tecnica e soldi non ce ne erano per sostituirla); la seggiovia del Monte Sirino che la valanga di qualche hanno fa ha sancito la sua morte non è stata più sostituita. Qui in zona è rimasta in vita la Sellata a cui faccio i migliori auguri di buona fortuna per un futuro ancora roseo e pieno di neve. Cosi i potentini possono ancora andare a sciare sulla loro montagna preferita (però per favore, fate aggiustare la strada che è molto rovinata...).

Mi sono dilungato molto ed ora passo subito alla foto :PPINK

Questa è la posizione geografica della località:
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Partenza alle 5.00 del mattino da Isernia, direzione sud
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Il 99,9% degli Italiani imbocca la Salerno-Reggio Calabria per andare al mare, io invece appartengo a quel 0,1% degli italiani che la usa per andare a sciare 😄
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Ghiaccio e neve fresca mi accolgono alle porte di Potenza
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Inizia la salita
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La meta finale finalmente si intravede: mi aspetta una bella giornata di sole, anche se fredda!
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La biglietteria alla base degli impianti
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Lo skimap della località
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In attesa dell'apertura degli impianti
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Ecco la zona di partenza del comprensorio, con il monte Pierfaone sullo sfondo, dove domina maestoso il ripetitore a forma di missile...
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Il tappeto del campo scuola posizionato affianco allo ski-lift di partenza
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Finalmente si sale, impianto lettera A dello skimap
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Ed ecco una carrellata di foto della pista rossa, segnata come numero 3, denominata La Sorgente
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Proseguo con qualche foto dell'altra pista che scende fino alla partenza, l'azzurra n. 4 dal nome Campo del Sole

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E finalmente arriviamo al punto forte della località, la partenza della seggiovia che sale quasi in vetta al monte Pierfaone, contrassegnata con la lettera B sullo skimap, una lenta Graffer di tanti anni fa...
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Panorami che si possono godere salendo con la seggiovia
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E qui siamo all'arrivo della seggiovia, il punto più alto raggiungibile con gli impianti: la cima è a pochi metri ma purtroppo inaccessibile per via dei ripetitori che sovrastano la vetta
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Qui finisce la prima parte del reportage: il tempo è tiranno ed è ora di andare a dormire. Domani si ritorna al lavoro. A breve la parte conclusiva del comprensorio dove verranno descritte le due piste principali.

Ciaooooo

:HIP
 

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ASpetta ma non ho capito... l'azzurra passa in mezzo ai rovi? E le piste pi che battute sembrano spazzolate dal vento...

Attenzione lo dico con invidia, dovrebbe essere tutto così lo sci con impianti.
 
l'azzurra passa in mezzo ai rovi? E le piste pi che battute sembrano spazzolate dal vento...
Le due piste servite dallo skilift non sono state battute dai "gatti" perchè il manto nevoso a valle è minimo e per preservare la neve hanno preferito evitare. La mattina che sono arrivato c'era un piccolo strato di neve fresca che ha "appiattito" le piste. Invece le due piste servite dalla seggiovia erano state battute. Il vento è stata la costante del giorno ma non era intenso: sciare nel bosco ha i suoi vantaggi!
 
lo sci " di prossimità" sulle "montagne-colline" del sud Italia , per quei 30 - 40 giorni l'anno in cui capitano condizioni di sciabilità ( spesso al limite ), è qualcosa di fantastico!
E' così per:
- Sellata
- Viggiano Montagna grande
- Palumbo Sila
- Gambarie
- Etna sud
- Piano battaglia
- Bruncuspina
- Campo di Giove
- Capracotta Monte Capraro

Solo sul Sirino, Campitello, Camigliatello, Lorica, Laceno, Etna nord, si può ambire ad una stagione più lunga che mediamente varia tra 80 e 100 giorni l'anno.
 

.

Non serve andare al sud per trovare stazioni che aprono quel numero di giorni in una stagione.
Forse non serve a chi può accedere a realtà diverse ma a chi ci vive, lì probabilmente si. Esiste anche un turismo "carpe diem" a chilometro zero....come quando sei di Roma, esci dal lavoro al primo pomeriggio a giugno e vai ai Cancelli a Ostia a goderti il mare per mezza giornata. Non sono i Caraibi ma il sole ed il mare, anche solo per mezza giornata, ti rigenerano. Lo stesso vale per chi ama la montagna e la neve vicino casa. Non mi pare che i costi per due impianti in croce siano esorbitanti...... dato che parliamo di microstazioni sciistiche. Se poi il gioco valga la candela, dal punto di vista del ritorno economico, non mi compete.
Ecco quanta gente ieri è salita a Gambarie:
 

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ste1258 ...
^ Sicuro che a Campo di Giove la sciabilità sia così ridotta? In annate normali dovrebbe riuscire ad aprire almeno tre mesi, no?
Putroppo ha piste che arrivano a 1150 metri di altezza, una pista azzurra su crinale esposto ai venti ( Serra Campanile) ed i vecchi impianti di Tavola Rotonda ( che avrebbero l'innevamento migliore per l'altezza notevole da 2330 a 1670 metri) chiusi da anni. Ergo, CdG attualmente non garantisce più di un mese e mezzo - due di sciabilità media ( alcuni anni apre solo per una settimana o poco più, altri anche 3 mesi di fila ovviamente). Per dire: attualmente, stagione 2021-2022, al 24 di gennaio ( cioè ad un terzo della stagione sciistica appenninica che possiamo considerare 24 dicembre - 24 marzo), le piste sono state aperte per soli 4 giorni. Il campo scuola ( dotato di un cannone ), invece, è aperto da una ventina di giorni ma può essere menzionata una striscia di neve di 20 metri con un tappetino?
 
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Sono tre-quattro le stazioni sciistiche probabilmente defunte anche per motivi climatici finora: Monte Cristo (AQ), impianti da 1460 a 1880 esposti ad ovest - sud-ovest e in zona molto ventosa; Monte Livata (Roma), impianti da 1300 a 1550 esposti a sud-ovest e Selvarotonda ( Rieti) con impianti da 1550 a 1800 dove veramente la neve dura non più di 30 - 40 giorni anche per fattori eolici. Forse anche Forca Canapine ( Perugia) dove la neve sta diventando una rarità: se nevica, il vento la porta via subito..... Probabilmente, con un impianto di innevamento adeguato, alcune di queste sarebbero riuscite a sopravvivere ( penso a Forca Canapine che potrebbe sfruttare le inversioni termiche notturne dei piani carsici sottostanti). Sul loro fallimento, ovviamente, hanno anche influito impedimenti amministrativi e burocratici come gestione, scadenza vita tecnica, mancati rinnovi, contenziosi ecc.
 
Seconda parte.

all'arrivo della seggiovia ci si appresta subito ad una scelta: a destra si imbocca la pista nera mentre a sinistra si va verso la pista rossa.
Come già anticipato nella prima parte, entrambe le piste sono state disegnate interamente nel bosco di faggi, per cui la vista panoramica è praticamente nulla, tranne qualche piccolo punto sulla nera dove si può ammirare qualche panorama verso est.
Quindi sono due piste dove si scia soltanto... ehm, e non credo che sia un gran dispiacere!!!
Decido di concentrarmi subito sulla nera anche perché ero il primo ed avrei trovato la pista appena battuta dal gatto.
Gran bella pista, per lo standard del sud, ma di larghezza fuori dai canonici standard alpini: per chi conosce Roccaraso la potrei paragonare alla pista Del Bosco del Pratello. L'inizio è subito ripido poi si passa ad un piccolo tratto più dolce e poi ad un secondo tratto impegnativo, fino ad un lungo tratto di scorrimento che riporta verso le piste dello ski-lift.
Ecco le foto della pista nera n. 1 denominata Pietra del Tasso.

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Risalito con la seggiovia, mi appresto a conoscere la seconda pista che scende a valle, quella più frequentata perché è una rossa abbastanza accessibile anche ai meno bravi. Al bivio questa volta vado a sinistra e mi aspetta un lungo tratto di scorrimento pressoché rettilineo, fino al primo tratto più impegnativo che porta ad un secondo tratto di scorrimento poco pendente, tutto interamente nella fitta faggeta. L'ultimo pezzo è più stretto e ripido e con un lungo curvone verso sinistra termina direttamente alla partenza della seggiovia.
Spazio alle foto della pista rossa n. 2 denominata Fossa Neviera.

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Ai margini della pista rossa ci sono dei pendii splendidi, in mezzo alla faggeta, da sciare tutto in neve fresca. Dopo che ho familiarizzato con il luogo, mi sono dedicato ad alcune sciate fuori pista dove ho trovato neve fantastica e goduriosa, anche perché lo spazio tra i faggi è ampio ed il sottobosco è pulito. Ero tra i pochissimi a sciare fuori pista!

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La mia giornata è trascorsa piacevolmente, me ne sono andato soddisfatto. Anche se piccolo, il comprensorio non è per nulla banale, come già detto è uno sci d'altri tempi, qui non esiste innevamento artificiale. Sulla seggiovia salivano solo sciatori medi e bravi, a parte un paio di temerari che poi li ho visti scendere a piedi perché purtroppo il loro livello era molto basso.
Un posticino ottimo da sciare anche di domenica ma senza eccessive pretese.

Per concludere inserisco alcune foto panoramiche (poche per via del bosco che incombeva pressoché ovunque):

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Il lago della riserva del Pantano di Pignola
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La città di Potenza sullo sfondo.
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Bene, il reportage su Sellata termina qui.

Le tre ore di rientro le trascorro tranquillamente senza fretta, ammirando i vari panorami che incontro man mano che mi avvicino verso casa.

Un punto panoramico lo incontro scendendo in autostrada verso la pianura ebolitana, una visione che mi ricorda qualcosa del Trentino quando percorro l'autostrada del Brennero (una vaga somiglianza... non esageriamo!!!)

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Immancabilmente l'autostrada che percorro nei pressi dell'area napoletana non si fa sfuggire la visione di una montagna simbolo di Napoli ed anche dell'ITALIA famosa all'estero.
Sua maestà il Vesuvio!

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Grazie della visione ed un saluto a tutti da Roberto :)
 
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