Il problema è che le seconde case ci sono, e non si può obbligare i proprietari ad affittarle o a venderle per riconvertirle in posti letto turistici (anche se mi pare tra l'altro che qualche anno fa abbiano fatto il contrario a Sauze riconvertendo un hotel in appartamenti da vendere).
Come ho già scritto anche un familiare ha un appartamento lì, ma se fosse mio forse lo affitterei solo se venisse gestito da una società o perlomeno avessi la garanzia che venisse occupato per un determinato numero di settimane ogni stagione. Una decina di anni fa è stato ristrutturato e se venisse occupato da degli estranei avrei la garanzia che dopo un anno me lo ritroverei completamente devastato. Se non mi venisse nulla o poco nulla in tasca, avrei solo svantaggi e grane nel farlo.
In Francia non so se le migliaia di appartamenti che ci sono in ogni località abbiano un proprietario privato o se siano direttamente delle società che li affittano.
non intendo ingerire con le scelte individuali, semplicemente l'immobile a prescindere dall'utilizzo del proprietario si rivaluta e si svaluta in funzione dell'attrattività turistica della stazione, ovvero impianti e strutture moderne e investimenti concorrono alla rivalutazione, dismissioni, abbandono, risparmi concorrono alla svalutazione. Il "taffassizmo" è inevitabile in quanto molti proprietari tornano comunque nelle loro case, che hanno comprato apposta, a sciare anche se la stazione è in declino o non investe, almeno fino a che il declino non sia insopportabile a livello di rendere inutile andarci, questo circolo vizioso li porta a finanziare volendo o non volendo l'aguzzino brass
Bisogna anche capire che tipo di offerta turistica si vorrebbe sviluppare.
In Francia, sebbene tutte le località propongono attività extra sci o di contorno ad esso, mi pare che tutto ciò che cerca l'italiano medio non ci sia, o perlomeno l'offerta non è pensata per il turismo di massa. Chi va in appartamento vuole spendere poco gli interessa più che altro sciare in un comprensorio efficiente. Personalmente è anche ciò che interessa a me (in parte però perché non interessa fare settimane bianche stanziali): di tutto il resto, sebbene capisca le carenze del Piemonte (ma non è che le più sviluppate Valle d'Aosta e Lombardia sotto questo aspetto siano chissà che cosa), mi importa ben poco.
Secondo me la mentalità in Italia è diversa e la gestione di tipo francese non può funzionare bene.
Anche io apprezzo la scelta turistica di molti comprensori francesi: appartamento soluzione economica, albergo soluzione piu lussuosa, ma l'offerta sciistica è comunque mediamente di alta gamma come impiantistica, de gustibus sulle piste piu o meno natural vs millerigose.
Proprio perchè l'offerta francese è già vasta e strutturata e attira clientela internazionale, in particolare anche quella anglosassone su cui la VL è concorrente, anche io ritengo che la gestione francese non sia vincente in Italia.
Bisogna comunque considerare che da un punto di vista strutturale e paesaggistico la VL è sicuramente il comprensorio italiano più "francese"; o meglio avrebbe dovuto esserlo prima che attila brasso ne facesse razzia, anche da un punto di vista culturale i piemontesi occidentali sarebbero comunque piu vicini alla savoia francese che al sudtirol.
Essendo il Piemonte comunque un contesto italico dovrebbe valorizzare quegli aspetti turistici che sia l'italiano che lo straniero apprezzano andando in vacanza in italia: qualità/prezzo degli hotel, offerta gastronomica (non necessariamente stellata ma variegata sia sulla qualità che sul prezzo), accoglienza, buon servizio turistico. Parlando di montagna e non di mare alcuni aspetti sono più rilevanti per attirare turismo, considerando la concorrenza di oltre alpe e italiana sicuramente va fatto un posizionamento dell'offerta adeguato. Sicuramente la qualità del comprensorio: impianti, piste, innevamento, scuole sci, parcheggi sono fattori gia determinanti per il turismo invernale.
Purtroppo dopo la brassizzazine l'appeal da "big" si è ridimensionata e sono necessari investimenti in primis nel comparto sciistico (impianti, piste, innevamento, collegamenti). Sicuramente l'accessibilità sarebbe un vantaggio quasi a costo 0, avendo una grande città vicina, ottime autostrade (seppure costose), possibili collegamenti in treno o pullman da stazioni e aeroporti.
Per quanto riguarda lo sviluppo turistico basta vedere i siti web delle stazioni, soprattutto la parte dedicata ai soggiorni e servizi per capire che c'è tanto da fare per arrivare agli standard del TTA o di stazioni internazionali, anche la gestione alberghiera mi sembra un po ferma a qualche anno fa, o anonima.
Come il TAA insegna l'albergatore, ancora di più nella gestione familiare è il primo tour operator per il cliente, l'albergo a prescindere dalla categoria ormai deve essere referente per tuti i servizi sci (skipass, scuole, noelggi,etc) e anche essere ben integrato con le promo stagionali delle stazioni, Su questo invito a telefonare in Piemonte o vda per eventuali offerte convenzionate e fare altrettanto in TAA, la differenza è notevole e su questo si gioca anche tanto potere di attrarre clientela.