Arcibaldo59
Member
@fb3+ bisogna vedere su cosa non sei d’accordo. Nella prima parte del mio intervento mi sono limitato ad enumerare una serie di orrori generati nel tempo dal tentativo di “valorizzare” la conca ampezzana. È un elenco sicuramente parziale, ma incontestabile, su cui non si può che essere d’accordo.
Ne consegue una deduzione: la conca ampezzana è di una bellezza incomparabile, qualsiasi ulteriore tentativo di compiacere ai gusti prevalenti del turismo di massa, non può che produrre ulteriori mostruosità. E ne faccio degli esempi: i parcheggi attuali (già orribili) sono sufficienti per un certo numero di auto. Se si spera di ospitare il triplo delle persone che arrivano attualmente (già tantissime) occorre ovviamente ampliarli. Farlo in modo indolore per il paesaggio è decisamente impossibile. Altrettanto rabbrividente un collegamento tra Tofane e Faloria, comunque lo si voglia fare.
E fin qui mi riesce difficile pensare di non essere d’accordo. Poi uno può dire che non gli importa niente delle deturpazione, che sarebbe bello cementificare tutto pur di far arrivare più gente, che si potrebbe abbattere qualche inutile montagna per costruire parcheggi multipiano. Ma tant’è.
Infine non faccio parte di coloro che vorrebbero tutto perfetto ma raggiungibile con autostrade velocissime, provvisto di parcheggi capienti (e magari gratuiti) e di impianti di risalita all’avanguardia. Trovo, al contrario, che le difficoltà logistiche attuali fungano da unico e modesto filtro nei confronti della distruzione definitiva di Cortina.
Perché credo che non è vero che esista un unico modello di business turistico, quello per intenderci di Plan de Corones. Che è poi quello della riviera romagnola: mare e montagne modeste, ma astuta capacità di utilizzo delle poche risorse naturali disponibili. Applicare lo stesso modello a luoghi benedetti dal Signore per bellezze donate è quanto meno ottuso: vuol dire rovinare tali bellezze per competere sullo stesso piano di chi non ne ha.
Credo due cose: che prima di qualsiasi progetto di “sviluppo” turistico di qualsiasi zona, occorra capire quale sia l’obiettivo in termini numerici, in rapporto allo spazio disponibile e alla ricettività potenziale.
Perché è chiaro che a Cortina è possibile anche attrarre un milione di persone in contemporanea bei periodi di alta stagione, solo che un milione di persone non ci sta. E non c’è lo si può far stare. Quindi: quante persone vogliamo e possiamo ospitare a Cortina durante l’anno? Come possiamo pensare ad un’offera che non le concentri solo in alta stagione, ma le distribuisca durante tutto l’anno?
In un posto così unicamente bello, più infrastrutture costruisci e più gente arriverà, rendendo progressivamente inadeguate le infrastrutture che hai costruito.
Perché, ed è questo il secondo punto, è impensabile che una località di tale bellezza non riesca a trovare niente di meglio che scimmiottare Plan de Corones per delineare un suo modello di sviluppo futuro. Deve invece fare di questa bellezza il suo punto di forza, non rovinandola ma semmai esaltandola.
Altro discorso va sicuramente fatto per altre vallate (che, inutile dire, io amo particolarmente) e dove di rendo conto che senza abbastanza turismo rischino di morire. Secondo me anche per loro sarebbe possibile sviluppare più turismo senza rovinare niente (si veda ad esempio come funziona la Val di Funes, sviluppatasi- ahimè - solo grazie ai social), ma è un discorso un po’ diverso.
Ma che Cortina non sia in grado di attrarre un numero adeguato di turisti per poter campare adeguatamente è semplicemente impossibile. A meno che continuino nell’arte di distruggere ciò che di sono ritrovati tra le mani.
Ne consegue una deduzione: la conca ampezzana è di una bellezza incomparabile, qualsiasi ulteriore tentativo di compiacere ai gusti prevalenti del turismo di massa, non può che produrre ulteriori mostruosità. E ne faccio degli esempi: i parcheggi attuali (già orribili) sono sufficienti per un certo numero di auto. Se si spera di ospitare il triplo delle persone che arrivano attualmente (già tantissime) occorre ovviamente ampliarli. Farlo in modo indolore per il paesaggio è decisamente impossibile. Altrettanto rabbrividente un collegamento tra Tofane e Faloria, comunque lo si voglia fare.
E fin qui mi riesce difficile pensare di non essere d’accordo. Poi uno può dire che non gli importa niente delle deturpazione, che sarebbe bello cementificare tutto pur di far arrivare più gente, che si potrebbe abbattere qualche inutile montagna per costruire parcheggi multipiano. Ma tant’è.
Infine non faccio parte di coloro che vorrebbero tutto perfetto ma raggiungibile con autostrade velocissime, provvisto di parcheggi capienti (e magari gratuiti) e di impianti di risalita all’avanguardia. Trovo, al contrario, che le difficoltà logistiche attuali fungano da unico e modesto filtro nei confronti della distruzione definitiva di Cortina.
Perché credo che non è vero che esista un unico modello di business turistico, quello per intenderci di Plan de Corones. Che è poi quello della riviera romagnola: mare e montagne modeste, ma astuta capacità di utilizzo delle poche risorse naturali disponibili. Applicare lo stesso modello a luoghi benedetti dal Signore per bellezze donate è quanto meno ottuso: vuol dire rovinare tali bellezze per competere sullo stesso piano di chi non ne ha.
Credo due cose: che prima di qualsiasi progetto di “sviluppo” turistico di qualsiasi zona, occorra capire quale sia l’obiettivo in termini numerici, in rapporto allo spazio disponibile e alla ricettività potenziale.
Perché è chiaro che a Cortina è possibile anche attrarre un milione di persone in contemporanea bei periodi di alta stagione, solo che un milione di persone non ci sta. E non c’è lo si può far stare. Quindi: quante persone vogliamo e possiamo ospitare a Cortina durante l’anno? Come possiamo pensare ad un’offera che non le concentri solo in alta stagione, ma le distribuisca durante tutto l’anno?
In un posto così unicamente bello, più infrastrutture costruisci e più gente arriverà, rendendo progressivamente inadeguate le infrastrutture che hai costruito.
Perché, ed è questo il secondo punto, è impensabile che una località di tale bellezza non riesca a trovare niente di meglio che scimmiottare Plan de Corones per delineare un suo modello di sviluppo futuro. Deve invece fare di questa bellezza il suo punto di forza, non rovinandola ma semmai esaltandola.
Altro discorso va sicuramente fatto per altre vallate (che, inutile dire, io amo particolarmente) e dove di rendo conto che senza abbastanza turismo rischino di morire. Secondo me anche per loro sarebbe possibile sviluppare più turismo senza rovinare niente (si veda ad esempio come funziona la Val di Funes, sviluppatasi- ahimè - solo grazie ai social), ma è un discorso un po’ diverso.
Ma che Cortina non sia in grado di attrarre un numero adeguato di turisti per poter campare adeguatamente è semplicemente impossibile. A meno che continuino nell’arte di distruggere ciò che di sono ritrovati tra le mani.