IL GUARDIANO DELLE TRE CIME: Giro di Monte Rudo 21 agosto 2018

Quindi, ultime considerazioni per chi vuole fare il giro (le foto le trovate sull'ottimo report al link che ho postato prima).

1) Prima parte, dal Forte al primo villaggio a 2175m:
una volta trovato l'inizio della mulattiera di guerra (bisogna andare un po' a caso nel bosco dietro al Forte fino a intercettare la labile traccia che corre all'inizio parallela alla strada) si sale comodamente per quella, prima nel bosco e poi su terreno più aperto. Ci sono tagli di mughi recenti e seppur inselvatichita non c'è mai alcun problema di passaggio.
Per i meno esperti già la postazione a 2175m può essere una bella meta per una gita di mezza giornata fuori dal casino, specie in autunno. Magari con una spruzzata di neve sopra i 2mila metri a rendere ancora più suggestivo l'ambiente.
Noi ci abbiamo messo, con andatura regolare, circa 1h 45.

2) Seconda parte, dal villaggio quota 2175m al villaggio quota 2519 sotto il Teston del Rudo:
qui il tracciato cambia, pur mantenendosi ampiamente nell'alveo EE. La traccia è sempre evidente (ometti ovunque) ma più labile. Si devono attraversare franamenti, piccoli impluvi, un passaggetto di roccia forse di I grado e l'esposizione inizia a farsi sentire. Niente di che per chi ha passo sicuro e non ha paura del vuoto ma non la consiglierei a chi vuol fare la gita in famiglia, ecco. Sono solo 350 metri di dislivello, non particolarmente faticosi, ma il tracciato è contorto, va prima verso sinistra, poi taglia a destra su cenge, poi sale per tornantini e poi ancora decisamente a destra fino alle prime postazioni che affacciano sul lago di Landro e in breve alla spettacolare terrazza affacciata sulle Tre Cime.
Noi ci abbiamo messo 1h 15 e non è stata necessaria la corda.
Diciamo che per un escursionista esperto, anche da solo, che non vuole cercare rogne il giro può anche finire qua, tornando indietro per la stessa strada oppure scendendo per la via di fuga di cui al punto 3).
Un'ulteriore possibilità da qui è salire al Teston di Rudo. Saranno 100 metri di dislivello e la via sembra piuttosto evidente prima per un canale ghiaioso/franoso e poi a destra per roccette fino in cima. Da qui, in teoria, si potrebbe scendere direttamente in Val Bulla per un immenso ghiaione di circa 600 metri che degrada direttamente dalla cima e che abbiamo visto in discesa sulla sinistra. Se guardate su YouTube c'è un video di una gita sociale del 2009 in cui un gruppo di escursionisti, tra l'altro in media parecchio attempati, sono scesi per di là.
Il terreno però è stato parecchio modificato dalle piogge e dalle frane quindi non ho idea del fondo che ci si troverebbe sotto gli scarponi. Tenete presente che ci sono tracce anche recenti di frane e in varie zone del colatoio ci sono massì grandi come autobus, che 13 anni fa non c'erano...
E tenete presente anche che arrivati sul fondo, a 2000 metri, iniziano anche i casini della Val Bulla con sentiero da improvvisare nel greto del fiume, mughi, forse almeno una calata in un impluvio come successo a noi, ecc ecc.
Io, che sono un po' "pauroso", mi sentirei di sconsigliare questa opzione, specie se da soli o senza guida (o senza attrezzatura). (continua)
 
Ultima modifica:
3) Terza parte, dal villaggio a 2519m fin alla base del piccolo ghiaione che scende da Forcella del Rondoi: il tratto più bello, più panoramico, più selvaggio, più vario ma anche il più "pericoloso" e a rischio scomparsa.
Dal Belvedere si inizia a scendere per traccia evidente in direzione di una crestina panoramica. Si attraversa la testata di un ghiaione (e questa è la via di fuga per la Val Rienza di cui dicevo al punto 2)... Abbiamo visto due persone che scendevano abbastanza tranquillamente anche se non so dire come sia il terreno una volta finite le ghiaie fino a raggiungere il sentiero 102 della Val Rienza ipotizzo tra i 1600 e i 1700 metri) portandosi sotto le rocce del Rudo Ovest.
Vi rimando alla descrizione dettagliata e sottolineo solo 3 punti:
- lo slavamento di cui ho postato le 2 foto a confronto in un post precedente, subito dopo una selletta (lì credo abbiamo bucato un bivio per raggiungere una postazione super panoramica su un cimotto sporgente, ma ce ne siamo accorti dopo... Mi sa che l'aveva bucata anche Blitz).
Per ora si passa senza problemi, in futuro chissà.
- la famosa scaletta: fino a qualche tempo fa c'era anche quella di legno che ora è appoggiata a parte, ed è rimasta in uso solo quella di alluminio.
Occhio che non è fissa, è legata alla roccia solo in basso da un cordino mentre in alto è legata con una specie di filo elettrico o comunque di plastica a un fittone di ferro che ormai è uscito dalla parete e noi abbiamo lasciato sulla cengia.
Quindi attenzione ai primi due, tre pioli perché la scala si muove e potrebbe buttare in fuori. Noi abbiamo optato per scendere per uno scalino laterale sulla sinistra e mettere il primo piede sulle scala al terzo piolo dall'alto.
Va da sé che se siete in compagnia solo il primo avrà problemi di stabilità perché quelli dopo beneficeranno del compagno che la tiene ferma da sotto. Noi per sicurezza abbiamo fatto sicura su un fittone all'imbocco della cengetta (molto esposta) che conduce alla scala.
E poi abbiamo fatto sicura sulla scala stessa per superare l'ulteriore cengetta che scende in un canale dopo la scaletta (punto critico dell'intero giro, per me).
- la postazione del libro firma: se ci andate portate qualche busta di plastica, un quadernetto e qualche penna perché purtroppo nel contenitore di ferro ormai non c'è più nulla.
Qui occhio agli ometti, è l'unico punto dove abbiamo sbagliato strada e siamo dovuti tornare indietro. Proprio sopra al libro firme bisogna fare 50 metri su roccette praticamente in verticale (occhio agli ometti) e non farsi tentare da una traccia che dopo pochi metri scende a fianco di uno slavamento e poi su una cengia che diventa sempre più stretta e quindi impercorribile.
Praticamente qui bisogna spostarsi sulla bastionata superiore che è quella che poi condurrà, dopo altri attraversamenti in diagonale e cenge, al canale sotto Forcelletta del Rondoi.
Quando entrate nel ghiaione terminale c'è un bivio (direi a quota 2630m circa): davanti a voi (destra) prosegue la traccia, prima in piano e poi in leggera salita, che porta a una selletta senza nome (ometti, 2650m?) dalla quale inizia la discesa (più facile e più breve rispetto a quella fatta da noi) verso Passo Grande dei Rondoi e la Val Rienza (sentiero sv 10 prima e sv 102 poi, vi rimando a post precedenti di @Cocojambo ).
Sopra (sinistra al bivio) invece si vede già la bella Forcelletta del Rondoi (2672m) che si raggiunge velocemente tenendosi preferibilmente sulla sinistra su stabili verdi. Da qui ci si affaccia dall'altra parte in Val Bulla.
Per questo tratto noi ci abbiamo messo 2h e 45, considerando qualche sosta in più, l'errore di percorso che ci ha fatto perdere 20 minuti e il tempo perso per assicurarci.

4) Discesa in Val Bulla: qui è tutto relativo e ogni report che trovate in rete dice tutto e il contrario di tutto.
Io scrivo quel che abbiamo fatto noi, ma non è detto che sia la soluzione migliore.
Dalla Forcella a quota 2100 sono quasi 600 metri secondo me facili. Da alcune relazioni sembrava che l'inizio fosse cementato ma in realtà la presa è buona e dopo poche decine di metri si può scendere su ghiaie abbastanza mobili e goduriose scegliendo la traiettoria migliore.
Sì punta al fondo del vallone dove sulla destra si vedono i primi verdi, mughi e qualche albero e lì si trova anche una traccia di sentiero e qualche ometto.
Blitz aveva insistito sul lato destro trovando parecchi problemi di frane e in effetti anche secondo noi il lato destro è più tormentato. Conviene quindi abbandonare quella traccia e portarsi proprio sul fondo dove si trovano dei grossi massi.
A quota 2080m si inizia ad entrare nei mughi ma c'è sempre una traccia abbastanza evidente e soprattutto si continua a vedere in più punti la prosecuzione del sentiero, tra mughi, verdi e qualche semplice attraversamento di impluvio (anche una risalita di una ventina di metri).

Screenshot_20220803-095503.jpg


A 2000 metri circa ci si trova davanti l'unico vero grosso problema, un impluvio più largo e profondo che da sinistra verso destra porta praticamente sul fondo della valle. Il fondo si capisce già dall'alto sia sgombro e di facile percorribilità, bisogna solo capire come raggiungerlo. Probabilmente tenendosi alti si riesce a scendere in un punto in cui il bordo è più basso, noi invece siamo scesi per una ventina di metri saltando nei mughi e poi abbiamo deciso per una calata.
Finita la calata non si può più sbagliare, si arriva sul fondo e seguendo sempre il greto si scende, in maniera nemmeno troppo disagevole, fino a 1500 metri dove si incontra una specie di argine sulla sinistra e subito dopo le Opere dello Sbarramento della Val di Landro.

IMG_20220731_170854965.jpg


Per tornare alla macchina dalla Forcelletta noi ci abbiamo messo all'incirca 2h e 45'.
La discesa in sé non è impossibile ma l'ambiente è molto solitario e severo e bisogna prepararsi a improvvisare un po'... Consapevoli che il terreno può cambiare ogni anno.
In ogni caso dimenticatevi delle tracce originarie o dei sentieri sulla Tabacco, praticamente non esiste più nulla tranne rari tratti tra i 2100 e i 2000 metri.

Se vi servono altre informazioni sono a disposizione.
 
bisogna sbrigarsi a percorrerlo mi sa :ARR

ma il teston lo avete salito? Un giorno andrò a vedere se capisco come fare
 
L'ultima volta che scesi per la val Bulla ricordo che bisognava uscire il prima possibile sulla sx idrografica. Una volta fuori c'era un sentierino che ti portava giù. Però so che ci son stati ancora smottamenti e dalle foto che vedo nel link che hai messo non so se effettivamente si riesce ancora ad uscire..
 
Ma salire il Teston non è difficile. Sali per ghiaie alla forc. tra il Teston e il monte Rudo e poi per facili roccette in cima ;)
boh io avevo iniziato a salire e poi mi sono perso non sapevo se salire o traversare verso una traccia sula sinistra, ma di mezzo c'era uno slavamento
 
L'ultima volta che scesi per la val Bulla ricordo che bisognava uscire il prima possibile sulla sx idrografica. Una volta fuori c'era un sentierino che ti portava giù. Però so che ci son stati ancora smottamenti e dalle foto che vedo nel link che hai messo non so se effettivamente si riesce ancora ad uscire..
Sì è così, in parte c'è ancora un sentierino ma comunque un franamento grosso bisogna attraversarlo e noi abbiamo valutato che fosse meglio entrarci dentro e seguire il greto... Anche perché non vedevamo più la prosecuzione dall'altra parte, evidentemente mangiata dai mughi.
 
bisogna sbrigarsi a percorrerlo mi sa :ARR

ma il teston lo avete salito? Un giorno andrò a vedere se capisco come fare
No niente Teston, ma mi sembrava facile salirci...

Diciamo che il giro fino al secondo villaggio e eventualmente salita sul Teston, per poi scendere in Val Rienza per la prima via di fuga si potrà continuare a farlo per parecchi anni... Sul proseguimento verso la scaletta, il libro firme e la Forcelletta dei Rondoi, boh... Dipenderà dalle frane.
 
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