Io ho messo su un discreto bagaglio di conoscenze leggendomi un vecchio manuale Readers' Digest, provenienza credo da catalogo Postalmarket
Questo
C'è roba sicuramente aggiornata e vi invito a comprare quella roba, ma questo ce l'avevo nella casa in montagna dove passavo ogni weekend e tutta l'estate da bimbo, diciamo tra un giro nel bosco e una biciclettata

ora è qui in casa mia e lo sfoglio più per i ricordi che mi regala.
In seguito un po' di pratica sul campo (ho 37 anni e vado a funghi praticamente da quando sono nato

alpi, o Appennini che fossero), e due cose mi hanno allargato gli orizzonti:
Il canale YouTube di Nicolò Oppicelli, rinomato micologo e divulgatore, un po' al limite del tronfio anche se sempre educatissimo, è un pozzo di scienza micologica
Illecippo
Fondamentale guardare i suoi video quando non sei a tiro di cappotti (presi o da prendere), perché io giuro che in alcuni casi stavo per lanciare il pc o il telefono contro un muro. Ora almeno ha la decenza di pubblicare i video settimane dopo il girato

Vi assicuro che un paio di anni fa non era così, e vedere dopo il secondo lockdown: edulis nella quercia ad aprile (!), ovuli e aereus nella macchia mediterranea sempre ad aprile, aereus a 800m di quota a maggio, aestivalis a 1200m di quota in maggio, pinophilus a 1500m in faggete a novembre e sotto pino l'8 dicembre ecco... io esplodevo.
Però ho imparato un sacco di roba: quanta pioggia serve almeno per far fruttificare i porcini, distanza dalla pioggia per vedere le prime nascite, l'importanza delle temperature (per me è fondamentale quelle notturne, nell'ultimo anno ho sperimentato che anche con buona acqua, se la temperatura minima non scende per 7-8gg di fila sotto i 16-17° è molto difficile che ci sia una buttata di porcini anche se termofili), funghi spia (per quanto la muscaria sia la più famosa, in realtà per me i funghi spia sono soprattutto la
russula vesca in inizio estate e il
clitopilus prunuls e il
chalciporus piperatus in ambienti montani da settembre in poi).
Altra botta di informazioni: iscrivetevi a funghiitaliani.it, è un forum in cui tutta la moderazione è svolta da micologi, ci sono dentro un sacco di consigli e info sui funghi e relative nascite in base alla stagione, al di là di poter fruire di tutte le schede dei funghi, suddivisi per commestibili e non.
C'è anche la sezione in cui postando alcune foto si possono chiedere identificazioni di funghi, fermo restando che non può essere nulla di definitivo né certificato qualora si voglia mangiare un fungo: in tal caso, come è d'uopo, bisogna rivolgersi all'ASL territoriale.
Interessante anche il blog funghimagazine.it non tanto per le notizie di buttate (non sempre sono corrette - mi è capitato di leggere cose strane dopo essere uscito da un bosco con kg di funghi), perché sostanzialmente sono dovute a scambi di info tra utenti vari a caso partecipanti a chat, quindi se non c'è nessuno che viene da un posto dove il bosco sta buttando, è inutile..
Tuttavia è molto utile per:
- descrizione delle specie arboree a cui legano i più importanti funghi micorrizici
- una sezione dedicata al meteo (il proprietario è un appassionato anche di meteo) in cui c'è la mappa di tutta italia di precipitazioni giornaliere
Alla fine, se volete trovar dei funghi, dovete inseguire la pioggia.
Craterellus Cornucopioides... gastronomicamente è un fungo di Serie A+, uno dei più gustosi e sicuramente più buono del boletus pinophilus (con una pasta sfoglia tipo tagliatelle vince anche contro il boletus aestivalis da solo), fatto in soffritto insieme al misto, ma anche da solo, oppure essiccato e polverizzato in seguito. Un giorno proverò a mischiare la polvere con la sfoglia delle tagliatelle e a fare tagliatelle nere...
Chiamato il tartufo dei poveri, in realtà per me ha un sapore talmente caratteristico (comunque di fungo) che per me è lontano anche dal tartufo (che non sa di fungo!).
Chiaramente non è di Serie A dal punto di vista estetico, e soprattutto per preparazione: un quantitativo consistente (in volume) va a finire in niente e ci metti ore per pulirli perché sono spesso molto terrosi.
Comunque a novembre, quando ho tempo, una scappata in un paio di stazioni di crescita vicino a casa in mezzo all'humus dei castagni lo faccio sempre... ahimè causa siccità dell'anno scorso non ce n'erano praticamente niente; invece quest'anno sono già ubiquitare su in quota tra i 900 e i 1300m tra castagni e faggi (con dimensioni ragguardevoli).
Si è parlato di Macrolepiota Procera e simili tossici: io non mi fido, ho capito come riconoscerla, ma non ho studiato bene come è il suo sosia.
Per me fondamentale per l'identificazione di un fungo non è solo "come è fatto il fungo buono", ma anche come è fatto il suo simile tossico: vedi Cantarellus Cibarius e falso galletto, o addirittura omphalotus olearius (incredibile che la gente li confonda ma intanto impariamo a riconoscere entrambi), oppure russula mustelina e russula foetens (nomen omen...) etc...
E' inoltre fondamentale per il riconoscimento dei funghi utilizzare SEMPRE (non alternativamente, SEMPRE) 3 sensi e 1 organo:
- vista
- gusto
- olfatto
- cervello
Nessun fungo che odora cattivo o ha un sapore terribile (pepato, amarissimo, di cadavere, di vinavil) potrà mai finire sulle nostre tavole, anche se è esteticamente molto bello.
Fondamentale è assaggiare certi funghi (pensate alle russule, una famiglia ENORME spesso impossibili da determinare senza microscopio o reazioni, ma in cui la differenza tra edibile e non, è semplicissima e una sola: il gusto), evitando accuratamente ciò che imparate a pensare (guardando foto e confrontando il fungo nel bosco) le amanite mortali verna/virosa/phalloides, per le quali è sempre meglio evitare assaggi.
Ma non solo: è importante leggere un manuale e poi ricordarsi e... usare il cervello.
Per quanto un'amanita muscaria slavata dalle piogge potrà assomigliare, a occhi meno attenti, a una amanita cesarea, cerchiamo di identificare l'ambiente di crescita e la specie arborea intorno.
La prima è un fungo medio-igrofilo, tipico dell'autunno anche inoltrato, precoce dopo piogge, ubiquitario sotto faggio, abete e mirtilli.
Il secondo è un fungo xerofilo-termofilo, cresce tranquillamente da giugno a settembre sotto quercus (sp), castagno, cisto, corbezzolo, ad ottobre e novembre lo trovi solo in boschi caldi e macchia mediterranea (quindi essenzialmente lecci, corbezzoli, sughere, al limite roverelle), teme ristagni di acqua (e anzi viene parassitata da funghi micofagi), fruttifica quando il terreno è già molto secco, con condizioni climatiche calde (TMax>25°).
Al di là dell'occhio sul dettaglio se il gambo è bianco o giallo dorato, pensando col cervello capiamo subito che cosa abbiamo davanti!
Alla fine se i funghi fanno regno a sé nel mondo della natura, il motivo c'è... sono straordinari e complicatissimi, hanno una variabilità esteriore enorme anche all'interno della stessa specie... nel regno animale, differenze simili sono introvabili, è come se una mucca
bos taurus adulta potesse pesare 20kg o 2 tonnellate, essere maculata marrone o rosso fuoco.
Le poche regole che ci sono non valgono sempre uguali per funghi diversi, ma di fatto bisogna farne tesoro, aggiungendo altra conoscenza per conoscerli e raccoglierli con consapevolezza.