qualche giorno dopo l’appagante giro esplorativo in catinaccio, mio padre ed io ci siamo concessi un’altra giornata di croda… questa volta, a caccia di uno dei suoi amati e agognati “3000”… l’obiettivo originario era la gran furchetta, in modo da completare l’opera iniziata un anno fa, ma questioni logistico-familiari ci hanno invece dirottato su questo impervio satellite della marmolada, che con la sua austera mole domina la bucolica vallata di fuchiade…
l’avvicinamento al sasso di valfredda comincia proprio da questo verde, frequentatissimo alpeggio che, tuttavia, il mattino presto regala sempre momenti d’idilliaca pace e silenzio…
mentre si transita in mezzo ai tabià, la nostra meta sembra così a portata di mano… all'opposto, per raggiungerla bisogna faticare e non poco… :sudato:
oltrepassate le ultime case, s’imbocca il segnavia 607 per il pas da le cirèle, su cui non mi dilungo troppo poiché è già oggetto di numerosi report…
arrivati ai prati denominati le pale, si lascia il sentiero 607 per imboccare a destra il 693 per la forca rossa… percorse poche decine di metri, si abbandona anche questo per seguire a sinistra una traccia, in un primo momento alquanto labile, che rimontando i prati della val fredda conduce verso la parete del palon de jigolé… raggiunte le ghiaie, la traccia si fa marcata e, tagliando in diagonale le ghiaie, punta diritta alla sforcela del bachét… sì, proprio quella relazionata da blitz poco tempo fa… :tuttook:
dopo un primo tratto tutto sommato piacevole, comincia la sofferenza… ... siamo, infatti, al cospetto del tipico ghiaione dolomitico 3x2… tra passi avanti e due indietro, ma anche tre bestemmie ogni due passi… xcensx
sbuffando e sacramentando, in qualche modo si guadagna la suggestiva conca superiore, costellata di enormi massi crollati, che ci consente di riprendere fiato e godere un po’ dell’ambiente circostante…
qui si abbandona la traccia, che prosegue diritta verso la sforcela del bachét e si punta a est, allo stretto intaglio tra il sasso di valfredda e il pulpito di fuchiade… presso tale forcella ha inizio la vera e propria via normale alla cima…
a prima vista, questo tratto di ghiaione sembra ancor più ripido e impestato di quello appena superato… :SPE ... in realtà la presenza di grossi massi agevola non poco la salita…
in forcella, il panorama abbraccia tutta la val cordevole e gran parte dei colossi dolomitici bellunesi… anche se sarebbe più opportuno utilizzare il condizionale, giacché un misto di foschia e nuvolaglia preclude la vista di molte cime…
rifocillati, sfoderiamo l’attrezzatura e ci avviamo lungo il tratto un po’ più alpinistico della gita… la via normale è relativamente breve e tecnicamente facile, ma si svolge lungo esili cornici, cengette e gradoni raramente solidi…
piccoli, radi ma strategici ometti ci guidano tra costole rocciose e canalini franosi, mentre le nubi arrivano ad attanagliare anche la nostra cima e complicare un pochino l'orientamento…
un ultimo canalino ci conduce finalmente alla cresta, oltre la quale fortunatamente si apre un’emozionante vista sul sasso vernale e la retrostante punta penia…
pochi passi di facile arrampicata, su terreno però sempre piuttosto delicato, consentono di accedere alla crestina terminale e alla vetta…
l’andirivieni delle nebbie frustra alquanto i miei tentativi di immortalare il (sulla carta) bellissimo panorama che abbraccia quasi a 360° gradi l’orizzonte… :-(((
in un momento di apertura, una bella zoomata mi consente però di ripercorrere con la mente e il cuore, la nostra recente visita alla busa di lausa… :skiamo:
fatto sta che quei nuvoloni neri sopra il catinaccio non ispirano nulla di buono… :think: ... indugiamo ancora pochi minuti intorno alla malconcia croce di vetta e ci apprestiamo a tornare sui nostri passi… prima però una foto ai camosci…
e una ai pesci…
la discesa si svolge interamente sullo stesso percorso della salita…
guadagnata nuovamente la forcella, è il momento di trasformare il supplizio del mattino nel godimento pomeridiano… (Yeah) ... pronti, partenza, VIA!!! giù a tuono per il ghia… STOOOP!!! OL:... ho già fatto un centinaio di metri quando mio padre mi blocca di colpo… ha dimenticato i bastoncini in forcella… :mann: ... non sto qui a elencare numero e specie delle divinità zoomorfe che ho scomodato , fatto sta che son tornato su a riprenderli e poi finalmente giù in picchiata…
son sceso talmente in fretta che mi si sono tappate le orecchie… ... pareva strabiliato anche questo tizio qui, che secondo me di corsa in montagna ne sa a pacchi… :sbonk:
vabbè, guadagnato nuovamente il fondo del vallone, non resta che riprendere il segnavia 693 prima e 607 poi, per fare ritorno a fuchiade…
se non altro, per sdebitarsi del recupero bastoncini, il babbo mi ha offerto un lauto pranzo alla baita flora alpina :semagna:, con ancora ben in vista l’itinerario da poco salito…
l’avvicinamento al sasso di valfredda comincia proprio da questo verde, frequentatissimo alpeggio che, tuttavia, il mattino presto regala sempre momenti d’idilliaca pace e silenzio…
mentre si transita in mezzo ai tabià, la nostra meta sembra così a portata di mano… all'opposto, per raggiungerla bisogna faticare e non poco… :sudato:
oltrepassate le ultime case, s’imbocca il segnavia 607 per il pas da le cirèle, su cui non mi dilungo troppo poiché è già oggetto di numerosi report…
arrivati ai prati denominati le pale, si lascia il sentiero 607 per imboccare a destra il 693 per la forca rossa… percorse poche decine di metri, si abbandona anche questo per seguire a sinistra una traccia, in un primo momento alquanto labile, che rimontando i prati della val fredda conduce verso la parete del palon de jigolé… raggiunte le ghiaie, la traccia si fa marcata e, tagliando in diagonale le ghiaie, punta diritta alla sforcela del bachét… sì, proprio quella relazionata da blitz poco tempo fa… :tuttook:
dopo un primo tratto tutto sommato piacevole, comincia la sofferenza… ... siamo, infatti, al cospetto del tipico ghiaione dolomitico 3x2… tra passi avanti e due indietro, ma anche tre bestemmie ogni due passi… xcensx
sbuffando e sacramentando, in qualche modo si guadagna la suggestiva conca superiore, costellata di enormi massi crollati, che ci consente di riprendere fiato e godere un po’ dell’ambiente circostante…
qui si abbandona la traccia, che prosegue diritta verso la sforcela del bachét e si punta a est, allo stretto intaglio tra il sasso di valfredda e il pulpito di fuchiade… presso tale forcella ha inizio la vera e propria via normale alla cima…
a prima vista, questo tratto di ghiaione sembra ancor più ripido e impestato di quello appena superato… :SPE ... in realtà la presenza di grossi massi agevola non poco la salita…
in forcella, il panorama abbraccia tutta la val cordevole e gran parte dei colossi dolomitici bellunesi… anche se sarebbe più opportuno utilizzare il condizionale, giacché un misto di foschia e nuvolaglia preclude la vista di molte cime…
rifocillati, sfoderiamo l’attrezzatura e ci avviamo lungo il tratto un po’ più alpinistico della gita… la via normale è relativamente breve e tecnicamente facile, ma si svolge lungo esili cornici, cengette e gradoni raramente solidi…
piccoli, radi ma strategici ometti ci guidano tra costole rocciose e canalini franosi, mentre le nubi arrivano ad attanagliare anche la nostra cima e complicare un pochino l'orientamento…
un ultimo canalino ci conduce finalmente alla cresta, oltre la quale fortunatamente si apre un’emozionante vista sul sasso vernale e la retrostante punta penia…
pochi passi di facile arrampicata, su terreno però sempre piuttosto delicato, consentono di accedere alla crestina terminale e alla vetta…
l’andirivieni delle nebbie frustra alquanto i miei tentativi di immortalare il (sulla carta) bellissimo panorama che abbraccia quasi a 360° gradi l’orizzonte… :-(((
in un momento di apertura, una bella zoomata mi consente però di ripercorrere con la mente e il cuore, la nostra recente visita alla busa di lausa… :skiamo:
fatto sta che quei nuvoloni neri sopra il catinaccio non ispirano nulla di buono… :think: ... indugiamo ancora pochi minuti intorno alla malconcia croce di vetta e ci apprestiamo a tornare sui nostri passi… prima però una foto ai camosci…
e una ai pesci…
la discesa si svolge interamente sullo stesso percorso della salita…
guadagnata nuovamente la forcella, è il momento di trasformare il supplizio del mattino nel godimento pomeridiano… (Yeah) ... pronti, partenza, VIA!!! giù a tuono per il ghia… STOOOP!!! OL:... ho già fatto un centinaio di metri quando mio padre mi blocca di colpo… ha dimenticato i bastoncini in forcella… :mann: ... non sto qui a elencare numero e specie delle divinità zoomorfe che ho scomodato , fatto sta che son tornato su a riprenderli e poi finalmente giù in picchiata…
son sceso talmente in fretta che mi si sono tappate le orecchie… ... pareva strabiliato anche questo tizio qui, che secondo me di corsa in montagna ne sa a pacchi… :sbonk:
vabbè, guadagnato nuovamente il fondo del vallone, non resta che riprendere il segnavia 693 prima e 607 poi, per fare ritorno a fuchiade…
se non altro, per sdebitarsi del recupero bastoncini, il babbo mi ha offerto un lauto pranzo alla baita flora alpina :semagna:, con ancora ben in vista l’itinerario da poco salito…