le moderne architetture del quartiere che ospita l'Oceanario
C'è anche una cabinovia (orizzontale) della Dopplemayr ...
Quarto giorno: Nazarè
Premesso che se non vi "serve" l'Oceano per il surf o per le foto ai panorami potreste fare a meno di visitare le cittadine "turistiche" costiere, e secondo me fareste meglio a dedicarvi a quelle interne che magari offrono qualcosa di veramente pregevole, devo dire che Nazarè ha avuto degli aspetti in cui mi sembrava Riccione (piena piena rasa di turisti, e molti giovani; localini per mangiare e bere gremiti e negozietti ovunque) e altri in cui mi sembrava di essere nella mia Sicilia (il colore variopinto delle barche, la struttura di molte case e casette più antiche, il senso di allegra superficialità nella viabilità, le vecchiette vestite di nero a ciaccolare fuori casa con la vicina-comare sedute sulla mini seggiolina di legno impagliata, e comunque la sincera cordialità delle persone, molto gentili, estroverse e sorridenti).
Ci siam stati due notti, ma praticamente solo io l'ho girata tutta.
Il paesino è diviso in una parte bassa, dove ci sono gli alloggi (alberghi e case... e le persone che coi cartelli agli incroci delle stradine ti invitano a prendere alloggio da loro se non ne hai già trovato uno tu) e tutte le attività "marinare", e una parte alta (a 100m sul livello del mare e a picco su una scogliera, in parte anche a sbalzo), raggiungibile in funicolare, a piedi con una scalinata o in auto. Dalla parte alta si accede al famoso faro, da cui è stato immortalato McNamara mentre faceva il record del mondo cavalcando un'onda da quasi 35 metri (ma qualcuno azzarda i 40m nella stima). Ovviamente quando ci siamo stati noi il mare era piatto come l'olio... ma la normale risacca che dai noi forma ondine da una spanna (in quelle condizioni di mare calmo, nel Mediterraneo) lì ti fa passare in un attimo dall'avere l'acqua alle caviglie all'averla ai pettorali. E la corrente si sente... Non oso immaginare come sia quando il mare è appena appena mosso.
Ogni negozietto di souvenir (sia nella parte bassa che nella parte alta) vende maglioni e qualche poncho (anche di pregevole fattura, "made in Portugal") di pura lana vergine semi-artigianali per soli 25-35 euro a seconda del modello. Con 16 gradi e il venticello dell'Atlantico la tentazione di comprarlo (e di indossarlo) vi assicuro che viene! Ogni membro della nostra famiglia ne ha comprato uno. Io ho comprato, per puro spirito goliardico-folkloristico, anche il berretto "do Pescador", quello nero che si porta ripiegato su un lato e finisce con un fiocco-pon pon che arriva più o meno all'altezza della clavicola; mi son convinto che a seconda della direzione del vento, i pescatori "veri" nazareni spostassero ai tempi la parte declinante del cappello a destra o a sinistra del viso per proteggerlo ... ma magari è solo una mia fantasia. Comunque è fatto in panno di lana, tipo feltro, e tiene caldissimo. Lo porterò in montagna!
E ora spazio alle foto:
Nazarè
i percebes che avevo fotografato anche col cell
il promontorio su cui sorge il faro: la zona delle onde "anomale" è appena al di là di questo promontorio per via della particolare forma del fondale e per le correnti dominanti
Il mare non è in discesa verso destra... è l'inquadratura che è un po' storta. Altrimenti chissà che correnti che ci sarebbero state!!! Però la birra in Portogallo è buona e fa questi effetti...
foto dal balcone (hotel Marè)
frutti di mare in bella mostra
foto in controluce per evidenziare il profilo della chiesa nella parte alta di Nazarè
il mare sottostante
tramonto sull'Atlantico
'a famigghia...
intrattenimento musicale con canzoni portoghesi
Quinto giorno
Aveiro, un po' più nord di Nazarè (circa 1h e mezza di comoda autostrada)
Aveiro, chiamata ottimisticamente "la Venezia del Portogallo"
tipica casa con azulejas (mattonelline di ceramica con decorazioni blu o azzurre)
murales fatto da un artista locale
a sinistra "O Pescador", al centro in alto "ovo moles" e al centro in basso il lavoro nelle saline
non può mancare il polpo...ovviamente
una salina "dimostrativa" (la guida avrebbe spiegato che quel cumulo è finto, ma a me sembrava vero quindi per finta E' VERO)
dalla barchetta:
imbarcazioni di Aveiro in attesa di caricare i turisti, il nuovo "pesce" del 2000
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il simbolo della città
costruzioni per il deposito e la lavorazione del sale
antica fabbrica di ceramiche
murales (sotto un ponte) fatto dallo stesso artista
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le barche son tutte decorate
Traduzione :"Cosa darei per essere un cane, Antonio!"
una bella costruzione di Aveiro
il chiosco che vende Ovo Moles e liquori
Siam rimasti ad Aveiro fino alle sei di pomeriggio, quindi è sfumata l'idea di visitare Porto e ci siam diretti per una "toccata e fuga" a Coimbra, che invece avrebbe meritato una giornata intera... (ma le foto le caricherò più avanti)