nell'articolo sotto, di cui posto il link, si parla di minima verticalizzazione anche nella tecnica adottata in CDM.
http://www.sciaremag.it/tecnica-sci/biomeccanica-la-terza-fase-di-curva/
copio e incollo da detto articolo...:
Il baricentro dello sciatore e gli sci percorrono traiettorie diverse in tutto l’arco di curva, la cui distanza è maggiormente accentuata quando lo sciatore percorre la linea di massima pendenza. A fine curva lo sciatore provvede ad incrociare le due traiettorie sfruttando anche l’energia elastica immagazzinata nello sci all’inizio della curva. Questa energia viene restituita allo sciatore sotto forma di un impulso che i migliori atleti sfruttano per velocizzare l’inversione dello spigolo senza effettuare l’operazione di «verticalizzazione» del corpo, ottenendo così due principali vantaggi: minore attriti con l’aria e complessivamente tempi di esecuzione più rapidi.
qui in effetti si riassume il senso del flexing o meglio della ridotta se non inesistente verticalizzazione del cdm...intesa come un aumento , con una traiettoria che percorre una parabola
, della distanza del cdm da terra nella fase di transizione , o cambio spigoli.
Minore resistenza all'aria e velocità di esecuzione
ora a me , quando scio , non mi corre dietro nessuno e nessuno mi cronometra , per cui se diluisco l'azione con invece un marcato rialzamento del cdm , portandomi sopra i piedi ...cosa mi cambia ?
Per un cambio così basso , oltre ad aver accumultato una risposta elastica dello sci che mi permette poi di aver quell'attimo di sospensione per cambiare gli spigoli in relax , ma soprattutto tirare indietro i piedi ( come dice Sloggul) , devo inevitabilmente " viaggiare " parecchio altrimenti non ce la si fà...
In sostanza , la questione da valutare , che potrebbe essere anche uno dei leitmotiv di questa stagione che sta per aprirsi è :
" la centralità dinamica : centrarsi usando i piedi o centrarsi portandosi sopra i piedi ???"
e ancora copio e incollo:
. Se ci si inclina prima della presa dell’appoggio sull’esterno lo sci non si deforma (non viene sviluppata la forza centripeta e di conseguenza la forza centrifuga). Conseguenza di ciò è che per riportare lo sci in traiettoria si compie il classico errore della «schiacciata di bacino» a fine curva, azione purtroppo familiare a molti atleti.
se è familiare a tanti a atleti , a noi cialtroni aiuta o no ?
SE , basta sentire i commenti di De chiesa o delle altre ex atlete , la maggior parte degli atleti di coppa , ancora non sviluppa un carico adeguato nella prima parte di curva , ma appena dopo il palo , ( per noi la massima pendenza) ...ma perchè ci devo riuscire io ? che sono una pippa ?
Sai che c'è ? che a forza di provare ste ca.ga.te si accumulano una serie di brutte abitudine ( arretramento ) che non ti toglie nessuno.
IO mi alzo , vengo in avanti e poi vado giù di c.u.l.o
....
commenti ?