Pelmo per l'affascinante Cengia di Grohmann

Poi gente si parla della Grohmann al Pelmo non dell'Annapurna, quindi non estremizziamo troppo

Beh...no...non estremizziamo....ma anche sì ed è meglio...La mia Annapurna può essere la Cengia di Grohmann di Fabio e il giro del Pelmo per MezzoZoppo ...Ognuno ha i suoi limiti, ognuno vede un limite diverso..ognuno si pone obiettivi diversi per scopi diversi. Quindi sono tutti validi e tutti da considerare alla stregua di una scalata se la base di partenza è nettamente diversa, le esperienze pregresse nulle o quasi in un ambito specifico...Se sai scalare ad un certo livello che deve essere alto puoi scalare l'Annapurna e fare la cengia di Grohmann sarà per te una passeggiata in cui devi stare attento..ma null'altro; se fai qualche ferrata semplice semplice...se il tuo standard è fare trekking in montagna su sentieri diciamo abbastanza facili allora per te fare la Cengia sarà un percorso che devi sentire, che vivrai come un'esperienza unica dove devi portare le tue sensazioni al limite...e quando sarai giù ti renderai conto di aver fatto qualcosa di eccezionale e ti sentirai benissimo...porterai quelle sensazioni per tanto tempo. Io in montagna ho cominciato ad alzare l'asticella per me stesso e per un qualcosa d'interiore che mi diceva di andare avanti..di darmi mire sempre più alte..di andare oltre i normali limiti e fare questo mi ha fatto stare in pace con me stesso e provare emozioni uniche ma ..ma ad un certo punto l'andare oltre non era più una sfida con me stesso ma con il gruppo, con gli altri gruppi e quelle emozioni positive si sono trasformate in sensazioni negative..non mi facevano stare più con il sorriso sulla bocca ma con l'amaro in bocca quando qualcuno mi superava...ho capito questo all'improvviso guardando da sopra la sempre open...sceso da quella parete ho chiuso in una cassa tutto quanto avevo...non l'ho aperta per penso almeno 5 anni ora ogni tanto la apro...e sorrido ma so che certe emozioni non le proverò mai più...ne sono entrate altre..tante ma completamente diverse....

Fabio ho riguardato quelle foto per penso almeno cinquanta volte.....chapeau..Son sicuro che ci hai pensato non so quante volte prima di farla...e poi quando eri lassù posso solo immaginare l'emozione che hai provato...Bravissimo sia per le foto sia per quanto scritto ed anche per l'invito alla prudenza....spero che tu abbia trovato ciò che cercavi...
Io in fin dei conti un giorno l'ho trovato....ma non l'ho capito che tempo dopo...
 
Beh...no...non estremizziamo....ma anche sì ed è meglio...La mia Annapurna può essere la Cengia di Grohmann di Fabio e il giro del Pelmo per MezzoZoppo ...Ognuno ha i suoi limiti, ognuno vede un limite diverso..ognuno si pone obiettivi diversi per scopi diversi. Quindi sono tutti validi e tutti da considerare alla stregua di una scalata se la base di partenza è nettamente diversa, le esperienze pregresse nulle o quasi in un ambito specifico...Se sai scalare ad un certo livello che deve essere alto puoi scalare l'Annapurna e fare la cengia di Grohmann sarà per te una passeggiata in cui devi stare attento..ma null'altro; se fai qualche ferrata semplice semplice...se il tuo standard è fare trekking in montagna su sentieri diciamo abbastanza facili allora per te fare la Cengia sarà un percorso che devi sentire, che vivrai come un'esperienza unica dove devi portare le tue sensazioni al limite...e quando sarai giù ti renderai conto di aver fatto qualcosa di eccezionale e ti sentirai benissimo...porterai quelle sensazioni per tanto tempo. Io in montagna ho cominciato ad alzare l'asticella per me stesso e per un qualcosa d'interiore che mi diceva di andare avanti..di darmi mire sempre più alte..di andare oltre i normali limiti e fare questo mi ha fatto stare in pace con me stesso e provare emozioni uniche ma ..ma ad un certo punto l'andare oltre non era più una sfida con me stesso ma con il gruppo, con gli altri gruppi e quelle emozioni positive si sono trasformate in sensazioni negative..non mi facevano stare più con il sorriso sulla bocca ma con l'amaro in bocca quando qualcuno mi superava...ho capito questo all'improvviso guardando da sopra la sempre open...sceso da quella parete ho chiuso in una cassa tutto quanto avevo...non l'ho aperta per penso almeno 5 anni ora ogni tanto la apro...e sorrido ma so che certe emozioni non le proverò mai più...ne sono entrate altre..tante ma completamente diverse....

Fabio ho riguardato quelle foto per penso almeno cinquanta volte.....chapeau..Son sicuro che ci hai pensato non so quante volte prima di farla...e poi quando eri lassù posso solo immaginare l'emozione che hai provato...Bravissimo sia per le foto sia per quanto scritto ed anche per l'invito alla prudenza....spero che tu abbia trovato ciò che cercavi...
Io in fin dei conti un giorno l'ho trovato....ma non l'ho capito che tempo dopo...

Eh no un attimo. Ovviamente e' fondamentale rapportare la gita all'omino che la compie ma, nuovamente, non esageriamo idealizzando e relativizzando qualsiasi cosa
 
Eh no un attimo. Ovviamente e' fondamentale rapportare la gita all'omino che la compie ma, nuovamente, non esageriamo idealizzando e relativizzando qualsiasi cosa

Epaps...perché no? Schiettamente tu l'avresti fatta? Sei sicuro che nonostante tutto una volta giunto all'inizio un senso di inadeguatezza non ti avrebbe preso?
 
L'idea "ognuno ha il suo Annapurna da scalare" e' comune anche a tanti alpinisti fortissimi, l'ho trovata in qualcuno dei libri che ho letto, non ricordo se era stata espressa proprio con quella metafora da Herzog (in "Annapurna, primo ottomila"), da Bonatti o da Simone Moro. Anzi, a volte l' "Annapurna" non e' neanche inteso come una montagna, in quella frase, ma come una insormontabile difficolta' della vita.
 
Dipende... certi percorsi uno non li fa solo per cercare i propri limiti, per alzare l' asticella...

E adesso quando organizzo un giro, non decido in base alle difficoltà, ma semplicemente in base alla bellezza del posto dove andrò, cosí magari può capitarmi un giro su una cengia esposta e friabile, e magari il giro successivo sui sentieri della nonna: il mio filo conduttore adesso è solo la bellezza dei posti.
(poi vabbé, chi ha letto i miei report sa che ho un disturbo mentale per il quale "posto bello = posto incasinato" HIHIHI )

E poi, come ho già detto in altro 3d, il giro mi si deve "accendere": se ho anche un solo 1% di "bad feeling" su un giro, non lo metto in cantieres.

Certo, non intendevo assolutamente dire che o si fa il percorso di Pat o si tende ad alzare l'asticella. Ci sono altri mille modi di effettuare il proprio percorso e con mille sfaccettature, solo ne avevo individuati due (magari molto diffusi) tra tanti.
Io peraltro condivido tantissimo le altre parole sull'alternanza di tipologia nei giri, sul "bad feeling" e sul fatto che un percorso debba emozionare gia' sulla carta. Ed e' lo stesso approccio che io, figuriamoci da quando devo inserire in programma anche decine di giri da fare col bimbo! :)
 

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Epaps...perché no? Schiettamente tu l'avresti fatta? Sei sicuro che nonostante tutto una volta giunto all'inizio un senso di inadeguatezza non ti avrebbe preso?

Salire il pelmo facendo l'anello compiuto da fabio e' uno dei progetti che ho da un po' in mente ma sfortunatamente non sono ancora riuscito ad organizzarmi, quindi rispondo assolutamente di si' alla tua domanda. Senso di inadeguatezza? Meglio che non ti prenda a fare certe cose perche' il passo inadeguatezza-timore-terrore-crisi non e' cosi' lungo. Io preferisco parlare di rispetto. Bisogna rispettare certi ambienti e cercare di fare il prioprio meglio per cavarsela nel miglior modo possibile e questo comprende non solo la gita ma anche il pre-gita. Rispetto quindi nel senso di scegliere una gita che si sia in grado di compiere in sicurezza per le proprie capacita'

L'idea "ognuno ha il suo Annapurna da scalare" e' comune anche a tanti alpinisti fortissimi, l'ho trovata in qualcuno dei libri che ho letto, non ricordo se era stata espressa proprio con quella metafora da Herzog (in "Annapurna, primo ottomila"), da Bonatti o da Simone Moro. Anzi, a volte l' "Annapurna" non e' neanche inteso come una montagna, in quella frase, ma come una insormontabile difficolta' della vita.

Condivido il concetto di relativizzare le difficolta' ovviamente ma quello che volevo dire e' che, per quanto conosco fabio, mi sembra una persona con buona abitudine alla montagna e capacita' tecniche per cui la cengia in questione rimane pepata ma nulla piu'. Mi sono solo sembrati esagerati alcuni commenti, tutto li'
 
Rispolvero questo vecchio post di Fabio visto che questo weekend, approfittando che un' amica mi aveva chiesto di portarla sul Pelmo le ho detto ok, però facciamo anche la Grohmann che mi manca!:TTTT Abbiamo fatto quindi lo stesso giro ma in senso inverso. Decideremo però di salire venerdì sera e dormire al bivacco invernale del rif. Venezia godendoci così una stellata e un alba eccezzionali! Che dire, non posso che confermare quanto già detto da Fabio: spettacolare è dire poco! In giornate come queste poi i colori e i panorami, in dolomiti diventano cartoline. Da incorniciare.

Partiamo già al tramonto :ROFLMAO: qui l'Antelao
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Bosconero..
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La meta di domani, il Caregon
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Arriviamo al bivacco ormai all'imbrunire
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Alla mattina date le temperature ci concediamo una colazione vista alba dalla veranda del rifugio
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Sulla cengia di Ball
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L'inizio della cengia di Grohmann che percorreremo al ritorno dopo la cima
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La prima neve di stagione :TTTT
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Poco prima della cima ci si affaccia verso nord :paura:
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Dalla cima lo spettacolo è eccezzionale in ogni direzione
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Fatta la cima ridiscendiamo fino a circa i 2600mt dove deviamo per la cengia di Grohmann che ci farà circumnavigare il lato ovest del Pelmo fino alla Fessura
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L'aggiramento dello spigolo esposto. Lì sotto il salto è davvero "alto" 🤪
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Anche il prosieguo sembra interessante..
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Ambiente che ti lascia senza parole..
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Una volta giunti sul canalone della Fessura bisogna comunque rimanere ancora concentrati nel primo pezzo di discesa per qualche passaggino su roccette sporche da fare con molta prudenza in discesa.

I local qui invece non hanno problemi..
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Una volta rientrati sul sentiero che proviene dallo Staulanza, rientrando verso il Venezia si rimane a bocca aperta rivedendo dove siamo passati poco prima :aaahhh:

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Una volta recuperata la roba al bivacco ripartiamo verso casa di nuovo ormai al tramonto ma contenti.
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Un giro sicuramente non banale ma che merita assolutamente per l'ambiente e i panorami che offre!
 
Per fare tutto il giro verso fine stagione e tornare al Bivacco ancora con luce significa che avete "tirato" bene.
Domanda: secondo voi è più difficile la Cengia di Ball o la Grohmann? La domanda andrebbe fatta più precisa ma intanto lasciamola generica :)

Per i bollini sul canalone: ottimi. In salita l'ho fatto "a caso" non vedendo alcuna traccia e nemmeno ometti.
 
Non ho fatto la cengia di Grohmann, ma la cengia di Ball in alcuni tratti mi ha fatto davvero paura. Soprattutto perchè si percorre liberi, slegati e senza corde fisse.
Ci sono alcuni passaggi dove, per conformità della roccia, non si riesce a passare con lo zaino (se di medie dimensioni).
Mi son cagato addosso talmente tanto che poi non ho più avuto paura del vuoto:ROFLMAO:

Il "passo del gatto" che in tanti diari è riportato come particolarmente impressionante, a parer mio è stato abbastanza agevole.
 
Per fare tutto il giro verso fine stagione e tornare al Bivacco ancora con luce significa che avete "tirato" bene.
Domanda: secondo voi è più difficile la Cengia di Ball o la Grohmann? La domanda andrebbe fatta più precisa ma intanto lasciamola generica :)

Per i bollini sul canalone: ottimi. In salita l'ho fatto "a caso" non vedendo alcuna traccia e nemmeno ometti.
Secondo me la cengia di Ball tecnicamente ha passaggi più impegnativi. La Grohmann fa impressione a guardarla in certi punti ma di fatto si risolve in "una camminata" per quanto esposta. Per dire io ho trovato più impegnativo qualche passaggino scendendo appunto dalla fessura
 
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