Tutto nasce da una terribile e pesante considerazione: l’ultima sciata di uno dei generali della MPD, di uno dei simboli della sciata in pista e fuoripista dolomitica, stava per chiudere la stagione avendo come ultima sciata una incursione a Cervinia. Ribrezzo, nausea, disgusto: da pelle d’oca solo a pensarci. Ed ecco che il Pizz propone di risolvere questo imbarazzante problema mettendo nel “portfolio sciate 2014/2015” una chiusura, serie, solida, estetica e adeguata agli standard dolomitici. L’incubo di quanto successo in apertura stagione non poteva essere il leit motiv della chiusura https://www.youtube.com/watch?v=eEnOYQRfrhw (più di 1300 visualizzazioni).
Con Pizz e Spino, uno degli altri fondatori del famoso movimento sciistico destinato a diventare punto di riferimento per il free-ski e mazzinga-ski a livello internazionale, partiamo alle 5.30 da Vicenza. Ritrovo presso uno dei più grandi parcheggi scambiatori dello sci nazionale con direzione Passo Pordoi.
Il meteo al passo è molto buono, in quota ci sono delle nuvole molto cariche ma le previsioni ci “assicurano” che fino al pomeriggio non dovremmo prender ne fulmini ne pioggia.
La situazione neve nel grande altopiano roccioso del Sella è ancora molto buona. Mettiamo gli sci all’uscita della funivia e ci dirigiamo verso il Rifugio Boé (ancora chiuso) posto sotto la bella piramide del Piz Boè.
Scendiamo verso il rifugio a Forcella Pordoi senza trovare alcuna traccia, non ci sono nemmeno le solite enormi gobbe: quest’anno l’assalto post-invernale al Sella non c’è. Fatto testimoniato che oltre alla completa assenza di altre tracce di sci su tutto l’altopiano, anche dall’aver incontrato durante tutta la giornata nessun altro con gli sci e solo 3 escursionisti.
Primo breve traveso
Ci mettiamo gli sci in spalla/zaino e con calma, con una bella temperatura e senza vento arriviamo al Rifugio Boè.
Breve sosta al Rifugio Boè quest’anno non sepolto sotto metri di neve e poi ripartiamo verso la cresta che porta con un bel canalino nel Vallon del Pisciadù.
Cosa non si fa per non finire la stagione a Cervinia
DD
Dopo la breve discesa dall’?Antersass, il meteo inizia a coprirsi con una certa decisione.
Esclamiamo un “ceste”, ci capiamo, e continuiamo.
Arriviamo all’imbocco del bel canalino che ci porta in Val Pisciadù e diamo un’occhiata alla forcella dei Ciamorces, l’idea è di fare la Val Culea integrale (prendendola appunto dalla Forcella Ciamorces) ma iniziano a venirci i primi dubbi.
Scendendo il canale troviamo ancora della neve non trasformata, che scivola, si sprofonda... Proviamo a “sondare” la neve per risalire e non è affatto compatta. Ci accontentiamo della Val Culea senza il plus dell’integrale. Scendiamo verso il Rifugio Ciavazza e intravvediamo gli altir 2+1 escursionisti, uniche presenze umane incrociate durante tutta la traversata: molto strano.
Canale 3
Forcella dei Ciamorces
Dal Rifugio Pisciadù dobbiamo risalita fino all’imbocco della Val Culea che si trova oltre la Val Setus.
Attenzione: parlo per me che qundo sono con altri preparati prendo le cose un po’ “alla leggera” facendo affidamento sugli altri, anche se fatta una volta meglio prepararsi bene il giorno prima per evitare di prendere canalini sbagliati o di dover fare più fatica del necessario. Andando solo a memoria non avevo riconosciuto la discesa della parte alta da sotto.
Quante “forti esclamazioni” nella salita su questa neve, a volte improvvisamente, si sprofondava fino alla panza.
Questo è il canalone della Val Culea alta.
Come vedete pare impossibile e, questo inquadra forse lo è.
Infatti la discesa si fa nella parte che sta a destra di quelle torri rocciose, da questo punto non si capisce. Quindi appena arrivati a vedere il canalone aspettate a dire “questa non è la Val Culea alta” perchè la discesa “esatta” si vede più tardi.
L’ingresso della Val Culea fa sempre un certo effetto :shock:
Ammetto che almeno a me ha fatto più che “una certa impressione”. Poi quando ti avvicini ed entri scendendo con calma e attenzione, con neve morbida, non è assurdamente difficile.
Però è assolutamente da non sottovalutare.
Anche Fabio
Canalino Val Culea da sotto
Ed infine, la parte sciisticamente più bella della giornata, la bella neve trasformata della parte bassa fino ai prati.
Che soddifazione!
Sci e scarponi in zaino (le bretelle diventano tagliole per le spalle) e in circa mezz’ora arriviamo al Passo Gardena sotto una leggerissima pioggia alternata a sole.
Penso che la Passo Pordoi – Passo Gardena sia la più bella e lunga traversata del Sella. Anche con l’aiuto della funivia non è da sottovalutare. Personalmente l’ho trovata piuttosto impegnativa e faticosa anche se sulla carta potrebbe sembrare facile (era la prima scialpinistica della stagione ma sono abbastanza allenato a fiato eppure il giorno dopo ero “distrutto”).
Molte grazie ragazzi, gran bella gita ed avventura! Grazie a Pizz per aver "inoculato" il virus dell'idea, quel tipico sms/whatsup a cui rispondendo "no, non posso" già sai che piano piano diventerà un "sì andiamo".
Alla prossima a presto.
PS: mentre rinominavo le foto ho visto che arrivato al canalino ripido ho messo senza pensarci: pizz-culea.jpg, spino-culea.jpg, etc. ho pensato che dobbiamo assolutamente portare marcolski a farla!
Con Pizz e Spino, uno degli altri fondatori del famoso movimento sciistico destinato a diventare punto di riferimento per il free-ski e mazzinga-ski a livello internazionale, partiamo alle 5.30 da Vicenza. Ritrovo presso uno dei più grandi parcheggi scambiatori dello sci nazionale con direzione Passo Pordoi.
Il meteo al passo è molto buono, in quota ci sono delle nuvole molto cariche ma le previsioni ci “assicurano” che fino al pomeriggio non dovremmo prender ne fulmini ne pioggia.


La situazione neve nel grande altopiano roccioso del Sella è ancora molto buona. Mettiamo gli sci all’uscita della funivia e ci dirigiamo verso il Rifugio Boé (ancora chiuso) posto sotto la bella piramide del Piz Boè.
Scendiamo verso il rifugio a Forcella Pordoi senza trovare alcuna traccia, non ci sono nemmeno le solite enormi gobbe: quest’anno l’assalto post-invernale al Sella non c’è. Fatto testimoniato che oltre alla completa assenza di altre tracce di sci su tutto l’altopiano, anche dall’aver incontrato durante tutta la giornata nessun altro con gli sci e solo 3 escursionisti.
Primo breve traveso


Ci mettiamo gli sci in spalla/zaino e con calma, con una bella temperatura e senza vento arriviamo al Rifugio Boè.



Breve sosta al Rifugio Boè quest’anno non sepolto sotto metri di neve e poi ripartiamo verso la cresta che porta con un bel canalino nel Vallon del Pisciadù.

Cosa non si fa per non finire la stagione a Cervinia



Dopo la breve discesa dall’?Antersass, il meteo inizia a coprirsi con una certa decisione.
Esclamiamo un “ceste”, ci capiamo, e continuiamo.


Arriviamo all’imbocco del bel canalino che ci porta in Val Pisciadù e diamo un’occhiata alla forcella dei Ciamorces, l’idea è di fare la Val Culea integrale (prendendola appunto dalla Forcella Ciamorces) ma iniziano a venirci i primi dubbi.
Scendendo il canale troviamo ancora della neve non trasformata, che scivola, si sprofonda... Proviamo a “sondare” la neve per risalire e non è affatto compatta. Ci accontentiamo della Val Culea senza il plus dell’integrale. Scendiamo verso il Rifugio Ciavazza e intravvediamo gli altir 2+1 escursionisti, uniche presenze umane incrociate durante tutta la traversata: molto strano.

Canale 3



Forcella dei Ciamorces


Dal Rifugio Pisciadù dobbiamo risalita fino all’imbocco della Val Culea che si trova oltre la Val Setus.
Attenzione: parlo per me che qundo sono con altri preparati prendo le cose un po’ “alla leggera” facendo affidamento sugli altri, anche se fatta una volta meglio prepararsi bene il giorno prima per evitare di prendere canalini sbagliati o di dover fare più fatica del necessario. Andando solo a memoria non avevo riconosciuto la discesa della parte alta da sotto.


Quante “forti esclamazioni” nella salita su questa neve, a volte improvvisamente, si sprofondava fino alla panza.


Questo è il canalone della Val Culea alta.
Come vedete pare impossibile e, questo inquadra forse lo è.
Infatti la discesa si fa nella parte che sta a destra di quelle torri rocciose, da questo punto non si capisce. Quindi appena arrivati a vedere il canalone aspettate a dire “questa non è la Val Culea alta” perchè la discesa “esatta” si vede più tardi.

L’ingresso della Val Culea fa sempre un certo effetto :shock:
Ammetto che almeno a me ha fatto più che “una certa impressione”. Poi quando ti avvicini ed entri scendendo con calma e attenzione, con neve morbida, non è assurdamente difficile.
Però è assolutamente da non sottovalutare.





Anche Fabio


Canalino Val Culea da sotto

Ed infine, la parte sciisticamente più bella della giornata, la bella neve trasformata della parte bassa fino ai prati.



Che soddifazione!

Sci e scarponi in zaino (le bretelle diventano tagliole per le spalle) e in circa mezz’ora arriviamo al Passo Gardena sotto una leggerissima pioggia alternata a sole.

Penso che la Passo Pordoi – Passo Gardena sia la più bella e lunga traversata del Sella. Anche con l’aiuto della funivia non è da sottovalutare. Personalmente l’ho trovata piuttosto impegnativa e faticosa anche se sulla carta potrebbe sembrare facile (era la prima scialpinistica della stagione ma sono abbastanza allenato a fiato eppure il giorno dopo ero “distrutto”).
Molte grazie ragazzi, gran bella gita ed avventura! Grazie a Pizz per aver "inoculato" il virus dell'idea, quel tipico sms/whatsup a cui rispondendo "no, non posso" già sai che piano piano diventerà un "sì andiamo".
Alla prossima a presto.
PS: mentre rinominavo le foto ho visto che arrivato al canalino ripido ho messo senza pensarci: pizz-culea.jpg, spino-culea.jpg, etc. ho pensato che dobbiamo assolutamente portare marcolski a farla!
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