L'Arpav parlava chiaro: ingresso di venti da nord ovest nel pomeriggio e graduali schiarite. Domenica mattina quando sono partito da Venezia il cielo era ancora grigio e Fabio che era andato a sciare sul Cristallo continuava a mandarmi sms poco incoraggianti riguardo le condizioni meteorologiche. Ma non importa, quanto mi metto in testa una cosa devo farla a tutti costi e così alle 15.00 mi trovo con l'Admin a Rio Gere. La copertura nuvolosa nel frattempo si era leggermente sfaldata ma il sole continuava a essere solo un miraggio. Viste le condizioni l'entusiasmo non nera molto, farsi la lunga e noiosa stradina che sale al Rifugio Auronzo non ci piaceva proprio, così siamo stati quasi tentati di salire con le motoslitte. Per fortuna fuori stagione il servizio era sospeso!
Così verso le 16.00 iniziamo a salire con le pelli di foca. Io stranamente in forma stacco il Divino e lo precedo di diversi minuti. Minuti che poi mi causeranno un bel raffreddore e mal di gola per aspettare Fabio alla fine della stradina. Al Rifugio Auronzo infatti tiravano gelide raffiche di vento e il sole faceva comparsa solo sporadicamente, tra una nuvola e l'altra. A quel punto era chiaro che da li a 2 ore non sarebbe cambiato nulla. Eravamo a circa metà strada dell'itinerario, il meteo era orrendo, così sono iniziati gli insulti contro il previsore dell'arpav. Tra un improperio e l'altro decidiamo comunque di proseguire. Attraversiamo così il delicato traverso che ci porta ad affacciarci sul versante più conosciuto delle Tre Cime di Lavaredo, quello settentrionale.
"spalla" ovest delle Tre Cime
Mentre guadagniamo quota sul ghiaione ovest delle Tre Cime le nuvole iniziano a diradarsi velocemente. Festeggiamo con una birra e un selfie.
Il tempo rimasto è poco, il sole purtroppo tramonta anticipatamente scendendo dietro la Croda Rossa. Pochi minuti e saremo stati in ombra. Raggiungiamo velocemente lo spot per le foto e giusti in tempo riusciamo a scattare un paio di foto al volo...
Freeride sotto le Tre Cime
E' ora di fare inversione di marcia e di tornare a casa. Il ritorno non è brevissimo ma siamo muniti di torce frontali.
Nel tragitto di ritorno fa comparsa la luna piena. Alzandosi nel cielo acquisiva sempre più "potenza" tanté che sui pendii del Rifugio Auronzo abbiamo sciato tranquillamente senza torce. Uno spettacolo!
Così verso le 16.00 iniziamo a salire con le pelli di foca. Io stranamente in forma stacco il Divino e lo precedo di diversi minuti. Minuti che poi mi causeranno un bel raffreddore e mal di gola per aspettare Fabio alla fine della stradina. Al Rifugio Auronzo infatti tiravano gelide raffiche di vento e il sole faceva comparsa solo sporadicamente, tra una nuvola e l'altra. A quel punto era chiaro che da li a 2 ore non sarebbe cambiato nulla. Eravamo a circa metà strada dell'itinerario, il meteo era orrendo, così sono iniziati gli insulti contro il previsore dell'arpav. Tra un improperio e l'altro decidiamo comunque di proseguire. Attraversiamo così il delicato traverso che ci porta ad affacciarci sul versante più conosciuto delle Tre Cime di Lavaredo, quello settentrionale.
"spalla" ovest delle Tre Cime
Mentre guadagniamo quota sul ghiaione ovest delle Tre Cime le nuvole iniziano a diradarsi velocemente. Festeggiamo con una birra e un selfie.
Il tempo rimasto è poco, il sole purtroppo tramonta anticipatamente scendendo dietro la Croda Rossa. Pochi minuti e saremo stati in ombra. Raggiungiamo velocemente lo spot per le foto e giusti in tempo riusciamo a scattare un paio di foto al volo...
Freeride sotto le Tre Cime
E' ora di fare inversione di marcia e di tornare a casa. Il ritorno non è brevissimo ma siamo muniti di torce frontali.
Nel tragitto di ritorno fa comparsa la luna piena. Alzandosi nel cielo acquisiva sempre più "potenza" tanté che sui pendii del Rifugio Auronzo abbiamo sciato tranquillamente senza torce. Uno spettacolo!