SOLONEVE
Well-known member
Sabato 19 agosto 2006, una delle giornate più afose di questa estate, è stata l'occasione per salire tra il colossale gruppo muntuoso del Gran Sasso, in Abruzzo, molto simile alle splendide cime dolomitiche nelle Alpi, che, con i suoi 2.912 metri d'altitudine, domina maestoso nei panorami di mezza Italia centrale, da Roma a Pescara, da Ascoli fino all'Aquila, città simbolo della montagna.
Non sono uno scalatore ma la possibilità di raggiungere il rifugio Carlo Franchetti, a 2.433 metri, proprio sotta la cima che lo sovrasta, tramite seggiovia prima e con uno spettacolare sentiero montano poi, mi hanno convinto a superare le difficolta del caldo intenso anche a quote elevate e di vincere la paura nell'affrontare passaggi a dir poco "impressionanti", soprattutto dopo aver visto ragazzini salire e scendere per i sentieri come degli stambecchi, senza nessun timore.
Base di partenza è la località sciistica di Prati di Tivo, in provincia di Teramo, centro nato esclusivamente per lo sci ma che, grazie alla montagna imponente che la domina, ha riscosso un notevole successo anche estivo, tantè che la seggiovia monoposto "lavora" più d'estate che d'inverno.
La parte più "tranquilla" è stata la salita iniziale in seggiovia, una lenta monoposto datata ma ancora egregiamente funzionante, che mi ha fatto godere meravigliosi panorami e spettacolari scorci sulle montagne circostanti e verso la costa adriatica che, a causa dell'aria afosa, rendeva invisibile la possibilità di vedere il mare.
La seggiovia di Prati di Tivo
All'arrivo della seggiovia, già ci si può rendere conto di quello che aspetta al turista ed all'appassionato della montagna: il panorama è veramente superlativo, la montagna è veramente impressionante per essere sugli Appennini!!!
Panorama dalla stazione superiore della seggiovia
E, senza aspettare, parto subito per l'avventura, per il sentiero che all'inizio pare tranquillo. Ci vorrà 1 ora di cammino per arrivare al rifugio, ma ancora non mi sono reso conto di quello che mi aspetterà, perchè il sentiero ad un certo punto svolterà dietro una sporgenza della montagna e...
La parte più tranquilla del sentiero
...ed ecco il primo tratto impressionante: un tratto a mezza costa senza protezioni, guardare verso il basso, anche se non sembra dalla foto, significa rimanere bloccati dalla paura, un passo falso significa rotolare a valle per circa mille metri di dislivello :shock: :shock: :shock:
Il sentiero a mezza costa
Dopo il primo "brivido" si cammina in mezzo a una miriade di rocce rotolate a valle nei secoli precedenti, tipo la Citta dei Sassi del mitico Sella Ronda alpino...
Il sentiero tra i sassi
...con passaggi spettacolari ed affascinanti...
La porta di roccia
Il panorama si fa sempre più immenso, la valle in fondo si allontana e l'autostrada, quella del traforo del Gran Sasso, pare una pista per le macchinine... :wink:
La valle teramana del Gran Sasso
Il sentiero prosegue e... :?mm :?mm :?mm cosa mi tocca affrontare :shock: :shock: :shock: ??? Forza e coraggio, non mi tiro indietro :no: :no: :no: Basta solo non guardare in basso...
La parte più difficile del sentiero
Per fortuna il tratto è attrezzato con una corda metallica che permette di superare il tratto più critico del sentiero e, una volta superato, ci si rende conto che alla fine non era poi così tanto pauroso come sembrava. Anzi, questo insegna che molte volte le paure ce le creiamo noi stessi prima di conoscere come stanno realmente le cose. Quindi, prima di tirarsi indietro in ogni occasione difficile della vita, bisogna sempre provare a superare la paura, anche perchè subito dopo il sentiero diventa molto più tranquillo... :wink: :wink: :wink:
La quiete dopo la tempesta...!
FINE PRIMA PARTE.
Ciao. Roberto
Non sono uno scalatore ma la possibilità di raggiungere il rifugio Carlo Franchetti, a 2.433 metri, proprio sotta la cima che lo sovrasta, tramite seggiovia prima e con uno spettacolare sentiero montano poi, mi hanno convinto a superare le difficolta del caldo intenso anche a quote elevate e di vincere la paura nell'affrontare passaggi a dir poco "impressionanti", soprattutto dopo aver visto ragazzini salire e scendere per i sentieri come degli stambecchi, senza nessun timore.
Base di partenza è la località sciistica di Prati di Tivo, in provincia di Teramo, centro nato esclusivamente per lo sci ma che, grazie alla montagna imponente che la domina, ha riscosso un notevole successo anche estivo, tantè che la seggiovia monoposto "lavora" più d'estate che d'inverno.
La parte più "tranquilla" è stata la salita iniziale in seggiovia, una lenta monoposto datata ma ancora egregiamente funzionante, che mi ha fatto godere meravigliosi panorami e spettacolari scorci sulle montagne circostanti e verso la costa adriatica che, a causa dell'aria afosa, rendeva invisibile la possibilità di vedere il mare.
La seggiovia di Prati di Tivo

All'arrivo della seggiovia, già ci si può rendere conto di quello che aspetta al turista ed all'appassionato della montagna: il panorama è veramente superlativo, la montagna è veramente impressionante per essere sugli Appennini!!!
Panorama dalla stazione superiore della seggiovia

E, senza aspettare, parto subito per l'avventura, per il sentiero che all'inizio pare tranquillo. Ci vorrà 1 ora di cammino per arrivare al rifugio, ma ancora non mi sono reso conto di quello che mi aspetterà, perchè il sentiero ad un certo punto svolterà dietro una sporgenza della montagna e...



La parte più tranquilla del sentiero

...ed ecco il primo tratto impressionante: un tratto a mezza costa senza protezioni, guardare verso il basso, anche se non sembra dalla foto, significa rimanere bloccati dalla paura, un passo falso significa rotolare a valle per circa mille metri di dislivello :shock: :shock: :shock:
Il sentiero a mezza costa

Dopo il primo "brivido" si cammina in mezzo a una miriade di rocce rotolate a valle nei secoli precedenti, tipo la Citta dei Sassi del mitico Sella Ronda alpino...
Il sentiero tra i sassi

...con passaggi spettacolari ed affascinanti...
La porta di roccia

Il panorama si fa sempre più immenso, la valle in fondo si allontana e l'autostrada, quella del traforo del Gran Sasso, pare una pista per le macchinine... :wink:
La valle teramana del Gran Sasso

Il sentiero prosegue e... :?mm :?mm :?mm cosa mi tocca affrontare :shock: :shock: :shock: ??? Forza e coraggio, non mi tiro indietro :no: :no: :no: Basta solo non guardare in basso...

La parte più difficile del sentiero

Per fortuna il tratto è attrezzato con una corda metallica che permette di superare il tratto più critico del sentiero e, una volta superato, ci si rende conto che alla fine non era poi così tanto pauroso come sembrava. Anzi, questo insegna che molte volte le paure ce le creiamo noi stessi prima di conoscere come stanno realmente le cose. Quindi, prima di tirarsi indietro in ogni occasione difficile della vita, bisogna sempre provare a superare la paura, anche perchè subito dopo il sentiero diventa molto più tranquillo... :wink: :wink: :wink:
La quiete dopo la tempesta...!

FINE PRIMA PARTE.
Ciao. Roberto