Piana di Vigezzo, con 18 milioni di euro tre nuove seggiovie: “Puntiamo a raddoppiare le presenze”
Il progetto di ampliamento e ammodernamento della stazione sciistica è nella fase delle autorizzazioni: “Se tutto va bene il via ai lavori nell’estate 2026”
Luca Bilardo
14 Luglio 2025 alle 06:00
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La stazione di arrivo della Piana di Vigezzo
L’obiettivo è ambizioso: più che raddoppiare le presenze turistiche alla Piana di Vigezzo, passando dalle attuali 60 mila a 120-150 mila l’anno. Per fare questo la società Vigezzo & friends - che dal 2017 gestisce il comprensorio nel comune di Craveggia - ha preparato un corposo (e costoso) progetto di ammodernamento e ampliamento della stazione, nata nel 1966 con la prima ovovia a due posti, che dagli 800 metri della partenza arriva fino ai 2.050 del monte Trubbio.
Per fare tutto quello che è nei piani servono 18 milioni di euro. Si prevedono tre nuove seggiovie capaci di portare 2.400 persone all’ora. Nel progetto anche tre piste da sci in più nella parte Est del comprensorio e l’ampliamento dell’impianto di innevamento che sarà supportato da un bacino da 12 mila metri cubi. La «nuova» Piana di Vigezzo avrebbe quindi sette impianti di risalita e 10 piste di sci.
«Siamo convinti che sia un progetto capace di dare la svolta significativa al turismo non solo della valle Vigezzo ma di tutta l’Ossola -
sostiene Luca Mantovani, amministratore della Vigezzo & friends -. Quando siamo arrivati nel 2017 le presenze si attestavano a circa 8 mila l’anno. Con quasi 2 milioni di investimenti, tutti privati, siamo arrivati a 60 mila. Ora si tratta di crescere ancora. Anche in estate».
Nei mesi scorsi il progetto è stato sottoposto alla prima fase di verifica in Regione, e qui è stato deciso che serve la Valutazione di impatto ambientale.
«Era prevedibile, vista la portata degli interventi - spiega Mantovani - ma non cambia il programma. I lavori inizieranno nella tarda primavera del 2026».
La spesa è notevole e Vigezzo & friends dice di avere più soluzioni. «Il costo complessivo è di circa 18 milioni. Siamo in attesa dell’esito del bando del ministero del Turismo al quale ne abbiamo chiesti 9,5. Se la risposta sarà positiva si farà tutti nel 2026. Altrimenti ci affideremo agli istituti di credito: in questo caso un primo lotto da 7 milioni sarà nel 2026 e il secondo l’anno dopo».
Arpa e altri enti hanno sollevato criticità per l’impatto ambientale. Ma Mantovani non teme ostacoli: «Alcune osservazioni sono puntuali, altre viste dalla nostra parte sono un po’ bizzarre ma i tecnici sono al lavoro per rispondere in modo dettagliato. A nostro favore gioca il fatto che la Piana di Vigezzo non è in Zps e nemmeno in aree protette.
E poi a fronte di 150 alberi che tagliamo, ne pianteremo circa 800: abbiamo a cuore l’ambiente».
L’Unione montana valle Vigezzo, proprietaria degli impianti dati in concessione per trent’anni, sostiene il progetto: «Le ricadute positive saranno per tutta la valle» dice convinto il presidente Paolo Giovanola.