Costa tanto sciare? Costa tanto sciare!

Quanto Spendi in totale per un'uscita sulla neve


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Cosa ne pensa Marco Albino Ferrari,

Sotto i colpi del cambiamento climatico, le località di bassa quota, quelle più piccole e meno equipaggiate, sono entrate in crisi: aprono a singhiozzo, collassano. Oppure, nel disperato tentativo di tenerle in vita, vengono aiutate dalla mano pubblica seguendo le logiche di un disperato quanto miope accanimento terapeutico. Nell’inverno 2024-‘25 erano 177 gli impianti temporaneamente chiusi, con una crescita di 39 unità rispetto alla stagione precedente (dati Legambiente).

Ma il declino vale solo per le piccole stazioni. Tutt’altro scenario riguarda i grandi comprensori sovracomunali dotati di importanti capacità patrimoniali e gestionali. Questi vanno a gonfie vele. Ma chi sono i clienti disposti a spendere 84,00 Euro per un giornaliero al Dolomiti Superski. Sono sempre più stranieri. Massimo Feruzzi dell’Osservatorio italiano del turismo montano precisa che i turisti internazionali sono saliti del +7,5% e continueranno a salire quest’anno del + 4,2%. Ma crollano le presenze italiane.

È dunque sui mercati globali che puntano sempre più i grandi comprensori. Con ricadute pessime sulle montagne.
La piemontese Via Lattea entra in concorrenza con il Dolomiti Superski, anche se tra loro c’è mezza catena montuosa. Per uno sciatore che arriva da India o Polonia avrà un’importanza relativa da che parte lasciarsi posare sulle Alpi: nella scala delle preferenze porrà in primo piano la migliore qualità degli impianti, il miglior stato di innevamento, la ricettività alberghiera più consona al suo stile.

Così, se un tempo si puntava sul legame affettivo del turista, o del villeggiante proprietario di seconda casa, ora la concorrenza fra mete anche lontane fra loro si fa serrata, in una continua rincorsa per mantenere le quote di mercato attraverso nuove infrastrutture, gare di Coppa del Mondo, offerte di intrattenimento collaterale, spa, chef stellati, animazione. Le centrali del turismo più competitive diventano luoghi a sé («destination»), decontestualizzati, costretti a reinventarsi, a espandersi, a inseguire mode e tendenze apprezzabili anche da chi viene da un altro continente. Che sullo sfondo ci sia il Cervino o il Sassolungo fa sempre meno differenza.

a mio parere il crollo delle presenze italiane è dovuto in parte al calo demografico, oltre a altri diversi fattori che hanno modificato negli ultimi anni la composizione delle famiglie italiane.
o.
 

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a mio parere il crollo delle presenze italiane è dovuto in parte al calo demografico, oltre a altri diversi fattori che hanno modificato negli ultimi anni la composizione delle famiglie italiane.
Mi pare condivisibile.
Ma è cambiato anche il modo di passare il tempo, "stare insieme" e divertirsi ... Diventa importante non vivere ma farsi vedere, esserci piuttosto che essere, metterci una faccia che attraverso i filtri non è più la propria, non saper godere più delle bellezze naturali e delle proprie capacità fisiche... in tutto questo (a parte i pochi che vivono lo sci come sport, e che già vengono massacrati dalla mannaia demografica e dal congelamento degli stipendi) non vedo come si possa inserire la classica settimana bianca prima in famiglia e poi con gli amici quali occasioni di diporto e svago.

D'altra parte se la neve non c'è, e se c'è non dura tra temperatura e pioggia, è chiaro che gli investimenti devono essere importanti sia per innevamento/manutenzione che per attrezzaggio di quote sempre più alte ... Quindi per conservare margini di profitto elevati si esorbita dal potere di spesa degli italiani, per restare appannaggio di una clientela internazionale i cui stipendi non sono fermi a 15 anni fa.
Qualcosa del genere mi sembra stia accadendo con l'auto elettrica, che rimane esclusiva della fascia ad alto reddito in pratica anche per carenza di diversificazione tra i vari segmenti e prezzi elevati.
 
l'italia è l'unico paese europeo dove negli ultimi 30 anni gli stipendi sono diminuiti, invece di salire. Il resto segue
Se una settimana bianca costa 5.000€ (hotel h/b 3 persone, noleggio sci e scuola, skipass 6gg, 6 GG in rifugio a pranzo, viaggio da casa ).... è poco x uno straniero ( USA o GB ...ma pure russo o arabo) ma proibitivo x le famiglie italiane ceto medio. Il resto non conta, tutti andrebbero volentieri in montagna con la neve ( con stipendi da 3.000/4.000€ ) visto che Italia abbiamo località, piste e paesaggi decisamente top of the world ( certo anche Svizzera , Francia ed Austria hanno i loro jolly).Lo skipass è il meno, se un hotel a meno di 300€ non si trova od una sosta in rifugio costa come una cena di buon livello, una cioccolata con panna 6/8€, uno spritz 10 e non aggiungiamo SPA o dopocena Comunque almeno in zona DSS è sempre tutto pieno, quindi almeno un 30/40% di italiani che sciano ci sono ( 60/70% son stranieri)....certo parecchi sono residenti limitrofi o villeggianti con seconda casa.
 
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Io sto guardando per una settimana bianca a fine gennaio, quindi la vecchia bassa stagione.
Quello che trovo fuori scala e' il costo degli skipass, soprattutto per ragazzini oltre gli 8 anni, ma anche per chi e' principiante adulto.
Se devo dire, ho deciso di cambiare zone rispetto al solito DSS non solo per i costi, ma per l'affollamento.
Troppa troppa gente.
Certo che fuori dal TAA l'offerta alberghiera e' molto piu' triste, datata e non cosi' economica.
 
Secondo me le zone meno frequentate dovrebbero iniziare a fare concorrenza abbassando i prezzi e puntando sugli italiani. Riducendo un po' la qualità al fine di rendere sostenibile il modello economico.
Non sarà facile ma c'é una domanda da soddisfare e qualcosa andrebbe studiato.
 
Secondo me le zone meno frequentate dovrebbero iniziare a fare concorrenza abbassando i prezzi e puntando sugli italiani. Riducendo un po' la qualità al fine di rendere sostenibile il modello economico.
Non sarà facile ma c'é una domanda da soddisfare e qualcosa andrebbe studiato.
A prezzi bassi nessuna località o impianto è profittevole.....o pagano i comuni ( con quali soldi) o gli albergatori ( ma se svendono come possono)... Se poi gli impianti necessitano di neve artificiale ancora peggio. Ci si deve rassegnare senza accanimenti resteranno solo i grandi comprensori e gli hotel di alto livello con ristoranti e spa. Clientela alto spendente in gran maggioranza straniera USA in primis. A Cortina stanno restaurando ed aprendo solo hotel 5* ( in gran parte di proprietà grosse catene straniere). Per gli italiani ( chi potrà) restano gli affitti stagionali o le seconde case
 
La.mia famiglia ha comprato una seconda casa in val di fassa 25 anni fa. Andavo sulle dolomiti già da diverso tempo prima. Ho visto cambiare il turismo nei decenni in maniera radicale. Il costo degli skipass è quasi un dettaglio. Tutto è studiato per spennare il turista. Come metti il naso fuori di casa ti trovi di fronte pulmini taxi, negozi di noleggio bici e sci, ex baite diventate ristoranti pseudo stellati, e un affollamento che non cambia nemmeno nei periodi considerati una volta poco gettonati. La.seconda casa è irrilevante, fai la spesa nei minimarket a prezzi stellari. Gli alberghi invece fanno pacchetti che aiutano a riempire le strutture e ammorbidire leggermente il costo dei servizi. La pubblicità mediatica delle.dolomiti è finita ovunque nel mondo e le piste da sci e i sentieri montani vedono di tutto. Dai nuovi ricchi indisciplinati arrivati da migliaia di km di distanza e trasformati in missili terra aria sulle.piste, a fanatici dotati di costose bici elettriche che ti sorpassano a 3000metri mentre arranchi a piedi.
Sono arrivato a spendere quasi 500 euro per un weekend sulla neve con dolomiti superski due giorni, viaggio e un paio di ristoranti la.sera.
Onestamente mi sento più a mio agio a sciare sopra Domodossola in settimana, anche solo per due ore...
 
Con la seconda casa fai lo stagionale ( ed una giornata di sci ti costa max 40€ ), ci sono supermercati con prezzi come in città ( anche la celebre cooperativa x dire), certo se vai a cena fuori spendi ( come a Roma a o Milano ma pure a Treviso o Padova spenderesti uguale). Magari non conviene fare solo i we ( soprattutto se devi fare molta strada) ma fermarsi per periodi di almeno 5/7 GG, meglio anche 15/20. Scelta possibile se puoi lavorare da remoto o , meglio se sei in pensione. Quello che sta diventando economicante insostenibile è il turismo da we mordi e fuggi (dove minimo 500€ van via in 2 GG come hai detto). Le Dolomiti stan diventando come la Sardegna ( o le Baleari o la isole greche), non ci si va in giornata o per un we ( salvo avere la possibilità di andarci in aereo).
 
A prezzi bassi nessuna località o impianto è profittevole.....o pagano i comuni ( con quali soldi) o gli albergatori ( ma se svendono come possono)... Se poi gli impianti necessitano di neve artificiale ancora peggio. Ci si deve rassegnare senza accanimenti resteranno solo i grandi comprensori e gli hotel di alto livello con ristoranti e spa. Clientela alto spendente in gran maggioranza straniera USA in primis. A Cortina stanno restaurando ed aprendo solo hotel 5* ( in gran parte di proprietà grosse catene straniere). Per gli italiani ( chi potrà) restano gli affitti stagionali o le seconde case
Verissimo quello che dici. Però credo che un tentativo di studiare la cosa si possa farlo (o magari è stato fatto e non lo so). Poi magari non si può e pace. In queste situazioni però ogni tanto chi sparpaglia le carte più apre nuovi scenari.
 
Non credo che alcun imprenditore rinuncerebbe a fare margine in virtù di una concezione più "democratica" dello sci.
E non puoi fare distinzioni per nazionalità.

Inoltre gli impianti sciistici sono energivori, a differenza di uno stabilimento balneare.
Forse bisognerebbe "liberalizzare" la realizzazione di bacini e adibirli anche ad altri utilizzi - agricoli? - ma le ns montagne basse non sono certo aride visto l'aumento generalizzato delle precipitazioni piovose; e portare l'acqua lontano (dove serve davvero) sarebbe antieconomico e tali riserve non basterebbero.

L'unica mi sembra aiutare il potere d'acquisto degli italiani.
O prevedere assegni/voucher da spendere sul territorio italiano (e temo non si possa fare, anche per regole UE) ... E comunque molti se ne andrebbero al mare.

La montagna invernale - al di là dei limiti di natura economica - mi sembra aver perso appeal, a meno che non si viva in prossimità delle Alpi, perché così si sterilizza almeno il costo (anche in termini di impegno) del trasferimento.
 
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