Questo fine settimane per l'ultima due giorni di trekking del CAI Bologna ho fatto un bellissimo giro nell'Alto Appennino bolognese.
Abbiamo lasciato le auto al rifugio Segavecchia (940) e siamo salita per la via più diretta e rapida al Corno (1945). Questa via è il sentiero Ruffo la cui ultima parte e addiritura segnata come EEA (ferrata)! Fino a quota 1600 si sta in un bel bosco di faggi, poi si esce allo scoperto e inizia la parte più dura ma anche la più bella dove si puo ammirare l'anfiteatro della valle del Silla ; gli ultimi metri sono i più ripidi e vi è anche una corda fissa per aiutarsi tuttavia non si tratta di una ferrata ed e quindi accessibile a tutti. Arrivati in cima abbiamo pranzato e con il sole ed il tepore pareva di essere al mare. Siamo poi scesi per i Balzi dell'Ora fino al passo del Vallone e poi risaliti fino alla Nuda (1830). Nella discesa abbiamo pure avvistato un'aquila e poi siamo tornati sotto i faggi fino al rifugio Sboccata dei Bagnadori (1260). Si tratta di un rifugio incustodito che bisogna affittare, ci siamo fatti una cena sontuosa con pasta e poi un'ottima grigliata a base di salsiccia, spuntine e pancetta ; grigliata sulla brace da legna la carne era saporitissima. Dopo la mangiatona e la bevutona siamo andati a letto ma le cose non mi sono andate bene : avevo in effetti dimenticato i tappi e avendo un vicino russatore mi sono trasferito in piena notte a dormire di sotto, sul duro pavimento in cemento. La notte è stata atroce!
Al mattino siamo ritornati a Segavecchia e da li siamo saliti al passo del Cancellino (1630) incontrando parecchi bikers e viandanti. Abbiamo poi seguito il crinale verso Est salendo al monte Gennaio (1814), passando per il poggio delle Ignude (1732) e scendendo al rifugio CAI di Portafranca (1600) per un caffè. Infine abbiamo preso la via del ritorno percorrendo la bella carrareccia fino a Segavecchia.
Bellissima due giorni segnata da tempo splendido, temperatura gradevole e dai fantastici colori dell'autunno. Abbiamo anche trovato parecchie fatte di lupi a segno del ritorno di questo animale nei nostri territori. Da segnalae anche il dislivello complessivo dell'itinerario : 4000 metri di dislivello in due giorni a riprova che anche l'Appennino si presta a trek impegnativi.
Abbiamo lasciato le auto al rifugio Segavecchia (940) e siamo salita per la via più diretta e rapida al Corno (1945). Questa via è il sentiero Ruffo la cui ultima parte e addiritura segnata come EEA (ferrata)! Fino a quota 1600 si sta in un bel bosco di faggi, poi si esce allo scoperto e inizia la parte più dura ma anche la più bella dove si puo ammirare l'anfiteatro della valle del Silla ; gli ultimi metri sono i più ripidi e vi è anche una corda fissa per aiutarsi tuttavia non si tratta di una ferrata ed e quindi accessibile a tutti. Arrivati in cima abbiamo pranzato e con il sole ed il tepore pareva di essere al mare. Siamo poi scesi per i Balzi dell'Ora fino al passo del Vallone e poi risaliti fino alla Nuda (1830). Nella discesa abbiamo pure avvistato un'aquila e poi siamo tornati sotto i faggi fino al rifugio Sboccata dei Bagnadori (1260). Si tratta di un rifugio incustodito che bisogna affittare, ci siamo fatti una cena sontuosa con pasta e poi un'ottima grigliata a base di salsiccia, spuntine e pancetta ; grigliata sulla brace da legna la carne era saporitissima. Dopo la mangiatona e la bevutona siamo andati a letto ma le cose non mi sono andate bene : avevo in effetti dimenticato i tappi e avendo un vicino russatore mi sono trasferito in piena notte a dormire di sotto, sul duro pavimento in cemento. La notte è stata atroce!
Al mattino siamo ritornati a Segavecchia e da li siamo saliti al passo del Cancellino (1630) incontrando parecchi bikers e viandanti. Abbiamo poi seguito il crinale verso Est salendo al monte Gennaio (1814), passando per il poggio delle Ignude (1732) e scendendo al rifugio CAI di Portafranca (1600) per un caffè. Infine abbiamo preso la via del ritorno percorrendo la bella carrareccia fino a Segavecchia.
Bellissima due giorni segnata da tempo splendido, temperatura gradevole e dai fantastici colori dell'autunno. Abbiamo anche trovato parecchie fatte di lupi a segno del ritorno di questo animale nei nostri territori. Da segnalae anche il dislivello complessivo dell'itinerario : 4000 metri di dislivello in due giorni a riprova che anche l'Appennino si presta a trek impegnativi.