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Macugnaga, ecco il progetto della nuova cabinovia del Belvedere: servono almeno 17 milioni di euro
Presentato il progetto per sostituire le attuali due seggiovie la cui vita tecnica scade nel 2029. Si spera nel contributo del ministero e della Regione
Cristina Pastore
29 Gennaio 2025 alle 02:00
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04:48
Il rendering di come sarà la stazione di partenza della cabinovia
AMacugnaga si resta sospesi all’esito del bando del ministero del Turismo per le stazioni sciistiche: a settembre la cooperativa «Mts», che dal 2011 gestisce gli impianti di risalita, ha chiesto 10 milioni.
Sono indispensabili per sostituire le seggiovie Pecetto-Burki-Belvedere con una cabinovia. È la soluzione ritenuta ottimale per collegare Macugnaga ai piedi della parete Est del Monte Rosa.
«Può fare la differenza in termini di risposta alle esigenze del nostro target turistico» dice Filippo Besozzi. È il direttore di «Macugnaga trasporti e servizi», che per essere all’altezza della domanda di finanziamento al ministero ha aumentato il capitale sociale con l’ingresso di imprenditori ossolani.
La seggiovia che si vuole dismettere è stata realizzata alla fine degli Anni Settanta, ed è già arrivata alla fine della vita tecnica. Il Comune ha ottenuto una proroga fino al 12 febbraio 2029, ma con il vincolo di predisporre tutto quello che è necessario per realizzare l’alternativa: una telecabina che offre maggiore comfort, più semplice da usare e adatta a tutti: sciatori e pedoni, giovani e meno giovani. «Penso ai maestri di sci con gruppi di bambini e a comitive di anziani che arrivano dal Lago Maggiore per una gita estiva fino alla morena del ghiacciaio del Rosa
: non c’è paragone nei livelli di fruibilità» evidenzia Besozzi.
Maria Grazia Varano
In attesa della graduatoria ministeriale, prevista a febbraio, il Comune - proprietario delle aree interessate all’impianto a fune -
ha avviato la procedura per l’ottenimento delle autorizzazioni ambientali. «Al momento sono in corso quelle per il passaggio in Zone a protezione speciale della Rete natura 2000 e poi si dovrà superare il vaglio della conferenza dei servizi per la Valutazione di impatto ambientale, che verrà gestita a livello regionale» riferisce il sindaco Alessandro Bonacci.
L’oggetto della «Via» sarà il progetto a cui ha lavorato Monterosa 2000, la società di Alagna, controllata da Finpiemonte Partecipazioni, che gestisce gli impianti di risalita in Valsesia e a cui la Regione sta sempre più delegando interventi in questo settore (compresa la progettazione della riattivazione della funivia del Mottarone).
Il progetto per Macugnaga riguarda una cabinovia da 8 o 10 posti: impianto unico con stazione intermedia, ad ammorsamento temporaneo dei veicoli e cioè con la possibilità di predisporre sulla linea un numero di cabine secondo i livelli di affluenza.
Un impianto così può trasportare fino a 2.400 persone all’ora. L’attuale seggiovia arriva a 640 nel tronco Pecetto-Burki e a 570 nel tratto per il Belvedere, a quota 1900 metri. Il tempo di percorrenza medio oggi è, rispettivamente, di 15 e 8 minuti.
Secondo i tecnici di Monterosa 2000 la cabinovia potrebbe scendere a 5 nel primo tratto e a 2 e mezzo nel secondo. Il quadro economico stimato è di 28 milioni e 600 mila. «Ma se togliamo voci accessorie, non essenziali per mettere in funzione l’impianto, e conteniamo in prima battuta l’acquisto delle cabine possiamo farcela con 16-17 milioni» afferma Bonacci.
È la cifra che appare realistica: 10 milioni di contributo ministeriale e 7 milioni che secondo Bonacci la Regione non può non riconoscere a Macugnaga alla luce di un accordo di programma risalente al 2019.
«
Anche perché è stato in parte disatteso - riferisce il sindaco - per consentire a Monterosa 2000 di superare difficoltà contabili nella gestione dell’alpe Mera e 300 mila euro sono stati impiegati per la progettazione della ripartenza del del Mottarone». La Regione, però, due anni fa ha assegnato a Macugnaga, per il rinnovo del tronco Bill-Monte Moro della funivia, 1,8 milioni.
Maria Grazia Varano
La sfida di Macugnaga ora è trovare la copertura finanziaria per arrivare entro il febbraio 2029 con la cabinovia pronta. «Quattro anni - rimarcano Bonacci e Besozzi - per un’opera che richiede così tante autorizzazioni non sono molti». Al momento però è un pensiero messo da parte, perché senza notizie positive da Roma è inutile guardare più in là. «Se dal ministero non arrivano i 10 milioni, io getto la spugna» dichiara il sempre combattivo Bonacci. «Io non ci voglio neppure pensare - aggiunge Besozzi -: senza cabinovia Macugnaga è condannata al declino».