QUOTA NEVE. DIBATTITO A FRABOSA SOTTANA
“Sparirà l’80% degli impianti”
Quanto è verosimile l’ipotesi di un turismo invernale cuneese a secco non solo di neve, ma pure di finanziamenti regionali? Tanto quanto basta a mettere in piedi un dibattito come quello di ieri sera a Frabosa Sottana, organizzato per esporre il «Progetto di legge regionale sull’impiantistica invernale» presentato lo scorso novembre in Regione e frutto di un impegno trasversale di Partito Democratico, An e Forza Italia.
Alla presenza dell’assessore alla Montagna Silvano Dovetta, l’onorevole Enrico Costa, il presidente della sezione impianti di risalita a fune dell’Unione Industriale di Cuneo, Bruno Vallepiano e del sindaco di Frabosa Sottana Pietro Blengini, il consigliere regionale Alberto Cirio, promotore dell’incontro, ha esposto ai tecnici delle stazioni sciistiche del Cuneese, dai comprensori del Mondolè e Limone fino alle piccole stazioni del territorio, le proposte contenute nel progetto di legge. Si è discusso in particolare delle misure da adottare in materia di sicurezza, della questione dell’innevamento programmato e della tanto disaminata «quota neve», ovvero il livello altimetrico minimo previsto per gli stanziamenti da dedicare allo sci. Ed è proprio per invertire l’attuale «orientamento» della Giunta regionale a finanziare in futuro solo le stazioni sciistiche a partire da 1800 metri in su, che i firmatari della legge hanno deciso di dar battaglia, chiedendo invece di abbassare il limite a 1100 metri per gli impianti di discesa e 1000 per quelli da fondo. «Le nostre sono montagne di eccellenza - ha ribadito Cirio -. Se la proposta non passerà sarà un disastro per tutti. E poiché la richiesta di abbassamento della quota neve rappresenta l’anello debole della legge, scontrandosi cioè contro la volontà della Giunta regionale, stasera (ieri, ndr) propongo di sottoscrivere tutti insieme un documento tecnico da sottoporre ai membri della Commissione olimpica a ulteriore sostegno del progetto di legge».
Dello stesso avviso il presidente degli impianti di risalita a fune, Bruno Vallepiano: «Il limite di 1800 metri non sta né in cielo e né in terra, vorrebbe dire lasciare senza futuro l’80% delle stazioni piemontesi. Tuttavia, vi è un altro aspetto ancor più grave: non esiste ancora un testo regionale che stabilisca cosa siano le piste di sci, tanto meno la sicurezza».
Più sicurezza
per gli sciatori
Il progetto di legge regionale prevede la regolamentazione della sicurezza sulle piste di sci (cartellonistica, modalità di soccorso, segnalistica), la qualificazione dell’innevamento artificiale ad intervento di interesse regionale e la questione della «quota neve» per far rientrare nei finanziamenti regionali a venire le stazioni con il 60% degli impianti da discesa ad una quota superiore a 1100 metri. Gianluca Vignale, eletto presidente della commissione post olimpica, incaricata di valutare il progetto: «L’esame inizierà il 20 febbraio e verosimilmente la legge potrà essere approvata entro maggio. Uno studio del Politecnico di Torino, secondo cui per ogni euro che uno sciatore spende per uno skipass, ve ne sono dai 6 ai 12 di ricaduta nell’indotto».