Habemus Papam Leone XIV

Certo che da Prevost a papa è un bel salto 😆

(Non so se rende anche per i non Milanesi)
Già ieri sera giravano decine di meme...

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assomiglia al mio commercialista, dopo gli telefono per sicurezza, siamo in periodo di 740
 
di Prevost sua seconda parola è stata "pace" e l'ha ripetuta una miriade di volte...

Solitamente in queste situazioni ognuno ci vede ciò che spera. Comunque ha parlato di “Pace disarmata e disarmante

Spero perciò in una linea diversa da quella di Francesco (L'Ucraina abbia il coraggio della bandiera bianca), che ho odiato con tutte le mie forze.

E vedremo se chiamerà tutti i giorni i cristiani di Gaza, per farsi sostanzialmente dire che stanno bene e Israele non gli torce un capello
 

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Solitamente in queste situazioni ognuno ci vede ciò che spera.

Solitamente sono prese di posizione nette.
Fratelli e sorelle detto senza stola, con nome Francesco era chiaro che voleva portare la Chiesa a un atteggiamento più umile e più attento alla povertà, più vicina ai problemi degli ultimi.

Io non ci speravo minimamente e non ci pensavo, ma col senno di poi è emerso questo.

E non vedo perché non possa essere lo stesso per Leone: è una dichiarazione di intenti, pensi che lascino tutto al caso?

Cosa dovrebbe predicare scusa? Imbracciamo le armi e partiamo per una IV crociata?
 
No no ma va bene così. Quel "disarmante" mi fa sperare che abbia idee migliori del predecessore
 
Ah in quel senso... ahò qualche arma in Vaticano ce l'hanno, non spara, ma a volte funziona...
 
A proposito del nome, come mai Leone? Non conosco Leone tredicesimo...

Ieri lo ha spiegato lui stesso:


Proprio sentendomi chiamato a proseguire in questa scia, ho pensato di prendere il nome di Leone XIV. Diverse sono le ragioni, però principalmente perché il Papa Leone XIII, infatti, con la storica Enciclica Rerum novarum, affrontò la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale; e oggi la Chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro.


Ieri è anche saltata fuori una sua intervista di tre anni fa in cui parla dell'invasione russa in Ucraina. È il mio Papa anche se non sono credente

 
Solitamente in queste situazioni ognuno ci vede ciò che spera. Comunque ha parlato di “Pace disarmata e disarmante

Spero perciò in una linea diversa da quella di Francesco (L'Ucraina abbia il coraggio della bandiera bianca), che ho odiato con tutte le mie forze.

E vedremo se chiamerà tutti i giorni i cristiani di Gaza, per farsi sostanzialmente dire che stanno bene e Israele non gli torce un capello

La precisazione del Vaticano sulle parole di Papa Francesco​

Il direttore della sala stampa vaticana, Matteo Bruni, ha precisato che "il Papa usa il termine bandiera bianca, e risponde riprendendo l'immagine proposta dall'intervistatore, per indicare con essa la cessazione delle ostilità, la tregua raggiunta con il coraggio del negoziato. Altrove nell'intervista, parlando di un'altra situazione di conflitto, ma riferendosi a ogni situazione di guerra, il Papa ha affermato chiaramente: il negoziato non è mai una resa". Nella nota della Santa Sede si legge ancora che l'auspicio del Papa "resta quello sempre ripetuto in questi anni, e ripetuto recentemente in occasione del secondo anniversario del conflitto: mentre rinnovo il mio vivissimo affetto al martoriato popolo ucraino e prego per tutti, in particolare per le numerosissime vittime innocenti, supplico che si ritrovi quel po' di umanità che permetta di creare le condizioni di una soluzione diplomatica alla ricerca di una pace giusta e duratura".
Papa Francesco è stato ospite a Cliché, magazine culturale di Lorenzo Buccella in onda sulla Radiotelevisione svizzera, in una puntata dedicata al bianco: il colore del bene, della luce, ma sul quale errori e sporcizia risaltano maggiormente. Fra le tante sporcizie c'è la guerra: i conflitti in Ucraina e in Palestina, sui quali il Pontefice si è espresso con parole molto significative. RSI ha dato un'anticipazione che riprendiamo quasi integralmente.
In Ucraina c'è chi chiede il coraggio della resa, della bandiera bianca. Ma altri dicono che così si legittimerebbe il più forte. Cosa pensa?
"È un'interpretazione. Ma credo che è più forte chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca, di negoziare. E oggi si può negoziare con l'aiuto delle potenze internazionali. La parola negoziare è una parola coraggiosa. Quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Hai vergogna, ma con quante morti finirà? Negoziare in tempo, cercare qualche paese che faccia da mediatore. Oggi, per esempio nella guerra in Ucraina, ci sono tanti che vogliono fare da mediatore. La Turchia, si è offerta per questo. E altri. Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa sia peggiore".

Anche lei stesso si è proposto per negoziare?
"Io sono qui, punto. Ho inviato una lettera agli ebrei di Israele, per riflettere su questa situazione. Il negoziato non è mai una resa. È il coraggio per non portare il paese al suicidio. Gli ucraini, con la storia che hanno, poveretti, gli ucraini al tempo di Stalin quanto hanno sofferto...".
Come trovare una bussola per orientarsi su quanto sta accadendo fra Israele e Palestina?
"Dobbiamo andare avanti. Tutti i giorni alle sette del pomeriggio chiamo la parrocchia di Gaza. Seicento persone vivono lì e raccontano cosa vedono: è una guerra. E la guerra la fanno due, non uno. Gli irresponsabili sono questi due che fanno la guerra. Poi non c'è solo la guerra militare, c'è la 'guerra-guerrigliera', diciamo così, di Hamas per esempio, un movimento che non è un esercito. È una brutta cosa".
Come le rispondono i potenti della terra quando chiede loro la pace?
"C'è chi dice, è vero ma dobbiamo difenderci… E poi ti accorgi che hanno la fabbrica degli aerei per bombardare gli altri. Difenderci no, distruggere. Come finisce una guerra? Con morti, distruzioni, bambini senza genitori. Sempre c'è qualche situazione geografica o storica che provoca una guerra... Può essere una guerra che sembra giusta per motivi pratici. Ma dietro una guerra c'è l'industria delle armi, e questo significa soldi".
"Tutti i giorni alle sette del pomeriggio chiamo la parrocchia di Gaza. Seicento persone vivono lì e raccontano cosa vedono: è una guerra. E la guerra la fanno due, non uno. Gli irresponsabili sono questi due che fanno la guerra. Poi non c'è solo la guerra militare, c'è la 'guerra-guerrigliera', diciamo così, di Hamas, un movimento che non è un esercito. È una brutta cosa". Così papa Francesco in una intervista alla Radiotelevisione svizzera che andrà in onda il 20 marzo (e di cui è stata data un'anticipazione). Alla domanda se però non si debba perdere la speranza di provare a mediare, risponde: "Guardiamo la storia, le guerre che abbiamo vissuto, tutte finiscono con l'accordo".
 
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