Nuovi rifugi: belli senz’anima?

Esco un pochino dal titolo ma credo si possa parlarne visto che non e' proprio fuori luogo


Madonna stamattina a rifugi fighetti vs rifugi tradizionali, confrontavo proprio a Reinswald Sarentino il Pichlberg con il Sunnolm e il Pfnasch… e pensavo che comunque ho sempre mangiato in quelli tradizionali!😆
 
Che boomerata di 3D...

State paragonando l'architettura montana del 1950 a quella del 2020? davvero???
Una volta il rifugio in quota andava per forza costruito in un certo modo, austero, finestre piccole, un monolite che garantisse protezione dalle intemperie...
Così si costruiva ovunque, ancor più in montagna.

Oggi fortunatamente abbiamo altre esigenze e altre tecnologie... i rifugi in bioedilizia si costruiscono in meno tempo, hanno un impatto quasi nullo, e non dovendo più proteggere da condizioni estreme, sono più che sufficienti allo scopo che hanno, ovvero quello di dare rifugio.
Di recente sono stato al Passo dei Salati e di fianco all'osservatorio/rifugio Mosso hanno costruito un locale bellissimo, tutto in legno, ampie vetrate, ben organizzato e gestito da dei ragazzi giovani.
E meno male che ora fanno strutture del genere, molto più snelle, compatte e funzionali... ci mancherebbe ancora che si continui a portar su cemento e mattoni...

Vi invito a seguire la serie "Falegnami ad alta quota" dove un gruppo di carpentieri mette mano a vecchi e storici rifugi, e ne costruisce di nuovi...
E' interessante l'approccio che hanno, e come sanno reinterpretare le esigenze dei rifugisti moderni.

E per cortesia, discernete dall'uso che se ne fa, specie quando parlate di alcool poi, ricordatevi che i veri montanari alcolisti che consumavano fiumi di vino e grappa negli anni 60-70-80-90, non vanno paragonati ai dilettanti di oggi che sciabolano il prosecchino facendosi i selfie... una volta invece di chiamare i soccorsi, gli intossicati dall'alcool tornavano a casa con le proprie gambe senza tante menate...
 
Uno dei miei preferiti rimane il Salei al Passo Sella, moderno ma che riesce a combinare uno stile montano, con tanto legno, caminetto, personale sempre cortese e bagni pulitissimi senza scomode scale. Mille volte meglio che baite tipo Chez Croux a Courmayeur dove ti sbattono in faccia un panino in un piatto di plastica, bagni che facevano pietà già trent’anni fa e personale spesso scorbutico, ed è un peccato perché la location è straordinaria.

Poi ci sono posti come il nuovo Fredarola, per carità rinnovato benissimo ma un po’ troppo tamarro per i miei gusti, con tanto di Harley Davidson in entrata.
 

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Che boomerata di 3D...

State paragonando l'architettura montana del 1950 a quella del 2020? davvero???
Diglielo tu a 'sti vecchi boomer bavosi, spiegaglielo quanto son fighi i nuovi rifugi dall'architettura emozionale e immersiva, costruiti con legname raccolto da piantagioni responsabili, riscaldamento green, gestione equo solidale, atmosfera inclusiva, filosofia cruelty free e plastic free, cibo bio, che ti fan pagare 15€ un panino perché 10 vengono devoluti a salvare il pianeta acquistando un centrifugatore di licheni a energia geotermica.
 
Ultima modifica:
Rimanendo sugli aspetti squisitamente architettonici, la cosa non mi scandalizza affatto.
E' sbagliato pensare che l'architettura debba essere sempre e per forza tradizionale, altrimenti dal romanico e dal gotico non ci saranno mai evoluti verso il Rinascimento e, con un bel salto temporale, a Calatrava o Renzo Piano.

A me fa quasi più ribrezzo il finto rustico (per esempio il Rifugio Gigante ai Baranci) che non il vero moderno.
Se i materiali di oggi sono performanti, perchè privarci di belle vetrate panoramiche?
Se poi l'esigenza dell'efficienza energetica obbliga invece ad avere dei cubi di legno, ecco allora non mi piacciono.

In generale, come sempre nelle arti, ai postumi l'ardua sentenza.
 
Uno dei miei preferiti rimane il Salei al Passo Sella, moderno ma che riesce a combinare uno stile montano, con tanto legno, caminetto, personale sempre cortese e bagni pulitissimi senza scomode scale. Mille volte meglio che baite tipo Chez Croux a Courmayeur dove ti sbattono in faccia un panino in un piatto di plastica, bagni che facevano pietà già trent’anni fa e personale spesso scorbutico, ed è un peccato perché la location è straordinaria.

Poi ci sono posti come il nuovo Fredarola, per carità rinnovato benissimo ma un po’ troppo tamarro per i miei gusti, con tanto di Harley Davidson in entrata.
Harley? Dove? Come?
Ci devo andare... :TTTT
 
A proposito di montanari che bevevano fiumi di alcool. Recentemente ho trovato un impiantista, gestore di una cabinovia alla partenza di una nota stazione sciistica, fermarsi poco prima delle dieci del mattino alla baita a fianco dell'impianto per fare la pausa mattutina con un bel bicchiere di vino bianco. Era anche ben riempito, non come quelli che servono ai turisti di passaggio.
Alla stessa ora un paio di anni fa trovai un fiero rappresentante della guardia di finanza che in divisa e al riparo in un rifugio, deambulava con un bicchiere pieno a tre quarti di vino bianco.
E' come se un responsabile di una linea di produzione con responsabilità sulla salute di diverse decine di utenti ed operai carburasse ad alcool per rendere la giornata più interessante e meno noiosa.
 
A proposito di montanari che bevevano fiumi di alcool. Recentemente ho trovato un impiantista, gestore di una cabinovia alla partenza di una nota stazione sciistica, fermarsi poco prima delle dieci del mattino alla baita a fianco dell'impianto per fare la pausa mattutina con un bel bicchiere di vino bianco. Era anche ben riempito, non come quelli che servono ai turisti di passaggio.
Alla stessa ora un paio di anni fa trovai un fiero rappresentante della guardia di finanza che in divisa e al riparo in un rifugio, deambulava con un bicchiere pieno a tre quarti di vino bianco.
E' come se un responsabile di una linea di produzione con responsabilità sulla salute di diverse decine di utenti ed operai carburasse ad alcool per rendere la giornata più interessante e meno noiosa.
Avendo vissuto in prima persona il decadimento alcolico di una intera generazione di impiantisti... certe scene oggi non le vedi più...

Quando ero ragazzo, ovvero tra il finire degli anni 80 e la metà degli anni 90, avevo già parecchi amici impiantisti coetanei, quindi circa 20 enni...
Andavano a fare tutti pausa pranzo pagata dalla società nelle baite di zona, con cui avevano la convenzione sul menù, e MAI dico MAI, e sottolineo MAI, poteva mancare il doppio litro di vino in tavola, con sostituzione immediata non appena finiva. Rigorosi erano anche genepy o grappa da digestivo.
Nessun impiantista era astemio, e chi più chi meno, almeno un bicchiere lo bevevano, alcuni, anzi molti, finivano il doppio litro, specie i veterani
E il pomeriggio, che di norma era sempre piuttosto tranquillo, ti vedevi scene di barcollamenti abbastanza di frequente.
Altra cosa IMMANCABILE era, in ogni casetta degli impianti, moka per il caffè e un ampio assortimento di liquori fatti in casa, zuccherini, grappe che potevano, all'occorrenza, anche fungere da lavamani e diluente...
Lo so bene perchè programmavo i miei giri per degustare i tesori di ogni casetta...

Oggi le casette degli impianti sono squallidi quanto sterili locali macchine, al massimo vedi la borraccia dell'acqua, verso fine stagione magari appare una bottiglia di vino e un salame.
Gli impiantisti mangiano un panino portato da uno del servizio piste a tutti i vari dipendenti, alcuni hanno la schiscetta da casa.
Due volte l'anno fanno gli esami antidroga, e durante l'orario di lavoro, niente alcool, al limite si scassano a chiusura
Uno dei miei più cari amici fa il gattista, e per 5 mesi l'anno è come se fosse in ramadan, attaccando alle 18 durante il gg non può bere, e la sera a mezzanotte di rado se passa da me si fa un genepy il sabato sera...

Che poi ci siano delle eccezioni non lo metto in dubbio, ma gli impiantisti oggi sono ultracontrollati e difficilmente abusano di alcool o droghe in orari di lavoro...
Negli anni 90 se non eri mezzo tossico, l'impiantista non era il lavoro per te...
 
Ultima modifica:
Dopo aver visto l’ennesimo rifugio ristrutturato e “scomparso” mi è venuta in mente questa riflessione.

Adesso, seppur oggettivamente magnifico, rifugi come il Pralongia, il Malga Frattazza, etc sono diventati un rifugi conformati allo standard.
Voglio dire, mentre qualche anno fa i rifugi Burz, Pralongia, Panorama del dantercepies, Mlaga Frattazza, etc erano rifugi DIVERSI uno dall’altro, con anime diverse, con i loro pregi e difetti (adorabili difetti), ora sembrano tutti uguali.
Tutti spettacolari, magnifici, senza alcun difetto e forse per questo senza anima?

Visualizza allegato 165919

A me non dispiacciono queste nuove architetture. Il problema sono gli obbrobri tipo il Passo Santner
 
Diglielo tu a 'sti vecchi boomer bavosi, spiegaglielo quanto son fighi i nuovi rifugi dall'architettura emozionale e immersiva, costruiti con legname raccolto da piantagioni responsabili, riscaldamento green, gestione equo solidale, atmosfera inclusiva, filosofia cruelty free e plastic free, cibo bio,
Ah comunque, mi dici per cortesia come dovrebbero costruire secondo te i rifugi oggi?

Andando su a spaccare le pietre dalla montagna per fare i mattoni spostandoli con la teleferica che usavano negli anni 60 per cercare l'oro, assemblando la malta con un po' di calcare dolomitico, mettendoci dentro una caldaia a gas con un condotto che si attacca direttamente al nordstream russo, e servendo fauna locale (polenta con sugo di crucco marinato)? il tutto estito rigorosamente da ariani certificati con verdure provenienti esclusivamente dall'azienda agricola Lovato, possibilmente con qualche braccio o dito che fa capolino tra un pomodoro e una testa di insalata?
 
Ma certamente vanno bene le nuove tecnologie. Stiamo molto meglio oggi di prima. Il processo è irreversibile: ogni anno sempre piu’ turisti, i rifugi sono sempre piu’ grandi e moderni, gli imprenditori, i lavoratori e i turisti come noi godono.
Ne soffre la montagna. Banale. Ma non si tornerà indietro.
 
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