A distanza di 15 anni riprovo a salire sull’Anteo e stavolta ci riesco!
L’Antelao è detto il re delle Dolomiti perché dopo la Marmolada è la cima più alta delle Dolomiti. La sua mole e soprattutto la sua forma a triangolo non regolare ma rettangolo (sempre se mi ricordo bene la geometria), domina tutta la valle del Cadore e non da ultimo questa montagna fa parte del puzzle dei panorami della famosa Cortina d’Ampezzo.
Ho parcheggiato a San Vito di Cadore nei pressi dei parcheggi poco oltre il paese. I parcheggi si trovano a fianco degli impianti di risalita mi sembra che la zona su Google Maps sia indicata come "bar al sole" o qualcosa di simile.
La prima parte è quella che escursionisticamente parlando è la più noiosa. Infatti si risale per la strada che porta a Rifugio Scoter (forse Scotter con 2 t) prendendo alcune scorciatoie che passando nel bosco fortunatamente accorciano lo sviluppo.
Dal Rifugio Scoter in su finalmente si entra nel cuore delle Dolomiti. Un lunghissimo sentiero sale per ghiaioni fino a raggiungere la bellissima Forcella Piccola.
Secondo me questa forcella è ampiamente sottovalutata: l’ambiente e i panorami che offre sono davvero incredibili.
Forcella Piccola
Cima Scotter
Poco oltre forcella piccola sulla destra si incontra il bivio per la normale all'Antelao. La prima parte sale per prati fino a raggiungere un anfiteatro roccioso.
Qui iniziano le prime fatiche fisiche infatti si deve risalire un sentiero non sempre stabile e non del tutto solido.
Si raggiunge la partenza del tratto forse più particolare ovvero la risalita della parete de La Bala.
Passaggi interessanti
Seguendo inizialmente i bolli rossi e interpretando la traccia non sempre chiarissima si riesce a superare una parete quasi verticale andando a percorrere Delle cenge quasi sempre sicure e ricche di appoggi per i piedi e appigli per le mani.
Fate attenzione a tenere sempre la traccia corretta soprattutto in discesa (due volte su due durante la discesa io sono finito fuori traccia.).
Al termine della Bala inizia la faticosissima risalita delle Laste.
Le Laste sono dei piani inclinati rocciosi. La parte bassa adesso è piena di detriti della frana del 2014 ed è un sentiero che corre su rocce e detriti.
La parte alta invece è un piano inclinato, in alcuni punti moderatamente pendente, che sale su roccia liscia.
Verso la fine delle parte alta c’è un tratto in cui è stato messo un cordino utile e soprattutto in discesa.
La difficoltà in questo tratto è quella di non beccare i sassi che quasi inevitabilmente vengono mossi dagli altri escursionisti che stanno sopra di noi e che rotolano sulla roccia liscia senza quasi possibilità di fermarsi.
Terminate le Laste parte un tratto di alta montagna in cui un sentiero non sempre chiarissimo porta fino in vetta. Se non trovate nessun ometto e nessuna taccia tornate indietro fino a essere sicuri che state seguendo la via giusta.
La solita sfortuna ha voluto che il cielo si chiudesse penso, non minuti ma, secondi prima del mio arrivo in vetta quindi non ho potuto godermi panorama.
In vetta al Re delle Dolomiti
La discesa non va sottovalutata soprattutto il tratto alto prima delle Laste e le Laste stesse. Infatti uno scivolone sulle Laste non dovrebbe comportare grossi danni fisici ma grandi dolori al sedere, quelli sono assicurati in caso di caduta.
Tornati alla partenza (in discesa) de La Bala è bene proseguire con attenzione perché la stanchezza e il terreno "esposto" richiedono la massima attenzione.
Terminata la Bala si ripercorre in discesa il tratto su ghiaione fino ad arrivare a forcella Piccola.
E da forcella Piccola mancano altri 1000 m per tornare alla macchina: meglio prendersela con comodo.
Escursionisticamente parlando è una gita da 10 e lode: impegnativa, frizzantina, brillante ed effervescente.
Come ambiente, forse avevo aspettative troppo alte ma ci sono ambienti e montagne dolomitiche che ho visto "più fascinose ed affascinanti".
L’Antelao è detto il re delle Dolomiti perché dopo la Marmolada è la cima più alta delle Dolomiti. La sua mole e soprattutto la sua forma a triangolo non regolare ma rettangolo (sempre se mi ricordo bene la geometria), domina tutta la valle del Cadore e non da ultimo questa montagna fa parte del puzzle dei panorami della famosa Cortina d’Ampezzo.
Ho parcheggiato a San Vito di Cadore nei pressi dei parcheggi poco oltre il paese. I parcheggi si trovano a fianco degli impianti di risalita mi sembra che la zona su Google Maps sia indicata come "bar al sole" o qualcosa di simile.
La prima parte è quella che escursionisticamente parlando è la più noiosa. Infatti si risale per la strada che porta a Rifugio Scoter (forse Scotter con 2 t) prendendo alcune scorciatoie che passando nel bosco fortunatamente accorciano lo sviluppo.
Dal Rifugio Scoter in su finalmente si entra nel cuore delle Dolomiti. Un lunghissimo sentiero sale per ghiaioni fino a raggiungere la bellissima Forcella Piccola.
Secondo me questa forcella è ampiamente sottovalutata: l’ambiente e i panorami che offre sono davvero incredibili.
Forcella Piccola
Cima Scotter
Poco oltre forcella piccola sulla destra si incontra il bivio per la normale all'Antelao. La prima parte sale per prati fino a raggiungere un anfiteatro roccioso.
Qui iniziano le prime fatiche fisiche infatti si deve risalire un sentiero non sempre stabile e non del tutto solido.
Si raggiunge la partenza del tratto forse più particolare ovvero la risalita della parete de La Bala.
Passaggi interessanti
Seguendo inizialmente i bolli rossi e interpretando la traccia non sempre chiarissima si riesce a superare una parete quasi verticale andando a percorrere Delle cenge quasi sempre sicure e ricche di appoggi per i piedi e appigli per le mani.
Fate attenzione a tenere sempre la traccia corretta soprattutto in discesa (due volte su due durante la discesa io sono finito fuori traccia.).
Al termine della Bala inizia la faticosissima risalita delle Laste.
Le Laste sono dei piani inclinati rocciosi. La parte bassa adesso è piena di detriti della frana del 2014 ed è un sentiero che corre su rocce e detriti.
La parte alta invece è un piano inclinato, in alcuni punti moderatamente pendente, che sale su roccia liscia.
Verso la fine delle parte alta c’è un tratto in cui è stato messo un cordino utile e soprattutto in discesa.
La difficoltà in questo tratto è quella di non beccare i sassi che quasi inevitabilmente vengono mossi dagli altri escursionisti che stanno sopra di noi e che rotolano sulla roccia liscia senza quasi possibilità di fermarsi.
Terminate le Laste parte un tratto di alta montagna in cui un sentiero non sempre chiarissimo porta fino in vetta. Se non trovate nessun ometto e nessuna taccia tornate indietro fino a essere sicuri che state seguendo la via giusta.
La solita sfortuna ha voluto che il cielo si chiudesse penso, non minuti ma, secondi prima del mio arrivo in vetta quindi non ho potuto godermi panorama.
In vetta al Re delle Dolomiti
La discesa non va sottovalutata soprattutto il tratto alto prima delle Laste e le Laste stesse. Infatti uno scivolone sulle Laste non dovrebbe comportare grossi danni fisici ma grandi dolori al sedere, quelli sono assicurati in caso di caduta.
Tornati alla partenza (in discesa) de La Bala è bene proseguire con attenzione perché la stanchezza e il terreno "esposto" richiedono la massima attenzione.
Terminata la Bala si ripercorre in discesa il tratto su ghiaione fino ad arrivare a forcella Piccola.
E da forcella Piccola mancano altri 1000 m per tornare alla macchina: meglio prendersela con comodo.
Escursionisticamente parlando è una gita da 10 e lode: impegnativa, frizzantina, brillante ed effervescente.
Come ambiente, forse avevo aspettative troppo alte ma ci sono ambienti e montagne dolomitiche che ho visto "più fascinose ed affascinanti".