Nuova ferrata Caprioli a San Vito di Cadore

botto

I ♥ Pelmo
Ferrata di nuova generazione, nuova di zecca inaugurata poco più di un mese fa, di quelle che servono a dotare una località di una ferrata che non c’era e ad avvicinare la gente ad un rifugio.

Rifugio che, per la verità, se lo merita: è, probabilmente a detta di tanti, tra i più belli delle Dolomiti e gli eventi franosi (ripetuti) degli ultimi anni l’hanno allontanato e reso meno raggiungibile causa la chiusura estiva della seggiovia San Marco.

Ecco la ‘cartina’ con tutti i dati. Il dislivello complessivo è di 700 d+, con piccoli saliscendi che forse la portano ad 800. 4 ore a velocità media.

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Ferrata per nulla banale, classificata come moderatamente difficile con due passaggi chiave: uno, come giusto, all’inizio. L’altro verso la fine (traverso esposto dopo una parete abbastanza verticale) quando la fatica si fa sentire.

L’avvicinamento è abbastanza faticoso, non tanto per il dislivello (300 d+ dal parcheggio presso la baita Sun Bar), ma perché la stradina tira su dritto per dritto nel bosco, dunque piuttosto ripida.

Molto ben segnalata da ripetuti cartelli di questo tipo

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Alcuni bei scorci sul Re Antelao

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Ed il cartello che avverte di indossare l’attrezzatura un bel po’ prima. Giusto, visto che all’attacco c’è poco spazio e quando (o se?) la ferrata diventerà frequentata, non ci sarà tanto spazio. Noi, il 5 agosto, abbiamo incontrato solo un’altra coppia.

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Come detto, la ferrata inizia piuttosto verticale con qua e là alcune staffe. Staffe a parte, è una salita che in alcune parti va studiata in quanto gli appoggi non sono immediati. Ed a volte si va su in pressione, cosa che non amo e che affatica le braccia.

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Molto belli gli scorsi su San Vito di Cadore e sulle montagne circostanti, se si vedessero

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Verso la fine si sale una parete molto verticale, con alcuni passaggi aerei

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Molto bello ed aereo questo traverso, dove però la foto da sopra non rende

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Un curioso albero a testa all’ingiù

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Si arriva infine in vista del rifugio San Marco ed al cospetto del Re Antelao.

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Rientro o attraverso rifugio Scoter per chiudere l’anello e ridiscendere al Sun Bar, o col lungo sentiero che torna a valle ‘da dietro’ ed arriva in località Chiapuzza. Più bello quest’ultimo, anche se poi bisogna andare a recuperare l’auto.

La ferrata in sé è divertente ed appagante, i panorami sono favolosi, la meta molto carina e poco frequentata, la via logica e ferrata bene e lascia spazio all'interpretazione. Poi rimane il dubbio sull’essenza delle nuove ferrate. Ai duri e puri non piacerà.

Questa la parete risalita (quella tra le due strisce di vegetazione.

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avevo letto della realizzazione...

francamente non riesco a essere aprioristicamente contrario... l'hanno fatta su di una parete altrimenti "inutile" e viene parzialmente in aiuto di un bel rifugio che negli ultimi anni ha visto un notevole calo di frequentazione...
 
avevo letto della realizzazione...

francamente non riesco a essere aprioristicamente contrario... l'hanno fatta su di una parete altrimenti "inutile" e viene parzialmente in aiuto di un bel rifugio che negli ultimi anni ha visto un notevole calo di frequentazione...
D'accordo al 100%.
Il Rifugio san Marco è un gioiellino che merita miglior sorte.
 
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