Alberto Tomba: per i fan e non solo

Nel Documentario ho trovato finalmente piacevole anche Roda, più sorridente rilassato, non quel dittatore autocrate che le cronache ci hanno presentato negli ultimi tempi... Mi è piaciuto molto anche Luca Barilla e ovviamente grandissimo Girardelli, che bello essere raccontati così da un tuo ex avversario e stella planetaria dello sci.

Quoto tutto, e Girardelli poi ha messo Tomba a nudo davanti al suo più grande ostacolo: lui scendeva solo per vincere, senza pensare tatticamente.

Per carità, per uno che puntava alla CdM generale, facendo solo 2 discipline, ovviamente aveva chance solo vincendo non ipotizzando di arrivare secondo, ma chiaramente qualcosa ha lasciato per strada.
A maggior ragione comunque, dimostra che razza di fenomeno fosse, uno che ha la testa SOLO per vincere e alla fine... vince.
Vince per davvero, per un certo periodo ha vinto sempre lui.

Cioè passatemi il paragone nei discorsi, visto che diciamo che Vinatzer dovrebbe pensare più a portare punti che a tentare di spaccare il mondo, è come se il buon Alex (non l'ariete) portasse a casa 1 gara su 2.

Oggettivamente è una cosa inumana quella fatta da Tomba.
 
Sì, sono vent'anni che sento sempre dire: "Non abbiamo più avuto nessuno come Tomba"... ma il fatto è che non lo abbiamo avuto neanche prima (se vogliamo, solo Thöni)... e anche guardando all'estero, non è che ce ne siano stati tanti. Tomba è stato uno dei più grandi fuoriclasse della storia dello sci, e se rivederne altri fosse così facile, non sarebbe stato tale. Quindi, ok che dei (pochi) fenomeni che si sono succeduti dopo Alberto neanche uno purtroppo è stato italiano, però non è che si possa pretendere che nascano sempre qui da noi... magari il prossimo (una volta passato Odermatt) lo sarà.

Riguardo al documentario... ripercorrere l'epopea di Tomba è sempre emozionante, io ho avuto la fortuna di averla vissuta in prima persona e le varie vicende me le ricordo bene. Però mi chiedo: uno che non sapesse niente di Tomba, se non magari che è stato un grande campione per sentito dire, cosa avrebbe capito dal racconto? Per me non si è riusciti a rendere bene l'idea né da un punto di vista sociale e poco anche da quello sportivo...
Esempio stupido: l'ultimissima gara, vinta dopo una stagione a dir poco tribolata: si sarà capito che ha chiuso la carriera vincendo la sua ultima gara (unico sciatore a riuscirci, che io sappia)? E con quello che ha significato? La scena all'arrivo con lui che si spoglia e getta tutto al pubblico a mio avviso avrebbe meritato di essere mostrata integralmente (per me uno dei momenti più toccanti della sua carriera, mi vengono ancora i lacrimoni ogni volta che ci penso), magari tagliando qualche scena di pelli. Nel complesso insomma mi ha lasciato un po' perplesso, ma mi rendo conto che non si può accontentare tutti...
Condivido in pieno...per chi segue lo sci e quindi ne sa ub pochino capiva..altrimenti si poteva raccontare un po meglio..con un po più di emozione e coinvoglimento ....
 
Nel Documentario ho trovato finalmente piacevole anche Roda, più sorridente rilassato, non quel dittatore autocrate che le cronache ci hanno presentato negli ultimi tempi... Mi è piaciuto molto anche Luca Barilla e ovviamente grandissimo Girardelli, che bello essere raccontati così da un tuo ex avversario e stella planetaria dello sci.
Ecco, non ho ben capito cazzo centrassero Mancini e Zaytsev. Per dire che era un fenomeno che aveva seguito anche da parte di campioni di altri sport?
 

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che poi Zaytsev, quando si ritirò tomba nel 1998, aveva 9 anni.
e prima del 1998 aveva sempre vissuto con i genitori pallavolisti all'estero..

vabbè. i soliti personaggi sportivi famosi che bisogna sempre coinvolgerli con qualcosa..
 
Per me un bel documentario, e anche se non lo fosse stato mi sarebbe piaciuto lo stesso.
Una volta che parlano di sport e campioni veri, e non delle solite mezze seghe ... dobbiamo essersene felici.
due considerazioni:
1. la FIS pensava che il campione che doveva rappresentare lo sci era il versatile atleta su 5 specialità;
2. dalla casalinga del sud, al campione oltreoceano, tutti facevano il tifo per Tomba, perché per fortuna, è il talento che fa sognare ed emozionare, e non i piatti numeri.
 
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Sì, sono vent'anni che sento sempre dire: "Non abbiamo più avuto nessuno come Tomba"... ma il fatto è che non lo abbiamo avuto neanche prima (se vogliamo, solo Thöni)...
"Se vogliamo" ...?!!! Cazz, ha vinto 4 coppe di cristallo questo signore... Io Zeno Colò non l'ho visto, ma su chi sia stato il nostro più grande sciatore non ho dubbi, uno che sulla Streif è stato secondo dietro solo a Klammer, e mi pare per un millesimo o qualcosa del genere....
 
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Ecco, non ho ben capito cazzo centrassero Mancini e Zaytsev. Per dire che era un fenomeno che aveva seguito anche da parte di campioni di altri sport?
Io sinceramente in tutti quegli anni non mi ricordo che Mancini fosse amico o seguace della gesta dell' Alberto nazionale ( non il nostro forumista HIHIHI )........pero' si sa che in Italia bisogna buttare dentro il calcio anche dove non c' entra un caxxo.......
 
Io sinceramente in tutti quegli anni non mi ricordo che Mancini fosse amico o seguace della gesta dell' Alberto nazionale ( non il nostro forumista HIHIHI )........pero' si sa che in Italia bisogna buttare dentro il calcio anche dove non c' entra un caxxo.......
Vialli invece me lo ricordo che a bordo campo appena finita una partita chiese al giornalista com'era andato Tomba.
 
Sì, sono vent'anni che sento sempre dire: "Non abbiamo più avuto nessuno come Tomba"... ma il fatto è che non lo abbiamo avuto neanche prima (se vogliamo, solo Thöni)... e anche guardando all'estero , non è che ce ne siano stati tanti. Tomba è stato uno dei più grandi fuoriclasse della storia della scienza, e se rivederne altri fosse così facile, non sarebbe stato tale. Quindi, ok che dei (pochi) fenomeni che si sono succeduti dopo Alberto neanche uno purtroppo è stato italiano, però non è che si possa pretendere che nascano sempre qui da noi... magari il prossimo (una volta passato Odermatt) lo sarà.

Riguardo al documentario... ripercorrere l'epopea di Tomba è sempre emozionante, io ho avuto la fortuna di averla vissuta in prima persona e le varie vicende me le ricordo bene. Però mi chiedo: uno che non sapesse niente di Tomba, se non magari che è stato un grande campione per sentito dire, cosa avrebbe capito dal racconto? Per me non si è riusciti a rendere bene l'idea né da un punto di vista sociale e poco anche da quello sportivo...
Esempio stupido: l'ultimissima gara, vinta dopo una stagione a dir poco tribolata: si sarà capito che ha chiuso la carriera vincendo la sua ultima gara (unico sciatore a riuscirci, che io sappia)? E con quello che ha significato? La scena all'arrivo con lui che si spoglia e getta tutto al pubblico a mio avviso avrebbe meritato di essere mostrata integralmente (per me uno dei momenti più toccanti della sua carriera, mi vengono ancora i lacrimoni ogni volta che ci penso), magari tagliando qualche scena di pelli. Nel complesso insomma mi ha lasciato un po' perplesso, ma mi rendo conto che non si può accontentare tutti...
Ok ma il fatto di essere Italiani cambia molto. Voglio dire Odermatt è fortissimo, Hirscher era qualcosa di mostruoso ma io tifo Italia, poi Svizzeri o Austriaci che siano io li guardo e li ammiro ma non è la stessa cosa. Ad esempio adesso quando scende la Goggia sono tesissimo e spero che non faccia errori per poi esultare se vince. Lara Gut ad esempio restando tra le sciatrici mi sta molto simpatica ma se vince o se perde non mi fa differenza. Sarò troppo patriottico ma intendo questo con "non abbiamo più avuto nessuno come Tomba".
 
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Confesso che a quei tempi mi era sinceramente antipatico e faccio doverosa ammenda. Dal documentario, per lunghi tratti commovente e struggente, ho evinto che è un gran ragazzo, oltre che un'atleta insuperabile. Un prodigioso talento, con una forza incredibile. Bellissima la sua disponibilità con chi oggi ancora gli chiede una fotografia sulle piste.
Maltrattato da un cialtrone (tedesco, austriaco, inglese o altro) che ad un certo punto gli rimprovera qualcosa e lo ammonisce: "se lo rifai vai a sciare nei boschi". Quante ne ha sopportate...straordinario
Girardelli (autentica la sua solidarietà per l'esclusione da una gara) ne ha fatto un ritratto autentico. Scendeva solo per vincere, non gli interessava un secondo posto funzionale ad una coppa. Pazzesco, straordinario, irrangiungibile
 
A me il documentario è piaciuto, eccezion fatta per la marchetta Mancini/Zaytzev che mi trasmette disagio. Banalità dette tanto per esserci, cose che potrebbe anche dire mia madre che quando sciava la chiamavamo "la camionista", per dirvi l'approccio allo sci e l'interesse per il gesto atletico.
Ora dico una cosa che probabilmente non sta né in cielo né in terra ed è tutto frutto della mia mente e di una mia interpretazione sbagliata...e lo spero vivamente per Alberto.
Perchè l'impressione che ho avuto è quella di un ragazzone che ancora ci pensa tanto al passato, e a cui il passato manca.
Per certi versi mi è sembrato un po' triste , al contrario di un Girardelli che mi è parso molto sereno e in pace con sé stesso.
Ripeto, sensazione a pelle basata sul nulla che spero sia totalmente sbagliata...ma di certo l'anno prossimo, se lo incrocerò a Campiglio, più che una foto o una stretta di mano, gli chiederò se posso abbracciarlo.
Resterà sempre un mito dell'infanzia/gioventù, e gli vorrò sempre bene.
 
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