lui guarda il figlio poi guarda me e mi dice che non sono normale che 80 cm/ 1 mt è una distanza di sicurezza e che se mi sono spaventato vuol dire che non so sciare, il figlio mi dice che mi ha visto sciare e che lui scia decisamente meglio di me …sto zitto. Prendiamo una lenta e lunga seggiovia loro davanti ed io dietro e il bimbo si gira almeno 3/4 volte , ride e scuote la testa…
In due righe, il condensato della meravigliosa mentalità italica che purtroppo alberga in sempre più teste....
Devo dire, per parlar volontariamente d'altro, non per difenderli nello specifico, che portare a spasso i "branchi" di ragazzi/ni degli skiclub non è un lavoro facile.
In giro se ne vedono tanti ma alcuni rimangono impressi.
A Selva quest'anno sulla variante nera della CIR ci siamo incrociati con un maestro del posto che portava in giro i ragazzi di uno ski-club, età a occhio attorno ai 12. Mi hanno ricordato, i ragazzi, se avete presente Hotel Transylvania, i figli della coppia di lupi mannari:
Un'orda di scatenati che si spingono, si fanno i dispetti, si tagliano la strada, si sorpassano per stare dietro al maestro, letteralmente un puttanaio....
Il maestro praticamente scendeva a cannone fermandosi ogni 4/5 curve per cazziarli, rimetterli in ordine ecc.
Scena, a vederla da fuori, comunque d-e-l-i-z-i-o-s-a. Perché a me, se sono in libertà, non rischiano di prendere nessuno, piacciono da morire onestamente. Capisco che (dato che sciano anche bene) tenerli a freno non sia facile, e comunque non si possa portarli in giro a due all'ora, non gli servirebbe nemmeno.
Poi, è vero, che l'impressione è che ad alcuni manchi qualche "input dall'alto". Che però non può arrivare solo dal maestro.
Al di là dell'essere giovani e le cazzate le abbiamo fatte tutti, mio padre grazie a Dio se mi avesse trovato mentre uno "straniero" mi faceva notare con cortesia che gli ero passato troppo vicino in modo pericoloso, "me ce le avrebbe date sopra", come si dice a Roma.