Regolazione DIN attacchi sci: numeri discordanti

Premesso che non sono minimamente paragonabile ad uno scienziato.

La forza della rotazione (volontaria o meno non conta) che provoca lo sgancio, dovrebbe essere amplificata dalla lunghezza della leva (piede).
Quindi per contrastarla - tenere chiuso - i DIN (cioè la forza della molla contrapposta) dovrebbe aumentare, altrimenti lo sgancio sarebbe più facile....
In pratica i DIN della mola sarebbero un "freno", infatti più stringi più diventa faticoso.

Un po' come aumentare i bar dei pneumatici se la macchina viaggia a pieno carico.
Invece no.
Non capisco ...

Probabilmente sempifichiamo troppo il funzionamento degli attacchi... non c'è un Ing. Cane su SF ?
Forse essendo una rotazione (coppia di forze?) le cose stanno un po' diversamente, ed a parità di forza il movimento dello scarpone più lungo risulta invece più lento, e si compensa "diminuendo il freno". Boh...
 
Teoricamente:
A parità di lunghezza dello sci, e volendo avere lo stesso momento con polo sul centro della caviglia i Din dovranno essere maggiori per uno scarpone più corto perchè la forza da oppore sarà maggiore rispetto al caso dello scarpone lungo
M=fxb dove f possiamo immaginare siano i DIN e b lunghezza suola+-
Se voglio avere M costante se b aumenta f dovrà diminuire. Secondo me eh, poi penso ci siano altre 1000 variabili
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Teoricamente:
A parità di lunghezza dello sci, e volendo avere lo stesso momento con polo sul centro della caviglia i Din dovranno essere maggiori per uno scarpone più corto perchè la forza da oppore sarà maggiore rispetto al caso dello scarpone lungo
M=fxb dove f possiamo immaginare siano i DIN e b lunghezza suola+-
Se voglio avere M costante se b aumenta f dovrà diminuire. Secondo me eh, poi penso ci siano altre 1000 variabili
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Si lorenzo ha detto bene

in linea di massima Tyrolia, Head, Elan , Salomon sono abbastanza semplici ma precisi come attacchi
Marker tende a sganciare un po' prima essendo un po' diverso
Look, vist hanno una tendenza abbastanza rigida, quindi potrebbero aver bisogno di meno din per lavorare bene
(per intenderci Look fa la SP14-15-18 che equivale al xc16-20-24 della marker, Tyrolia invece fa13-14-17)

i vari produttori interpretano diversamente la normativa, che già di suo fornisce dei valori minimi consigliati, e valutata a seconda delle geometrie di scarponi e attacchi
io per semplificare la vita procederei così:
- controllo prima la regolazione della larghezza dell'attacco che aderisca perfettamente a puntale e talloniera (evita la maggior parte di sganciamenti prematuri) e controllerei anche assenza di gioco su viti e ancoraggi
- partendo da un valore std nelle tabelle andrei massimo a sovrastimarmi un livello in più, non oltre (es sono principiante, mi calcolo l'attacco max come intermedio, che non sia mai che spingo un po' più forte o mi vado a fare due saltelli allo snowpark)
- ultimo faccio delle prove saltando da fermo e provando a sganciare lo scarpone volontariamente
 
Ultima modifica:
in linea di massima Tyrolia, Head, Elan , Salomon sono abbastanza generici come attacchi
Marker tende a sganciare un po' prima essendo più morbido
Look, vist hanno una tendenza abbastanza rigida, quindi a minor din tengono di più
(per intenderci Look fa la SP14-15-18 che e
Sì ma a noi interessa la spiegazione fisica di una cosa che è controintuitiva, perchè quasi tutti credevamo che più lunga la suola, più lunga la leva, maggiori i din. E invece è il contrario.
 

.

@ilSanto94 parli di un +-20%?
io di norma per pista /allenamento gs (no gara, no gw) sto su 9.5f 10.5r su scarpe 26.5 scafo 308/313 last 94/95 flex110-130 (rif. look SP15 )
su salomon Titanium/S14, Tyrolia Z11/13 tengo +0.5f +1.0r per avere un comportamento equivalente
su marker xc20 +1.5f +2.0r ( e ancora mi sganciano prematuri...)

spezzo una lancia a favore di tyrolia che (sebbene dia l'impressione di tendere un po' al morbido) non ha mai dato problemi di sganciamento o aggancio in caso di neve alta o ghiaccio sotto lo scarpone...
 
io di norma per pista /allenamento gs (no gara, no gw) sto su 9.5f 10.5r su scarpe 26.5 scafo 308/313 last 94/95 flex110-130 (rif. look SP15 )
su salomon Titanium/S14, Tyrolia Z11/13 tengo +0.5f +1.0r per avere un comportamento equivalente
su marker xc20 +1.5f +2.0r ( e ancora mi sganciano prematuri...)

spezzo una lancia a favore di tyrolia che (sebbene dia l'impressione di tendere un po' al morbido) non ha mai dato problemi di sganciamento o aggancio in caso di neve alta o ghiaccio sotto lo scarpone...
Ah ok, quindi nella tolleranza della normativa
 
Io non so se ho capito bene e quindi non so se posso dare un contributo, ma a me invece sembra giusto così come è...
Vi chiedo un attimo di pazienza nel leggere, magari ne usciamo.

Immaginiamo la gamba dritta come un fuso, con i femori+tibie che si piantano (come direzione) sulla superficie degli sci in modo perfettamente ortogonale.

Ora applichiamo un momento torcente che abbia asse coincidente con quello del femore/gamba. In sostanza, sto supponendo di ruotare (sempre in modo geometrico, lo so che per un umano non è un movimento pienamente possibile) le teste dei femori nelle anche, e guardando lo scarpone dall'alto vedo quindi la punta del piede (immaginiamo il destro) che va diciamo verso l'interno (cioè verso l'altro sci), e il tallone verso l'esterno.

A questo punto, punta e tallone scaricano sugli attacchi quello che originariamente era il il momento torcente del femore, come coppia di forze (che supponiamo sempre per semplicità uguali tra loro, di verso opposto).
Il valore di queste forze sarà esattamente pari al momento torcente, diviso la distanza punta-tacco: F = M/d.

Quando dico che mi tornano le cose, è perché immagino che la normativa supponga (e quindi fissi) un certo momento "limite" che se superato porta a danni fisici dello sciatore. Questo è il nostro parametro che non varia. Certo, ci saranno pure dei fattori correttivi ovviamente, ma diciamo che sia stato calcolato che una persona di un certo peso, forza, che scia in un certo modo ecc (da cui le varie opzioni che si possono scegliere nei tool che si trovano), possa sopportare un certo momento M_max, oltre il quale con ragionevole certezza incorre in una rottura del crociato o simile.

A ritroso, dato M_max dalla normativa, conoscendo la d esatta dello scarpone (chiamiamola d_s), trovo per l'appunto F = M_max/d_s

A parità di M_max (questa è la mia supposizione), se aumento la lunghezza dello scarpone d_s_new > d_s, ottengo una F_new < F.

Queste F sono quelle di "apertura" che si impostano su punta e talloniera.
Chiaramente un certo valore DIN corrisponderà ad un certo precarico.
E chiaramente il movimento di apertura non è perfettamente in piano ecc.
Ho semplificato ma spero di aver reso.
Oppure di aver frainteso totalmente, e in quel caso mi espongo a pubblica gogna :ad:
 
(è un principio uguale come ragionamento, opposto come "verso di percorrenza" a quello per cui se voglio serrare i bulloni della ruota della macchina a 110Nm, e lo faccio con una chiave dinamometrica più lunga, applico meno forza a parità di momento che voglio raggiungere. Ho più leva. In questo caso, se lo scarpone si allunga, si allunga la leva degli attacchi rispetto al femore/ginocchio. Se voglio garantire lo sgancio relativo allo stesso momento, devo abbassare la forza applicata dagli attacchi)
 
Ah ok, quindi nella tolleranza della normativa

Io non so se ho capito bene e quindi non so se posso dare un contributo, ma a me invece sembra giusto così come è...
Vi chiedo un attimo di pazienza nel leggere, magari ne usciamo.

Immaginiamo la gamba dritta come un fuso, con i femori+tibie che si piantano (come direzione) sulla superficie degli sci in modo perfettamente ortogonale.

Ora applichiamo un momento torcente che abbia asse coincidente con quello del femore/gamba. In sostanza, sto supponendo di ruotare (sempre in modo geometrico, lo so che per un umano non è un movimento pienamente possibile) le teste dei femori nelle anche, e guardando lo scarpone dall'alto vedo quindi la punta del piede (immaginiamo il destro) che va diciamo verso l'interno (cioè verso l'altro sci), e il tallone verso l'esterno.

A questo punto, punta e tallone scaricano sugli attacchi quello che originariamente era il il momento torcente del femore, come coppia di forze (che supponiamo sempre per semplicità uguali tra loro, di verso opposto).
Il valore di queste forze sarà esattamente pari al momento torcente, diviso la distanza punta-tacco: F = M/d.

Quando dico che mi tornano le cose, è perché immagino che la normativa supponga (e quindi fissi) un certo momento "limite" che se superato porta a danni fisici dello sciatore. Questo è il nostro parametro che non varia. Certo, ci saranno pure dei fattori correttivi ovviamente, ma diciamo che sia stato calcolato che una persona di un certo peso, forza, che scia in un certo modo ecc (da cui le varie opzioni che si possono scegliere nei tool che si trovano), possa sopportare un certo momento M_max, oltre il quale con ragionevole certezza incorre in una rottura del crociato o simile.

A ritroso, dato M_max dalla normativa, conoscendo la d esatta dello scarpone (chiamiamola d_s), trovo per l'appunto F = M_max/d_s

A parità di M_max (questa è la mia supposizione), se aumento la lunghezza dello scarpone d_s_new > d_s, ottengo una F_new < F.

Queste F sono quelle di "apertura" che si impostano su punta e talloniera.
Chiaramente un certo valore DIN corrisponderà ad un certo precarico.
E chiaramente il movimento di apertura non è perfettamente in piano ecc.
Ho semplificato ma spero di aver reso.
Oppure di aver frainteso totalmente, e in quel caso mi espongo a pubblica gogna :ad:
per riassumere, con una leva più lunga serve meno forza =)
 
Corretto - a naso - se il punto di riferimento é intervenire prima che le forze risultino lesive per gli arti. Concettualmente vi seguo.
Solo che mi pare un modello astratto.

Cioè: tra tutte le variabili in gioco (età, forza fisica, sesso, lunghezza sci ecc...) la lunghezza dello scarpone sembrerebbe la meno importante perché la forza di rotazione che provoca danni non è impressa dai muscoli, ma dallo sci mentre strutture anatomiche/scarpone la subiscono...
Quindi, alla fine, non ho capito lo stesso!
 
Quindi, alla fine, non ho capito lo stesso!
Immagina la struttura dello scarpone come una leva rigida
i casi più frequenti sono la torsione (fulcro sul puntale e rotazione della talloniera, o viceversa)
e il ribaltamento (fulcro sul puntale e avanzamento del ginocchio, o viceversa sul tallone)
1674053715107.png
in questo caso la 2 per il ribaltamento frontale, ma la puoi applicare anche sul piano della rotazione laterale...
 
E' chiaro @SkiBob che, anche fissando il principio, le variabili in gioco sono tantissime.
La stessa lunghezza dello sci o più che altro con le geometrie che ormai ci sono il suo raggio di curvatura, cambia le cose in gioco e non di poco.
Perché in effetti tu le forze le scarichi attraverso gli attacchi sulla lamina interna (diciamo) dello sci esterno (se sei in appoggio solo su quello).
Però in senso generico e anche ingegneristico non è così campato in aria come metodo. Intendo che da qualche parte un parametro lo devi fissare, e da quello poi discende tutto, con le correzioni del caso portate dai vari fattori e anche dall'esperienza.
Vedi quello che dicevano sopra sulle differenze tra marchi di attacchi.
Io anche se di norma scio con sci miei, gli attacchi li ho sempre fatti regolare da chi (presumo) ne capisce, e mica 10 anni fa tiravano fuori la tabella con lunghezze, marche, peso ecc. come vedo fare da qualche anno a questa parte.... Anzi, in alcuni posti sicuramente più del centro Italia ho visto andare tutt'ora a "senso"
 
Sì ma a noi interessa la spiegazione fisica di una cosa che è controintuitiva, perchè quasi tutti credevamo che più lunga la suola, più lunga la leva, maggiori i din. E invece è il contrario.
In realtà non è tanto contro intuitiva se pensiamo allo scarpone come una leva che fa ruotare la gamba più è lunga la leva meno forza servirà per far ruotare la gamba quindi bisogna sganciare prima perché a parità di forza si applicherà più forza di rotazione alla gamba stessa.
 
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