julianross
Well-known member
Eccoci sulla Bocca d'Armi.
Inizio la discesa per la vedretta o quel che ne resta.
Piccolo inciso, che ormai non servirà più a nulla perchè la stagione è terminata e anzi adesso deve aver nevicato sopra i 2mila metri: i ramponi li avevo dietro ma non servivano a niente in tutto il tragitto fatto. Uno dei misteri è perchè il gestore del Tosa-Pedrotti sia per telefono sia di persona mi aveva detto che servivano per scendere dalla Bocca d'Armi verso l'Alimonta. Tutti quelli con cui avevo parlato mi avevano assicurato che non servivano perchè la vedretta insisteva sulla sinistra orografica (come si vede nelle foto) mentre a destra, dove si era ritirata, si era formata una traccia che prevedeva il passaggio solo su 10 metri di neve/ghiaccio con sassi su cui ci si poteva comodamente appoggiare... Sostanzialmente avere i ramponi ai piedi sarebbe stato addirittura peggio.
Vabbè, peraltro non è nemmeno l'unica inesattezza che mi ha detto...
Ecco dietro a me la Bocca d'Armi e se aguzzate la vista vedete anche la fila di gente che sta salendo
Arrivati a questo ometto devo prendere necessariamente una decisione
Mi sono tenuto su una traccia alta che mi pareva meglio battuta ma qui c'è un bivio: girando a sinistra si scende al Rifugio Alimonta in 20 minuti. E da lì volendo al Rifugio Brentei, Casinei e Vallesinella... insomma, in un paio d'ore di sola discesa avrei concluso.
Alternativamente dall'Alimonta potrei allungare prendendo il Sentiero attrezzato SOSAT (le cosiddette Bocchette Basse) che mi porterebbe ai rifugi Tuckett-Sella e poi giù a valle.
E sennò c'è il piano originale, quello che però prevede gambe, voglia e altre minimo 6 ore su e giù per i monti: dopo le Bocchette Centrali fare anche le Bocchette Alte.
Rifletto un attimo: la giornata è bella, è presto, le gambe tutto sommato rispondono perchè le Bocchette Centrali le ho fatte in parecchio meno tempo di quel che indicavano su guide e tabelle... quando mai mi troverò qui, a 2700m, in questa situazione? Massì dai, che sarà mai.... alla fine non sarà così faticosa. Bisogna andare oltre i 3mila metri, vero, e ci saranno vari saliscendi ma sostanzialmente a parte la lunghezza non ci dovrebbero essere problemi.
Andiamo avanti e alla peggio tra un'ora ci sarà la via di fuga della Via Ferrata Oliva Detassis che mi permetterebbe di interrompere e scendere verso il Rifugio Brentei.
Ricominciamo a salire allora, sempre voltandomi spesso verso l'affascinante Bocca d'Armi
Si passa sotto alla Cima Molveno e abbastanza velocemente si raggiunge uno spallone a 2830m. Qui la montagna si interrompe e inizia una ripida discesa verso lo stretto intaglio della Bocchetta Bassa dei Massodi (2790m)
Da adesso in poi si perderà il conto delle numerose scale da fare, in salita e in discesa.
Scesi alla Bocchetta (tratto che credo sia parecchio complicato in caso di neve), subito un traverso verso sinistra su cambre e cengia larga 10 cm, giusto per infilare i piedi
e subito si raggiunge il bivio per la Ferrata Detassis, praticamente a metà di una scala... in giù si abbandona, in su si continua con le Bocchette (cartello con indicazione di 3h 30' per la Bocca di Tuckett, per fortuna abbastanza delirante, io da qui ci metterò un'ora in meno, nonostante la stanchezza).
Mi volto verso lo stretto intaglio della Bocchetta Bassa dei Massodi, il tempo di un click e si continua
Altro tratto decisamente in salita: cenge, scale, rampe, altre cenge e via così. Bisogna raggiungere una specie di altipiano sopra i 3mila metri.
Il panorama aiuta a non pensare alla fatica
Dall'altipiano bisogna scendere secco una cinquantina di metri, e ci aiuta la Scala degli Amici
Anche qui sono fortunato e grazie al fatto che sono solo riesco ad evitare il traffico notevole in direzione opposta
Ora un tratto di cresta in salita e si raggiunge la Bocchetta Alta dei Massodi. Da qui le fatiche sono sostanzialmente terminate perchè il percorso, tranne rari e brevi tratti, sarà tutto o pianeggiante o in discesa. Anche qui le cenge sono bellissime ma dopo ore e ore di cammino ho poca voglia di fare foto
Ma, ma.... cosa sono quelle montagne laggiù in lontananza? Hanno un profilo familiare...
Guardando sotto (praticamente tutta la giornata c'era il Sentiero Orsi che correva parallelo 500 metri più in basso) mi rendo conto che, grazie anche al passo veloce sulle cenge, il grosso della strada è stato fatto e manca "solo" la discesa alla Bocca di Tuckett.... e infatti eccolo il vallone... due maroni sta discesa, non finisce mai... e ho incontrato tanta gente che stava attaccando in salita, poco prima delle 14...
Eccomi finalmente alla Bocca di Tuckett dove avevo incontrato Reinhardt il giorno prima.... sostanzialmente il giro è concluso anche se restano ancora 1200 metri di discesa.
Ho finito l'acqua quindi l'unico pensiero è la radler da mezzo che mi scolerò al rifugio quindi la discesa la faccio non dico correndo ma quasi. La vedretta non esiste più, è stato scavato un sentiero con vari tratti attrezzati tutto sulla destra e grazie ai bastoni telescopici non ci sono poi grandi problemi.
Il Rifugio si avvicina sempre più, giusto una foto all'altezza del bivio per il Sentiero SOSAT e la Ferrata Dellagiacoma
e ci siamo
Pare incredibile ma sono sceso da lassù in meno di 40 minuti
Il Rifugio Tuckett-Sella è veramente molto bello e il luogo in cui sorge è forse uno dei più pazzeschi visti nella vita... mi scolo il mio radler, mi guardo un po' in giro
e riparto giù per il sentiero 317 verso il Rifugio Casinei.
Ho le gambe rotte ma in qualche maniera bisogna pure scendere... poco prima del Rifugio Casinei ultimo scatto all'indietro
Fetta di Linzer Torte al rifugio, altro mezzo litro di radler (in questi giorni mi sono veramente prosciugato, anche nei giorni successivi ho continuato a bere il doppio del solito) e giù verso Vallesinella.
Sono le 16.20, ci ho messo esattamente 9 ore dal Rifugio Pedrotti. Manco male. Il GPS dice 17km, 750 metri in salita e 1700 metri in discesa. Più o meno ci siamo.
Per fortuna riesco a prendere una navetta al volo e in breve sono al parcheggio a Madonna di Campiglio.
Restano solo 4-5 ore di macchina fino a Trieste.
Con la consapevolezza di avere fatto una 3 giorni magnifica in cui tutto è andato per il meglio partendo dalle condizioni atmosferiche (solo guardando i report di Blitz sembrava impossibile avere delle giornate così in questa zona.... non c'era una volta che non avesse dovuto modificare o accorciare una gita a causa del tempo).
Sicuramente mi verranno in mente altre considerazioni... magari stimolato da qualche vostro commento.
Per ora l'unica cosa che posso dire è che un frequentatore abituale delle Dolomiti "principali" deve per forza, almeno una volta nella vita, venire di qua... tutto veramente troppo grandioso per perderselo e in un certo qual modo anche "differente" (immagino che con le bocchette innevate, fino a qualche anno fa, e conseguente uso dei ramponi in vari punti fosse ancora più diverso).
Quest'anno ho fatto tante belle escursioni... sono salito di nuovo sulle 3 Tofane, ho fatto il Monte Rudo, il bellissimo Giro del Lavarela e del Conturines, solo per restare a quelle dolomitiche.... ma questa mi resterà sicuramente nel cuore, ancor di più.
FINE
Inizio la discesa per la vedretta o quel che ne resta.
Piccolo inciso, che ormai non servirà più a nulla perchè la stagione è terminata e anzi adesso deve aver nevicato sopra i 2mila metri: i ramponi li avevo dietro ma non servivano a niente in tutto il tragitto fatto. Uno dei misteri è perchè il gestore del Tosa-Pedrotti sia per telefono sia di persona mi aveva detto che servivano per scendere dalla Bocca d'Armi verso l'Alimonta. Tutti quelli con cui avevo parlato mi avevano assicurato che non servivano perchè la vedretta insisteva sulla sinistra orografica (come si vede nelle foto) mentre a destra, dove si era ritirata, si era formata una traccia che prevedeva il passaggio solo su 10 metri di neve/ghiaccio con sassi su cui ci si poteva comodamente appoggiare... Sostanzialmente avere i ramponi ai piedi sarebbe stato addirittura peggio.
Vabbè, peraltro non è nemmeno l'unica inesattezza che mi ha detto...
Ecco dietro a me la Bocca d'Armi e se aguzzate la vista vedete anche la fila di gente che sta salendo
Arrivati a questo ometto devo prendere necessariamente una decisione
Mi sono tenuto su una traccia alta che mi pareva meglio battuta ma qui c'è un bivio: girando a sinistra si scende al Rifugio Alimonta in 20 minuti. E da lì volendo al Rifugio Brentei, Casinei e Vallesinella... insomma, in un paio d'ore di sola discesa avrei concluso.
Alternativamente dall'Alimonta potrei allungare prendendo il Sentiero attrezzato SOSAT (le cosiddette Bocchette Basse) che mi porterebbe ai rifugi Tuckett-Sella e poi giù a valle.
E sennò c'è il piano originale, quello che però prevede gambe, voglia e altre minimo 6 ore su e giù per i monti: dopo le Bocchette Centrali fare anche le Bocchette Alte.
Rifletto un attimo: la giornata è bella, è presto, le gambe tutto sommato rispondono perchè le Bocchette Centrali le ho fatte in parecchio meno tempo di quel che indicavano su guide e tabelle... quando mai mi troverò qui, a 2700m, in questa situazione? Massì dai, che sarà mai.... alla fine non sarà così faticosa. Bisogna andare oltre i 3mila metri, vero, e ci saranno vari saliscendi ma sostanzialmente a parte la lunghezza non ci dovrebbero essere problemi.
Andiamo avanti e alla peggio tra un'ora ci sarà la via di fuga della Via Ferrata Oliva Detassis che mi permetterebbe di interrompere e scendere verso il Rifugio Brentei.
Ricominciamo a salire allora, sempre voltandomi spesso verso l'affascinante Bocca d'Armi
Si passa sotto alla Cima Molveno e abbastanza velocemente si raggiunge uno spallone a 2830m. Qui la montagna si interrompe e inizia una ripida discesa verso lo stretto intaglio della Bocchetta Bassa dei Massodi (2790m)
Da adesso in poi si perderà il conto delle numerose scale da fare, in salita e in discesa.
Scesi alla Bocchetta (tratto che credo sia parecchio complicato in caso di neve), subito un traverso verso sinistra su cambre e cengia larga 10 cm, giusto per infilare i piedi
e subito si raggiunge il bivio per la Ferrata Detassis, praticamente a metà di una scala... in giù si abbandona, in su si continua con le Bocchette (cartello con indicazione di 3h 30' per la Bocca di Tuckett, per fortuna abbastanza delirante, io da qui ci metterò un'ora in meno, nonostante la stanchezza).
Mi volto verso lo stretto intaglio della Bocchetta Bassa dei Massodi, il tempo di un click e si continua
Altro tratto decisamente in salita: cenge, scale, rampe, altre cenge e via così. Bisogna raggiungere una specie di altipiano sopra i 3mila metri.
Il panorama aiuta a non pensare alla fatica
Dall'altipiano bisogna scendere secco una cinquantina di metri, e ci aiuta la Scala degli Amici
Anche qui sono fortunato e grazie al fatto che sono solo riesco ad evitare il traffico notevole in direzione opposta
Ora un tratto di cresta in salita e si raggiunge la Bocchetta Alta dei Massodi. Da qui le fatiche sono sostanzialmente terminate perchè il percorso, tranne rari e brevi tratti, sarà tutto o pianeggiante o in discesa. Anche qui le cenge sono bellissime ma dopo ore e ore di cammino ho poca voglia di fare foto
Ma, ma.... cosa sono quelle montagne laggiù in lontananza? Hanno un profilo familiare...
Guardando sotto (praticamente tutta la giornata c'era il Sentiero Orsi che correva parallelo 500 metri più in basso) mi rendo conto che, grazie anche al passo veloce sulle cenge, il grosso della strada è stato fatto e manca "solo" la discesa alla Bocca di Tuckett.... e infatti eccolo il vallone... due maroni sta discesa, non finisce mai... e ho incontrato tanta gente che stava attaccando in salita, poco prima delle 14...
Eccomi finalmente alla Bocca di Tuckett dove avevo incontrato Reinhardt il giorno prima.... sostanzialmente il giro è concluso anche se restano ancora 1200 metri di discesa.
Ho finito l'acqua quindi l'unico pensiero è la radler da mezzo che mi scolerò al rifugio quindi la discesa la faccio non dico correndo ma quasi. La vedretta non esiste più, è stato scavato un sentiero con vari tratti attrezzati tutto sulla destra e grazie ai bastoni telescopici non ci sono poi grandi problemi.
Il Rifugio si avvicina sempre più, giusto una foto all'altezza del bivio per il Sentiero SOSAT e la Ferrata Dellagiacoma
e ci siamo
Pare incredibile ma sono sceso da lassù in meno di 40 minuti
Il Rifugio Tuckett-Sella è veramente molto bello e il luogo in cui sorge è forse uno dei più pazzeschi visti nella vita... mi scolo il mio radler, mi guardo un po' in giro
e riparto giù per il sentiero 317 verso il Rifugio Casinei.
Ho le gambe rotte ma in qualche maniera bisogna pure scendere... poco prima del Rifugio Casinei ultimo scatto all'indietro
Fetta di Linzer Torte al rifugio, altro mezzo litro di radler (in questi giorni mi sono veramente prosciugato, anche nei giorni successivi ho continuato a bere il doppio del solito) e giù verso Vallesinella.
Sono le 16.20, ci ho messo esattamente 9 ore dal Rifugio Pedrotti. Manco male. Il GPS dice 17km, 750 metri in salita e 1700 metri in discesa. Più o meno ci siamo.
Per fortuna riesco a prendere una navetta al volo e in breve sono al parcheggio a Madonna di Campiglio.
Restano solo 4-5 ore di macchina fino a Trieste.
Con la consapevolezza di avere fatto una 3 giorni magnifica in cui tutto è andato per il meglio partendo dalle condizioni atmosferiche (solo guardando i report di Blitz sembrava impossibile avere delle giornate così in questa zona.... non c'era una volta che non avesse dovuto modificare o accorciare una gita a causa del tempo).
Sicuramente mi verranno in mente altre considerazioni... magari stimolato da qualche vostro commento.
Per ora l'unica cosa che posso dire è che un frequentatore abituale delle Dolomiti "principali" deve per forza, almeno una volta nella vita, venire di qua... tutto veramente troppo grandioso per perderselo e in un certo qual modo anche "differente" (immagino che con le bocchette innevate, fino a qualche anno fa, e conseguente uso dei ramponi in vari punti fosse ancora più diverso).
Quest'anno ho fatto tante belle escursioni... sono salito di nuovo sulle 3 Tofane, ho fatto il Monte Rudo, il bellissimo Giro del Lavarela e del Conturines, solo per restare a quelle dolomitiche.... ma questa mi resterà sicuramente nel cuore, ancor di più.
FINE
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