Quali scenari se il Regno Unito dovesse uscire dall'Unione Europea???

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Stava con Londra, LSE, ora proprio con Amsterdam, dopo l’acquisizione da parte di Euronext. Potrebbe essere che il passaggio di Milano possa avere contribuito?
 
Milano e l’Italia avrebbero un’occasione unica per portarsi a casa buona parte del bus odi Londra. L’idea e’ semplice. Creare una zona a legislazione speciale di dirotto inglese, dove si possano stipulare contratti finanziari secondo la legge inglese, e le dispute regolate da tribunali speciali dove si applica diritto inglese e giudici scelti tra l’ordine degli avvocati inglesi.
La cosa e’ già praticata altrove con successo.
 
Il problema principale di Milano, che tiene lontano gli investitori, è la giustizia: lenta, farraginosa, mai certa. Oberata da una produzione legislativa pletorica, contraddittoria, pericolosa.

Bisognerebbe cominciare ad affrontare i problemi che affliggono i tribunali ordinari, prima di pensare a zone a giurisdizione speciale (e a introdurre così nuove norme in deroga, come se non bastasse già la selva di leggi che complicano la vita e spaventano gli investitori italiani e fanno scappare gli stranieri).
 
Appunto per quello ci vorrebbe una zona speciale con regole speciali. Non puoi pretendere che tutti i tribunali lavorino alla stessa velocità della luce di quello che il mercato finanziario richiederebbe.
Per esempio hanno adottato la cosa a Dubai dove hanno creato una zona speciale chiamata DIFC dove non si applicano le normali leggi di Dubai con tribunale in lingua araba, ma leggi commerciali inglesi, dibattimenti in lingua inglese, ed i giudici sono giudici inglesi in pensione. Ovviamente non tutto e tutti possono stipulare contratti in questo ambito, ma solo i soggetti che hanno la licenza di società finanziaria e la sede all’interno della zona franca, ma per chi opera nella finanza il diritto inglese e’ il motivo principale per operare a Londra e non a Milano.
 
E come mai in nessun'altra parte d'Europa esiste una cosa del genere?
Penso che non sia fattibile in un Paese che sia uno stato di diritto.
 

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E cosa avrebbe di così “storto”? E’ diritto commerciale, e lo legifera il parlamento. Ed e’ di fatto una zona franca, come già ne esistono in italia, che hanno leggi e procedure particolari. Per fare esempi il maso chiuso in Alto Adige che di fatto e’ in contrasto con le normali leggi successorie e con commissioni ad hoc a dirimere le dispute e lo scioglimento del maso chiuso. Ma e’ una “zona franca” a quel fine. Il motivo per cui la finanza ed assicurazioni sono a Londra non e’ per il bel clima, ma per legislazione finanziaria e commerciale snella, efficiente, e tribunali che conoscono la materia. Non si può creare dall’oggi al domani, a meno appunto di non copiare di sana pianta leggi e tribunali. E lo puoi fare solo in una zona franca speciale.
E pure per la lingua dei tribunali mica hai sempre l’italiano. Per esempio in Alto Adige la lingua in tribunale e’ italiano o tedesco. Se vuoi attirare gli operatori finanziari internazionali a Milano devi operare nella loro lingua, o magari anche vorresti che il banchiere d’affari newyorkese prima di spostarsi e lavorare non solo i pari la lingua italiana, ma anche il diritto commerciale italiano? E poi? Una fettina di culo?
 
Non sono un esperto di diritto, ma mi sembrano cose assolutamente diverse. Da un lato c'è il riconoscimento di norme consuetudinarie (ammesse in specifici casi nel nostro ordinamento), dall'altro... che cosa? Boh! Peraltro la common law è del tutto estranea al nostro ordinamento. E non conosco esempi di common law in altri paesi europei.

Ma fare sta benedetta riforma della giustizia, di cui c'è bisogno da mezzo secolo, non sarebbe meglio? Non ci si guadagnerebbe tutti, delle Alpi ai Monti Iblei?
 
Ma proprio perché il diritto commerciale e finanziario inglese e’ completamente differente da quello italiano, e perché e’ quello internazionalmente riconosciuto dagli operatori del,settore, che non puoi adottarlo in una riforma della giustizia italiana. Fai una zona franca speciale, con tribunale ad hoc, dove si adotta il diritto inglese di sana pianta, e giudici inglesi in pensione. Zona franca solo per operatori finanziari internazionali licenziati dal ministero e sotto controllo degli organi di vigilanza. Non per la gente comune.
 
Ammesso che sia possibile, escludi in questo modo dal borsa piccoli ma anche medi operatori finanziari che gestiscono la maggior parte dei risparmi degli italiani. Non mi sembra affatto una buona idea. A meno che ti trovi a millemillantamiglia lontano da tutto e circondato dal deserto, e pressoché zero piccoli investitori, dove tutto il risparmio è nelle mani di poche ricchissime famiglie di sceicchi. Dubai, appunto.
 
Non li escludi. Se vogliono farsi una licenza di operatore internazionale se la fanno. L’idea è’ quella di trasferire la city a Milano. Ma per farlo devi trasferire anche le loro leggi e tribunali. Altrimenti non vengono.
E gli operatori internazionali sono quelli che gestiscono i fondi a cui partecipano anche le banche italiane. Non la signora Maria di Voghera per intenderci, che al massimo acquista una quota di fondo presso la sua banca, la quale a sua volta acquista una quota di fondo di un operatore internazionale. E la borsa di Dubai nin e’ per sceicchi, i quali molto più probabilmente investono su Londra. Ma direi piuttosto un tentativo, con scarso successo, di attirare almeno parte della city a Dubai. Ma Dubai non e’ nella UE, dove vengono raccolto la maggior parte dei risparmi che poi vengono gestiti dagli operatori di fondi londinesi.
Ora i fondi londinesi devono per forza spostarsi nella UE. Ed i relativi gestori, che poi non sono quasi mai inglesi, ma di tutto il mondo ed hanno come lingua di comunicazione l’inglese. Il primo che gli crea le condizioni ideali se li piglia. Ed appunto le condizioni ideali sono una zona franca di diritto inglese solo per loro.
Poi ovviamente queste migliaia di operatori spendono e spandono. Prendono in affitto palazzi interi per gli uffici, appartamenti in affitto di lusso, ristoranti sempre pieni e negozi di lusso che lavorano solo per loro. Il loro indotto vale da solo decine di migliaia di posti di lavoro. Ah, pagano anche tasse mica male.
 
Beh, strano allora che tutti questi operatori si stiano trasferendo ad Amsterdam, senza chiedere che venga applicato il diritto inglese, del quale non gliene può fregar di meno. Lo fanno semplicemente perché Londra è fuori dall'UE e quindi non è più attrattiva, mentre Amsterdam, forte di essere nell'UE, offre buone opportunità e ottimi servizi.

A Milano invece non ci vengono perché i tempi della nostra giustizia sono eterni. Basterebbe renderne l'amministrazione più agile e snella. Tutto qui.
 
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Per il momento hanno solo trasferito le transazioni, ovvero acquisto e vendite telematiche ( e relative commissioni ) . Ma il loro deretano resta a Londra. Ma alla lunga non e’ sostenibile e dovranno trasferire le sedi.
 
Ma fare sta benedetta riforma della giustizia, di cui c'è bisogno da mezzo secolo, non sarebbe meglio? Non ci si guadagnerebbe tutti, delle Alpi ai Monti Iblei?

Per poterla fare dovresti anche radere al suolo qualche migliaio di leggi, regolamenti e cavilli ormai incrostati e sedimentati. Oltre a fare una revisione della capoccia di buona parte degli operatori della giustizia che questo modo di fare ce l'hanno ormai incarnito.

E, in certi casi, toccare il più sacro dei dogmi giudiziari: il potere di ogni singolo giudice di interpretare la norma; norma scritta da parlamentari che, nel 99% dei casi, sono legulei anche loro e ragionano in termini astratti e di convenienza, non di buon funzionamento e applicazione della norma stessa.

Impossibile quindi? No, però dovrai andare per gradi ritoccando una cosa alla volta in modo che le sicure rivolte corporative (da tutte le parti, magistrati, avvocati e anche cancellieri) che si prospettano potrai riuscire a gestirle un pezzo alla volta. Tutto e subito paralizzerebbe di sicuro ogni cosa, peggio di adesso.

Ci sarebbero da scrivere diversi tomi sull'argomento, ma non è questa la sede.
 
Ma per prima cosa dovresti mandare a casa tutti i giudici. Sono un mondo separato che vive di astrattismo. Sulle virgole ed i cavilli. La giustizia snella significa anche flessibilità mentale da parte di chi giudica. Ma come fa ad essere flessibile uno che ha fatto un concorso appena uscito dall’Università e poi ha fatto carriere a decisa solo da altri come lui senza alcun raffronto con la realtà della gente normale che schiatta per campare?

Nei paesi anglosassoni i giudici sono scelti tra avvocati con esperienza e per cui hanno maturato esperienza di “vita reale” al di fuori delle corti di giustizia.
 
Veramente il percorso da fare è un filo più complesso e prevede, prima di poter pensare di tentare il concorso, un tirocinio di 18 mesi nell'Avvocatura di Stato o negli uffici giudiziari, in alternativa conseguire un dottorato di ricerca in materie giuridiche della durata di 3 anni, oppure 18 mesi di pratica forense e superare l'esame di avvocato, o iscriversi ad una scuola di specializzazione in professioni legali della durata di 2 anni.

Solo dopo viene il concorso.

Ma non è finita: se lo si supera, non si diventa magistrati. C'è un ulteriore tirocinio della durata di almeno 18 mesi presso una delle sedi della Corte d'Appello. E non è finita ancora: bisogna sostenere un nuovo esame, e solo se lo passi vieni ammesso ai ruoli ordinari.

Direi che non è proprio uno scherzo. E soprattutto non direi che il magistrato è un neolaureato privo di esperienza di vita o lavorativa.
 
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