Aloha!
piano piano si progredisce, tra una piega e l'altra, complice la mitica pappa marmellatosa che amemipiacetanto da stallonato..
Negli ultimi tempi, il "grosso" dell'impegno nella progressione tecnica, direi che sta andando nella direzione del controllo dello sci posteriore.
Dovessi sintetizzare le sensazioni che a questo si sono accompagnate, direi che l'elemento "sbloccante" è stato sicuramente l'avvicinare le ginocchia, di fatto immaginando di infilare quella dell'interno "sotto" quella dell'esterno.
Tecnicamente poi così non è, ma è un pensiero che aiuta imho a rimanere compatti, stare un pò più alti, e nel contempo non "perdere il sedere" troppo indietro, peraltro trovando man mano le giuste leve.
Lo step successivo, direi che è stato quello di "sentire" finalmente ben carico il piede interno. Per provare a descrivere, direi che c'è un punto, un insieme di punti meglio, che dopo un pò donano la giusta sensazione generale. E' un insieme di leve, una sorta di "Z" che si va a creare tra coscia/tibia/piede.
Sento la "cipolla" del piede che preme, il soffietto piegato al punto giusto, ed il tutto risulta in un maggior controllo e solidità nel movimento.
E' una sensazione che, imho, se cercata/trovata/memorizzata, permette di avere un riferimento che poi verrà naturale ritrovare. Una sorta di "ancora" che, una volta individuata, non si abbandona più.
Tutto questo però, ancora con lo sci interno poco sulla lamina... manca ancora qualcosa..
Di recente, prova e riprova, o'mmiracolo! Sento la lamina che prende, comincio a "filare" e raggiungo velocità insperate. Perchè?
In sostanza, l'idea è che ho cominciato a piegare il busto verso l'interno della curva, un pò come succede con il fisso.
Se prima infatti la posizione generale rimaneva "perpendicolare" alla discesa ora, anche grazie evidentemente al punto di equilibrio trovato con la "Z", riesco a buttare il busto verso l'interno.
Un pò contribuisce anche la caviglia, a modo suo, o meglio ancora "sento" il famoso mignolino che preme (anche se per me la sensazione è più diffusa anche verso la pianta del piede, a dire il vero)!
Risultato, grandi carvate, sci più "compatti", ed in particolare l'interno ora è molto più fluido nello scambio, tanto da riuscire nelle serpentine corte, cosa che prima mi riusciva difficile se non impossibile.
Cosa noto ancora cambiare molto, è il fatto che se sono su pendenze non esagerate, tendo a caricare molto "avanti", aggressivo, alleggerendo gli sci. Se sono invece su pendenze più sostenute, tendo a cercare con il bacino la montagna, nel senso che appunto la parte interna del busto è come se cercasse di "schiacciarsi" verso il pendio, e quindi sul tallone dello sci interno.
Questo fa sì che sia un pò meno aggressivo, e più sulla "difensiva" delle code, laddove lo scambio richiede un pò più di movimento generale, e quindi risultando più lento rispetto all'altra posizione.
Chiedo quindi lumi ai più esperti: sono effettivamente sulla strada giusta?
(giurin giuretta, prima o poi una lezione la prendo! )
piano piano si progredisce, tra una piega e l'altra, complice la mitica pappa marmellatosa che amemipiacetanto da stallonato..
Negli ultimi tempi, il "grosso" dell'impegno nella progressione tecnica, direi che sta andando nella direzione del controllo dello sci posteriore.
Dovessi sintetizzare le sensazioni che a questo si sono accompagnate, direi che l'elemento "sbloccante" è stato sicuramente l'avvicinare le ginocchia, di fatto immaginando di infilare quella dell'interno "sotto" quella dell'esterno.
Tecnicamente poi così non è, ma è un pensiero che aiuta imho a rimanere compatti, stare un pò più alti, e nel contempo non "perdere il sedere" troppo indietro, peraltro trovando man mano le giuste leve.
Lo step successivo, direi che è stato quello di "sentire" finalmente ben carico il piede interno. Per provare a descrivere, direi che c'è un punto, un insieme di punti meglio, che dopo un pò donano la giusta sensazione generale. E' un insieme di leve, una sorta di "Z" che si va a creare tra coscia/tibia/piede.
Sento la "cipolla" del piede che preme, il soffietto piegato al punto giusto, ed il tutto risulta in un maggior controllo e solidità nel movimento.
E' una sensazione che, imho, se cercata/trovata/memorizzata, permette di avere un riferimento che poi verrà naturale ritrovare. Una sorta di "ancora" che, una volta individuata, non si abbandona più.
Tutto questo però, ancora con lo sci interno poco sulla lamina... manca ancora qualcosa..
Di recente, prova e riprova, o'mmiracolo! Sento la lamina che prende, comincio a "filare" e raggiungo velocità insperate. Perchè?
In sostanza, l'idea è che ho cominciato a piegare il busto verso l'interno della curva, un pò come succede con il fisso.
Se prima infatti la posizione generale rimaneva "perpendicolare" alla discesa ora, anche grazie evidentemente al punto di equilibrio trovato con la "Z", riesco a buttare il busto verso l'interno.
Un pò contribuisce anche la caviglia, a modo suo, o meglio ancora "sento" il famoso mignolino che preme (anche se per me la sensazione è più diffusa anche verso la pianta del piede, a dire il vero)!
Risultato, grandi carvate, sci più "compatti", ed in particolare l'interno ora è molto più fluido nello scambio, tanto da riuscire nelle serpentine corte, cosa che prima mi riusciva difficile se non impossibile.
Cosa noto ancora cambiare molto, è il fatto che se sono su pendenze non esagerate, tendo a caricare molto "avanti", aggressivo, alleggerendo gli sci. Se sono invece su pendenze più sostenute, tendo a cercare con il bacino la montagna, nel senso che appunto la parte interna del busto è come se cercasse di "schiacciarsi" verso il pendio, e quindi sul tallone dello sci interno.
Questo fa sì che sia un pò meno aggressivo, e più sulla "difensiva" delle code, laddove lo scambio richiede un pò più di movimento generale, e quindi risultando più lento rispetto all'altra posizione.
Chiedo quindi lumi ai più esperti: sono effettivamente sulla strada giusta?
(giurin giuretta, prima o poi una lezione la prendo! )