Anch'io ho avuto la stessa sensazione lavorandoci un po' nel finale di stagione. Parlando dell'esterno, se cercavo di controsterzare pensando solo al piede, finivo arretrato con il peso sul tallone. L'impressione che ne ho tratto è che forse non conviene pensare di controsterzare solo col piede e che potrebbe essere più efficace aggiungere la controrotazione del busto, a patto che la caviglia venga tenuta bella solida in "tipping" in modo che l'effetto torsionante della controrotazione del busto si trasmetta fino al piede. Che le due azioni debbano lavorare in sinergia?
Bel tema su cui lavorare la prossima stagione, assieme alla gestione dell'interno come strumento per il controllo degli equilibri.
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Fausto, una curiosità: quando fai "tipping" del piede esterno, provando anche semplicemente in scarpe da ginnastica, il piede si porta sull'"arco mediale" (come mostrato qui:
https://it.wikipedia.org/wiki/Pianta_del_piede).
Secondo te dentro lo scarpone è una sensazione da ricercare quella di sentire un appoggio solido e stabile sui due punti di questo arco?
Partiamo dal presupposto che la regola generale è quella che sciando bisogna fare dei movimenti " necessari " , ne più ne meno, in base a quello che sentiamo sotto il piede . Ora alcuni di noi possono avere una buona sensibilità e agire di conseguenza , altri molto meno ( sordi) e quindi non trovare mai la quadra per un equilibrio adeguato . Mi spiego : siccome ogni volta che mettiamo
lo sci sullo spigolo questo cambia direzione , la rotazione di quello che gli sta sopra è inevitabile ( nel senso della curva ) , ovvero senza azioni particolari andiamo in rotazione verso monte .... se controlliamo questa rotazione vincoliamo lo sci e riusciamo , bene o male a condurre una curva di raggio e velocità che naturalmente varia. L'azione di opposizione a questa rotazione ( che è presente anche con gli sci moderni) è gestita muscolarmente dallo sciatore , con i vari distretti caviglia , bacino ,spalle ,testa, braccia , nella misura necessaria , ovvero sufficente a controllarla...o meglio,
a non innescarla . Quindi può essere anche minima o invece molto accentuata . A livello di ? Se uno ha due caviglie d'acciaio ( e c'è ne) l'azione di controllo dell'innesco della rotazione e dello sbandamento dello sci ( con le adeguate inclinazioni) può essere gestita a livello di piede caviglia ( con una opposizione che è fisiologicamente una controsterzata come descritta da Valerio), consciamente ma spesso inconsciamente ( qualità neuromuscolare) ... ( cito per tutti Ligety ai tempi d'oro ...poca controrotazione di bacino , grande piega e caviglie stellari) , se invece la caviglia non basta , specie a certi livelli , la sensibilità renderà necessaria una azione di controllo della rotazione che coinvolge più marcatamente altri distretti , bacino spalle braccia, ( vedi Hirscher ) ....
per concludere e rispondere : caviglia -bacino -spalle lavorano sempre in sinergia on demand attivandosi in base a quello che lo sciatore ( parliamo di chi scia veramente) sente di aver bisogno di fare per andare dove vuole alla velocità stabilità ( raggio stretto , lungo ecc. ecc.) . Questa sensibilità ( abitudine , addestramento , esercizio , sensi e equilibri) parte dal piede perchè è l'unico riferimento per capire , in parole povere se lo sci tiene o terrà in un determinato percorso , obbligato o meno . Quando camminiamo l'appoggio è ( in parole povere ) sempre su tre punti a formare un triangolo come descritto dal link. ..e così va riprodotto nello sci , o meglio dentro lo scarpone....iniziando l'appoggio sulla parte esterna dello piede che sta diventando il piede che sosterrà la maggior parte del lavoro (esterno) per finire sui due punti dell'arco mediale ( parte interna ) ..inevitabilmente.
Questo è il pane e il salame .... non si può fare senza a meno di non diventare sciatori incompleti..... tutto quello che viene dopo o durante , sul come arrivarci (didattica) lasciamolo ai maestri delle varie scuole....che magari non ti spieganop questo ma ti ci fanno arrivare con esercizi dedicati di progressione e sviluppo.