Settimana di scleri metereopatici: ogni 12 ore cambiano le previsioni, non riesco a decidere come organizzare il weekend: festa alta sia venerdí sera che sabato sera, oppure venerdí tranquillo, sabato sugli sci e festa sabato sera, o intero weekend sugli sci? :??? e soprattutto, DOVE?
Ora di venerdí le previsioni concordano almeno su un punto: domenica ci sarà ovunque un vento della madonna, quindi escludo già il weekend intero sugli sci, mentre per sabato, potrebbe essere variabile o bello... a zone!
A sto punto decido di puntare la sveglia sabato mattina alle 6,30: da qualche parte andrò a sciare, il DOVE lo deciderò la mattina stessa.
Suona la sveglia, controllo gli ultimi aggiornamenti... Marmolada non mi ispira, troppo variabile e basta una scorreggia che si chiude tutto... Sella Nevea invece sembra incoraggiante, ed ho pure un conto in sospeso visto che quando ci sono andato il 3 gennaio, come prolungamento della vacanza slovena, ho beccato un vento atroce ed impianti praticamente tutti chiusi! AGGIUDICATO!
Questo piccolo comprensorio internazionale, attorno al monte Canin - che separa Sella Nevea (UD) da Plezzo (Bovec) nella regione slovena del Goriziano - è a mio avviso una delle chicche sciistiche del nordest: non è enorme, ma ha delle piste molto interessanti, e soprattutto presenta due anime, quella italiana e quella slovena, diverse e complementari, in grado di soddisfare tutti i gusti: assolate e piú tranquille le piste slovene, in ombra e piú toste quelle italiane.
Bon, partenza.
Le premesse non sono delle migliori: cielo grigio ed in autostrada becco pure una lavata... guardo la webcam, sembra velato/nuvolo...
giro la macchina e torno a casa? No dai, mal che vada andrò a donnine a Villach
Quando arrivo la situazione è decisamente migliore, giusto due nuvolette coreografiche, e in cassa mi confermano che il collegamento con Plezzo è aperto, top IGO
Mi avvio lungo il raccordo basso, direi che la giornata promette bene
raggiungo la stazione della cabinovia CANIN
un cappuccino al volo e via! sembra davvero niente male oggi :wink:
L' ultima parte della risalita da un antipasto dell' ambiente in cui si andrà a finire
e quando arrivo il Bila Pec e la sua Sella mi danno il benvenuto: BUONGIORNO! IGO
La voglia di lanciarmi subito lungo una delle due piste "Canin" mi assale, ma preferisco andare prima nel versante sloveno, che essendo esposto al sole fin dal mattino ha la neve che tende a mollare prima. Vado quindi a prendere la funivia (tecnicamente Funifor) PREVALA, che risale l' omonima conca
L' arrivo alla stazione a monte è un trauma spettacolare: il panorama da qua è IN-COM-MEN-SU-RA-BI-LE :skiamo: :skiamo: :skiamo:
praticamente una carrellata di tutte le principali cime delle Alpi Giulie italiane!
E dietro, in fondo, quasi nascosto, fa capolino un cupolone, anzi, un piramidone, che già da tempo è nelle mie mire estive :wink:
A casa, tirando di zoom, mi accorgo che qualcuno ha tracciato (anzi, sta tracciando!) i versanti sud in zona Fuart/Montasio: a vedere queste distese candide verrebbe voglia anche a me che non sono skialper!!!
e anche sull' altopiano oltre il Bila Pec dev' essere una bella goduria IGO
Ma bando alle ciance, scendo verso Sella Prevala, dove si attraversa il confine
Da qua prendo il ramo settentrionale dell' omonima seggiovia (è "bidirezionale", con intermedia a Forcella del Forato): il primo impatto col panorama è il vallone della Carnizza, frequentato dagli skialper e che, con un buon innevamento, permette di arrivare fino alla prima intermedia della cabinovia di Plezzo: oltre il Monte della Porta (Vratni Vrh) si intravvede già la valle dell' Isonzo e, sullo sfondo, le Alpi Giulie slovene piú interne
sotto di me il tratto sloveno della pista Prevala, che scende dalla forcella fino al confine
sento un richiamo da dietro, come se qualcuno mi dicesse di girarmi... è il Tricorno, il re delle Giulie, che si alza sopra le nuvole, sullo sfondo
Arrivo in forcella, salutato dall' estrema propaggine dello Stador
Da qua il panorama si apre immenso sul medio Isonzo e sulle Prealpi
È il teatro della Battaglia di Caporetto, una delle piú controverse e rocambolesche che la storia abbia visto.
Si, rocambolesca, perché non fosse per la sua tragicità, per le sue migliaia di morti e le migliaia di civili sfollati, sarebbe quasi una commedia dell' assurdo.
Da una parte un comandante di Armata ("supplente", visto che il titolare - Generale Capello - era in ospedale con una grave infezione) che fa sclerare i suoi comandanti di Corpo d' Armata togliendo e rimettendo brigate, e questi si "dimenticano" di sbarrare il fondovalle;
dall' altra i super generali tedeschi, che ci studiano su per mesi basandosi sulla piú raffinata arte militare teutonica: un aggiramento non singolo, ma addirittura doppio! e poi si trovano le super divisioni austriache (ala aggirante destra) quasi bloccate su Monte Rosso e Monte Nero, le super divisioni tedesche (ala aggirante sinistra) che avanzano, ma rallentate, alle falde del Matajur, e la divisione piú scrausa di tutte, quasi disprezzata perfino dagli alti comandi tedeschi, che doveva limitarsi a rastrellare il fondovalle dopo che le super divisioni d' élite avevano sfondato a nord e a sud (e per questo aveva scarsissima artiglieria e non aveva truppe che la seguissero per proseguire dopo lo sfondamento, perché non doveva sfondare) proprio questa divisione si trova strada libera e avanza quasi 30 kilometri in poche ore, chiudendo alle spalle migliaia di italiani, e scombinando pure i piani dei generalissimi tedeschi che si trovano ad aver sfondato centralmente e non per ala come insegna la loro scuola!
Rocambolesca e tragica, e condita per di piú da una calunnia: "interi reggimenti si sono arresi senza combattere".
Un' infamia, nata da alcuni generali per pararsi le chiappe.
Gli unici vili sono stati i comandanti delle brigate da cui dipendevano proprio quei reggimenti "scomparsi": comandanti di brigata che ai primi rumori di battaglia hanno abbandonato le loro truppe e sono scappati, mentre i loro soldati lottavano e si facevano ammazzare.
Fortunatamente qualcuno si è ricordato che a Roma ci sono i verbali d' interrogatorio di oltre SEDICIMILA ufficiali catturati in quella battaglia, e la verità, dopo quasi un secolo, è finalmente venuta a galla.
Ma torniamo a noi: scendo lungo la breve pista SEDLO
che mi deposita giusto ai piedi della muraglia del Forato
da qua partirebbe la pista Graben, oggi chiusa: una pistarella tranquilla, ma che si incanala in un ambiente galattico, guarda in che conca va ad infilarsi :arf:
Mi dirigo verso la stazione a monte della cabinovia: da qua partono le piste Skripi 1 e 3, due rosse con gran vista sul fondovalle e sole in faccia.
Nonostante siano esposte al sole fin dall' alba, grazie alle basse temperature il fondo è perfetto, e le due piste sono tutte da godere fino all' ultima curva.
Via con la SKRIPI 1!
penso che qualsiasi descrizione dell' ambiente sia superflua IGO
Arrivo alla seggiovia SKRIPI, su che non c' è tempo da perdere!
Durante la risalita posso godermi il panorama con calma: a sinistra la muraglia dello Schedeni Piccolo (Mali Skedenj)... ciao! :arf:
stupendo :skiamo: :skiamo: :skiamo: e se vi dico la quota vi mettete a ridere... supera di poco i 2000! hai capito le Giulie? :wink:
A destra la cresta dello Stador
Arrivo su, e mi concedo un bis della pista senza foto, viiiiiiiia!
Altro round di seggiovia, e mi faccio due corse sulla SKRIPI 3, che dopo la partenza in comune con la 1, si tiene poi piú a sinistra, praticamente sotto lo Stador
Tornato su, vado a prendere il ramo meridionale della seggiovia PREVALA, dove il padrone tiene tutto sotto controllo
la salita è breve, e parto praticamente subito lungo il tratto sloveno della pista PREVALA, bella rossa stuzzicosa che scende all' omonima sella
Oi fermo!
Eh?
Ma ti sei mica guardato attorno?
Ocaxxxx :shock::shock::shock:
L' AMBIENTE È PAZZESCO! :skiamo::skiamo::skiamo:
In qualche modo mi decido ad arrivare a Sella Prevala: da qua la pista prosegue in territorio italiano mantenendo lo stesso nome, ma subendo una mutazione totale: aperta e panoramica la parte slovena, buia ed imbudellata tra due muraglie la parte italiana
ma è poco bella? :arf:
Penso che chi ama le piste di Cortina, in particolare quelle alte in Tofana, qua si troverebbe a proprio agio: ok non ci sono tantissime piste, ma come in Tofana sono mediamente c'azzute e l' ambiente è solenne, maestoso, imponente
Ah, qualcuno si sta ancora chiedendo come mai il Forato si chiami cosí? eccolo accontentato!
Vi ho mostrato le due tratte della pista Prevala, quella italiana e quella slovena, formalmente due piste separate, ma se unite (attenzione in sella alla gente che arriva dal raccordo della funivia) e fatte tutte in tiro viene fuori un unico pistone di quasi tre kilometri tutto da godere :arf:
La decisione è quindi scontata: torno su subito.
Mi lancio.
E GODO COME UNA P'UTTANELLA IGO IGO IGO
Quando arrivo alla fine sono in esaltazione mistica, anzi, esaltazione doppia, perché adesso mi aspettano le due piste Canin :arf:
Prendo la seggiovia GILBERTI, con il Bila Pec che si specchia sulla sua stazione a monte
Cominciamo con la CANIN TURISTICA, una bella rossa di oltre tre chilometri che, a dispetto del nome, presenta una parte finale tutta curvoni niente male IGO
La prendo da dietro, dal raccordo panoramico che passa tra la chiesetta e la vecchia stazione della funivia
dopo il primo muro in comune con l' agonistica, prendo a destra, dove si calma un attimo
ma è da metà in poi che... turistica si, ma non troppo
stupenda! Il bis è d' obbligo!
Tutta in tiro, non stop, è una bella galoppata, tutta col postbruciatore acceso, spettacolo! (Yeah)
Sto godendo come un caimano, ma non è ancora finita: adesso tocca alla CANIN AGONISTICA IGO
Due chilometri e mezzo di libidine pura: muro-curvone muro-curvone muro-curvone, ATOMICA!
Questa volta non parti panoramico, dal raccordo dietro: vai diretto già infiammato!
BOOOM MURO INIZIALE!
curva-muro-curva, il leit-motiv di questa pista
curvone finale
Dentro in cabinovia prima di subito, bisogna rifarla immediatamente, senza foto, tutta d' un fiato!
Arrivo giú che ho il fiatone, mi ci vogliono due minuti per riprendermi, è un' apnea questa pista
Mentre risalgo inizio a sentire tipo un crampo allo stomaco... guardo l' ora, effettivamente tra foto, discese raccontate e discese non raccontate, l' ora della pappa è bella che passata, cosí vado dritto al Rifugio Gilberti, dove mi aspetta un' abbuffata di caserecci salsiccia & radicchio, seguiti dal crostone: polenta abbrustolita con formaggio fuso e speck croccante :semagna:
Salto il dolce, altrimenti la prossima pista la faccio rotolando
Caffettino - grappino - :sig: di rito, e purtroppo è ora di rientrare: ancora una Canin Turistica, one more time!
Quando arrivo alla macchina sono letteralmente per aria, erano anni che non mi godevo cosí una sciata, di quelle che che quando finisci non senti la stanchezza ma avresti ancora voglia, e ti dispiace venire via.
Oggi è stata LA giornata perfetta, Sella Nevea ha dato il meglio di se.
Ora di venerdí le previsioni concordano almeno su un punto: domenica ci sarà ovunque un vento della madonna, quindi escludo già il weekend intero sugli sci, mentre per sabato, potrebbe essere variabile o bello... a zone!
A sto punto decido di puntare la sveglia sabato mattina alle 6,30: da qualche parte andrò a sciare, il DOVE lo deciderò la mattina stessa.
Suona la sveglia, controllo gli ultimi aggiornamenti... Marmolada non mi ispira, troppo variabile e basta una scorreggia che si chiude tutto... Sella Nevea invece sembra incoraggiante, ed ho pure un conto in sospeso visto che quando ci sono andato il 3 gennaio, come prolungamento della vacanza slovena, ho beccato un vento atroce ed impianti praticamente tutti chiusi! AGGIUDICATO!
Questo piccolo comprensorio internazionale, attorno al monte Canin - che separa Sella Nevea (UD) da Plezzo (Bovec) nella regione slovena del Goriziano - è a mio avviso una delle chicche sciistiche del nordest: non è enorme, ma ha delle piste molto interessanti, e soprattutto presenta due anime, quella italiana e quella slovena, diverse e complementari, in grado di soddisfare tutti i gusti: assolate e piú tranquille le piste slovene, in ombra e piú toste quelle italiane.
Bon, partenza.
Le premesse non sono delle migliori: cielo grigio ed in autostrada becco pure una lavata... guardo la webcam, sembra velato/nuvolo...
giro la macchina e torno a casa? No dai, mal che vada andrò a donnine a Villach
Quando arrivo la situazione è decisamente migliore, giusto due nuvolette coreografiche, e in cassa mi confermano che il collegamento con Plezzo è aperto, top IGO
Mi avvio lungo il raccordo basso, direi che la giornata promette bene
raggiungo la stazione della cabinovia CANIN
un cappuccino al volo e via! sembra davvero niente male oggi :wink:
L' ultima parte della risalita da un antipasto dell' ambiente in cui si andrà a finire
e quando arrivo il Bila Pec e la sua Sella mi danno il benvenuto: BUONGIORNO! IGO
La voglia di lanciarmi subito lungo una delle due piste "Canin" mi assale, ma preferisco andare prima nel versante sloveno, che essendo esposto al sole fin dal mattino ha la neve che tende a mollare prima. Vado quindi a prendere la funivia (tecnicamente Funifor) PREVALA, che risale l' omonima conca
L' arrivo alla stazione a monte è un trauma spettacolare: il panorama da qua è IN-COM-MEN-SU-RA-BI-LE :skiamo: :skiamo: :skiamo:
praticamente una carrellata di tutte le principali cime delle Alpi Giulie italiane!
E dietro, in fondo, quasi nascosto, fa capolino un cupolone, anzi, un piramidone, che già da tempo è nelle mie mire estive :wink:
A casa, tirando di zoom, mi accorgo che qualcuno ha tracciato (anzi, sta tracciando!) i versanti sud in zona Fuart/Montasio: a vedere queste distese candide verrebbe voglia anche a me che non sono skialper!!!
e anche sull' altopiano oltre il Bila Pec dev' essere una bella goduria IGO
Ma bando alle ciance, scendo verso Sella Prevala, dove si attraversa il confine
Da qua prendo il ramo settentrionale dell' omonima seggiovia (è "bidirezionale", con intermedia a Forcella del Forato): il primo impatto col panorama è il vallone della Carnizza, frequentato dagli skialper e che, con un buon innevamento, permette di arrivare fino alla prima intermedia della cabinovia di Plezzo: oltre il Monte della Porta (Vratni Vrh) si intravvede già la valle dell' Isonzo e, sullo sfondo, le Alpi Giulie slovene piú interne
sotto di me il tratto sloveno della pista Prevala, che scende dalla forcella fino al confine
sento un richiamo da dietro, come se qualcuno mi dicesse di girarmi... è il Tricorno, il re delle Giulie, che si alza sopra le nuvole, sullo sfondo
Arrivo in forcella, salutato dall' estrema propaggine dello Stador
Da qua il panorama si apre immenso sul medio Isonzo e sulle Prealpi
È il teatro della Battaglia di Caporetto, una delle piú controverse e rocambolesche che la storia abbia visto.
Si, rocambolesca, perché non fosse per la sua tragicità, per le sue migliaia di morti e le migliaia di civili sfollati, sarebbe quasi una commedia dell' assurdo.
Da una parte un comandante di Armata ("supplente", visto che il titolare - Generale Capello - era in ospedale con una grave infezione) che fa sclerare i suoi comandanti di Corpo d' Armata togliendo e rimettendo brigate, e questi si "dimenticano" di sbarrare il fondovalle;
dall' altra i super generali tedeschi, che ci studiano su per mesi basandosi sulla piú raffinata arte militare teutonica: un aggiramento non singolo, ma addirittura doppio! e poi si trovano le super divisioni austriache (ala aggirante destra) quasi bloccate su Monte Rosso e Monte Nero, le super divisioni tedesche (ala aggirante sinistra) che avanzano, ma rallentate, alle falde del Matajur, e la divisione piú scrausa di tutte, quasi disprezzata perfino dagli alti comandi tedeschi, che doveva limitarsi a rastrellare il fondovalle dopo che le super divisioni d' élite avevano sfondato a nord e a sud (e per questo aveva scarsissima artiglieria e non aveva truppe che la seguissero per proseguire dopo lo sfondamento, perché non doveva sfondare) proprio questa divisione si trova strada libera e avanza quasi 30 kilometri in poche ore, chiudendo alle spalle migliaia di italiani, e scombinando pure i piani dei generalissimi tedeschi che si trovano ad aver sfondato centralmente e non per ala come insegna la loro scuola!
Rocambolesca e tragica, e condita per di piú da una calunnia: "interi reggimenti si sono arresi senza combattere".
Un' infamia, nata da alcuni generali per pararsi le chiappe.
Gli unici vili sono stati i comandanti delle brigate da cui dipendevano proprio quei reggimenti "scomparsi": comandanti di brigata che ai primi rumori di battaglia hanno abbandonato le loro truppe e sono scappati, mentre i loro soldati lottavano e si facevano ammazzare.
Fortunatamente qualcuno si è ricordato che a Roma ci sono i verbali d' interrogatorio di oltre SEDICIMILA ufficiali catturati in quella battaglia, e la verità, dopo quasi un secolo, è finalmente venuta a galla.
Ma torniamo a noi: scendo lungo la breve pista SEDLO
che mi deposita giusto ai piedi della muraglia del Forato
da qua partirebbe la pista Graben, oggi chiusa: una pistarella tranquilla, ma che si incanala in un ambiente galattico, guarda in che conca va ad infilarsi :arf:
Mi dirigo verso la stazione a monte della cabinovia: da qua partono le piste Skripi 1 e 3, due rosse con gran vista sul fondovalle e sole in faccia.
Nonostante siano esposte al sole fin dall' alba, grazie alle basse temperature il fondo è perfetto, e le due piste sono tutte da godere fino all' ultima curva.
Via con la SKRIPI 1!
penso che qualsiasi descrizione dell' ambiente sia superflua IGO
Arrivo alla seggiovia SKRIPI, su che non c' è tempo da perdere!
Durante la risalita posso godermi il panorama con calma: a sinistra la muraglia dello Schedeni Piccolo (Mali Skedenj)... ciao! :arf:
stupendo :skiamo: :skiamo: :skiamo: e se vi dico la quota vi mettete a ridere... supera di poco i 2000! hai capito le Giulie? :wink:
A destra la cresta dello Stador
Arrivo su, e mi concedo un bis della pista senza foto, viiiiiiiia!
Altro round di seggiovia, e mi faccio due corse sulla SKRIPI 3, che dopo la partenza in comune con la 1, si tiene poi piú a sinistra, praticamente sotto lo Stador
Tornato su, vado a prendere il ramo meridionale della seggiovia PREVALA, dove il padrone tiene tutto sotto controllo
la salita è breve, e parto praticamente subito lungo il tratto sloveno della pista PREVALA, bella rossa stuzzicosa che scende all' omonima sella
Oi fermo!
Eh?
Ma ti sei mica guardato attorno?
Ocaxxxx :shock::shock::shock:
L' AMBIENTE È PAZZESCO! :skiamo::skiamo::skiamo:
In qualche modo mi decido ad arrivare a Sella Prevala: da qua la pista prosegue in territorio italiano mantenendo lo stesso nome, ma subendo una mutazione totale: aperta e panoramica la parte slovena, buia ed imbudellata tra due muraglie la parte italiana
ma è poco bella? :arf:
Penso che chi ama le piste di Cortina, in particolare quelle alte in Tofana, qua si troverebbe a proprio agio: ok non ci sono tantissime piste, ma come in Tofana sono mediamente c'azzute e l' ambiente è solenne, maestoso, imponente
Ah, qualcuno si sta ancora chiedendo come mai il Forato si chiami cosí? eccolo accontentato!
Vi ho mostrato le due tratte della pista Prevala, quella italiana e quella slovena, formalmente due piste separate, ma se unite (attenzione in sella alla gente che arriva dal raccordo della funivia) e fatte tutte in tiro viene fuori un unico pistone di quasi tre kilometri tutto da godere :arf:
La decisione è quindi scontata: torno su subito.
Mi lancio.
E GODO COME UNA P'UTTANELLA IGO IGO IGO
Quando arrivo alla fine sono in esaltazione mistica, anzi, esaltazione doppia, perché adesso mi aspettano le due piste Canin :arf:
Prendo la seggiovia GILBERTI, con il Bila Pec che si specchia sulla sua stazione a monte
Cominciamo con la CANIN TURISTICA, una bella rossa di oltre tre chilometri che, a dispetto del nome, presenta una parte finale tutta curvoni niente male IGO
La prendo da dietro, dal raccordo panoramico che passa tra la chiesetta e la vecchia stazione della funivia
dopo il primo muro in comune con l' agonistica, prendo a destra, dove si calma un attimo
ma è da metà in poi che... turistica si, ma non troppo
stupenda! Il bis è d' obbligo!
Tutta in tiro, non stop, è una bella galoppata, tutta col postbruciatore acceso, spettacolo! (Yeah)
Sto godendo come un caimano, ma non è ancora finita: adesso tocca alla CANIN AGONISTICA IGO
Due chilometri e mezzo di libidine pura: muro-curvone muro-curvone muro-curvone, ATOMICA!
Questa volta non parti panoramico, dal raccordo dietro: vai diretto già infiammato!
BOOOM MURO INIZIALE!
curva-muro-curva, il leit-motiv di questa pista
curvone finale
Dentro in cabinovia prima di subito, bisogna rifarla immediatamente, senza foto, tutta d' un fiato!
Arrivo giú che ho il fiatone, mi ci vogliono due minuti per riprendermi, è un' apnea questa pista
Mentre risalgo inizio a sentire tipo un crampo allo stomaco... guardo l' ora, effettivamente tra foto, discese raccontate e discese non raccontate, l' ora della pappa è bella che passata, cosí vado dritto al Rifugio Gilberti, dove mi aspetta un' abbuffata di caserecci salsiccia & radicchio, seguiti dal crostone: polenta abbrustolita con formaggio fuso e speck croccante :semagna:
Salto il dolce, altrimenti la prossima pista la faccio rotolando
Caffettino - grappino - :sig: di rito, e purtroppo è ora di rientrare: ancora una Canin Turistica, one more time!
Quando arrivo alla macchina sono letteralmente per aria, erano anni che non mi godevo cosí una sciata, di quelle che che quando finisci non senti la stanchezza ma avresti ancora voglia, e ti dispiace venire via.
Oggi è stata LA giornata perfetta, Sella Nevea ha dato il meglio di se.