Ravanage, pesca e sci: Pareto "inverso" nello sci fuoripista - Skicivetta 29 dic 2017

Fabio

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Ravanage, pesca e sci: Pareto "inverso" nello sci fuoripista - Skicivetta 29 dic 2017

Siamo rimasti in 3, 3 somari e 3 briganti sulla strada longa longa dello Ski Civetta.

Arriviamo al Col dei Baldi e le condizioni che ci attendono sono strepitose:

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Propongo di andare subito a fare i boschetti del falegname. Come per le donne a volte l'amore non fa capire più nulla e si rischia di prendere per cioccolata quello che tale non è. Per i boschetti quel giorno è stato così.

I boschetti del falegname sono tra i miei preferiti. Probabilmente, anzi diciamo così, evidentemente necessitano di molta - moltissima neve per diventare quelli che mi hanno fatto letteralmente innamorare di questa zona dello Ski Civetta quel giorno con Matteo.
Attualmente stanno a meno 1 metro secco di neve, se non 2 di neve rispetto alle condizioni della giornata "roof-skiing" e la parte bassa che ha bosco più fitto ne risente.
Quel 2014 la malga emergeva solo per l'ultimo piano, forse i metri in meno sono 3 (nella foto seguente manca la porta di ingresso perchè questo è il secondo piano):
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Il 29 dicembre non erano in forma nemmeno nella meravigliosa parte alta: era pessima causa troppa neve. Anche la stradina del rientro che altre volte avevo fatto tutta senza spingere è un mezzo calvario. Davvero un peccato, poteva essere la sciata dell'anno ed invece... tutta esperienza.

Facciamo una discesa.

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Non è eccezionale come speravamo. Delusione.

Archiviamo i boschetti del falegname e andiamo in cerca di altro.


La legge di Pareto parla di rapporti tra 80 e 20.
Più o meno afferma che l'80% delle cose belle accade per causa di circa un 20% di azioni buone. Alcuni esempi di 80-20 si trovano in wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Principio_di_Pareto

Applicato allo sci si potrebbe tradurre più o meno così:
l'80% del piacere di sciata lo ottieni dalle discese per cui hai faticato un 20%
il che se ci pensiamo è spesso vero... sono quelle 3 seggiovie fatte al mattino presto che ci hanno regalato quella soddisfazione, è stata quella funivia delle 13 a regalarci la miglior discesa che ha valso la giornata e così via.

Noi abbiamo voluto testare su di noi l'opposto. Il 20% di godimento della giornata ci è costato un 80% di fatica.



Risalendo con la seggiovia di Pescul Pizz ed Elia notano sulla sinistra una bella linea ripida. La classica pillow line pendente e carica di neve. Andiamo a provarla!

Scendiamo dall'impianto, attraversiamo la pista e si dà inizio alle danze.

La neve e magnifica ed i 2 compari osano scendere a velocità supersoniche piazzando alcune bei salti di livello.
Ci esaltiamo!
Zupper.


Pizz
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Elia
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Riprendiamo fiato, pisciamo e ci accorgiamo che la linea finisce in prossimità di un ponticello.
Ci attendono 2 opzioni, 2 maledette opzioni per 3 somari:
  • opzione A: con poca scaletta si risalgono sì e no 15 m di dislivello e si scende per la stradina di servizio: questa è l'opzione sicura. Piccola fatica iniziale e risultato certo. Sarebbe la scelta del decisore razionale. Che noia!
  • opzione B: si prosegue scendendo per la valle. Come sarà? Nessuna traccia va in quella direzione. Che attraente!

Secondo voi cosa può avere la meglio: tra la noiosa certezza e l'adrenalinica incertezza?



Che domande, prendiamo la B...
e si fece buio sulla terra.




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Il concetto di ravanage ha assunto nuovi limiti.
Dire "ho ravanato" ora assume tutto un altro sapore. Poche altre volte mi ero ritrovato a passare ruscelli con salti, alberi caduti messi di traverso, radici pro-sliding nell'acqua e niente-po-po-di-meno-che briglie da saltare (pizz ed elia) o da superare in modalità fitness-supreme.
Per 1 ora o più non ci è stato concesso un metro di pausa. Prendete una valle molto stretta, devastatela, metteteci una quantità di neve che sia al limite tra "poterla sciare" e insufficiente per non farti cadere nell'acqua. Metteteci un ruscello che contro le leggi della fisica classica, a meno 10 gradi è ancora pieno d'acqua... Ecco ancora non ho reso l'idea.

Questo è stato il nostro 80% di fatica stagionale.
Tutto concentrato in un giorno.

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All'arrivo in stradina si festeggia come quando si fa la miglior linea dell'anno. I bastoncini quasi non si riescono ad alzare da quanto abbiamo ravanato.
Ci dobbiamo fermare al bar per asciugarci e per fortuna (o sfortuna) becchiamo un rifugio che già puzzava più di noi. Consiglierei la visita di un idraulico bravo al bar posto nei pressi della seggiovia di Pescul.

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Ma ci attende il complementare! 20% di fatica per 80% di goduria
Dopo esserci ripresi andiamo a godere di quello che dovrebbe essere l'80% del piacere della sciata con il 20% della fatica.
Messa così pare una figata.
Ma se ripenso all'acqua del torrente che entra nello scarpone, ai passaggi in cui sciando radici e rocce si era sospesi sul fiume, alla fatica da fare per risalire pochi cm manderei a quel paese il vostro Pareto.

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Neve molto bella. Elia "slaida".

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Si riescono a fare saltini anche dai tetti delle baite.
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E dopo pranzo il sole inizia ad abbassarsi ed escono le sciate più "scenografiche" anche se l'80% di fatica si fa ben sentire.
Elia e il Civetta.
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Pizz e il Civetta.
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Arriva sera, colori stupendi, tramonto indescrivibile ma la testa sta ancora pensando ai boschetti "poco super boschetti" e alla ravanata dell'opzione B.
Tutta esperienza, poco da aggiungere. Esperienza che avrei barattato volentieri con 5 discese Fertazza - Pescul come quelle del 2014.
Alla prossima e una grazie ai mitici Elia e Pizz.

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Stazione di monte a Col dei Baldi.


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Ora blu allo Ski Civetta, Belluno.


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Credo davvero il più grande ravanage della mia storia. ...
Direi qualche cosa di "sperimentale"HIHIHI
 
Al solito abbiamo portato a casa la pelle....e questa volta non l’abbiamo rischiata per slavine, ma per ipotermia da ruscello... ahahaha un grazie alla guida Fabio.... come sempre super report ma al di là di Pareto.... gran bella giornata....ciao Ski Civetta...ci vediamo tra 2 metri o 15 anni ahahahah
 
Il concetto di efficienza paretiana e' abbastanza distante sia dal ponte che dal ruscello in effetti... penso che risieda esattamente sul seggiolino dell'ultima cabinovia...

Foto bellissime ma... dai vi e' andata bene alla fine...
 
Bellissimo reportage. I torrenti in fresca sono sempre terrorizzanti. Pensate che cavolata sarebbe costeggiarli e guadarli d’estate, e invece quanto è difficoltoso con la neve. Soprattutto c’e il rischio di andarci dentro a testa in giù con gli sci incastrati su in alto! Ricordo ad Hockfuegen, tutte le tracce alla fine convergevano veso un passaggio obbligato su ponticello funambolico largo 20 cm e poano appoggio convesso a causa neve ghiacciata:PAAU
 
Fabio, il report è qual cosa di spettacolare :ad:

Ma (passami il francesismo) bueostracan indocasso sio 'nda a incatijarve? :rotlf:
 
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