La ferrata della Palazza Alta fa parte di quelle vie ferrate costruite in questa zona delle Dolomiti Venete con l'intento (non centrato) di aumentare la frequentazione e il turismo dell'area. Hanno scelto la strategia di fare vie lunghe, difficili, esposte, emozionanti e mi vien da dire, non per tutti. Appunto, non per tutti. Come puoi aumentare il turismo se fai itinerari che percorrono poche centinaia di persone all'anno?
Questa ferrata assieme alla sorella sul Monte Agner e alla ben più famosa e questa sì anche frequentata Costantini alla Moiazza sono 3 perle delle Dolomiti Venete che almeno una volta nella vita si possono fare
Sono andato a fare questa, chiamata "Fiamme Gialle" verso fine maggio 2017. E' una delle ferrata più a bassa quota delle Dolomiti e quindi è una delle prime che si può percorrere senza timore di trovare neve e ghiaccio.
Si può lasciare l'auto in un piccolo parcheggio in contrada Bastiani (qui: https://www.google.it/maps/@46.3564...4!1sIcfhFzFyQOYtlFK-S0_yTw!2e0!7i13312!8i6656). Ci possono stare solamente 7-8 auto ma, tranne che per i giorni centrali di agosto non c'è pericolo di non trovare posto.
Il sentiero di avvicinamento è subito molto ripido e in circa 1h porta all'attacco. Attenzione che anche il sentiero di avvicinamento presenta dei punti in cui è bene camminare facendo attenzione a dove si mettono i piedi.
La ferrata parte subito dritta ma la difficoltà è ben più che "bilanciata" dalla qualità della roccia: la migliore mai trovata! Davvero piacevole, sicura, metti i piedi dove vuoi e questi tengono. Come una carta vetrata.
Dopo qualche minuto il panorama si apre e sembra di essere a picco su Cencenighe e sul suo laghetto.
Dopo una prima parte verticale c'è un tratto faticoso in cui si cammina tra mughi per un ripido sentiero. E poi la ferrata riprende a salire per pareti e cenge.
L'attrezzatura della ferrata è ottima quasi ovunque. Ci sono dei pioli alcune sezioni in cui il cavo è "morbido" ma generalmente è perfetta. Invece bisogna porre attenzione a non cadere, tra un piolo e l'altro a volte ci sono anche decine di metri.
La seconda e terza parte della ferrata è la più bella ed esposta. Ecco l'aggettivo esposta è quello che meglio descrive tutta la ferrata. Tutto l'ultimo tratto corre verticale su una parete e sotto ci sono molti metri verticali. Per fortuna che la roccia è di ottima qualità e salire non presenta grandi difficoltà... se fosse unta e con la roccia consumata come le altre ferrate dolomitiche più famose sarebbe estremamente più difficile.
La ferrata finisce all'improvviso e senza accorgerti tutto ad un tratto ti ritrovi davanti la chilometrica parete del Civetta :shock: Peccato per le nuvole (il pomeriggio quelle nuvole hanno lasciato sul posto 10-15 cm di grandine...).
Il rientro si può fare per il famoso sentiero de "I Sec", decisamente divertente ma da fare con molta attenzione. Si scende per un torrente e in alcuni passaggi è necessario disarrampicare per qualche metro. Nulla di impossibile ma meglio scendere con calma guardando dove si mettono i piedi. La discesa è lunga e molto faticosa.
Dopo la ferrata se si desidera conquistare una cima c'è il monte (non ricordo il nome forse Pelsa) a circa 40 minuti di cammino.
Una ferrata da non sottovalutare, motlo faticosa e lunga nonostante si svogla a bassa quota. Non sono rari gli interventi del soccorso alpino per escursionisti che finiscono le forze nel terzo tratto, il più difficile ma evitabile.
Vabbè che era maggio - giugno ma in tutto il giro abbiamo incontrato e visto 0 (zero) persone
Questa ferrata assieme alla sorella sul Monte Agner e alla ben più famosa e questa sì anche frequentata Costantini alla Moiazza sono 3 perle delle Dolomiti Venete che almeno una volta nella vita si possono fare
Sono andato a fare questa, chiamata "Fiamme Gialle" verso fine maggio 2017. E' una delle ferrata più a bassa quota delle Dolomiti e quindi è una delle prime che si può percorrere senza timore di trovare neve e ghiaccio.
Si può lasciare l'auto in un piccolo parcheggio in contrada Bastiani (qui: https://www.google.it/maps/@46.3564...4!1sIcfhFzFyQOYtlFK-S0_yTw!2e0!7i13312!8i6656). Ci possono stare solamente 7-8 auto ma, tranne che per i giorni centrali di agosto non c'è pericolo di non trovare posto.
Il sentiero di avvicinamento è subito molto ripido e in circa 1h porta all'attacco. Attenzione che anche il sentiero di avvicinamento presenta dei punti in cui è bene camminare facendo attenzione a dove si mettono i piedi.
La ferrata parte subito dritta ma la difficoltà è ben più che "bilanciata" dalla qualità della roccia: la migliore mai trovata! Davvero piacevole, sicura, metti i piedi dove vuoi e questi tengono. Come una carta vetrata.
Dopo qualche minuto il panorama si apre e sembra di essere a picco su Cencenighe e sul suo laghetto.
Dopo una prima parte verticale c'è un tratto faticoso in cui si cammina tra mughi per un ripido sentiero. E poi la ferrata riprende a salire per pareti e cenge.
L'attrezzatura della ferrata è ottima quasi ovunque. Ci sono dei pioli alcune sezioni in cui il cavo è "morbido" ma generalmente è perfetta. Invece bisogna porre attenzione a non cadere, tra un piolo e l'altro a volte ci sono anche decine di metri.
La seconda e terza parte della ferrata è la più bella ed esposta. Ecco l'aggettivo esposta è quello che meglio descrive tutta la ferrata. Tutto l'ultimo tratto corre verticale su una parete e sotto ci sono molti metri verticali. Per fortuna che la roccia è di ottima qualità e salire non presenta grandi difficoltà... se fosse unta e con la roccia consumata come le altre ferrate dolomitiche più famose sarebbe estremamente più difficile.
La ferrata finisce all'improvviso e senza accorgerti tutto ad un tratto ti ritrovi davanti la chilometrica parete del Civetta :shock: Peccato per le nuvole (il pomeriggio quelle nuvole hanno lasciato sul posto 10-15 cm di grandine...).
Il rientro si può fare per il famoso sentiero de "I Sec", decisamente divertente ma da fare con molta attenzione. Si scende per un torrente e in alcuni passaggi è necessario disarrampicare per qualche metro. Nulla di impossibile ma meglio scendere con calma guardando dove si mettono i piedi. La discesa è lunga e molto faticosa.
Dopo la ferrata se si desidera conquistare una cima c'è il monte (non ricordo il nome forse Pelsa) a circa 40 minuti di cammino.
Una ferrata da non sottovalutare, motlo faticosa e lunga nonostante si svogla a bassa quota. Non sono rari gli interventi del soccorso alpino per escursionisti che finiscono le forze nel terzo tratto, il più difficile ma evitabile.
Vabbè che era maggio - giugno ma in tutto il giro abbiamo incontrato e visto 0 (zero) persone