Giro della Moiazza e del Civetta

Sperem

Mare,montagna, campo da tennis
Ho postato alcune foto nella sezione Trekking e qualche skifoso mi ha consigliato di scrivere un report sul Giro della Moiazza e del Civetta. Non so da che parte prendere, perciò prendetevela con loro e non con chi scrive se il risultato sarà pessimo e magari logorroico .:D HIHIHI

Carta di riferimento: Tabacco n.15 / 25

Consiglio: effettuare il giro in senso anti orario partendo da Passo Duran e non da Chiesa di Goima , come da tanti indicato, evitate così una lunghissima salita . Sarebbe meglio il portarsi kit da ferrata visto alcuni tratti attrezzati anche se si possono affrontare senza
Punti di appoggio: Bivacco Grisetti, Rifugio A.Sonino al Coldai, Rifugio Tissi,Rifugio Vazzoler, Rifugio Bruno Carestiato
Punti acqua: al Passo Duran ( ovviamente) , fontanella dopo il bivacco Grisetti , presso i Rifugi e sulla strada della “Mussaia” dopo una decina di tornanti scendendo verso Capanna Trieste.
Sentieri da seguire: 578 (Sentiero Angelini ) sino a Van delle Sasse- 557 (Sentiero Tivan) sino a Rifugio Sonino – 560 sino a Rifugio Tissi – 563 ( dal Tissi ai Piani di Pelsa) -560 (sino al Rifugio Vazzoler ) -555 (strada forestale che scende dal Vazzoler) -554 ( stacca dal precedente sino a Rifugio Carestiato) – 549 sino al Passo Duran
Altitudine: quota di partenza :1723 mslm - quota massima raggiunta : 2300 mslm (Col del Vant) quota minima raggiunta ;1430 mslm ( inizio sentiero 554)
Tempo di percorrenza: 10 ore il primo giorno, circa 8 il secondo prendendola con calma, fermandosi a fare foto, pausa pranzo e pause contemplative.

Primo giorno :


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da Passo Duran si deve ridiscendere la strada asfaltata per circa 15 minuti sino a trovare su un tornante il cartello :

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Si segue la strada forestale

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Che diventa quasi subito sentiero e si segue l’evidente traccia che si inerpica subito verticale

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Sino ad un primo bivio che ci indica la strada

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Chiesa di Goima da dove tanti partono per questo giro

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Il Van della Mussaia dove sorge il bivacco

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Si arriva al Burangol e si segue il sentiero che sale veramente irto tra i mughi

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Arrivo al Van della Mussaia con il cartello che indica la direzione

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si sale ancora tenendo leggermente la destra il Van della Mussaia ( segnali scarsi)

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si raggiunge la fontanella e dopo aver riempito le scorte d’acqua, si segue il sentiero anche se i riferimenti sono sempre più scarsi

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se puntate in direzione di questo pino solitario ritroverete i bollini del sentiero

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Poco più avanti il sentiero si ferma, non prosegue ma se fate attenzione si notano i bollini del sentiero ed una scritta che indica il sentiero Tivan in questo “camino” dove una volta vi erano dei chiodi ed un cavo di sicurezza( rimangono solo tre chiodi ed un cordino ) : bisogna salire di lì ( per me il passaggio più difficile) per poi sbucare su una cengia erbosa

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Anche qui i segnali sono scarsi ma si intuisce un sentiero che sale prima a destra e poi volta a sinistra

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sino ad arrivare alla Forcella Inferiore della Crepa Bassa da cui due tratti in corda ( fissate ad una sola estremità) ed alcuni passaggi con cavo di sicurezza ( nulla di che ) immettono nel Van della della Moiazzetta

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Tratto leggermente esposto

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Blocco di neve ....

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Lassù la forcella ed il tratto appena disceso

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Da qui in poi i bollini e gli ometti sono scarsi, anzi alcuni ometti indicano tracce che poi si perdono alla base delle pareti ed alcuni bollini appaiono all'improvviso ma prestando un po' di attenzione e se si ha un certo senso dell'orientamento si riesce senza troppo allungare ad attraversare il Van

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Si arriva infine al Col del Vant con la sua bella bella sella erbosa

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e si inizia a scendere nel Van delle Sasse

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Si deve prestare attenzione a questa roccia, punto in cui si stacca il sentiero 558 che risale alla Forcella delle Sasse ( indicazioni per Rifugio Vazzoler ) e si prosegue dritti attraversando per la sua quasi totale larghezza il Van

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Dopo qualche centinaio di metri il sentiero 558 inizia a scendere verso Forcella della Grava e Pecol , anche se non logicamente, lo si segue sino a questo masso, dopo il quale bisogna seguire il sentiero sulla sinistra che passa sotto il costone roccioso e sale lentamente

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Si segue il sentiero sino a passare sotto il cavo della teleferica del Rifugio Torrani e si prosegue seguendo il sentiero alla base delle pareti

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a poche decine di metri nevi perenni e rododendri in fiore, anche qui i segnali sono scarsi ma la traccia risulta evidente

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Si arriva al Sass del Nin e si prosegue dritti

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Si attraversano alcune lingue di neve

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Si raggiunge il Livinal Grant ed anche qui si tira dritto

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Non mi ha sentito.....

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Si arriva allo Schenal del Bech e si prosegue, da qui tutta discesa...

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Zoldo Alto

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Prima di questo tratto il sentiero scende abbastanza ripido tant'è che è attrezzato con un cavo di sicurezza ( nulla di che anche senza imbragatura ), avevo fatto due foto ma non sono proprio riuscite HIHIHI
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Arrivo al Rifugio Sonino al Coldai

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Arrivati al rifugio si devia a sinistra salendo alla Forcella Coldai e poi si scende al Lago Coldai ( mai visto così basso, mai visto sparire completamente il piccolo nevaio che lo alimentava sino ad autunno )

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Si aggira il Lago e si segue l'evidente sentiero che porta ad una evidente Forcella, iniziando a seguire la base dell'imponente parete del Civetta

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Dalla forcella conviene seguire il sentiero basso e non quello alto onde evitare tutti i ghiaioni e le possibili scariche

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Il Rifugio Tissi meta della prima giornata

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Alleghe ed il suo lago

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Seguendo il sentiero dove si nota un masso con l'indicazione per il rifugio ( impossibile sbagliare ) e si sale per un sentiero che è l'ultimo tratto in salita della giornata

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Arrivo al rifugio Tissi ; 10 ore esatte dalla partenza

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Tramonto, lo spettacolo della parete del Civetta al tramonto me la sono goduta appieno e mi sono scordato di fare le fotoHIHIHI

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Secondo giorno :


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Sentiero 563 che conduce a Masarè che dovremo seguire all'inizio

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Al bivio con il sentiero 560 un cartello impedisce la discesa nella valle sottostante :shock:

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Il sentiero che ci conduce verso i Piani di Pelsa

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la parte alta dei Piani di Pelsa

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Arrivo alla Forcella di Col Mandro

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Col Mandro

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La parte bassa dei Piani di Pelsa

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Superati i Piani di Pelsa il sentiero entra nel bosco

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Il sentiero diventa strada nei pressi di Case Favretti e prosegue verso il Rifugio Vazzoler

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Casera di Pelsa

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Si arriva la Rifugio Vazzoler e si prosegue dritti ( io ho trovato 1200 di questi : TransCivetta, un'ora persa :evil: e mi sono scordato di fare le foto al Rifugio HIHIHI)

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Si scende lungo la strada forestale

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Si supera questo cartello in Località Pian delle Taie

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Si prosegue sino a quando su un tornante non si vede il cartello che indica il sentiero per la Forcella del Camp

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Si attraversa il ruscello e si inizia a salire

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Volgendo lo sguardo da dove si arriva

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Si arriva al piano tra il Col Palanzin e la Cima dei Tre

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si entra nella parte alta della Val Rugaros

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Laggiù la Forcella tra la Torretta dell'Orso ed il Col d'Ors




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Si arriva alla Forcella tra sfasciumi ardui da risalire

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Laggiù la Forcella del Camp , il Tridente e la Pala del Camp

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Più avanti si trova questo cartello accanto a cui si trova un segnale su un sasso : ambedue i sentieri arrivano alla Forcella del Camp. Uno sale e segue la parete l'altro entra, poco più avanti, nel bosco ed esce nei prati della Busa del Camp dove sorge la Casera del Camp ( non segnalato sulla mappa Tabacco e riportato in maniera errata il sentiero esistente)

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Casera del Camp

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Poco sopra la Casera si trova un cartello che indica la via da seguire

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Salendo alla Forcella del Camp

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Dalla Forcella

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Il cartello che ci indica l'evidente traccia del sentiero

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Scendendo dalla forcella il sentiero entra prima nel bosco e poi prosegue con bei saliscendi attraverso i mughi

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Giunti alla località Costa Confin si nota un masso su cui è incisa una data, un cartello ne spiega l'utilizzo

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Si raggiunge e si supera questo cartello mantenendosi sulla traccia del sentiero

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Laggiù il Rifugio Carestiato

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Si supera il Van dei Cantoi col sentiero che sale alla Ferrata Costantini e si prosegue per il sentiero

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Malga Framont

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Si continua sul sentiero sino ad incontrare questo cartello che indica un sentiero ben evidente che scende a Casera Framont e non segnalato sulla mappa e si prosegue dritti

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Terre argillose, se volete capirne come mai sono lì in emzzo a tutto quello sfasciume quando arrivate al Rifugio Carestiato leggetevi il cartello esplicativo :D

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Si supera per un'ultima volta "una colata" sassosa e si prosegue

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il sentiero si biforca ora in due evidenti tracce una bassa che passa attraverso il bosco ed una alta, conviene seguire quella bassa anche se un pochino più lunga per evitare di dover scavlacare la frana che qualche anno fa ha bloccato il sentiero alto

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Si arriva finalmente al Rifugio Carestiato

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e si prosegue su una comoda strada forestale che porta al passo

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Pareti della Moiazza

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E di fronte il San Sebastiano ed il Tamer

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Si arriva infine ad un cartello che indica la direzione da seguire per arrivare al passo

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Si entra nel bosco

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E si sbuca la Passo Duran

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Il mio fedele compagno di camminate da 15 anni, ancora valido ma dovrò comprarne uno un pochino più grande poiché mi ha preso la voglia di fare altri trekking di più giorni

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Loro invece mi hanno lasciato nell'ultima mezz'ora :shock:, dovranno essere riparati

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Vorrei chiedere scusa a tutti coloro che hanno avuto la pazienza di arrivare sin qui per la qualità delle foto, per il poco testo, per la prolissità del report. Ho capito che andare in montagna è una cosa ed il raccontare l'andare in montagna un'altra, probabilmente la seconda non è nel mio DnaHIHIHI

Buone camminate






































 
Ultima modifica:
un bel giretto della mattina HIHIHI

cmq è vero, andar in montagna e fare un report sono cose ben distinte, la seconda è molto piu faticosa!:TTTT

mmm le calzature salewa mi stanno un po' deludendo ultimamente..peccato!
 
report ottimo e tanta ammirazione per chi, come te, si prende la briga di fare tutte queste foto collocandole in modo così preciso e dettagliato lungo il tragitto

credo sia il motivo principale per cui non vedrete mai un mio report HIHIHI
 
un bel giretto della mattina HIHIHI

cmq è vero, andar in montagna e fare un report sono cose ben distinte, la seconda è molto piu faticosa!:TTTT

mmm le calzature salewa mi stanno un po' deludendo ultimamente..peccato!

Anche a me Salewa sta deludendo e non poco; ho acquistato gli scarponi tre anni fa ed hanno sulle suole almeno una cinquantina di escursioni e la rottura ci sta ma le scarpe di avvicinamento comprate tre mesi fa si sono tagliate lungo la piega sopra le dita ...:PAAU

report ottimo e tanta ammirazione per chi, come te, si prende la briga di fare tutte queste foto collocandole in modo così preciso e dettagliato lungo il tragitto

credo sia il motivo principale per cui non vedrete mai un mio report HIHIHI

Grazie mille ☺️

Gran bel giro! Ma neanche una foto decente della Torre Trieste?!?! xspacxspac

Ti chiedo scusa, devo cambiare macchina fotografica e migliorare la tecnica dell'operatore HIHIHI
 

.

Anche a me Salewa sta deludendo e non poco; ho acquistato gli scarponi tre anni fa ed hanno sulle suole almeno una cinquantina di escursioni e la rottura ci sta ma le scarpe di avvicinamento comprate tre mesi fa si sono tagliate lungo la piega sopra le dita ...:PAAU
a me come ad altri nelle scarpe di avvicinamento si stacca la suola dalla tomaia, o non solo il vibram, ma tutta la parte inferiore.
poi ho preso un paio di scarponcini, gli alp trainer, il modello sotto il tuo mi pare, e mi si sono aperte le cuciture solo a guardarle, sostituiti in garanzia e il problema si è ripresentato...10 euro dal calzolaio, filo nuovo e tutto risolto!

mi dispiace perchè come calzata per me sono top...ma non si può!
 
Che bello!! Che meraviglia!!

x risuolare voi venetassi, diobono avete il Risuolatore che è socio della Wild Climb, risuola tutto! A 38€ rifà suole di scarponi
 
Gran bel giro Sperem! Una valanga di foto, ma danno l'idea dell'ambiente.
Mi permetto di consigliarti di ridimensionare la larghezza a 1000 o 800 la prossima volta.

Bello quel rosso ruggine letteralmente incastrato nel grigio della parete principale del Civetta, al contrario di altri gruppi in cui è sfumato.

A me hanno sorpreso queste rocce fatte di pongo

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che hanno subito una trasformazione causata dall'attività vulcanica, e che ho visto per ora solo a Fanes e nel report di Blitz sulla Tofana.
 
wow!!! super :PPINK


certo che, veramente, una-foto-una di torre trieste e parete nordovest non si può non farla... :skifrusta: ... comunque complimenti per il grandioso giro... tutta la parte di percorso che contorna la moiazza ancora mi manca (a parte il breve tratto sotto le masenade per rientrare dalle pareti o dalla costantini)...
 
Gran bel giro Sperem! Una valanga di foto, ma danno l'idea dell'ambiente.
Mi permetto di consigliarti di ridimensionare la larghezza a 1000 o 800 la prossima volta.

Bello quel rosso ruggine letteralmente incastrato nel grigio della parete principale del Civetta, al contrario di altri gruppi in cui è sfumato.

A me hanno sorpreso queste rocce fatte di pongo

196964-196666-trekking-civetta-4-cimg2695.jpg


che hanno subito una trasformazione causata dall'attività vulcanica, e che ho visto per ora solo a Fanes e nel report di Blitz sulla Tofana.


In realtà non c'è nulla di vulcanico, è normale lavorazione di ghiacciai, stillicidio di acqua e colate.
Te lo garantisco perché se ci vai a mettere le mani sopra, è roccia compattissima, estremamente lavorata, piena di clessidre, rigole etc... con grip pazzesco.

Metamorfismo vulcanico su Dolomia crea invece una roccia rotta e marcia, per nulla compatta e inarrampicabile. Il metamorfismo vulcanico in parte della Dolomia lo vedi molto sul crinale che va dalle Cime dell'Auta a Cime Pape, la transizione in mezzo è di affioramenti in mezzo a prati di dolomia scura frastagliatissima.
 
Bellissimo, mi e' piaciuta molto l'alternanza di paesaggi molto diversi.
Mi pare si viaggi ad altitudini sempre alte quindi non credo ci sia rischio zecche come nel basso agordino. Giusto ?
Per le calzature io mi sono trovato molto bene con le Aku se posso consigliare.
 
In realtà non c'è nulla di vulcanico, è normale lavorazione di ghiacciai, stillicidio di acqua e colate.
Te lo garantisco perché se ci vai a mettere le mani sopra, è roccia compattissima, estremamente lavorata, piena di clessidre, rigole etc... con grip pazzesco.

Metamorfismo vulcanico su Dolomia crea invece una roccia rotta e marcia, per nulla compatta e inarrampicabile. Il metamorfismo vulcanico in parte della Dolomia lo vedi molto sul crinale che va dalle Cime dell'Auta a Cime Pape, la transizione in mezzo è di affioramenti in mezzo a prati di dolomia scura frastagliatissima.

Veramente? Io mi riferisco alla forma a strati e alla direzione obliqua, determinata da attività vulcanica e movimento di falde.
Non ricordo se su "montagne d'italia" o altro libro riguardante solo le Dolomiti parlava di questo: periodi di attività successivi alla formazione/emersione delle Dolomiti.
Successivamente si sono attivati i processi che dici.
Ma a questo punto lo vado a rileggere.

La roccia putroppo non ho avuto il piacere di arrampicarla ma l'ho toccata..è un effetto "pelle di squalo"-"carta vetrata"

Per dolomia scura frastagliata che ha subito metamorfismo vulcanico intendi quella color ocra/ruggine scura che si frammenta in blocchetti squadrati solo toccandola?
 
wow!!! super :PPINK


certo che, veramente, una-foto-una di torre trieste e parete nordovest non si può non farla... :skifrusta: ... comunque complimenti per il grandioso giro... tutta la parte di percorso che contorna la moiazza ancora mi manca (a parte il breve tratto sotto le masenade per rientrare dalle pareti o dalla costantini)...

Grazie mille, se debbo dirla tutta conscio della quasi bestiemma per tanti la parte iniziale del trekking, da Forcella Inferiore in poi sino al Coldai è uno spettacolo puro, cambiamenti di colore, pareti verticali, paesaggi brulli eppure vivi che nulla hanno a che invidiare alla più famosa parete della Civetta lato Tissi con il vantaggio di essere soli, da Bivacco Grisetti al Sonino ho trovato solo cinque escursionisti nella parte finale, mancava sì e no una mezz'ora al Rifugio.


In realtà non c'è nulla di vulcanico, è normale lavorazione di ghiacciai, stillicidio di acqua e colate.
Te lo garantisco perché se ci vai a mettere le mani sopra, è roccia compattissima, estremamente lavorata, piena di clessidre, rigole etc... con grip pazzesco.

Metamorfismo vulcanico su Dolomia crea invece una roccia rotta e marcia, per nulla compatta e inarrampicabile. Il metamorfismo vulcanico in parte della Dolomia lo vedi molto sul crinale che va dalle Cime dell'Auta a Cime Pape, la transizione in mezzo è di affioramenti in mezzo a prati di dolomia scura frastagliatissima.

Grazie della spiegazione scientifica, appassionato o hai studiato geologia?

Bellissimo, mi e' piaciuta molto l'alternanza di paesaggi molto diversi.
Mi pare si viaggi ad altitudini sempre alte quindi non credo ci sia rischio zecche come nel basso agordino. Giusto ?
Per le calzature io mi sono trovato molto bene con le Aku se posso consigliare.

Riesco zecche praticamente nullo, nella prima parte sei sempre oltre i 1700 mslm, nella seconda parte tocchi la quota minima ma ti muovi su sentieri ben segnati ed in breve poi sali ai 1600/1700.
Garzie per il nominativo, guarderò il sito e a settembre magari le provo.
 
In realtà non c'è nulla di vulcanico, è normale lavorazione di ghiacciai, stillicidio di acqua e colate.
Te lo garantisco perché se ci vai a mettere le mani sopra, è roccia compattissima, estremamente lavorata, piena di clessidre, rigole etc... con grip pazzesco.

Metamorfismo vulcanico su Dolomia crea invece una roccia rotta e marcia, per nulla compatta e inarrampicabile. Il metamorfismo vulcanico in parte della Dolomia lo vedi molto sul crinale che va dalle Cime dell'Auta a Cime Pape, la transizione in mezzo è di affioramenti in mezzo a prati di dolomia scura frastagliatissima.

Avevi ragione..! Era una boiata la mia HIHIHI
Le rocce della foto non hanno subito una trasformazione chimico-fisica dovuta all'attività vulcanica, nè una trasformazione fisica e morfologica dovuta alla stessa.
L'attività vulcanica cessò circa 236 milioni di anni fa, alla fine del periodo Ladinico.

Hanno invece subito una trasformazione morfologica per cause meccaniche dovute allo scontro tettonico tra Africa ed Europa.
Le rocce si piegano e vengono modellate trasversalmente e obliquamente, come si può ammirare anche nella regione di Sennes-Fanes-Braies e sul Sorapis, dalla fine del Cretacico (65 milioni di anni fa) a qualche milione di anni fa, praticamente dopo la sedimentazione pelagica profonda di calcari fini e marne, e durante la formazione della catena alpina che conosciamo oggi.

Invece quell'aspetto, come dicevi giustamente, è stato determinat dall'erosione per attrito dei ghiacci, stillicidi, etc.
processi avvenuti successivamente.
 
Sono molto appassionato (fin da piccolo, con uno zio più appassionato di me) e sono anche un arrampicatore che adoro capire che cosa ho sotto i piedi e sotto le mani.
Ho arrampicato su calcare, dolomia, arenaria, calcarenite, arenaria e marmo (tra i "classici" mi manca gneiss, granito e porfido! :( ), capire le caratteristiche della roccia, ti fa capire che tipo di arrampicata (e ancoraggi) puoi fare.

Le immagini di quella roccia di "pongo" fanno vedere ciò che probabilmente tra 10-15k anni saranno marmitte giganti, come se ne trovano sui corsi di tanti fiumi alpini...

La direzione di uno strato di roccia è frutto anche di una metamorfosi meccanica (può essere dato anche dal peso di un ghiacciaio o tettonica), ma non necessariamente vuol dire che la roccia ha avuto una metamorfosi vulcanica in senso stretto, magari quella più sotto, ma quella in superficie può essersi piegata in molto più tempo senza particolari variazioni nella composizione. E magari la roccia che stava in un substrato inferiore è entrata in spinta sotto uno strato di dolomia rompendola meccanicamente (se non erro gli affioramenti sotto il passo Valles sono di arenaria dentro dolomia).

La dolomia e il calcare sono cementi di fossili di microorganismi, il grado di compattezza è dato comunque da tali microorganismi e dal cemento di altri minerali che li lega... ad esempio la dolomia di coralli rossi è notoriamente marcia e si sfalda con nulla, sebbene non sia metamorfica, infatti ne mantiene la sua geometricità (scaglie e blocchetti quadrati, ma poco cementati).

Se prendi una dolomia metamorfica vulcanica ti trovi di fronte una roccia che si sbriciola letteralmente in mano senza una forma precisa, perché l'intrusione di lava scioglie quel cemento e rompe i legami dei minerali in essa contenuti.
Il calcare che ha subito un processo di metamorfismo è il marmo, che si rompe con nulla, le vie in Apuane sono il festival del marciume ed è considerato roccia buona! :|

Poi ogni montagna ha la sua conformazione, trovi dolomia pura marcissima (Pelmo) per chissà quale motivo, dolomia leggermente metamorfica ma compatta, perché in milioni di anni contano le ere glaciali, l'esposizione agli agenti atmosferici, la disposizione degli strati etc...
Per chi arrampica ci sono "regole" che impari: esposizione nord e ovest trovi la dolomia lavorata dallo stillicidio dell'acqua (perché la neve si scioglie più lenta e i depositi sono più frequenti), quindi roccia ruvida, gran clessidre e conformazioni; esposizioni sud la roccia si sfalda verso il basso (tante prese rovesce) e tendenzialmente va a strapiombare (perché appunto la neve si scioglie più in fretta e il gocciolamento è più impetuoso).

Il calcare è diverso perché è una roccia più compatta, anche esposizioni sud ed est le trovi di una compattezza paurosa e sotto gli strapiombi si formano canne e stalattiti, e sul "pavimento" le gocce e i coralli, che hanno un grip pazzesco!
etc..
 
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