Se sciatore sapesse come si realizzano piste e impianti non si defin. amante montagna

Pereira

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Leggevo ieri con grande interesse sull'inserto di Repubblica il pezzo di Paolo Cognetti. Non so se qualcuno di voi è appassionato di questo scrittore. Chi lo conosce sa che Cognetti odia lo sci e soprattutto gli sciatori. Nel pezzo di ieri scrive testualmente: Se lo sciatore sapesse cosa vuol dire realizzare una pista da sci e costruire un impianti di risalita non si definirebbe un amante della montagna.

Una visione molto dura. Io ho letto Le otto montagne e devo dire che Cognetti merita tutto il successo che sta avendo nonostante l'odio per noi sciatori. Su Cervinia è ancora più duro....secondo Cognetti andrebbe abbattuta perchè quale tipo di costruzioni non rispettano la montagna.

Non vorrei aprire una discussione su Cognetti qui...ci farò un post nelle generali.
La domanda è a che punto siamo per il collegamento tra Cervinia e il comprensorio del Rosa? Collegamento che terrorizza Cognetti.

Grazie
 
sicuramente questo Cognetti non abita in montagna...se solo non ci fosse l'industria dello sci sulle Alpi (che pure ovviamente dovrebbe avere delle regole) succederebbe quello che è successo in buona parte dell'Appennino, cioè un completo abbandono del territorio con danni ben peggiori (frane, incendi e via dicendo...)
A mio giudizio tutto sta nel trovare un equilibrio accettabile
 
Leggevo ieri con grande interesse sull'inserto di Repubblica il pezzo di Paolo Cognetti. Non so se qualcuno di voi è appassionato di questo scrittore. Chi lo conosce sa che Cognetti odia lo sci e soprattutto gli sciatori. Nel pezzo di ieri scrive testualmente: Se lo sciatore sapesse cosa vuol dire realizzare una pista da sci e costruire un impianti di risalita non si definirebbe un amante della montagna.

Una visione molto dura. Io ho letto Le otto montagne e devo dire che Cognetti merita tutto il successo che sta avendo nonostante l'odio per noi sciatori. Su Cervinia è ancora più duro....secondo Cognetti andrebbe abbattuta perchè quale tipo di costruzioni non rispettano la montagna.

Non vorrei aprire una discussione su Cognetti qui...ci farò un post nelle generali.
La domanda è a che punto siamo per il collegamento tra Cervinia e il comprensorio del Rosa? Collegamento che terrorizza Cognetti.

Grazie

Sulla discussione Monte Rosa ski avevo messo le foto di quell'articolo (che si riferiscono alla zona dell Armentarola mentre nel testo si parla del Rosa). Se quell'individuo gode della montagna di oggi (frequentanto Champoluc e la Val d'Ayas) godra' di un lavoro che e' contiguo a quello dello sci invernale (alloggi ben tenuti, strade ben tenute, sentieri ben tenuti, rifugi ben tenuti, autostrada per arrivarci, ecc ecc). Perche' non si fa due settimane in val d'Arigna se ama il lato selvaggio della montagna? Usando bivacchi invece di rifugi e stradine ostiche invece di sentieri valdostani a prova di "cittadino" ?
 
Sulla discussione Monte Rosa ski avevo messo le foto di quell'articolo (che si riferiscono alla zona dell Armentarola mentre nel testo si parla del Rosa). Se quell'individuo gode della montagna di oggi (frequentanto Champoluc e la Val d'Ayas) godra' di un lavoro che e' contiguo a quello dello sci invernale (alloggi ben tenuti, strade ben tenute, sentieri ben tenuti, rifugi ben tenuti, autostrada per arrivarci, ecc ecc). Perche' non si fa due settimane in val d'Arigna se ama il lato selvaggio della montagna? Usando bivacchi invece di rifugi e stradine ostiche invece di sentieri valdostani a prova di "cittadino" ?

Senza voler rimanere troppo off topic il discorso che fa Cognetti è di approccio alla montagna, assolutamente legittimo, e di consumo della montagna, innegabile. Lo sci è impianti, boschi disboscati. Un turismo molto veloce e a volte superficiale. A volte non sempre. Lo dico ritenendo lo sci la cosa più bella che si possa fare nella vita. Il suo è un punto di vista rispettabile. Io a Cognetti l'obiezione che farei è che non tutti gli sciatori sono come li rappresenta lui. Io conosco i nomi della montagne dove vado, le tradizioni, non sono solo un consumatore di impianti e di discese. E poi la nostra passione che si esprime in modo diverso da lui è fondamentale per tenere in vita tradizioni e comunità di montagna.
 
Il discorso è sempre quello relativo ai "confini dell'analisi".
Se per andare in montagna usi le autostrade, il gasolio, le gallerie ed i terrapieni delle strade ti poni sullo stesso piano di chi prende una seggiovia e carva una pista piallata. Cambiano i confini ma penso i concetti siano gli stessi.
Idem se usi l'energia elettrica per conservare i cibi.
 

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L'amante del mare non dovrebbe perndere il sole bevendo una bevanda sul lettino di uno stabilimento balneare, l'amante della natura non dovrebbe giocare a golf nel campo costruito stuprando zone verdi, l'amante della vita non dovrebbe vivere nelle città con palazzi e grattacieli...
Poi ci si sveglia, sono le 7,00 del mattino, bisogna andare a lavoro!
 
L'ho detto in molte discussioni, l'etica andrebbe misurata su noi stessi ed ognuno poi dia l'esempio,vedere i difetti degli altri è molto facile,i propri è più difficile.
Diverso è fare una analisi magari tecnico-scientifica che descriva pregi e difetti di una attivita',anche in termini ecologici,ma puntare il dito su questi o quelli lo trovo poco utile ancorchè infantile........esempio trito e ritrito che faccio sempre......la caccia è più etica dell'allevamento e se uno mangia solo ciò che caccia,inquina meno di chi mangia bestie di allevamento,però è pieno di gente che condanna i cacciatori(magari parlandone da mcdonalds!).
 
Odio i radical chic... e Cognetti è uno di essi...

Ha vissuto buona parte della sua vita a new york, poi torna in valle e si scopre un mauro corona dei poveri, a difendere la povera montagna da questi scriteriati, senza rendersi conto che senza lo sci la valle d'aosta sarebbe più deserta del deserto...

Io condivido la salvaguardia dell'ambiente, ma gli eccessi non mi piacciono in nessuno dei due sensi...
Se nel passato scempi sono stati fatti, e cervinia ne è un'esempio, rispetto sopratutto all'approccio meno invasivo che c'è ad esempio in dolomiti, oggi la tecnologia degli impianti, un urbanistica più integrata, permette di costruire con impatti ambientali più che sostenibili.

Ma è facile fare "audience" o clic sparando a zero contro qualcosa, più difficile è cercare e condividere modi per far convivere il turismo e la tradizione montana...
 
Nel complesso i boschi in Italia crescono a scapito dei pascoli che sono in buona parte abbandonati. Questo credo che sia il problema n. 1 della montagna di oggi. Dopo di che anche io detesto i villaggi di palazzoni a 7 piani, e le zone ad alta densità sciistica. Ma non si può dire che queste zone siano la maggioranza delle valli e che la loro presenza abbia un bilancio negativo sul sistema montano nel complesso, dato che prevalgono rimboschimento e abbandono.
Personalmente detesto le piste spianate col bulldozer, e amo le piste naturali. Ossia quelle piste che passano su normalissimi pascoli innevati, con tutte le irregolarità della natura, su cui il gatto lavora e pressa la neve. In Val Brembana, quando ho imparato a sciare, la quasi totalità delle piste era così. Normali pascoli erbosi, su cui in inverno passava il gatto, e gli operatori montavano le reti.
Ma nonostante la mia antipatia per i bulldozer, non posso non notare che essi non sono il problema principale delle Alpi. Quanto alle funivie, è palese che il loro impatto è nettamente inferiore alle strade infestate di auto, camper e motociclisti. Quindi dov'è il problema? Avrei orrore di montagne dove ovunque passano impianti e piste, ma se queste occupano uno spazio limitato, accanto a pascoli, boschi e praterie selvagge dov'è il problema? Anche i pascoli, i pastorizia sopravvivono laddove il turismo è sviluppato, perché possono vendere i loro prodotti. Dove non ci sono i turisti, spesso, non ci sono neanche i pastori, e le valli sono abbandonate, in pasto a cinghiali senza predatori, zecche e specie infestanti.
Le Alpi non sono l'Alaska o la Patagonia. Affinché il loro equilibrio ambientale si mantenga nel tempo, è necessaria la presenza degli agricoltori, e dei pastori, che con le Alpi hanno creato un equilibrio particolare. Ma perché vivano agricoltori 3 pastori, servono anche seggiovie, alberghi, strade, sentieri e rifugi. E questi lavorano dove si può anche sciare. Attualmente non ci sono alternative.
 
Anche per fare i libri si abbattono tanti alberi, ma ciò non significa che sarebbe giusto impedire a Cognetti di scriverli.
O meglio sarebbe un ragionamento semplicistico quanto scagliarsi contro le piste da sci.
Prendere posizioni estreme aiuta a vendersi, ma in realtà si tratta di cercare un equilibrio tra esigenze diverse (ambiente, reddito, cultura, popolazione....), che può anche mutare in funzione della sensibilità dei tempi.
Di sicuro le piste da sci mantengono più montanari della letteratura di genere.
 
Trovo fantastica la presunzione di questi soloni: cosa ne sanno della consapevolezza dello sciatore? Il tizio ha intervistato un campione significativo di sciatori? Dimostra la base della sua asserzione o spara così a CDC tanto per soddisfare il suo pubblico di benpensanti con il ditino alzato e il sopracciglio perennemente aggrottato? Premesso che moltissimi sciatori sono abitanti della montagna che hanno costruito fisicamente piste ed impianti credo che moltissimi altri sciatori siano anche escursionisti estivi e quindi abbiano benissimo coscienza di cosa vuole dire costruire e mantenere condizioni sciabili.
In definitiva questo tizio accusa gente di ignoranza presumendone lo status di ignorante. Un vero atteggiamento da ignorante (aggiungerei anche un pò stronzo).
 
forse qiello che il signor Cognetti non e' riuscito a cogliere e' che le Alpi, salvo il raro casi, non sono più allo stato naturale da secoli. I bellissimi Pascoli, o le abetaie sterminate, che coprono buona parte delle Alpi non sono altro che il frutto dello sfruttamento da parte dell'uomo da secoli. Le piste da sci non sono altro che l'evoluzione di questo sfruttamento fatto per garantire a chi abita nelle vallli e se ne prende cura di che da viverci dignitosamente. Ma questo discorso non fa articoli o libri con i quali uno scrittore può camparci giusto?
 
Visto che tutti avete espresso il 99% del mio pensiero, l'ultimo appunto è: quando verrà osannato come "Vincitore del Premio Strega", ricordiamoci che è uno dei premi più pilotati e meno meritocratici al mondo, quindi lascerà il tempo che trova sto Cognetti.
 
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