Ciao a tutti, un breve report di una gita di Luglio 2016.
Il Brenta da questa parte rimane controluce per tutta la mattinata e parte del pomeriggio.
Nuvole qui e là, qui e anche là.
Non si vedeva una mazza.
Questo è in pratica il riassunto.
Quindi come primo report di trekking del 2017 penso che possa andare: onirico - un po' troppo, scintilla dell'immaginazione.
Partiamo presto ma non prestissimo da S.Antonio di Mavignola, quel tanto che basta per veder dissolversi le nebbie sul Sarca di Campiglio e la luce accendere i prati
Si procede placidamente in direzione Malga Brenta Bassa.
In questi attimi mattutini hai sempre la sensazione che la mente accolga e accompagni soavemente il risveglio del bosco.
Lui accetta la tua, e a volte si fondono.
Si costeggia la piccola forra del Rio Vallesinella, prima di arrivare alla radura dove le due vallate, Vallesinella e Val Brenta, si incontrano.
E allora si fa più svelto il passo, il sudore si asciuga. Gli occhi si magnetizzano, iniziano a guardare oltre la luce filtrata dalle fronde.
Sei più sveglio, il sogno più vivido, talmente vivido che prende forma
Un primo sbadabam!
Che spettacolo...come si fanno strada, e si innalzano le cime nel controluce!
Quella sarà la via del ritorno, ma al momento della foto non avevo ancora deciso nè di andare al Tuckett, nè di concatenare il Brentei.
La malga e pendii dello Spinale di Campiglio illuminati, loro chiaramente.
Fin troppo. Era bello farsi cullare dalla morbida umidità e dalla penombra. E allora si rientra nel bosco, in direzione Cascate Vallesinella.
Dopo qualche tornante su ghiaia mai apprezzata, inizia a sentirsi il rumore delle cascate.
Ancora qualche facile passo, ed eccole
Saliamo sull'altra sponda per godere della nebulizzazione e per vedere se la luce riesca a creare qualche altro gioco
Si lo crea.
Non sono le cascate dell'Iguazu ma rappresentano una piacevole vista che distraggono dalla salita altrimenti noiosa del sentiero che scorre parallelo verso il parcheggio, sulla sponda opposta della valle.
Oltre il parcheggio [....]
inizia il sentiero tra radici e gradoni, verso il Rif. Casinei
con i primi scorci tra il larici appena prima del rifugio
fino ad arrivare alla radura sottostante il rifugio, da cui si apprezzerebbe una bella vista sull'Adamello
Ecco, quando arrivi qui devi stare calmo...c..co..co..cos'èèèè??
Un istante violento, un torrione che esplode dal nulla, un'opera ignota che vuole bucare il cielo, una guglia della Sagrada Familia in versione green.
e i rododendri sono in fiore
Qui decido di andare al Tuckett. Non è prestissimo, ce la siamo presa comoda, ma vedo che ci starei dentro abbondantemente.
Scorci di non so cosa, sopra il Grostè
Panorama con cumuli, larici, qualche abete, pini mughi e inizio di sfasciumi
Bellissimo tratto di sentiero, non sembrano Dolomiti (sarà per le nubi?) ma qualche paesaggio Irlandese o giù di lì, visto in TV o in un altro sogno.
No queste son Dolomiti, diverse ma son loro
Prendendo uno di quei classici sentieri alternativi tra i prati che tagliano tra tornante e tornante scorgo questa "cosa",
una forma inusuale, improbabile anche per la forza modellatrice della pioggia o del peso e attrito di un antico ghiacciaio in movimento.
Qui una volta c'era il mare, e questa è una spiaggia.
Se è vero che tutto accade contemporaneamente, da qualche parte nel tempo ma nello stesso spazio, dove la mia mano poggiava per tastare la consistenza della roccia, camminava una qualche, diversa creatura. O magari un Megalodon https://it.wikipedia.org/wiki/Carcharocles_megalodon
Dopo qualche minuto lì, mi annoio da solo e inizio a pensare alle buone grappe del rifugio Tuckett, e alla bella **** (se mi ricordo bene. Al momento sì, mentre ora, mentre scrivo, no. Quindi forse era passabile) che le serve.
Mi rimetto in cammino e mi appare, come un lampo.
Mi fissava con sguardo orgoglioso.
A volte lo fa.
Non fateci caso, annuite con sguardo arguto e proseguite.
Mi volto indietro
e guardo il profilo del rifugio lì appollaiato
l'aria contiene una leggera brezza ed è satura di umidità, la temperatura è in leggero calo. Inspiri, e ti senti bene.
Ormai è vicino
ma le vie sono tante.
Quale sarà quella giusta? Se ne esiste una giusta. Quella che sceglierò sarà non solo giusta ma l'unica possibile?
Dopo averla scelta crederò che la mia sia l'unica?
Scelgo quella che mi dice il momento, è così che dovrebbe andare. E il momento mi dice che c'è un tempo lievemente di merda.
Proseguo per il Rif. Brentei, verso uno spazio che senti desolato, dominato da sfasciumi come non ho mai visto altrove.
Cazz.o! Sono un cogli-one.
La grappa! Avevo voglia di bermi una grappa e di fumarmi mezza sigaretta.
E allora faccio retromarcia, ci passo al Tuckett.
Ha come sfondo la parete di dolomia i cui colori sembravano spenti da lontano, con questa luminosità, ma si fanno notare appena ci sei sotto.
Entro, bevo, esco e accendo una sigaretta. Bevo acqua non potabile dalla fontana lì fuori e il vento in quota regala questo spettacolo!
Un'apertura momentanea che fa uscire la rupe selvaggia di Cima Sella.
Mi allontano in direzione Brentei, ancora.
Il cielo sembra schiarirsi, e lo spettacolo si fa più incombente. Le pareti non finiscono (all'alba nella viaaaaaaa ), si insinuano tra le nubi e ci restano.
Un ambiente grottesco.
Da notare la grande quantità si sfasciumi.
Accade di rado, ma le forme che la natura crea si ripetono. Questo bellissimo anfiteatro che pare un trono mi ricorda il Pelmo.
Ma non c'è solo dolomia, e questo masso sembra essere stato raccolto dal Bernina o dal Gruppo di Tessa e gettato qui.
Il primo tratto di sentiero è il più bello, insieme all'ultimo appena prima del Rif. Brentei: serpeggia tra i massi, a volte li scavalchi,
e hai tutto tempo di voltarti ancora, e di fare una foto, che diventa presto una precedente.
Bastano pochi passi fuori dagli sfasciumi (li ricordate?), l'erba e i pini mughi prendono il loro posto e il paesaggio si trasforma in un eden idilliaco
Il sentiero prosegue di costa. Sotto, la Val Brenta.
Mentre proseguo, ecco un altra vista onirica. Che roba è?
Un'astronave! Un meteorite! Gravita sopra la valle! Sono piombato su Pandora!
Il Crozzon di Brenta. Sfonda le nubi, irrompe orgoglioso, e loro lo accarezzano.
Sopra, alla mia sinistra
e dietro di me, verso la Val Rendena
Qualche minuto e si giunge ad un luogo tristemente famoso per la tragedia del Brentei, che noi Piacentini ricordiamo con una mano sul cuore.
Seppur triste e breve, il passaggio è molto affascinante e fa tornare bambini o Indiana Jones.
Usciamo dalla grotta trovando un'atmosfera vagamente mistica
Se penso a cosa le nuvole nascondano, sento la camminata un poco inutile, un filo pesante;
ma qualunque attimo che goda di particolarità, di singolarità, positiva o negativa che sia, a meno che non vi sia invischiata la morte come 200 metri e 25 anni prima, non è replicabile e indissolubilmente legato al tempo e quindi al nostro essere. Ha una bellezza intrinseca, sta alll'osservatore percepirla e nel caso accettarla come reale e parte della nostra futura essenza.
Boooom! Il Crozzon aleggia sopra il Brentei!
I paesaggi lunari si fanno spazio là dietro
Inizia a scurirsi
proseguo lungo il sentiero che scende ripido per la costa, che mi ricondurrà a Malga Brenta Bassa
Ecco, inizia ad aprirsi quando me ne sto andando. Un classico.
Dai baranci passo per gli abeti, poi ai faggi, e infine ancora agli abeti ed alla radura della malga.
Qui il sentiero è piacevole se non si ha fretta, lungo e noioso se si ha il pepe al culo
Qui il cellulare è completamente scarico, ma sono in tempo per l'ultimo vedo-non vedo.
Mi volto e mi appare ancora. Non è Angela, è un Brenta in lingerie, erotico, onirico.
Grazie, ci si vede presto.
Il Brenta da questa parte rimane controluce per tutta la mattinata e parte del pomeriggio.
Nuvole qui e là, qui e anche là.
Non si vedeva una mazza.
Questo è in pratica il riassunto.
Quindi come primo report di trekking del 2017 penso che possa andare: onirico - un po' troppo, scintilla dell'immaginazione.
Partiamo presto ma non prestissimo da S.Antonio di Mavignola, quel tanto che basta per veder dissolversi le nebbie sul Sarca di Campiglio e la luce accendere i prati
Si procede placidamente in direzione Malga Brenta Bassa.
In questi attimi mattutini hai sempre la sensazione che la mente accolga e accompagni soavemente il risveglio del bosco.
Lui accetta la tua, e a volte si fondono.
Si costeggia la piccola forra del Rio Vallesinella, prima di arrivare alla radura dove le due vallate, Vallesinella e Val Brenta, si incontrano.
E allora si fa più svelto il passo, il sudore si asciuga. Gli occhi si magnetizzano, iniziano a guardare oltre la luce filtrata dalle fronde.
Sei più sveglio, il sogno più vivido, talmente vivido che prende forma
Un primo sbadabam!
Che spettacolo...come si fanno strada, e si innalzano le cime nel controluce!
Quella sarà la via del ritorno, ma al momento della foto non avevo ancora deciso nè di andare al Tuckett, nè di concatenare il Brentei.
La malga e pendii dello Spinale di Campiglio illuminati, loro chiaramente.
Fin troppo. Era bello farsi cullare dalla morbida umidità e dalla penombra. E allora si rientra nel bosco, in direzione Cascate Vallesinella.
Dopo qualche tornante su ghiaia mai apprezzata, inizia a sentirsi il rumore delle cascate.
Ancora qualche facile passo, ed eccole
Saliamo sull'altra sponda per godere della nebulizzazione e per vedere se la luce riesca a creare qualche altro gioco
Si lo crea.
Non sono le cascate dell'Iguazu ma rappresentano una piacevole vista che distraggono dalla salita altrimenti noiosa del sentiero che scorre parallelo verso il parcheggio, sulla sponda opposta della valle.
Oltre il parcheggio [....]
inizia il sentiero tra radici e gradoni, verso il Rif. Casinei
con i primi scorci tra il larici appena prima del rifugio
fino ad arrivare alla radura sottostante il rifugio, da cui si apprezzerebbe una bella vista sull'Adamello
Ecco, quando arrivi qui devi stare calmo...c..co..co..cos'èèèè??
Un istante violento, un torrione che esplode dal nulla, un'opera ignota che vuole bucare il cielo, una guglia della Sagrada Familia in versione green.
e i rododendri sono in fiore
Qui decido di andare al Tuckett. Non è prestissimo, ce la siamo presa comoda, ma vedo che ci starei dentro abbondantemente.
Scorci di non so cosa, sopra il Grostè
Panorama con cumuli, larici, qualche abete, pini mughi e inizio di sfasciumi
Bellissimo tratto di sentiero, non sembrano Dolomiti (sarà per le nubi?) ma qualche paesaggio Irlandese o giù di lì, visto in TV o in un altro sogno.
No queste son Dolomiti, diverse ma son loro
Prendendo uno di quei classici sentieri alternativi tra i prati che tagliano tra tornante e tornante scorgo questa "cosa",
una forma inusuale, improbabile anche per la forza modellatrice della pioggia o del peso e attrito di un antico ghiacciaio in movimento.
Qui una volta c'era il mare, e questa è una spiaggia.
Se è vero che tutto accade contemporaneamente, da qualche parte nel tempo ma nello stesso spazio, dove la mia mano poggiava per tastare la consistenza della roccia, camminava una qualche, diversa creatura. O magari un Megalodon https://it.wikipedia.org/wiki/Carcharocles_megalodon
Dopo qualche minuto lì, mi annoio da solo e inizio a pensare alle buone grappe del rifugio Tuckett, e alla bella **** (se mi ricordo bene. Al momento sì, mentre ora, mentre scrivo, no. Quindi forse era passabile) che le serve.
Mi rimetto in cammino e mi appare, come un lampo.
Mi fissava con sguardo orgoglioso.
A volte lo fa.
Non fateci caso, annuite con sguardo arguto e proseguite.
Mi volto indietro
e guardo il profilo del rifugio lì appollaiato
l'aria contiene una leggera brezza ed è satura di umidità, la temperatura è in leggero calo. Inspiri, e ti senti bene.
Ormai è vicino
ma le vie sono tante.
Quale sarà quella giusta? Se ne esiste una giusta. Quella che sceglierò sarà non solo giusta ma l'unica possibile?
Dopo averla scelta crederò che la mia sia l'unica?
Scelgo quella che mi dice il momento, è così che dovrebbe andare. E il momento mi dice che c'è un tempo lievemente di merda.
Proseguo per il Rif. Brentei, verso uno spazio che senti desolato, dominato da sfasciumi come non ho mai visto altrove.
Cazz.o! Sono un cogli-one.
La grappa! Avevo voglia di bermi una grappa e di fumarmi mezza sigaretta.
E allora faccio retromarcia, ci passo al Tuckett.
Ha come sfondo la parete di dolomia i cui colori sembravano spenti da lontano, con questa luminosità, ma si fanno notare appena ci sei sotto.
Entro, bevo, esco e accendo una sigaretta. Bevo acqua non potabile dalla fontana lì fuori e il vento in quota regala questo spettacolo!
Un'apertura momentanea che fa uscire la rupe selvaggia di Cima Sella.
Mi allontano in direzione Brentei, ancora.
Il cielo sembra schiarirsi, e lo spettacolo si fa più incombente. Le pareti non finiscono (all'alba nella viaaaaaaa ), si insinuano tra le nubi e ci restano.
Un ambiente grottesco.
Da notare la grande quantità si sfasciumi.
Accade di rado, ma le forme che la natura crea si ripetono. Questo bellissimo anfiteatro che pare un trono mi ricorda il Pelmo.
Ma non c'è solo dolomia, e questo masso sembra essere stato raccolto dal Bernina o dal Gruppo di Tessa e gettato qui.
Il primo tratto di sentiero è il più bello, insieme all'ultimo appena prima del Rif. Brentei: serpeggia tra i massi, a volte li scavalchi,
e hai tutto tempo di voltarti ancora, e di fare una foto, che diventa presto una precedente.
Bastano pochi passi fuori dagli sfasciumi (li ricordate?), l'erba e i pini mughi prendono il loro posto e il paesaggio si trasforma in un eden idilliaco
Il sentiero prosegue di costa. Sotto, la Val Brenta.
Mentre proseguo, ecco un altra vista onirica. Che roba è?
Un'astronave! Un meteorite! Gravita sopra la valle! Sono piombato su Pandora!
Il Crozzon di Brenta. Sfonda le nubi, irrompe orgoglioso, e loro lo accarezzano.
Sopra, alla mia sinistra
e dietro di me, verso la Val Rendena
Qualche minuto e si giunge ad un luogo tristemente famoso per la tragedia del Brentei, che noi Piacentini ricordiamo con una mano sul cuore.
Seppur triste e breve, il passaggio è molto affascinante e fa tornare bambini o Indiana Jones.
Usciamo dalla grotta trovando un'atmosfera vagamente mistica
Se penso a cosa le nuvole nascondano, sento la camminata un poco inutile, un filo pesante;
ma qualunque attimo che goda di particolarità, di singolarità, positiva o negativa che sia, a meno che non vi sia invischiata la morte come 200 metri e 25 anni prima, non è replicabile e indissolubilmente legato al tempo e quindi al nostro essere. Ha una bellezza intrinseca, sta alll'osservatore percepirla e nel caso accettarla come reale e parte della nostra futura essenza.
Boooom! Il Crozzon aleggia sopra il Brentei!
I paesaggi lunari si fanno spazio là dietro
Inizia a scurirsi
proseguo lungo il sentiero che scende ripido per la costa, che mi ricondurrà a Malga Brenta Bassa
Ecco, inizia ad aprirsi quando me ne sto andando. Un classico.
Dai baranci passo per gli abeti, poi ai faggi, e infine ancora agli abeti ed alla radura della malga.
Qui il sentiero è piacevole se non si ha fretta, lungo e noioso se si ha il pepe al culo
Qui il cellulare è completamente scarico, ma sono in tempo per l'ultimo vedo-non vedo.
Mi volto e mi appare ancora. Non è Angela, è un Brenta in lingerie, erotico, onirico.
Grazie, ci si vede presto.
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