LESIONE LCA E MENISCO MEDIALE (Inveterate)

Davide86

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Ciao a tutti,

premetto che non scio da anni, da più di 15 ormai, perché sono un trentenne che il crociato se l'è bruciato a 15 anni durante un incidente in motorino.

Crociato (completamente), menisco mediale e interessamento SPE (nervo) con conseguente sindrome del piede cadente.

L'ultimo problema, quello del piede cadente, si è più o meno risolto da sé: riesco ad alzare il piede q.b. per poter camminare in maniera accettabile senza inciampare.

All'epoca, quindicenne, l'ortopedico mi disse di non intervenire chirurgicamente sul ginocchio perché, essendo in piena fase dello sviluppo, la crescita avrebbe potuto invalidare l'intervento creando danni gravi. Se devo essere sincero, in questi 15 anni, non ho mai rimpianto l'assenza del crociato, probabilmente il mio corpo ha assunto una conformazione tale da consentirmi di sopperire al danno attraverso la muscolatura, l'andatura ecc.

Qualche partitina tranquilla a calcio tra amici, tanta MBK, qualche corsetta me le sono concesse, mentre al resto non ho mai attribuito troppa importanza non essendo uno sportivo appassionato. Peso forma, finora vita abbastanza sedentaria (studente prima, impiegato dopo).

Ultimamente, però, si è prospettata l'opportunità e la necessità, vista la crisi, di un lavoro in cui impiegherei molto le gambe, starei in piedi per parecchie al giorno, mai fermo, con la necessità di sopportare qualche piccolo sforzo fisico. Alla luce di ciò, dopo ben 15 anni, ho ripreso in considerazione l'eventualità di "rimettere in sesto" il ginocchio, dopo una lastra ed una RMN mi sono rivolto ad un ortopedico abbastanza quotato nel milanese.

Dalla lastra risulta una sclerosi del piatto tibiale: un processo di addensamento osseo a mo' di autodifesa dovuta alla mancanza del legamento.
Tutto il resto è rimasto tale e quale a quindici anni fa, le cartillagini perfette, il menisco laterale intatto.
Secondo l'ortopedico vi è una instabilità GRAVE, nonostante capiti molto (molto!) raramente che il ginocchio ceda.
Secondo l'ortopedico va operato, dopo una breve cura a suon di intramuscolari volta a "nutrire" l'osso ed attenuare la sofferenza ossea presente.

Io, nonostante ciò, sono ancora indeciso.
Perché sono giovane, sì, ma lo sport che mi interessa fare lo riesco a fare comunque e ho paura che l'intervento offenda il ginocchio in maniera addirittura maggiore dell'usura dovuta all'assenza del crociato.

Se lo operassi sarebbe soprattutto per rallentare l'inevitabile artrosi futura con cui, fra qualche decina di anni, mi troverò a fare i conti.

Inoltre, essendoci stata una compromissione del nervo sciatico popliteo esterno (SPE), che negli anni si è parzialmente ripreso, non vorrei che l'immobilizzazione che conseguirebbe alla ricostruzione del crociato e lo stesso intervento chirurgico inferissero sulla funzionalità del nervo risolvendo un problema e causandone un altro che mi limiterebbe in misura ancora maggiore il vivere quotidiano.

Forse sono un po' OT, ma sono sicuro che molti di voi hanno avuto a fare con crociati e menischi e sapranno darmi un consigli e pareri, comunque ben accetti.

Grazie mille.
A presto,

Davide.
 
Sei giovane operati e vedrai che recupererai velocemente...altrimenti diventi vecchio e per tale ragione non ti opereranno nuovamente.
 
"Via il dente, via il dolore!"

Sei giovane, e visto che non c'è alternativa "conservativa" che può farti tornare come prima, a sto punto ti conviene operarti.

Ritornerai in forma e allora si che potrai lavorare e fare sport senza paure e problemi.
 
Per me se non ti operi sei matto...l

Già è stata una pazzia attendere 15 anni :shock: (avrei capito un paio d'anni, non è che poi, dai 18 in sù, si cresca ancora in altezza).

Hai presente cosa vorrebbe dire rischiare di avere artrosi precoce e zoppicare....??

Altro che vita sedentaria.

Certo dovrai fare 6 mesi di fisioterapia, che però saranno ripagati nei prossimi 60 anni, minimo.

Ma di camminare cammini dopo pochissimi giorni, quindi l'unica "seccatura" sarà recarti in palestra.
L'immobilizzazione è una stro....zata...
Quando mi operai io (legamento crociato e menisco) il chirurgo non bloccò nulla mi diede solo esercizi da fare anche a letto e la stampella per pochi giorni... Tu mettiti sotto con gli esercizi, da subito, e vedrai che non decade nulla

E poi scusa, se scrivi qui su skiforum, magari ti interesserà anche tornare a sciare: meglio farlo ... e meglio con ginocchia a posto.

P.S. parli con uno che si è rotto crociato e legamento 22 anni fa al ginocchio dx (operato e dimenticato: fatto qualunque sport) e che ora si è rotto crociato e legamento anche al ginocchio sx. Ho quasi 48 anni e col piffero che sono disposto a star fermo: infatti a brevissimo mi opero (appena mi convocano).
 
In effetti è lo stesso ragionamento che avevo fatto io.

Tornare a sciare mi interessa relativamente, non ho più toccato gli sci dall'età di 15 anni e non è che prima fossi un veterano.

Mi interessa molto, invece, la tematica dell'artrosi precoce.
Quella sì che mi spaventa.
Da un lato c'è chi sostiene che l'operazione è di per sé artrosizzante, perché va a mutare la naturale meccanica del ginocchio;
dall'altro c'è chi sostiene che lasciando tutto com'è l'artrosi verrà prima, perché il ginocchio lavora male.

Dai test effettuati dall'ortopedico abbiamo notato che il "gioco" maggiore si ha nel varo-valgo (tibia che si sposta a destra e a sinistra in maniera innaturale rispetto al femore), mentre per quanto riguarda la traslazione anteriore della tibia rispetto al femore la conformazione del mio ginocchio fa sì che il problema venga in parte attenuato biologicamente.

L'unica paura, se devo essere sincero, è che venga in qualche modo influenzato il fascio di nervi.
E' una delle (rare) complicanze dell'operazione che, qualora si verificasse, causerebbe mal sensibilità dal ginocchio in giù (e va be') e la sindrome del "piede cadente", ovvero l'incapacità di sollevare la punta del piede flettendo i muscoli del polpaccio, attivati proprio da questo fascio di nervi.

Quando mi partì il crociato lesionai anche questi nervi e per un paio di anni non muovetti il piede.
Poi, piano piano, riprese (i nervi si autoriparano in maniera lenta ed impercettibile, ma solo fino ad un certo punto) ma tutt'oggi riesco ad alzare il piede solo fino a formare un angolo di 90 gradi con la caviglia, non oltre, ma è più che sufficiente per camminare senza inciampare nel mio stesso piede.
Ecco, la paura è che venga compresso quel poco di innervamento sopravvisuto e per salvare il ginocchio mi si f**** il piede.

Siete molto gentile a rispondermi.
Secondo il mio medico condotto i chirurghi sono propensi a tagliare e, per lei, visto che sono andato avanti bene per quindici anni, andando in bici e facendo palestra, potrei benissimo evitare l'intervento chirurgico.

Ed io mi trovo tra due fuochi e non so su quale mi conviene buttarmi.

A presto!
Davide.
 

.

Sul fatto che l'operazione sia artrosizzante... lo è se la sbagliano.

Altrimenti non credo proprio.
Sul rischio di interessare i nervi: finchè non se ne tenesse conto, ma se è una cosa tenuta in preventivo, immaginerei ci stiano attenti.

Poi non sempre i chirurghi spingono a prescindere per l'operazione: c'è anche gente piuttosto conservativa. se hai ques o dubbio, fai un paio di consulti in più.

Detto questo: ovviamente la decisione è tutta tua, l'importante è che tu non ti faccia condizionare troppo dalle tue paure.
 
E' una gran seccatura ma quando si rompe il crociato e' giusto ricostruirlo soprattutto se il ginocchio e' lasco.
Non sono un medico ma mi fiderei dell'ortopedico e di quello che ti consiglia.
Il fare poco sport ritarda fenomeni degenerativi che comunque alla fine si verificano.
Anche se ti muovi poco rischi ad età più avanzate problemi molto più seri ed, a quel punto, difficili da curare.

L'operazione e' ormai collaudata, i rischi ci sono come in tutti gli interventi chirurgici ma sono minimi.

E magari, una volta fatto, ti torna la voglia di sciare. :D
 
Sul fatto che l'operazione sia artrosizzante... lo è se la sbagliano.

Altrimenti non credo proprio.
Sul rischio di interessare i nervi: finchè non se ne tenesse conto, ma se è una cosa tenuta in preventivo, immaginerei ci stiano attenti.

Poi non sempre i chirurghi spingono a prescindere per l'operazione: c'è anche gente piuttosto conservativa. se hai ques o dubbio, fai un paio di consulti in più.

Detto questo: ovviamente la decisione è tutta tua, l'importante è che tu non ti faccia condizionare troppo dalle tue paure.



Un altro ortopedico lo sentirò sicuramente, ma credo proprio che, nel caso, mi farei operare da quello che ho già consultato.
E' il responsabile di Ortopedia 3 della Capitanio, a Milano.
Di poche parole, ma mi ha ispirato fiducia.
Nel caso decidessi per il sì mi ha anche dato delle iniezioni da fare per "nutrire" l'osso, in vista dell'operazione.

A spaventarmi non è l'intervento in sé, ma che la situazione si riveli poi essere peggiore di com'è ora: in quindici anni ci ho fatto di tutto con questo ginocchio, tanta bicicletta, palestra con pressa, qualche camminata. Non mi ha dato problemi, ma dai rx che ho fatto il mese scorso, in vista della visita ortopedica, si denota una sofferenza ossea (sclerosi del piatto tibiale ecc.) dovuta, probabilmente, al malfunzionamento del ginocchio. Però, a parte questo, non ho nessun dolore, nessun cedimento. L'unica cosa di cui potrei lamentarmi è la sensazione, probabilmente psicologica prima che fisica, di instabilità, come se il ginocchio fosse "montato male".

Ho effettuato anche una RMN, per sicurezza, prima della visita ortopedica, ma la situazione è pressoché identica a quindici anni fa (mezzo menisco è ancora in ordine, tendini, legamenti laterali e crociato posteriore intatti, rotula in asse ecc.).
 
Ti hanno instillato, tanti anni fa, una paura esagerata ed immotivata dell'intervento.

LCA e menisco sono ormai operazioni di routine, l'unica cosa che devi considerare è che dopo l'intervento dovrai farti il mazzo per una corretta rieducazione dell'arto.

Cosa che però, unita alla ricostruzione dei legamenti, ti eviterà altrimenti inevitabili conseguenze di artrosi ...
E magari, dopo, con muscoli e legamenti a posto, avrai maggior voglia di fare attività fisica e sport... senza le remore attuali.

Non la voglio però fare troppo facile.
Ovviamente la concomitante problematica del piede e dei nervi lesionati va valutata da un bravo medico (magari anche più d'uno). Ma se loro la ritengono superabile ....
 
Ciao, rotto il crociato anteriore sinistro il 7 gennaio, operato il 16 febbraio.
Dal giorno seguente fisioterapia ogni giorno con sessioni di 3 ore in palestra e poi a casa altre 2 ore da solo. Stampelle e tutore per 2 settimane. Pensa che mi sembra di avere la gamba sinistra più forte di quella sana. Proprio ieri ho fatto delle serie da 110 kg in pressa solo sulla gamba operata. È un percorso lungo questo sì ma io te lo consiglierei vivamente come lo consiglierei a chiunque. Poi rimane sempre una decisione personale ma la mia personale esperienza unita ad altre esperienze raccontate nel forum mi fa dire di farla, ciao
 
Ti hanno instillato, tanti anni fa, una paura esagerata ed immotivata dell'intervento.


Vedi, all'epoca avevo 15 anni e non capivo un c****.
L'unica mia preoccupazione per quanto tempo ancora avrei dovuto tenere il tutore Robocopstyle e le stampelle.

Così sono andato avanti fino a pochi mesi fa, senza troppi problemi.
Anzi, in sella, con la bicicletta, sono particolarmente tosto nel mio piccolo, non ho mai sentito la mancanza di un legamento.

Però poi qualcuno mi ha messo la pulce nell'orecchio (nello specifico una dottoressa, che durante una visita preassuntiva mi ha chiesto se fossi mai stato ricoverato e avessi mai subito incidenti...) e da lì è partito tutto: mi sono informato, è salita l'angoscia, ho mobilitato mari e monti per poter fare degli esami (rx, rmn), sono andato a cercarmi un ortopedico con gli attributi.

Va detto che se decidessi di farmi operare ora (a giugno, prima non potrei, ma questo mese e mezzo sarebbe opportuno per rinforzare i muscoli della coscia), perderei anche il lavoro che ho trovato, dovrei rifiutare una proposta allettante, ma ho idea che se iniziassi a lavorare non lo opererei più, mi mancherebbero tempo e costanza.

Il problema dei nervi è che, quel fascio nervoso coinvolto, viene spesso "schiacciato" dall'ematoma postoperatorio e, per qualche tempo, si fatica a muovere il piede o si avverte una sensazione di torpore sulla parte anteriore o laterale della gamba. Io convivo con tutto ciò da quindici anni e ho imparato ad accettarlo. Non acceterei però un peggioramento in tal senso, perché il danno che ne deriverebbe (impossibilità a camminare se non con un aggeggio chiamato "molla di Codivilla", che non ho mai dovuto usare per fortuna) sarebbe di gran lunga peggiore della miglioria dovuta al ripristino della funzionalità articolare del ginocchio.

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Ciao, rotto il crociato anteriore sinistro il 7 gennaio, operato il 16 febbraio.
Dal giorno seguente fisioterapia ogni giorno con sessioni di 3 ore in palestra e poi a casa altre 2 ore da solo.


Ma la fisioterapia direttamente in palestra?
Io pensavo, almeno per i primi due mesi, di rivolgermi all'ospedale di zona (sono bravi i fisioterapisti, ne parlano tutti molto bene) o ad un centro privato adibito al recupero funzionale, ma non sin da subito ad una vera e propria palestra.

Poi, sinceramente, tre ore al giorno di palestra non sono eccessive?
Ricordo che per riprendere, quando feci il danno, facevo sessioni di fisioterapia di un'ora abbondante per tre volte la settimana.

Troppo poco?

La riabilitazione post-traumatica deve essere di minor entità rispetto a quella post-intervento riparativo?

Non temo nulla, eh. Era giusto per capire il livello di impegno che mi sarà richiesto, anche in termini di tempo, visto che finché non potrò guidare, dovrò dipendere da qualcuno non avendo centri ad hoc/palestre raggiungibili a piedi o coi mezzi (abito in un paesino fuori città).

Grazie.
 
Ma la fisioterapia direttamente in palestra?
Io pensavo, almeno per i primi due mesi, di rivolgermi all'ospedale di zona (sono bravi i fisioterapisti, ne parlano tutti molto bene) o ad un centro privato adibito al recupero funzionale, ma non sin da subito ad una vera e propria palestra.

Poi, sinceramente, tre ore al giorno di palestra non sono eccessive?
Ricordo che per riprendere, quando feci il danno, facevo sessioni di fisioterapia di un'ora abbondante per tre volte la settimana.

Troppo poco?

La riabilitazione post-traumatica deve essere di minor entità rispetto a quella post-intervento riparativo?

Non temo nulla, eh. Era giusto per capire il livello di impegno che mi sarà richiesto, anche in termini di tempo, visto che finché non potrò guidare, dovrò dipendere da qualcuno non avendo centri ad hoc/palestre raggiungibili a piedi o coi mezzi (abito in un paesino fuori città).

Grazie.

Ciao, io sto facendo riabilitazione in un centro privato. Il recupero e il tempo dipende dalla tuo recupero traumatico, da quello che dice l'ortopedico e il fisioterapista che nel mio caso lavorano in staff. I primi giorni sono dedicati all'estensione del ginocchio in cui il fisioterapista ti può aiutare ma se il recupero risponde bene fai gli esercizi in autonomia sotto il controllo del fisioterapista. Dopo 10 giorni nel mio caso mi ha fatto salire sulla cyclette e ho fatto il giro completo.
Ripeto il recupero è molto soggettivo, io ad esempio non ho mai avuto un grosso gonfiore. Questo percorso me l'aveva già prospettato l'ortopedico alla prima visita. Come ti diceva Max ti devi fidare di chi ti visita-opera, secondo me è la parte più importante. Fai più visite se ti senti insicuro.
L'approccio del mio ortopedico-fisioterapista è sempre sotto controllo di far ricordare al più presto al ginocchio come muoversi e dare al più presto al legamento le impostazioni corrette.
 
Da 15 anni a sta parte anche la medicina ha fatto i suoi passi avanti, specie in quel campo che interessa soprattutto sportivi professionisti che, visto i soldi dei contratti che hanno, hanno tutto l'interesse a essere operati bene e ritornare in forma alla grande, per cui, non dico che tu andrai ad operarti dove è andato "Ronaldo" però sappi che ora non è come 15 anni fa...poi vabeh, i rischi ci sono sempre, anche se dovessi fare un "semplice" menisco.

Quello che però mi sento di dirti, visto che hai parlato di lavoro, e la possibilità di perderlo nel caso ti operassi, beh, stai "all'occhio", nel senso, valuta bene anche questa situazione, di questi tempi tanti "treni" non ne passano, specie se parliamo di lavoro, quindi ragionaci su per bene.

Certo è che, se è come ho capito bene nel primo tuo post, questo nuovo lavoro comporta essere spesso in piedi e muoverti tanto, e tu hai questo problema del ginocchio, beh, mi sembra un pò il "cane che si morde la coda"...se non sei in "forma" non puoi lavorare, se ti operi per ritornare in "forma" perdi il lavoro...ho capito male?!
 
Certo è che, se è come ho capito bene nel primo tuo post, questo nuovo lavoro comporta essere spesso in piedi e muoverti tanto, e tu hai questo problema del ginocchio, beh, mi sembra un pò il "cane che si morde la coda"...se non sei in "forma" non puoi lavorare, se ti operi per ritornare in "forma" perdi il lavoro...ho capito male?!

No,hai capito benissimo e centrato in pieno il punto.

Quando iniziai le selezioni per questo lavoro, a gennaio, contemporaneamente mi diedi da fare per capire se, qualora mi avessero offerto un lavoro, il mio ginocchio avrebbe potuto sopportarlo. Ero poco speranzoso, non credevo di arrivare in fondo ed essere selezionato con altri tre ragazzi tra un centinaio di persone, eppure è andata. Durante la visita medica ho giocato al gioco del "dico non dico", senza mentire non mi sono soffermato troppo sulla condizione del mio ginocchio, è bastato dire che mi sono fatto male da piccolo e stop.

Però adesso mi trovo esattamente nella situazione che dici tu.

Andare a lavorare: reggerei? Si tratta di un lavoro abbastanza pesante ed estremamente dinamico.
E qualora riuscissi a lavorare finirei, fra un annetto o più, col dovermi mettere in mutua per sei mesi, perché anche volendo rimandare l'operazione, non credo che potrei andare avanti ancora per molti anni così, soprattutto in relazione al fatto che finora il ginocchio ha retto una vita da studente-impiegato e qualche uscita in bici, nulla più. Lavorare è tutt'altra cosa, stare in piedi ed usare il ginocchio, non poter prestare tutta l'attenzione voluta e dovuta ai movimenti che si compiono i quali, per forza di cose, dovrebbero essere funzionali al lavoro da svolgere e non alla salvaguardia del ginocchio danneggiato.
Offrono un anno a tempo determinato "di prova" con eventuale rinnovo a tempo indeterminato.
Il rinnovo avviene quasi sempre, ma chi c'è passato prima di me mi ha avvisato che il primo anno è fisicamente devastante perché ti mettono alla prova, tant'è vero che la percentuale di abbandono (dimissionari) è altissima.
E se è devastante per i più, chissà per chi ha solo un ginocchio e mezzo a disposizione.
In effetti, però, i treni passano una volta soltanto ed io a questo lavoro ci tengo molto.

Avevo anche valutato l'idea di spiegare la situazione ai datori di lavoro, nella speranza (vana?) che la sincerità paghi: potrei essermi fatto male in questo periodo, non per forza quindici anni fa. Non mi va molto l'idea di instaurare un rapporto di lavoro a lungo termine basato sulla menzogna; d'altro canto ammettere di avere un ginocchio sfasciato sarebbe equivalso a non presentarsi alla visita medica.

Io credo che una volta che iniziassi a lavorare, qualora reggessi lo stress fisico, non mi farei operare finché morissi dal male e, con molta probabilità, nel frattempo il ginocchio se ne andrebbe a ramengo.

Tu che cosa credi?
 
Le decisioni di questo genere (operarsi e rischiare di perdere il lavoro... non operarsi e rischiare di perdere il ginocchio) spettano a te ... ed è bene che nessuno ti condizioni.

Quello che farei io mi pare chiaro, ma non è possibile decidere sulle teste altrui.

P.S. 5 ore al giorno di cui due a casa sono una preparazione per tornare all'agonismo HIHIHI

Basta molto ma molto meno... a patto di essere costanti.
 
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