Architettura in montagna

Prorsum

New member
Buona sera a tutti, apro questa discussione sperando non ve ne sia una simile già aperta.
Mi sono trovato a riflettere sull'architettura nelle varie località sciistiche: è indubbio che se si vuole una località con tante piste, impianti di risalita adeguati, servizi più o meno accessori e un buon livello di vita la località ha bisogno di espandersi e svilupparsi, perdendo di conseguenza l'aria bucolica del paese montano. Vedo spesso criticare diverse località ree di essersi riempite di "palazzoni" su più piani e fino ad ora l'ho sempre trovata anche io una soluzione non in linea con il paesaggio monano, ma poi ho riflettuto su diversi aspetti: un edificio a pianta quadrata di 100 mq porta via esattamente 100 mq all'ambiente naturale, sostituendolo con matieriali più o meno diversi ma che comunque vanno a togliere un pezzo di natura all'ecosistema. Se volessimo perseguire l'idea degli chalet su massimo 2 piani per mantenere l'architettura in stile caratteristico, per ottenere 400 mq di spazio avremmo bisogno di occupare 200 mq di spazio libero. Un condominio, per quanto possa sembrarci più brutto, occupa sostanzialmente gli stessi 100 mq in pianta di un singolo chalet, potendo arrivare a 4 piani avendo lo stesso spazio di 2 chalet ma utilizzando metà della superficie.
In un ottica comunque moderna e un po' antropocentrica (alla fine per quanto la maggior parte di noi penso ami la montagna, andiamo comunque in località in cui hanno per forza di cose costruito negozi, rifugi e seggiovie che sono estranee alla montagna) è davvero così sbagliato secondo voi costruire in altezza?

Secondo voi qual'è un buon esempio di località che sia di medie dimensioni, con un bel comprensorio e impianti efficaci e un paese che rimane comunque fornito di tutti i servizi ricreativi per una vacanza?
 
Era interessante la discussione
"il paese di montagna che vi ha colpito di più"
Io personalmente,come tanti altri,sbavo per Ortisei
 
Io rimarrei ancorato alla prima parte dell'intervento di apertura e mi fermerei alla "filosofia" costruttiva. Non andrei a replicare indagini di mercato, nel senso che eviterei di produrre la solita indagine comparativa su quale paese sia migliore di un altro.
Anche perché o li hai girati tutti o non ha senso.

Interessante domanda: meglio sviluppare in altezza o in pianta?
È vero che lo sviluppo in pianta consuma terreno, ma è anche vero che in altezza si interrompe la cosiddetta "skyline" e anche l'aria è la vista costituiscono elemento naturale da preservare.
Sono temi complessi e non esistono ricette miracolose: lo sviluppo sostenibile non per nulla è un tema tanto discusso quanto opinabile.
L'immagine bucolica della montagna è molto affascinante, ma dobbiamo essere consapevoli che non è sostenibile per via della fatica e della miseria che essa produce.
E allora occorre una politica di armonizzazione, di integrazione, di individuazione delle specificità dei vari territori.
Faccio un esempio piemontese: inutile voler "bucolicizzare" tutta la Valsusa quando questa ha una vocazione turistico sportiva.
Si programmino impianti, servizi e strutture adatti all'accoglienza turistica. Il come lo discuteremo poi, ma sicuramente si dovranno individuare e distinguere aree come Sestriere e in genere i comuni olimpici da quelle ancora "rurali" come Sauze di Cesana (autentico gioiello rimasto intatto).
Inutile voler attrezzare con impianti invadenti zone non adatte (o non più) allo sfruttamento sciistico intensivo. Voler mantenere stazioni minori a quote basse con difficoltà di accesso: occorrerà studiare un intervento diverso, più "naturale" ma sempre con servizi adeguati ad una clientela più "meditativa".
Nel primo caso allora nei paesi sede degli impianti potranno essere tollerati sconfinamenti verso l'alto nel secondo caso no.
Ma la cosa più importante sarebbe smetterla di cementificare ad minchiam e caso mai di riconvertire e ristrutturare quanto esistente.
 
tra val thorens e champorcher ci sono delle vie di mezzo. ad esempio meribel è parecchio edificata ma con materiali e stili edilizi più in linea con un paese di montagna che con una banlieu parigina. la stessa sansicario (che a me non piace è oggettivamente meno invasiva di tignes
 
Io rimarrei ancorato alla prima parte dell'intervento di apertura e mi fermerei alla "filosofia" costruttiva. Non andrei a replicare indagini di mercato, nel senso che eviterei di produrre la solita indagine comparativa su quale paese sia migliore di un altro.
Anche perché o li hai girati tutti o non ha senso.

Interessante domanda: meglio sviluppare in altezza o in pianta?
È vero che lo sviluppo in pianta consuma terreno, ma è anche vero che in altezza si interrompe la cosiddetta "skyline" e anche l'aria è la vista costituiscono elemento naturale da preservare.
Sono temi complessi e non esistono ricette miracolose: lo sviluppo sostenibile non per nulla è un tema tanto discusso quanto opinabile.
L'immagine bucolica della montagna è molto affascinante, ma dobbiamo essere consapevoli che non è sostenibile per via della fatica e della miseria che essa produce.
E allora occorre una politica di armonizzazione, di integrazione, di individuazione delle specificità dei vari territori.
Faccio un esempio piemontese: inutile voler "bucolicizzare" tutta la Valsusa quando questa ha una vocazione turistico sportiva.
Si programmino impianti, servizi e strutture adatti all'accoglienza turistica. Il come lo discuteremo poi, ma sicuramente si dovranno individuare e distinguere aree come Sestriere e in genere i comuni olimpici da quelle ancora "rurali" come Sauze di Cesana (autentico gioiello rimasto intatto).
Inutile voler attrezzare con impianti invadenti zone non adatte (o non più) allo sfruttamento sciistico intensivo. Voler mantenere stazioni minori a quote basse con difficoltà di accesso: occorrerà studiare un intervento diverso, più "naturale" ma sempre con servizi adeguati ad una clientela più "meditativa".
Nel primo caso allora nei paesi sede degli impianti potranno essere tollerati sconfinamenti verso l'alto nel secondo caso no.
Ma la cosa più importante sarebbe smetterla di cementificare ad minchiam e caso mai di riconvertire e ristrutturare quanto esistente.

Dobbiamo dire però che mentre l'ostruzione dello "skyline" è una cosa che penalizza giusto te come umano che vuole apprezzare il panorama, all'ambiente questo aspetto non danneggia affatto.
E' sicuramente un argomento molto complesso. C'è da dire che anche nei paesi poco sviluppati ci sono aree in cui edifici sono molto fatiscenti, saranno sicuramente autentici del luogo ma il colpo d'occhio viene penalizzato.
Io sinceramente non vedo nemmeno di cattivo occhio i resort 5 stelle di ultima generazione se fatti con un certo criterio edilizio (secondo me il Belmont di Foppolo, dai rendering, di per sè non la trovo una struttura brutta) e posizionati con un minimo di criterio (cosa che a Foppolo non è accaduto a mio parere) non impatterebbero poi in maniera così negativa...
 

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Il Belmont in sé è una cosa buona. Ma arriva in un paese già saturo di cemento, con alberghi chiusi da ristrutturare, appartamenti in eccesso iper svalutati (ma con delle belle metrature e volumi, perché negli anni 70 le case erano più grandi che oggi). Foppolo non ne ha bisogno, e rischia di essere una ulteriore struttura che non verrà utilizzata a dovere. È il rapporto tra impatto ambientale, e benefici che probabilmente saranno nulli o modesti, a generare scetticismo e contrarietà. Inoltre l'insieme fitto di condomini, ha già un forte impatto sul turista, andando a svantaggio del turismo stesso. Non vedo come un ulteriore condominio, per quanto ben progettato possa essere, possa risolvere il problema.
 
Ti dirò, in alcuni casi non vedo nemmeno male alcuni edifici condominiali come le torri del Sestriere. Sono caratterizzanti. È la realizzazione successiva a disgustarmi di più (quella degli anni 70/80).
Poi ci sono esempi notevolissimi di edilizia moderna ispirata all'antico (trovata su FB non so dove sia)
d8627f5558c6e8f4558a79487a0e95f9.jpg

E altri decisamente ispirati a forme non convenzionali (Hotel Shakleton a Sestriere)
dccbc8aa1431b018831efc76c805ceb4.png


Personalmente vengo rattristato dai parallelepipedi del secolo scorso, privi di ogni contesto e fantasia
 
IMG-20160731-WA0007.jpg
Il primo condominio di Foppolo, il capostipite di tutti i condomini montani! HIHIHI
Dovrebbe diventare un monumento storico.
 
Io rimarrei ancorato alla prima parte dell'intervento di apertura e mi fermerei alla "filosofia" costruttiva. Non andrei a replicare indagini di mercato, nel senso che eviterei di produrre la solita indagine comparativa su quale paese sia migliore di un altro.
Anche perché o li hai girati tutti o non ha senso.

Interessante domanda: meglio sviluppare in altezza o in pianta?
È vero che lo sviluppo in pianta consuma terreno, ma è anche vero che in altezza si interrompe la cosiddetta "skyline" e anche l'aria è la vista costituiscono elemento naturale da preservare.
Sono temi complessi e non esistono ricette miracolose: lo sviluppo sostenibile non per nulla è un tema tanto discusso quanto opinabile.
L'immagine bucolica della montagna è molto affascinante, ma dobbiamo essere consapevoli che non è sostenibile per via della fatica e della miseria che essa produce.
E allora occorre una politica di armonizzazione, di integrazione, di individuazione delle specificità dei vari territori.
Faccio un esempio piemontese: inutile voler "bucolicizzare" tutta la Valsusa quando questa ha una vocazione turistico sportiva.
Si programmino impianti, servizi e strutture adatti all'accoglienza turistica. Il come lo discuteremo poi, ma sicuramente si dovranno individuare e distinguere aree come Sestriere e in genere i comuni olimpici da quelle ancora "rurali" come Sauze di Cesana (autentico gioiello rimasto intatto).
Inutile voler attrezzare con impianti invadenti zone non adatte (o non più) allo sfruttamento sciistico intensivo. Voler mantenere stazioni minori a quote basse con difficoltà di accesso: occorrerà studiare un intervento diverso, più "naturale" ma sempre con servizi adeguati ad una clientela più "meditativa".
Nel primo caso allora nei paesi sede degli impianti potranno essere tollerati sconfinamenti verso l'alto nel secondo caso no.
Ma la cosa più importante sarebbe smetterla di cementificare ad minchiam e caso mai di riconvertire e ristrutturare quanto esistente.

Ciao Terios, ho sempre immaginato tu fossi un architetto e dal tuo intervento (condivisibile dalla prima all'ultima parola e virgola) mi sembra di intenderlo ancora di più. Per capirci, io sono dall'altra parte della barricata. HIHIHI Immagino mi sia spiegato.

E leggendoti appartieni a quella ristretta cerchia di professionisti dotati di sano realismo e consapevolezza del contesto in cui si opera.
Personalmente sono un cliente fisso delle Dolomiti e le tre volte che ho "sconfinato" (Sestriere, Cervinia, Champoluc), non ho trovato quasi niente di quanto mi "attizza" e di fatto nulla mi ha trattenuto dal tornare alle origini.
Ogni zona montana ha le sue caratteristiche peculiari, alcune "naturali e storiche", altre un po' "sforzate"; ma quel che è stato fatto in alcune località va al di là del bene e del male. Accetto più un'orripilante Val Thorens che ancor più orripilanti vie di mezzo come la "sololeiopen". Certi paesi dell'AA saranno un falso storico (entro certi limiti), ma certe robe sono brutte e basta. A Sestriere invece di costruire quelle orripilanti torri avrebbero potuto costruire 10 alberghi in stile valsusino che avrebbero preso lo stesso spazio e non l'avrebbero marchiata a vita come territorio di ecomostri.
Purtroppo la zona sconta la vicinanza alla grande città per cui tutti i torinesi si fanno il weekend nell'appartamentino che ha acquistato il padre o il nonno; ma gli incassi veri si fanno con le settimane bianche.
Sarebbe così delirante immaginare di riconvertire la zona VL e la zona "sololeiopen" (Champoluc è già più "nature") ad una architettura prettamente montana e più appetibile per la massa che cerca la "montagna vera" (non so se mi sono spiegato ...).
 
Negli anni 50/60, anni in cui fu costruito il Sant'Uberto (si chiama così), era normale, purtroppo. Avrebbero fatto così anche in Alto Adige, se non fosse che in quegli anni il turismo in Alto Adige era ancora arretrato e limitato a poche valli, e sarà dagli anni 70 che il TAA ha messo su quello straordinario sistema turistico che conosciamo. Io non ce l'ho su neanche tanto con i condomini degli anni 50/60, ma con quelli degli anni 80 e 90 costruiti nella stessa maniera, e con la stessa assoluta mancanza di sensibilità e buon gusto.
 
Negli anni 50/60, anni in cui fu costruito il Sant'Uberto (si chiama così), era normale, purtroppo. Avrebbero fatto così anche in Alto Adige, se non fosse che in quegli anni il turismo in Alto Adige era ancora arretrato e limitato a poche valli, e sarà dagli anni 70 che il TAA ha messo su quello straordinario sistema turistico che conosciamo. Io non ce l'ho su neanche tanto con i condomini degli anni 50/60, ma con quelli degli anni 80 e 90 costruiti nella stessa maniera, e con la stessa assoluta mancanza di sensibilità e buon gusto.

Potresti avere ragione, ma ritengo sia diverso. In AA, a mio parere, certe cose non gli sono mai neanche venute in mente.
E per un motivo ben preciso: hanno intuito (merito a chi l'ha pensato, non so chi sia) che alcuni eccessi non avrebbero pagato perché avrebbero tolto lavoro diffuso.

E parliamo di Alto Adige. Perché in Trentino sono comunque riusciti a costruire delle robe che non hanno niente da invidiare alla "sololeiopen" o alla VL. Se ne parlava in altro 3d; ho avuto oltretutto la "fortuna" di fare due settimane bianche in quelle oscenità che sono Marlleva 1400 ed il Solaria. Quasi una prova di sopravvivenza .... rispetto al garni altoatesino UNA stella.
 
Ciao PRORSUM, Ciao a tutti.
E' da tanto che non scrivo (poco tempo, troppo lavoro, pochi argomenti interessanti per me e la mancanza nel forum di quella simpatica canaglia di MATSCI, la simpatia digitale di skiforum).
Ma l'argomento da te proposto mi prende.
Estraggo dal tuo post (un po' confuso per la tanta carne messa al fuoco) le questioni inerenti all'architettura ed all'urbanistica di montagna:
1- L'ASPETTO FORMALE (la contrapposizione tra "aria bucolica" versus "espansione/contemporaneità");
2- L'ASPETTO URBANISTICO (consumo di suolo, costruzioni in elevazione versus costruzioni tradizionali);
3- L'ASPETTO AMBIENTALE, come lo evidenzia TERRIOS (l'impatto formale, ambientale, economico, territoriale, ottico: conservazione versus evoluzione/involuzione?);
4- BUONI ESEMPI DI LOCALITA';

Spero di aver tempo di rispondere presto alle questioni da te poste. La documentazione fotografica l'ho già preparata. E non solo.

intanto 2 riferimenti per farci ruflettere:

http://corrierealpi.gelocal.it/bell...he-messner-boccia-il-logo-che-errore-1.891901
https://www.youtube.com/watch?v=ce3yIOINFp4

Grazie a Terrios per le acute osservazioni.
A presto.

Le Migliori Sciate.
 
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