Terremoto: ricostruzione e dintorni

bisfra65

Well-known member
Vorrei continuare a parlare del terremoto del 24 agosto anche se il 3d principale è stato chiuso.
E comincerei parlando della futura ricostruzione che non sarà né corta ne' semplice. Inutile farsi illusioni o sparare boiate alla berlusca dopo l'Aquila (due anni .... sì, booom ....). Ma questo concetto lo svilupperò in qualche post successivo.

Per il momento vorrei focalizzare l'attenzione su dei "contributi" di cui nessuno sentiva la necessità:

http://osservatorio-amatrice.blogautore.repubblica.it/?ref=drnh8-3
 
Parlare di ricostruire come prima non ha senso. È' inutilmente costoso.
È' venuto giù tutto, è quello che è' rimasto su è probabilmente talmente lesionato che va demolito.
Al massimo puoi rifare qualcosa con tecniche moderne le cui facciate assomiglino molto a quelle crollate.
A questo punto hai mano libera di utilizzare le migliori tecniche moderne per la struttura ( vedi legno ) e rivestimenti facciate con materiali simili agli originali.
Altrimenti saremo qui ancora fra 20 anni a parlare della ricostruzione mentre se va bene gli sfollati saranno ancora in casette temporanee diventate oramai permanenti, rigorosamente di legno.
 
Quando si parla di "ricostruire come prima" si intende rifare edifici con tecniche moderne ma che siano simili esteticamente a quelli crollati.

Da capire piuttosto cosa succederà nelle frazioni lesionate dove con interventi mirati sugli vecchi edifici si può sistemare il tutto.
 

Sopra il link all'articolo INUTILE.
Primo perché sono francesi e in Francia non ci sono zone sismiche o almeno non ce ne sono di significative. Potevano stare a casa loro che non se ne sentiva la mancanza.
Secondo perché sono architetti, ossia cultori dell'estetica e, per come la facoltà di architettura è concepita in Italia, completamente inutili ai fini della ricostruzione strutturale e ancora più inutili nell'analisi delle cause. Anche perché molti dei pilastri e muri mancanti che avranno fatto crollare le case saranno opera di qualche cultore degli "open space". E non continuo. Basta che vi leggiate lo "Stupidario" pubblicato che raccoglie le perle dell'esame di stato per l'accesso albo degli architetti.

Altra perla perlacea quella di coinvolgere Renzo Piano. Per informazioni rivolgersi agli ingegneri che stanno ancora bestemmiando in turcomanno per far reggere le sue opere d'arte o quelle di quell'altro genio di Fuksas. Parafrasando: bello fare i froci col culo degli altri. Ossia progetto qualcosa di BELLO, poi se si tiene o no è un problema secondario .....
 
Parlare di ricostruire come prima non ha senso. È' inutilmente costoso.
È' venuto giù tutto, è quello che è' rimasto su è probabilmente talmente lesionato che va demolito.
Al massimo puoi rifare qualcosa con tecniche moderne le cui facciate assomiglino molto a quelle crollate.
A questo punto hai mano libera di utilizzare le migliori tecniche moderne per la struttura ( vedi legno ) e rivestimenti facciate con materiali simili agli originali.
Altrimenti saremo qui ancora fra 20 anni a parlare della ricostruzione mentre se va bene gli sfollati saranno ancora in casette temporanee diventate oramai permanenti, rigorosamente di legno.

Per smorzare la polemica possibile da subito.

Ho avuto centinaia di clienti a seguito del sisma Umbria Marche del 1997.
Di tutti questi ben 3 (TRE!) hanno scelto di non ricostruire in muratura o c.a.; due in acciaio e uno in legno.
L'italiano medio certe cose non le concepisce; vuole la casa da lasciare in eredità quantomeno ai nipoti, non la baita alpina. Gli stessi Rubner, ecc. (che conoscerai ma non voglio fare pubblicità) che si erano presentati in forze in zona dopo il terremoto, hanno avuto fortuna miserrima. Chi ha comprato i prefabbricati li ha comprati in CAV e CAP, pochissimi (ripeto, pochissimi) in legno. E' una questione culturale, probabilmente sbagliata, ma così E'. Punto.

Ho ricostruito casa mia in c.a. con solai in legno e con tamponature di spessore 40 costituito da blocco termico 25, polistirene 6, forato in laterizio 8. E' perfetta strutturalmente, dal punto di vista sismico e dal punto di vista termico e, per i prossimi 100 anni (previsione di durata del calcestruzzo) non ci metterò/metteranno più le mani sopra se non per le minime manutenzioni di routine e neanche per la tinteggiatura visto che ho usato intonachino mineralizzato che è praticamente eterno. Ci ho messo sopra (in tre, con mio padre e mia sorella) oltre 100.000, ma per 50 anni non ci penso più.
Con la capanna dello zio tom in legno sarebbe lo stesso?
 

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Parlare di ricostruire come prima non ha senso. È' inutilmente costoso.
È' venuto giù tutto, è quello che è' rimasto su è probabilmente talmente lesionato che va demolito.
Al massimo puoi rifare qualcosa con tecniche moderne le cui facciate assomiglino molto a quelle crollate.
A questo punto hai mano libera di utilizzare le migliori tecniche moderne per la struttura ( vedi legno ) e rivestimenti facciate con materiali simili agli originali.
Altrimenti saremo qui ancora fra 20 anni a parlare della ricostruzione mentre se va bene gli sfollati saranno ancora in casette temporanee diventate oramai permanenti, rigorosamente di legno.

Parliamo degli altri, non di casa mia.
Abbiamo ricostruito edifici in centro storico di 4-500 anni fa (come ad Amatrice, a parte le boiate giornalistiche che si attaccano a qualche cordolo fatto negli anni '50) vincolati dalla Soprintendenza con il mantenimento dei muri perimetrali rinforzati dall'interno e demolizione quasi completa dell'interno e ricostruzione delle murature in blocco sismico portante e solai e coperture in legno, raggiungendo l'obiettivo dell'adeguamento sismico (c fin >= 0.70).
Mi spieghi il senso della demolizione completa di un centro storico da ricostruire con intelaiature in legno? Per farlo sembrare il centro storico di Ottawa? Anche no, grazie.
 
Ultima cosa introduttiva: i tempi.

Per una ricostruzione all'80% ci vorranno almeno sette-otto anni, senza che ci prendiamo per i fondelli.
Basta pensare al fatto che il centro storico di Amatrice è TUTTO vincolato dal punto di vista paesaggistico ambientale (D.Lgs. 42/04, ex D.Lgs. 490/99, ex L.1497/39).
Per OGNI intervento si va in conferenza di servizi con diritto di veto e di vita o di morte da parte della Soprintendenza. Che è l'UNICO ente (anzi un principato, anzi un vicereame) italiano per cui un progetto non passa se "non mi piace" :shock: senza bisogno di spiegazioni e giustificazioni.
Significa, magari, prendere e buttare un faldone di 20 cm di spessore e rifare tutto da capo. Più volte.

Fatevi una domanda sul motivo per cui il centro storico dell'Aquila sta ancora a caro amico ......
 
Ultima cosa introduttiva: i tempi.

Per una ricostruzione all'80% ci vorranno almeno sette-otto anni, senza che ci prendiamo per i fondelli.
Basta pensare al fatto che il centro storico di Amatrice è TUTTO vincolato dal punto di vista paesaggistico ambientale (D.Lgs. 42/04, ex D.Lgs. 490/99, ex L.1497/39).
Per OGNI intervento si va in conferenza di servizi con diritto di veto e di vita o di morte da parte della Soprintendenza. Che è l'UNICO ente (anzi un principato, anzi un vicereame) italiano per cui un progetto non passa se "non mi piace" :shock: senza bisogno di spiegazioni e giustificazioni.
Significa, magari, prendere e buttare un faldone di 20 cm di spessore e rifare tutto da capo. Più volte.

Fatevi una domanda sul motivo per cui il centro storico dell'Aquila sta ancora a caro amico ......

Per non parlare dei tempi "tecnici" che si prendono per dare anche solo un parere preliminare.....e i modi in cui ti danno risposta....
Un paio di mesi fa abbiamo chiesto un parere preliminare x un intervento su immobile vincolato.....
Dopo 2 mesi ti rispondono "se i precedenti edilizi e lo stato di fatto dei luoghi sono legittimi, esprimeremo parere".....
Quindi io ad oggi non so se l'intervento lo potrò fare, mi devo sbattere a ricostruire vita morte e miracoli di quell'immobile, per poi magari ottenere un diniego......
Dimmi subito "se i precedenti sono a posto, per noi l'intervento si può/non si può fare"......
Ovviamente nel frattempo x avere UN PARERE PREVENTIVO (non il permesso in Comune, che dovrà successivamente al parere della Sovrintendenza, essere approvato da altre commissioni di burocrati e architetti "illuminati") passano 4/5 mesi......
Insomma, tra una cosa e l'altra, solo per mettere a posto le carte, su immobili o zone vincolate può passare come niente un annetto.....se le carte vengono approvate al primo colpo oltretutto....
Questo per ogni immobile ovviamente.....quando ce ne sono centinaia di progetti da approvare, come in questo caso, i tempi diventano biblici....

Queste sono le prime cose che dovrebbero cambiare nel nostro paese nel mondo dell'edilizia.....
Invece continuano a complicare sempre più le cose, mascherandole anche dietro al nome di "semplificazione burocratica".......
Basta guardare tanti PGT......robe da ricovero coatto in psichiatria......
 
Ultima modifica:
Per non parlare dei tempi "tecnici" che si prendono per dare anche solo un parere preliminare.....e i modi in cui ti danno risposta....
Un paio di mesi fa abbiamo chiesto un parere preliminare x un intervento su immobile vincolato.....
Dopo 2 mesi ti rispondono "se i precedenti edilizi e lo stato di fatto dei luoghi sono legittimi, esprimeremo parere".....
Quindi io ad oggi non so se l'intervento lo potrò fare, mi devo sbattere a ricostruire vita morte e miracoli di quell'immobile, per poi magari ottenere un diniego......
Dimmi subito "se i precedenti sono a posto, per noi l'intervento si può/non si può fare"......
Ah ovviamente nel frattempo x avere UN PARERE PREVENTIVO (non il permesso in comune) sono passati 4/5 mesi......

Guarda, un mio amico architetto li chiama "i vicere" HIHIHI, dato che non debbono rispondere del loro operato (caxxate comprese) neanche a Gesù Cristo. Per una volta sono d'accordo con un architetto HIHIHI
 
Parliamo degli altri, non di casa mia.
Abbiamo ricostruito edifici in centro storico di 4-500 anni fa (come ad Amatrice, a parte le boiate giornalistiche che si attaccano a qualche cordolo fatto negli anni '50) vincolati dalla Soprintendenza con il mantenimento dei muri perimetrali rinforzati dall'interno e demolizione quasi completa dell'interno e ricostruzione delle murature in blocco sismico portante e solai e coperture in legno, raggiungendo l'obiettivo dell'adeguamento sismico (c fin >= 0.70).
Mi spieghi il senso della demolizione completa di un centro storico da ricostruire con intelaiature in legno? Per farlo sembrare il centro storico di Ottawa? Anche no, grazie.

Ma hai visto le foto? Non è' rimasto in piedi nulla!! Solo il campanile ed una bruttura degli anni 50. Cosa vuoi salvare? La, una volta assicuratisi che non possano esserci vivi sotto le macerie, è' da entrare col bulldozer. Evitando il campanile, ed dando "per sbaglio" una bottarella a quella bruttura degli anni 50 ancora in piedi.
E poi rifare da capo.
 
L'ossatura della casa non ha niente a che vedere al rivestimento che usi.
Io abito in una casa con ossatura e solai in legno ma rivestimenti in muratura e lastre di granito.
In caso di terremoto la casa resterebbe in piedi, al massimo potrebbe avere qualche cedimento il rivestimento.
 
Sì, sì. Ma è tutta una conseguenza. Se usi la struttura a "stecchi" non riuscirai MAI a far sembrare quella casa come originaria di quella zona. Chi è del mestiere la riconosce da due km di distanza.
 
Evidentemente non la conosci. Ha una semplicità esecutiva che le puoi dare qualunque forma.

Gigiotto, che ti devo dire? Bohhh?
Ma prima di trasferirti in Canada te lo sei fatto almeno un giro in vita tua sotto Bologna? Hai contezza di quella che è la realtà dell'appennino centrale? Della tradizione e dei materiali che si sono sempre usati in duemila anni?

No, perché quando scrivi sembra che tu sia un autoctono canadese che in vita sua non ha visto altro fuori dal Quebec o dall'Alto Adige.
Ti assicuro che c'è anche un mondo oltre quello che descrivi te a cui non piace o non frega assolutamente niente di costruire la casa economica in legnaccio che scricchiola come una bagnarola dopo sei mesi.

Quegli stupidi montanari dell'Italia centrale (tra cui mi metto orgogliosamente io) hanno sempre costruito con la pietra, il laterizio e la calce. E sono sopravvissuti lo stesso senza bisogno che arrivasse qualche americano a spiegargli come si dovevano costruire le case.

E' un sistema che qui non attaccherà mai, basta solo che tu te ne renda conto.

Sai che figata Corso Umberto di Amatrice che mentre passeggi, con le facciate posticce in polistirolo e pannelli di fibra di legno mineralizzata, scricchiola come una topaia mentre la gente cammina dentro casa .....

Io direi che c'è un limite a tutto. Ad ognuno il suo, non so quale è meglio o quale è peggio, ma non mi sognerei mai di costruire uno chalet a Taormina perche è zona sismica. Te evidentemente sì; ma la vediamo diversamente e nessuno dei due convincerà mai l'altro del contrario. Punto.
 
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