Siria: dobbiamo fare qualcosa (non so cosa)

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Fabio

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Staff Forum
Dobbiamo, non devono, fare qualcosa.
Non per noi, non dobbiamo agire per evitare che arrivino al confine del Brennero, ma per loro!
Questa è la Siria, questo è il motivo per cui scappano. Dobbiamo agire, dobbiamo fare qualcosa per aiutarli a costruire una città vivibile e accogliente.
Come e cosa non lo so.

Destruction and Devastation scope in Syria today
Credits to Original Source, Russiaworks.ru
 
Lodo il tuo tentativo Fabio.
Reiterato per altro.
Ma sai benissimo come andrà a finire questo ennesimo "esperimento sociale".
Il thread degenererà e alla fine ti toccherà chiuderlo ma spero di essere smentito.

Ciao
 
Premessi il massimo rispetto e la massima comprensione senza se né ma per chi fugge dagli orrori di una guerra, sarebbe interessante capire come mai la maggior parte dei profughi (sì, anche siriani) non sembrano essere donne, vecchi e bambini ma, a occhio, uomini di età tra i venti e i cinquanta. Quello che vorrei capire ma non ho capito, e se qualcuno di voi vuole aiutarmi a farlo lo ringrazio in anticipo, è il perché tra la fuga e il prendere un partito grandi masse di uomini in età "arruolabile" preferisce la fuga (ad eccezione beninteso dei Curdi e dei fedeli ad Assad). Vorrei, insomma, capire come mai anziché lasciare il paese gli oppositori non impugnano le armi contro Assad nelle fila della coalizione contro quest'ultimo, sostenuta dall'Occidente, o viceversa si uniscono alle forze governative contro i ribelli, se sostenitori del potere centrale. Purtroppo, in una situazione di guerra, anche e soprattutto civile, è anche e soprattutto impugnando le armi che si forgiano i destini del paese. Per fare un paragone, durante la tragedia jugoslava di venti-venticinque anni fa la stragrande maggioranza dei profughi arrivati in Europa centrale erano donne, vecchi e bambini, mentre gli uomini erano in buona parte rimasti a combattere (difendendo le città in vario modo non solo con le armi, ma anche mantenendo in vita la produzione, ecc.). Penso che nel caso della (ormai purtroppo ex) Jugoslavia il collante sia stato rappresentato dall'identificazione con un'etnia (Croati, Bosgnacchi, Serbi). Quanto alla Siria è forse proprio il collante etnico che manca, visto che esso sembra funzionare solo nel caso dei Curdi? Quindi, per parlare del futuro della Siria e della sua ricostruzione, non è che magari l'unica strada è rappresentata dal superamento degli artificiali confini coloniali tramite la creazione di nuove e più omogenee entità statuali? Il prezzo da pagare però sarebbe altissimo soprattutto in termini di traferimenti (più o meno forzati) di popolazione, senza contare le numerosissime minoranze che per forza di cose non potrebbero mai essere accomodate in un proprio "Stato" ma dovrebbero comunque convivere con una delle "etnie" maggioritarie ("etnie" tra virgolette proprio perché nel rompicapo siriano non si capisce bene cosa e quali siano le etnie in gioco). E poi c'è il rischio di smembramento dell'Iraq, altra entità artificiale post-coloniale, e da ultimo il gigantesco Kurdistan turco e le sue represse con la forza ma mai sopite aspirazioni autonomistiche. In poche parole la vedo buia e penso che i profughi resteranno ancora per lunghi anni in Europa.
 
Premessi il massimo rispetto e la massima comprensione senza se né ma per chi fugge dagli orrori di una guerra, sarebbe interessante capire come mai la maggior parte dei profughi (sì, anche siriani) non sembrano essere donne, vecchi e bambini ma, a occhio, uomini di età tra i venti e i cinquanta. Quello che vorrei capire ma non ho capito, e se qualcuno di voi vuole aiutarmi a farlo lo ringrazio in anticipo, è il perché tra la fuga e il prendere un partito grandi masse di uomini in età "arruolabile" preferisce la fuga (ad eccezione beninteso dei Curdi e dei fedeli ad Assad). Vorrei, insomma, capire come mai anziché lasciare il paese gli oppositori non impugnano le armi contro Assad nelle fila della coalizione contro quest'ultimo, sostenuta dall'Occidente, o viceversa si uniscono alle forze governative contro i ribelli, se sostenitori del potere centrale. Purtroppo, in una situazione di guerra, anche e soprattutto civile, è anche e soprattutto impugnando le armi che si forgiano i destini del paese. Per fare un paragone, durante la tragedia jugoslava di venti-venticinque anni fa la stragrande maggioranza dei profughi arrivati in Europa centrale erano donne, vecchi e bambini, mentre gli uomini erano in buona parte rimasti a combattere (difendendo le città in vario modo non solo con le armi, ma anche mantenendo in vita la produzione, ecc.). Penso che nel caso della (ormai purtroppo ex) Jugoslavia il collante sia stato rappresentato dall'identificazione con un'etnia (Croati, Bosgnacchi, Serbi). Quanto alla Siria è forse proprio il collante etnico che manca, visto che esso sembra funzionare solo nel caso dei Curdi? Quindi, per parlare del futuro della Siria e della sua ricostruzione, non è che magari l'unica strada è rappresentata dal superamento degli artificiali confini coloniali tramite la creazione di nuove e più omogenee entità statuali? Il prezzo da pagare però sarebbe altissimo soprattutto in termini di traferimenti (più o meno forzati) di popolazione, senza contare le numerosissime minoranze che per forza di cose non potrebbero mai essere accomodate in un proprio "Stato" ma dovrebbero comunque convivere con una delle "etnie" maggioritarie ("etnie" tra virgolette proprio perché nel rompicapo siriano non si capisce bene cosa e quali siano le etnie in gioco). E poi c'è il rischio di smembramento dell'Iraq, altra entità artificiale post-coloniale, e da ultimo il gigantesco Kurdistan turco e le sue represse con la forza ma mai sopite aspirazioni autonomistiche. In poche parole la vedo buia e penso che i profughi resteranno ancora per lunghi anni in Europa.

I siriani, specialmente giovani e maschi, si moltiplicano come i pani e pesci dopo che sono passati dalle stamperie clandestine nei sottoscala turchi.
 
Prego i due contendenti di mostrare moderazione altrimenti non si potrà andare avanti in modo costruttivo.

Per rispondere alla domanda di Fabio "Che cosa dobbiamo fare?", qualcuno ha idee? Andiamo avanti da lì, va'.
 
Le tue previsioni non si sono minimamente avverate. Io mi vergognerei solo se fossi uno come te.
Ma tu non conosci quella sensazione quindi non puoi capire.

Ah Gia. Schengen non e' morta. La Germania accoglie a braccia aperte milioni di profughi. Che si stanno integrando benissimo nella cultura tedesca. A Colonia a capodanno grande festa in piazza senza incidenti. Nei Balcani hanno buttato giù le frontiere ed Orban è' stato cacciato dagli ungheresi. In Svezia si sono lamentati che gli arrivano poche "risorse"....
Tutto vero nel paese delle fiabe.
 
Prego i due contendenti di mostrare moderazione altrimenti non si potrà andare avanti in modo costruttivo.

Per rispondere alla domanda di Fabio "Che cosa dobbiamo fare?", qualcuno ha idee? Andiamo avanti da lì, va'.

Semplicissimo. La Turchia non è' in guerra. Ergo chi lascia la Turchia non è' un profugo, ma un migrante. E deve essere riportato in Turchia. Se non gli piace la Turchia faccia domanda di ingresso dove gli pare. La persona sarà' selezionata in base alle sue necessità, competenze e necessità del posto dove ha presentato richiesta. E dopo essere passato attraverso un back up check. Nel frattempo resta in Turchia. Se prova a saltare il processo infilandosi in un gommone bannato per 5 anni.
 
Ah Gia. Schengen non e' morta. La Germania accoglie a braccia aperte milioni di profughi. Che si stanno integrando benissimo nella cultura tedesca. A Colonia a capodanno grande festa in piazza senza incidenti. Nei Balcani hanno buttato giù le frontiere ed Orban è' stato cacciato dagli ungheresi. In Svezia si sono lamentati che gli arrivano poche "risorse"....
Tutto vero nel paese delle fiabe.

Sui fatti di Colonia è ormai acclarato che i profughi non c'entravano una mazza.

E comunque sia tu che il buon vecchio grandeorso alias alberto2 siete OT rispetto al tema sollevato da Fabio. Quindi sottoscrivo l'invito di Kaliningrad a parlare delle soluzioni per la Siria senza tornare per l'ennesima volta sul tema "frontiere e sicurezza".
 
Ah Gia. Schengen non e' morta. La Germania accoglie a braccia aperte milioni di profughi. Che si stanno integrando benissimo nella cultura tedesca. A Colonia a capodanno grande festa in piazza senza incidenti. Nei Balcani hanno buttato giù le frontiere ed Orban è' stato cacciato dagli ungheresi. In Svezia si sono lamentati che gli arrivano poche "risorse"....
Tutto vero nel paese delle fiabe.
Nonostante la disinformazione criminale, atti di guerra e finanziamenti occulti a gruppi terroristici volti a portare al potere le destre e indebolire l'Europa e il suo welfare, i suoi valori più nobili e la sua potenza economica, questa sta reggendo i colpi. Tutti i ratti stanno uscendo allo scoperto e si fanno vedere per quello che sono e non abbiamo una moschea in tutte le piazze, non dobbiamo toglierci la pelle dalla punta dell'uccello e le donne non vanno in giro in burka... come prevedevi nel tuo mondo autoreferenziale, ermetico e minuziosamente supportato da informazioni parziali trovati ed elaborati per dare man forte a qualsiasi teoria idiota (ma non per questo poco pericolosa e dannosa) che conferma i tuoi sentimenti più profondi, in tutto e per tutto poco lodevoli.
 
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