ste1258
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Mentre sistemo le foto dell'estate in questa domenica di tempo balordo, mi imbatto negli scatti della gita al Re di Castello, e penso che questa camminata inaspettata, svolta in una terra poco frequentata, quasi sconosciuta nonostante la vicinanza a montagne famose, potrebbe essere roba da forum.
Ci troviamo nell'estrema propaggine meridionale del massiccio dell'Adamello, nel sottogruppo Re di Castello-Blumone, un settore che secondo alcuni non sarebbe nemmeno Adamello in senso stretto. Di certo, vista la prevalenza del granito e le quote poco inferiori ai 3000 m, non si possono chiamare Prealpi.
Qui una vista d'insieme della situazione:
Il giro inzia dal parcheggio di Malga Bissina (1830), nella trentina val di Fumo. La diga prende il primo sole del mattino:
Dopo 45 minuti di cammino, una delle sorprese più inattese della giornata, il meraviglioso lago di Campo (1945). La freccia indica la vetta del Re di Castello:
L'acqua è sufficientemente limpida?
Dal lago il sentiero inizia a salire in modo più deciso, puntando al passo di Campo (2296):
Dal valico ci si affaccia sul versante lombardo. La freccia bianca indica sempre il Re di Castello, la freccia nera il passo Dernal dove sorge il rifugio Maria e Franco:
La val Ghilarda con il lago d'Arno, il maggiore bacino artificiale dell'Adamello bresciano:
Dal passo di Campo si segue il sentiero 1 (Alta Via dell'Adamello) in direzione sud. Salendo di quota, ecco sbucare il Disgrazia:
... e poco dopo anche il Bernina:
... mentre alle nostre spalle appare la dentellata catena Lares-Cavento-Folletto-Carè Alto, teatro di svariate battaglie durante la Grande Guerra:
La centrale di Campellio versa nell'Arno le acque glaciali delle valli Baitone-Miller-Salarno-Adamè raccolte con svariati km di gallerie:
Arrivati al passo Dernal, ecco il laghetto omonimo e sulla sinistra il passo di Campo indicato dalla freccia:
Dall'altro lato del valico si trova il piccolo rifugio Maria e Franco (2574), il secondo più alto del massiccio dopo quello della Lobbia:
Una vista verso sud lungo la selvaggia val Dois. Da qui sale l'itinerario lombardo di accesso al rifugio, che richiede quasi 4 ore di cammino e 1400 m di dislivello!
Dopo pranzo, consultato il rifugista, ci si avvia con questa destinazione:
Il cammino si sviluppa inizialmente su dei roccioni, ma i segni abbondano e tutto sommato si procede abbastanza agevolmente:
Peccato che a 100 m dalla vetta i segni spariscano, e i roccioni tanto comodi si trasformino in un'infame pietraia. Le cime dell'Adamello, che da lontano paiono tutte d'un pezzo, viste da vicino si rivelano per quello che sono: delle grandi cataste di massi!
Poco sotto la cima, l'immancabile baracca militare del 15/18:
In vetta! (2889 m). Da sinistra: Baitone, Plem, Adamello, Corno Bianco, Dosson di Genova, Corno di Cavento, Carè Alto:
In basso, mooooolto in basso, il lago di Campo e la diga di Bissina:
Verso sud il solco della val di Fumo (che qui si chiama val Daone) e all'orizzonte le inconfonfibili cime multiple del Baldo:
Davanti granito, dietro dolomia. Il Brenta sembra a portata di mano:
C'è sereno ovunque... QUASI ovunque! Le uniche nuvole si formano nella loro terra prediletta: le Orobie.
Ecco la Presolana e a destra il Pizzo Camino, dietro il quale si indovina la sagoma dell'Arera:
È ora di scendere. Anzichè ripassare dal rifugio si opta per la direttissima che si abbassa verso nord indicata da omini e radi segnavia. Mai decisione fu peggiore... 1 ora di discesa sulla pietraia che un tempo ospitava la vedretta di Saviore, con tanto di scavalco dell'ex morena terminale. Una tortura.
Riconquistata l'Alta Via a circa 2400 m, si procede su ben altro tipo di tracciato in direzione del passo di Campo:
Luci del pomeriggio sul confine tra Lombardia e Trentino:
Di nuovo il magnifico lago di Campo:
RIASSUMENDO (copyright Cappellodipaglia):
Il giro comporta 1200 m di dislivello e richiede 2 h 45' da Bissina al Maria e Franco, e da qui 1 h 15' per salire al Re di Castello.
Difficoltà E fino al rifugio, EE per la vetta con qualche passaggio di I° grado proprio sotto la cima.
È tutto, come sempre grazie dell'attenzione e dei commenti che vorrete lasciare.
Ci troviamo nell'estrema propaggine meridionale del massiccio dell'Adamello, nel sottogruppo Re di Castello-Blumone, un settore che secondo alcuni non sarebbe nemmeno Adamello in senso stretto. Di certo, vista la prevalenza del granito e le quote poco inferiori ai 3000 m, non si possono chiamare Prealpi.
Qui una vista d'insieme della situazione:

Il giro inzia dal parcheggio di Malga Bissina (1830), nella trentina val di Fumo. La diga prende il primo sole del mattino:

Dopo 45 minuti di cammino, una delle sorprese più inattese della giornata, il meraviglioso lago di Campo (1945). La freccia indica la vetta del Re di Castello:

L'acqua è sufficientemente limpida?

Dal lago il sentiero inizia a salire in modo più deciso, puntando al passo di Campo (2296):

Dal valico ci si affaccia sul versante lombardo. La freccia bianca indica sempre il Re di Castello, la freccia nera il passo Dernal dove sorge il rifugio Maria e Franco:

La val Ghilarda con il lago d'Arno, il maggiore bacino artificiale dell'Adamello bresciano:

Dal passo di Campo si segue il sentiero 1 (Alta Via dell'Adamello) in direzione sud. Salendo di quota, ecco sbucare il Disgrazia:

... e poco dopo anche il Bernina:

... mentre alle nostre spalle appare la dentellata catena Lares-Cavento-Folletto-Carè Alto, teatro di svariate battaglie durante la Grande Guerra:

La centrale di Campellio versa nell'Arno le acque glaciali delle valli Baitone-Miller-Salarno-Adamè raccolte con svariati km di gallerie:

Arrivati al passo Dernal, ecco il laghetto omonimo e sulla sinistra il passo di Campo indicato dalla freccia:

Dall'altro lato del valico si trova il piccolo rifugio Maria e Franco (2574), il secondo più alto del massiccio dopo quello della Lobbia:

Una vista verso sud lungo la selvaggia val Dois. Da qui sale l'itinerario lombardo di accesso al rifugio, che richiede quasi 4 ore di cammino e 1400 m di dislivello!

Dopo pranzo, consultato il rifugista, ci si avvia con questa destinazione:

Il cammino si sviluppa inizialmente su dei roccioni, ma i segni abbondano e tutto sommato si procede abbastanza agevolmente:

Peccato che a 100 m dalla vetta i segni spariscano, e i roccioni tanto comodi si trasformino in un'infame pietraia. Le cime dell'Adamello, che da lontano paiono tutte d'un pezzo, viste da vicino si rivelano per quello che sono: delle grandi cataste di massi!

Poco sotto la cima, l'immancabile baracca militare del 15/18:

In vetta! (2889 m). Da sinistra: Baitone, Plem, Adamello, Corno Bianco, Dosson di Genova, Corno di Cavento, Carè Alto:

In basso, mooooolto in basso, il lago di Campo e la diga di Bissina:

Verso sud il solco della val di Fumo (che qui si chiama val Daone) e all'orizzonte le inconfonfibili cime multiple del Baldo:

Davanti granito, dietro dolomia. Il Brenta sembra a portata di mano:

C'è sereno ovunque... QUASI ovunque! Le uniche nuvole si formano nella loro terra prediletta: le Orobie.
Ecco la Presolana e a destra il Pizzo Camino, dietro il quale si indovina la sagoma dell'Arera:

È ora di scendere. Anzichè ripassare dal rifugio si opta per la direttissima che si abbassa verso nord indicata da omini e radi segnavia. Mai decisione fu peggiore... 1 ora di discesa sulla pietraia che un tempo ospitava la vedretta di Saviore, con tanto di scavalco dell'ex morena terminale. Una tortura.

Riconquistata l'Alta Via a circa 2400 m, si procede su ben altro tipo di tracciato in direzione del passo di Campo:

Luci del pomeriggio sul confine tra Lombardia e Trentino:

Di nuovo il magnifico lago di Campo:


RIASSUMENDO (copyright Cappellodipaglia):
Il giro comporta 1200 m di dislivello e richiede 2 h 45' da Bissina al Maria e Franco, e da qui 1 h 15' per salire al Re di Castello.
Difficoltà E fino al rifugio, EE per la vetta con qualche passaggio di I° grado proprio sotto la cima.
È tutto, come sempre grazie dell'attenzione e dei commenti che vorrete lasciare.