T
terios
Guest
Finalmente giovedì scorso riesco a combinare con il fratello di sci direttore dei lavori della SKyway Montebianco nonché socio nella impresa capofila dell’ATI che l’ha realizzata.
Parto da Torino alle 7,15 imbocco la To-Ao Traforo, esco a Courma e seguendo le indicazioni per il traforo dopo poco meno di 5 km arrivo al parcheggio alle 8,45. Se trovate i posti a raso occupati, non disperate: esiste un ampio parcheggio interrato che si imbocca aggirando sulla destra la base della Skyway
Erano anni che non salivo più a Courma e, abituato alle vallate Valsusine ( meno caratterizzate da colossi imponenti e dai profili meno spigolosi) mi sento subito rapito, affascinato, inebetito da tanta possenza.
Passo prima dal cantiere e il “fratello” mi mostra l’ufficio operativo e la sala riunioni addobbata con i progetti. Mi spiega che parte dei macchinari sono stati elitrasportati in quota smontati, altri letteralmente spinti lungo una sterrata impervia a botta di 2 metri di avanzamento: un cingolato davanti a trainare ed uno dietro a tenere/spingere (questo per un dislivello di circa 1000 metri, cioè sino alla stazione intermedia). Sono stati costruiti impianti di servizio (che verranno smantellati), altri, già esistenti (ad esempio quello che corre a fianco degli oltre 200 gradini che portavano al Rifugio Torino), sono stati messi in sicurezza (non esisteva separazione tra passaggio pedonale e passaggio dei carrelli).
Dopo queste prime spiegazioni passiamo alla visita dell’impianto. Faccio ancora una premessa: non starò a tediarvi con la ripetizione di altre fotografie di cabine che già avete avuto modo di vedere, cercherò di inserire qualcosa di meno conosciuto e di condividere le mie personalissime sensazioni.
Sala comando impianto (ne esiste una gemella alla stazione intermedia)
Sala motori (anche in questo caso esiste sala gemella alla stazione intermedia)
Ci sono due motori che erogano una potenza al 50% ciascuno che in caso di emergenza possono ovviamente funzionare autonomamente; in caso di guasto ad entrambi esiste motore ausiliario.
Nel caso che anche questo vada in panne o i siano problemi di altra natura esiste motore dedicato ad impianto parallelo che guida un carrello che permetterà il recupero dei passeggeri della cabina 10 alla volta.
Ecco il carrello "parcheggiato"
La salita all'intermedia è quasi fulminea ma il comfort di viaggio è elevato (consiglio di salire per primi e fiondarsi alla porta opposta oppure fare di tutto per salire per ultimi in modo di stare proprio davanti alla porta di ingresso)
All'intermedia si trovano un bar due ristoranti la sala cinema/teatro un negozio ed una sezione distaccata dove la Cave du Mont Blanc vinificherà il suo gran cru...
Viene illustrata la particolarità della vigna che è composta da una unica "pianta" che viene fatta "passare" per il terreno con uno dei suoi tralici (la linea marrone tratteggiata sul muro rappresenta appunto il livello del terreno
Dei due ristoranti, al momento, è in funzione solo quello meno "figo".... che comunque è già una meraviglia per lo spettacolo che offre dalle sue vetrate
Pranzare vista Bianco (nuvole permettendo) non ha prezzo, ma un sontuoso antipasto valdostano è una fettona di crostata ai frutti di bosco (strabuona) mi è costato 15 euro... a Torino in un bar del centro neanche d'epoca ti fanno pagare anche di più...
Il ristorante chiccoso è invece questo:
Quei lampadari sono fonoassorbenti ad evitare caciara tra un tavolo e l'altro. I lavori che si vedono sono di smantellamento del cantiere e di ripristino del terreno. Inoltre stanno realizzando la terrazza di arrivo per gli sciatori dal fuoripista per un accesso diretto alla sala.
Perdonate la foto sfocata della volta
Rappresenta esattamente la volta del cielo sopra la stazione e hanno realizzato fori diversi permled di diverse dimensioni in modo da rispettare la luminosità reale delle stelle e hanno contraddistinto con il blu quelle che formano alcune costellazioni visibili.
Prendiamo secondo tratto e non ci accorgiamo neppure dei 20 minuti di viaggio: arriviamo a punta Helbronner: qui si trova un ottimo bar e la sala esposizione mineralogica
Da qui, tramite ascensore, si giunge alla galleria che porta al Rifugio Torino oppure si può accede all'impianto francese (progettato dal Politecnico di Torino e realizzato da italiani): sono due tuffi nel passato: affascinante passaggio
Tornando al futuro, una curiosità
Il Cristo si trovava all'esterno ed era in stato di degrado: lo hanno restaurato ed inglobato nella stazione (proprio zona Bar) modificando il progetto originario che non lo prevedeva ed alzando la copertura del tetto di una 80ina di cm.
Questa decisione fu piuttosto controversa perché un politico locale faceva resistenza per non offendere appartenenti a religioni diverse.... Buonsenso, e le pernacchie, fortunatamente hanno prevalso.
Il giretto sul ghiacciaio è D'obbligo
Così come sono d'obbligo le foto
Di rito in terrazza
Parte i due loschi figuri, il cippo rappresenta il confine italofrancese e la targa è quella originale restaurata voluta dall'ideatore del vecchio impianto conte Totino di Cervinia in onore del fondatore del Sestriere Edoardo Agnelli (di riffa o di raffa nel Nord Ovest, un Agnelli di mezzo c'è sempre[emoji23])
Qui con l'amico Marco in un momento di scarsa visibilità
Ah, dimenticavo una particolarità: sia le vetrate sia le coperture sono state trattate in modo tale da rendere le superfici scarsamente o per nulla riflettenti, sia per ragioni ambientali, sia per ragioni di sicurezza dei voli.
Per finire una ultima considerazione.
Sul numero di agosto di Skialper Leonardo Bizzarro ironizza garbatamente con il premier, il nostro fantasmagorico “Renzie” perché ha osato definire l’opera una nuova cattedrale gotica “….sembra troppo anche per un personaggio immaginifico com’è Renzi.”
Bene, io non sono sicuramente un fan di quel menarrosto, però non mi pare così azzardato l’accostamento. L’architetto Cillara per la stazione di monte si è più che altro ispirato ai cristalli di quarzo sia nella disposizione dei locali e dei camminamenti a sbalzo nel vuoto, sia nell’uso delle vetrate e della loro articolazione strutturale (chi ha familiarità con la mineralogia lo può osservare guardando lo schizzo dell’architetto riprodotto in alto a sinistra sulle tovagliette in carta del ristorante meno “chic”) ad un profano, come pure le antenne e le strutture che ospitano le pulegge per il cavo dell’impianto di soccorso possono dare l’idea dei pinnacoli che caratterizzano l’architettura gotica.
Lettura quanto mai personale, però sempre deridere il prossimo, mah…..
Parto da Torino alle 7,15 imbocco la To-Ao Traforo, esco a Courma e seguendo le indicazioni per il traforo dopo poco meno di 5 km arrivo al parcheggio alle 8,45. Se trovate i posti a raso occupati, non disperate: esiste un ampio parcheggio interrato che si imbocca aggirando sulla destra la base della Skyway
Erano anni che non salivo più a Courma e, abituato alle vallate Valsusine ( meno caratterizzate da colossi imponenti e dai profili meno spigolosi) mi sento subito rapito, affascinato, inebetito da tanta possenza.
Passo prima dal cantiere e il “fratello” mi mostra l’ufficio operativo e la sala riunioni addobbata con i progetti. Mi spiega che parte dei macchinari sono stati elitrasportati in quota smontati, altri letteralmente spinti lungo una sterrata impervia a botta di 2 metri di avanzamento: un cingolato davanti a trainare ed uno dietro a tenere/spingere (questo per un dislivello di circa 1000 metri, cioè sino alla stazione intermedia). Sono stati costruiti impianti di servizio (che verranno smantellati), altri, già esistenti (ad esempio quello che corre a fianco degli oltre 200 gradini che portavano al Rifugio Torino), sono stati messi in sicurezza (non esisteva separazione tra passaggio pedonale e passaggio dei carrelli).
Dopo queste prime spiegazioni passiamo alla visita dell’impianto. Faccio ancora una premessa: non starò a tediarvi con la ripetizione di altre fotografie di cabine che già avete avuto modo di vedere, cercherò di inserire qualcosa di meno conosciuto e di condividere le mie personalissime sensazioni.
Sala comando impianto (ne esiste una gemella alla stazione intermedia)
Sala motori (anche in questo caso esiste sala gemella alla stazione intermedia)
Ci sono due motori che erogano una potenza al 50% ciascuno che in caso di emergenza possono ovviamente funzionare autonomamente; in caso di guasto ad entrambi esiste motore ausiliario.
Nel caso che anche questo vada in panne o i siano problemi di altra natura esiste motore dedicato ad impianto parallelo che guida un carrello che permetterà il recupero dei passeggeri della cabina 10 alla volta.
Ecco il carrello "parcheggiato"
La salita all'intermedia è quasi fulminea ma il comfort di viaggio è elevato (consiglio di salire per primi e fiondarsi alla porta opposta oppure fare di tutto per salire per ultimi in modo di stare proprio davanti alla porta di ingresso)
All'intermedia si trovano un bar due ristoranti la sala cinema/teatro un negozio ed una sezione distaccata dove la Cave du Mont Blanc vinificherà il suo gran cru...
Viene illustrata la particolarità della vigna che è composta da una unica "pianta" che viene fatta "passare" per il terreno con uno dei suoi tralici (la linea marrone tratteggiata sul muro rappresenta appunto il livello del terreno
Dei due ristoranti, al momento, è in funzione solo quello meno "figo".... che comunque è già una meraviglia per lo spettacolo che offre dalle sue vetrate
Pranzare vista Bianco (nuvole permettendo) non ha prezzo, ma un sontuoso antipasto valdostano è una fettona di crostata ai frutti di bosco (strabuona) mi è costato 15 euro... a Torino in un bar del centro neanche d'epoca ti fanno pagare anche di più...
Il ristorante chiccoso è invece questo:
Quei lampadari sono fonoassorbenti ad evitare caciara tra un tavolo e l'altro. I lavori che si vedono sono di smantellamento del cantiere e di ripristino del terreno. Inoltre stanno realizzando la terrazza di arrivo per gli sciatori dal fuoripista per un accesso diretto alla sala.
Perdonate la foto sfocata della volta
Rappresenta esattamente la volta del cielo sopra la stazione e hanno realizzato fori diversi permled di diverse dimensioni in modo da rispettare la luminosità reale delle stelle e hanno contraddistinto con il blu quelle che formano alcune costellazioni visibili.
Prendiamo secondo tratto e non ci accorgiamo neppure dei 20 minuti di viaggio: arriviamo a punta Helbronner: qui si trova un ottimo bar e la sala esposizione mineralogica
Da qui, tramite ascensore, si giunge alla galleria che porta al Rifugio Torino oppure si può accede all'impianto francese (progettato dal Politecnico di Torino e realizzato da italiani): sono due tuffi nel passato: affascinante passaggio
Tornando al futuro, una curiosità
Il Cristo si trovava all'esterno ed era in stato di degrado: lo hanno restaurato ed inglobato nella stazione (proprio zona Bar) modificando il progetto originario che non lo prevedeva ed alzando la copertura del tetto di una 80ina di cm.
Questa decisione fu piuttosto controversa perché un politico locale faceva resistenza per non offendere appartenenti a religioni diverse.... Buonsenso, e le pernacchie, fortunatamente hanno prevalso.
Il giretto sul ghiacciaio è D'obbligo
Così come sono d'obbligo le foto
Di rito in terrazza
Parte i due loschi figuri, il cippo rappresenta il confine italofrancese e la targa è quella originale restaurata voluta dall'ideatore del vecchio impianto conte Totino di Cervinia in onore del fondatore del Sestriere Edoardo Agnelli (di riffa o di raffa nel Nord Ovest, un Agnelli di mezzo c'è sempre[emoji23])
Qui con l'amico Marco in un momento di scarsa visibilità
Ah, dimenticavo una particolarità: sia le vetrate sia le coperture sono state trattate in modo tale da rendere le superfici scarsamente o per nulla riflettenti, sia per ragioni ambientali, sia per ragioni di sicurezza dei voli.
Per finire una ultima considerazione.
Sul numero di agosto di Skialper Leonardo Bizzarro ironizza garbatamente con il premier, il nostro fantasmagorico “Renzie” perché ha osato definire l’opera una nuova cattedrale gotica “….sembra troppo anche per un personaggio immaginifico com’è Renzi.”
Bene, io non sono sicuramente un fan di quel menarrosto, però non mi pare così azzardato l’accostamento. L’architetto Cillara per la stazione di monte si è più che altro ispirato ai cristalli di quarzo sia nella disposizione dei locali e dei camminamenti a sbalzo nel vuoto, sia nell’uso delle vetrate e della loro articolazione strutturale (chi ha familiarità con la mineralogia lo può osservare guardando lo schizzo dell’architetto riprodotto in alto a sinistra sulle tovagliette in carta del ristorante meno “chic”) ad un profano, come pure le antenne e le strutture che ospitano le pulegge per il cavo dell’impianto di soccorso possono dare l’idea dei pinnacoli che caratterizzano l’architettura gotica.
Lettura quanto mai personale, però sempre deridere il prossimo, mah…..
Ultima modifica: