Neve brutta: piegati o dritti?

Nitrato

Well-known member
Mi riallaccio alla recente discussione sull'estensione al cambio e al verbo tramandato da Skiss Skiss secondo il quale, parola di maestri, se la neve è brutta è meglio sciare più eretti. Mi riallaccio anche a quanto vedo fuori pista: gli skialper tendono a stare più dritti e i freerider più compatti. Mi riallaccio (e adesso sono legato peggio di houdini) anche al video jam "non esistono nevi brutte", dove i Malf brothers mi sembrano più eretti che in pista.

Per esperienza e istinto io però tendo ad accartocciarmi sulla crosta/pesante e a gestire il rilievo nel limite del possibile con le ginocchia, tenendo basso il tronco. A occhio e croce nessuno mi filmerà mai per un video didattico, però mi sembra di andar meglio così. Qual è la vostra esperienza in materia?

Via alle telefonate!

Postilla: piegato mi sembra di andar meglio ma mi stanco assai, forse è qui la soluzione dell'inghippo?
 
Nel caso degli skialper spesso il gesto tecnico viene influenzato negativamente dal peso dello zaino che spesso hanno sulle spalle e dalla "cottura" post salita... Mi sento di dire che la tecnica corretta sia sempre la stessa a prescindere da freerider o skialper. Spesso inoltre gli skialper hanno sci mooolto più stretti al centro e più leggeri che certo non aiuta...
 
Inizio io con le telefonate. Riporto l'esperienza avuta al Fretzka di Bivio nel quale per una giornata abbiamo sciato fuoripista su neve che non è possibile definire del tutto bella...
In questo mix di crosta, riportata, lavorata, etc. etc. la :ad: Giulia Monego e Fabio :ad: ci hanno cosigliati di stare più alti con il sedere rispetto ad altri tipi di neve e sopratuttto, cosa molto difficile, di ritardare la chiusura delle curve ovvero di chiuderle più lentamente (difficilissimo perchè con neve brutta si ha più paura e istintivamente si tenta di chiudere la curva subito con il risultato di fare un movimento brusco poco compatibile con una neve di m.).

Se quindi stare con il sedere più alto può essere tradotto con "dritti" voto la numero 2.
Ricchi premi in gettoni d'oro.
 
Nel caso degli skialper spesso il gesto tecnico viene influenzato negativamente dal peso dello zaino che spesso hanno sulle spalle e dalla "cottura" post salita... Mi sento di dire che la tecnica corretta sia sempre la stessa a prescindere da freerider o skialper. Spesso inoltre gli skialper hanno sci mooolto più stretti al centro e più leggeri che certo non aiuta...

Quindi la stazione eretta affaticherebbe meno? Io ho l'impressione che se mi alzo affondo di più nella crosta e devo saltare di più. Ma è molto probabile che io sbagli qualcosa da qualche parte.
 
Inizio io con le telefonate. Riporto l'esperienza avuta al Fretzka di Bivio nel quale per una giornata abbiamo sciato fuoripista su neve che non è possibile definire del tutto bella...
In questo mix di crosta, riportata, lavorata, etc. etc. la :ad: Giulia Monego e Fabio :ad: ci hanno cosigliati di stare più alti con il sedere rispetto ad altri tipi di neve e sopratuttto, cosa molto difficile, di ritardare la chiusura delle curve ovvero di chiuderle più lentamente (difficilissimo perchè con neve brutta si ha più paura e istintivamente si tenta di chiudere la curva subito con il risultato di fare un movimento brusco poco compatibile con una neve di m.).

Se quindi stare con il sedere più alto può essere tradotto con "dritti" voto la numero 2.
Ricchi premi in gettoni d'oro.

E questo "alti con il sedere" che non riesco ad afferrare: se sobbalzi con tutto il corpo mi sembra che affondi di più rispetto ad assorbire con le sole ginocchia. Non era semplicemente un'istruzione per non arretrare (giusto)?
 

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E questo "alti con il sedere" che non riesco ad afferrare: se sobbalzi con tutto il corpo mi sembra che affondi di più rispetto ad assorbire con le sole ginocchia. Non era semplicemente un'istruzione per non arretrare (giusto)?

Ma se stai più alto col sedere non hai più escursione a disposizione per assorbire con le ginocchia? o almeno io la intendo così, la postura di base col sedere più alto senza rimanere rigido nella posizione.
 
Rispetto alla domanda iniziale inizio con il rendermi simpatico dicendo che vuoi per i materiali, vuoi per la stanchezza, non ho mai visto uno skialper sciare in modo da essere preso come riferimento. Anche i fortissimi, le guide, per non parlare degli atleti (ma qui davvero i materiali sono proibitivi per la discesa) in discesa sciano più o meno circa.
Io ho già dato il mio parere, ma lo riporto qui: su neve brutta se ti scomponi sei finito. Ergo, io preferisco la compattezza, che mi permette di gestire in modo molto più fine gli equilibri. E se per girare devo tirar fuori gli sci dalla neve, di qualsiasi tipo essa sia, preferisco farlo richiamando le gambe piuttosto che tramite pronunciata estensione. Ma in realtà non mi capita così spesso, perché lavorando bene sui carichi e dando profondità alla curva (che è quello che dice fabio quando dice di non aver fretta di girare) tendenzialmente riesco a far girare gli sci anche sotto. C'è da dire che, e forse ho già detto anche questo, se trovo crosta infame non portante non sono solito proseguire nel trifolamento, faccio giusto quella strada che devo fare per tornare da dove son venuto o per raggiungere il punto dove so che la neve migliorerà.
 
Terios la polenta la va a cercare, altro che sopravvivere! Forse la domanda sarebbe più calzante con la crostaccia infame. :D
 
Si dai scherzavo....
Alzo il sedere. Nel senso che cerco di restare rilassato e mi immagino di sciare sulle uova.
Chiaro che c'è sempre una azione di molleggio ma la limito e vado con colpetti di reni.
Mio figlio va a cannone e usa un assetto quasi da gara: gira di forza anche nella polenta/crosta con gli sci da GS, ma ha un altro fisico, un'altra testa e soprattutto un'altra tecnica.
Questo per dire che in FP non esiste "la soluzione" ma "le soluzioni" che dipendono molto dalle abitudini mentali e fisiche di ciascuno di noi e dalla nostra storia.
Io non ho mai fatto sci club, non mi sono mai cimentato tra i pali e non ho una tradizione agonistica che mi porti a spingere e a ricercare la velocità. Sono più da pennello, da precisione, da "trova la via più facile e meno faticosa per andare da A a B"
Il Pirla (inteso come mio figlio) viceversa ragiona al contrario e dice: per andare da A a B la via più corta e veloce è la migliore.... è questione di atteggiamento mentale.
 
Allora, chiariamo: la polenta.
In pista la scio come al solito con un atteggiamento del corpo compatto, salvo sia molto acquosa e allora, come in FP mi alzo, unisco le gambe stile monosci e arretro pure un poco in modo da avere peso sui talloni anziché appena prima dell'alluce. Il tipo di sciata assomiglia molto al vecchio scodinzolo[emoji12]

Polenta in fuoripista come per la neve bagnata in pista.

Crosta infame (ovviamente fuoripista): mi raccomando l'anima a Dio e cerco di saltare come un capriolo richiamando le ginocchia e naturalmente, essendo quanto di più distante da un capriolo, faccio come viene senza grattarmi troppo la pera. Meno stanno gli sci a terra e meglio è. A volte ho usato la tecnica del passo, ove le pendenze me lo consentivano (quindi non su quelle accentuate)
 
La domanda è mal posta.
Sedere alto "puzza" di curva saltata, cioè evito i problemi girando gli sci per aria.
Molto dispendioso energeticamente.
Vedi anche video Jam.

Si può fare molto meglio e con meno fatica.
Non sterzare i piedi.
Posizione compatta.
Equilibrare la resistenza della neve contro lo sci esterno con una posizione del corpo molto controruotata.
 
...Non sterzare i piedi...

Stiamo parlando di fuoripista, vero?
Come si fa a curvare con uno sci da freeride (largo e con raggio più lungo) in fuoripista (neve morbida e cedevole) senza ruotare i piedi? O hai un reverse camber della madonna o non giri :D

Ovvio che l'intraversata brutale non funziona neanche in fuoripista, ma un po' lo sci deve essere indirizzato in una curva.
 
Diciamo che è da evitare la sterzata di forza? Anche per evitare di avere le tibie che puntano da una parte e le cosce che puntano da un'altra? [emoji1]
 
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