Lunedí sera ho le palle stragirate, le previsioni meteo della settimana fanno schifo... ma schifo proprio... niente di niente da fare... niente mare, niente montagna, si prospetta una settimana strapallosa...   :MM  andiamo a letto va che è meglio...
Martedí per non so che motivo mi sveglio ad un orario indecente e non riesco a riprendere sonno, bon bon, cavolo combino tutto il giorno adesso...?
Più per noia che per curiosità guardo le previsioni meteo... SONO CAMBIATE!!!!! :shock:
Pare che in zona Pale possa esserci una giornata decente, a sto punto tanto vale provare, male che vada ripiegherò in una giornata a porcini nel mio secret-spot a Fiera di Primiero!
Lo zaino è già pronto (visto il meteo mutevole lo zaino "base" ormai lo lascio sempre pronto, devo solo aggiungere barrette, liquidi e l' eventuale materiale per dormire fuori), un giro in zona è già programmato da tempo, ripasso al volo il programma, mi vesto e parto.
Per strada il cielo è coperto ma da indicazioni di volersi aprire :crossed: in caso di problemi posso comunque fermarmi al Rifugio Treviso o comunque abortire più avanti, oltre ad avere, extrema ratio, il Bivacco Reali.
Arrivo al parcheggio sotto Malga Canali, praticamente non c'è ancora nessuno e parto lungo il sentiero 707 in direzione Rifugio Treviso
		
		
	
	
		 
	
che inizia comodo comodo nel bosco seguendo la sterrata di fondovalle
		 
	
per poi uscire quasi subito all' aperto dandomi un' anticipazione di ciò che mi aspetterà :skiamo:
		 
	
diciamo che non è caldissimo, anzi fa proprio freschetto, e non è la prima volta questa estate che vado a camminare coi pantaloni pesanti (normalmente arrivo a metà settembre in pantaloni corti oppure lunghi ma leggeri :shock: ) e questa strada va bene per scaldarsi senza strappare...
nel frattempo arrivo a Pian delle Lede, dove c'è il bivio per il Bivacco Minazio
		 
	
io tiro dritto e attraverso il Torrente Canali
		 
	
adesso il sentiero torna ad imboscarsi e inizia a salire a tornanti
		 
	
ed in poco tempo mi porta al Rifugio Treviso, dove mi fermo per strudel + cappuccino e faccio rifornimento per il pranzo, mentre alcuni ospiti "pigri" stanno ancora facendo colazione :buongiorno:
		 
	
Finalmente il cielo si è aperto e mentre fumo una sigaretta mi godo il panorama verso la bassa Val Canali
		 
	
e verso la testata della valle
		 
	
È ora di ripartire, sempre sentiero 707, direzione Passo Canali
		 
	
il sentiero inizia rientrando nel bosco
		 
	
concedendo qualche visione su Cima di Sédole
		 
	 
quando ne esco mi trovo sparate davanti Cima d' Alberghèt e Cima del Coro :skiamo:
		 
	
Adesso il sentiero è all' aperto e passa sotto i nevai ai piedi della Pala del Rifugio
		 
	
per poi inerpicarsi per un canalino
		 
	
e proseguire in costa
		 
	
fino ad arrivare sotto il Vallone dei Vani Alti
		 
	
Se fin' ora il vento era stato sopportabile, adesso è diventato una piaga assurda: freddo e vento forte fastidiosi fino a farmi quasi maledire di essere partito...  :XX
 fastidiosi fino a farmi quasi maledire di essere partito...  :XX 
Fortunatamente questo tribolare è ben ripagato dalle visioni che cominciano ad entrare nel vivo dei miei gusti :skiamo:
		 
	
		 
	
proseguo attraversando un altro nevaietto
		 
	
con la Cima dei Lastèi che alla mia sinistra mi accompagna come un compagno fedele
		 
	
Mi volto indietro verso la Val Canali
		 
	
e poi proseguo dritto in comodo falsopiano
		 
	
arrivando ai piedi del Vallon del Coro, dove mi fermo a riposare qualche minuto
		 
	
Bene, se fin' ora era stata una tranquilla passeggiata, adesso si comincia a fare sul serio.
Prendo il sentiero 743 in direzione Bivacco Reali
		 
	
il sentiero comincia subito ad inerpicarsi su per il Vallon del Coro, inizialmente tra i prati
		 
	
per passare subito dopo al giaione, che sale di fianco al nevaio: si inizia a ravanare! 
 
		 
	
		 
	
con la Cima dei Lastèi che alle spalle continua a guardarmi
		 
	
adesso il sentiero ci passa proprio in mezzo al nevaio! :skiamo:
È mattina, fa freddo e la neve è dura, ma con un buono scarpone dotato di buona suola (leggasi no scarpe approach o simili e neanche scarponcini leggeri) si sale senza troppi problemi
		 
	
dicevo che fa freddo e vento, bene adesso decide pure di richiudersi :mann:
		 
	
nel frattempo esco dal nevaio e torno sulla pietraia mista a qualche chiazza d' erba
		 
	
alle spalle mi lascio questo
		 
	
arrivo praticamente ai piedi dei Vani Alti, in un ambiente che ormai è lunare :skiamo:
		 
	
e incontro, a poca distanza da me, un branco di camosci;
questa volta i miei portafortuna sono altamente maleducati: solo il capobranco -abbarbicato sul suo masso- mi guarda, tutti gli altri invece, ben allineati, mi mostrano il lato B 
 
		 
	
Tant'è, nel frattempo arrivo nei pressi dell' attacco della ferrata ed inizio a prendere imbrago e armamentario
		 
	
adesso si è chiuso anche dietro
		 
	
mentre davanti sembra volersi riaprire
		 
	
bon, imbragato e armamentarizzato, vado all' attacco, passando alcuni metri sopra questo bel canale innevato
		 
	
SI COMINCIA :wink:
		 
	
e quando la ferrata inizia a salire verticale il cielo inizia a riaprirsi!!! IGO
IGO 
		 
	
è una ferrata divertente, spesso verticale (talvolta con l' aiuto di staffe), impegnativa ma non eccessivamente difficile
		 
	
		 
	
mi fermo un attimo per guardarmi intorno... bhe posticino mica da ridere! :skiamo: :skiamo: :skiamo:
		 
	
		 
	
		 
	
arriva un tratto facile, solo un pelo esposto, ma col suo bravo cavo di protezione...
perché?
perché quando ti trovi davanti questo torrione se non ti prende un colpo ci manca poco!!! :shock: :skiamo:
		 
	
adesso la ferrata risale questo canalino, e alle spalle la visione del sottostante vallone è a dir poco vertiginosa
		 
	
		 
	
mentre alzando lo sguardo ho davanti queste meraviglie della natura :skiamo:
		 
	
ATTENZIONE ADESSO, Blitz stai bene concentrato perché bisogna passare dall' altro lato del canalino e il cavo è interrotto, quindi occhio e passo fermo che scivolare vuol dire tornare praticamente al bivio rotolando :shock:
bon, passato il punto rogna ricomincio a salire come un ascensore
		 
	
ultime fatiche, al cospetto della Torre dei Bèchi
		 
	
e con alle spalle questo panorama sulle Pale
		 
	
e quasi all' improvviso arrivo a Forcella del Marmòr, dove termina la ferrata
		 
	
già qua? penso io... bene, avv...
eh?
non mi ero ancora girato 
 
BOOOOOOOOOOOOIA ma che razza di posto è??? :shock: :skiamo: :shock: :skiamo: :shock: :skiamo:
		 
	
		 
	
		 
	
sono arrivato su un piccolo altopiano che è una sorta di versione in scala dell' Altopiano delle Pale, semplicemente spettacolare :skiamo:
e il panorama? vogliamo parlarne? :skiamo:
Sas dla Crusc, Conturines, Tofane, Croda Rossa, Cernera, Cristallo... vi basta? 
 
		 
	
		 
	
no?
allora vi spalmo in faccia pure l' Agnèr!!!!
		 
	
Dopo questo tripudio della follia mi rimetto in marcia verso l' ormai vicino Bivacco Reali
		 
	
in un ambiente che è tra i miei preferiti: un deserto lunare addolcito dalla neve :skiamo:
		 
	
il bivacco è già in vista, al cospetto della Croda Granda
		 
	
attraverso questo nevaio...
		 
	
		 
	
che spettacolo di posto :skiamo:
		 
	
		 
	
e arrivo cosí al Bivacco Reali, piccolo bivacco da 6 posti della sezione CAI "Fiamme Gialle", dove mi fermo a mangiare e riposare un po'
		 
	
La Croda Granda è a un tiro di schioppo, potrei anche salirla, ma continua a tirare un forte vento gelido e preferisco inoltre tenermi dei buoni margini temporali, cosí mi accontento di guardarla da qua
		 
	
Bon, mangiato e riposato è il momento di ripartire su questo altopiano spettacolare
		 
	
		 
	
che termina con questo canalone che precipita da Forcella Sprit
		 
	
inizio ad aggirare le Cime Vani Alti, e compaiono le Alpi Feltrine, di là della valle
		 
	
		 
	
subito dopo tocca al Sass da Camp pararmisi davanti :skiamo:
		 
	
continuo l' aggiramento di questa scogliera fotonica
		 
	
ed arrivo sopra al circo dei Vani Alti, altro ambiente spaziale da discendere per comode ghiaie
		 
	
raggiungo il fondo del catino
		 
	
e ne seguo il fianco destro, col Sass de Mura che fa capolino in fondo
		 
	
sfilando la testata del vallone che scenderebbe a ricongiungersi col sentiero di stamattina
		 
	
adesso mi fermo a godermela, questo è un altro di quei posti in cui starei imbambolato per ore....
sia per l' ambiente :skiamo:
		 
	
		 
	
		 
	
che per il panorama :skiamo:
		 
	
		 
	
purtroppo non posso fermarmi quanto vorrei e mi rimetto in marcia verso il sentiero della Scaletta
		 
	
che comincia subito in ripida discesa
		 
	
e punta al lato orientale del Sass d' Ortiga :skiamo:
		 
	
giù per lo sbudellamento, raggiungo la scaletta e capisco il motivo del nome: sono sceso da qua in mezzo ERF
ERF 
		 
	
adesso il sentiero prosegue sempre ripido ma più umano
		 
	
con bella vista sulla conca di Gosaldo, dominata dalle Feltrine
		 
	
se con la piacevole immagine della conca vi ho dato un' impressione di pace e tranquillità...
SCORDATEVELO!!!
questo è il regno del selvadego
		 
	
selvadego che continuo a costeggiare sostanzialmente su traccia ripida ma buona
		 
	
e con una breve digressione su pratoni
		 
	
		 
	
arrivo all' incrocio col sentiero 720 che viene da Mis e va al Rifugio Treviso passando per Forcella delle Mughe, e qua arriva il bello: bisogna attraversare e riattraversare un vallone franato
		 
	
per poi inerpicarsi su in mezzo ai prati (il sentiero è comunque ben sassato)
		 
	
e ravanare fino a sta roba qua
		 
	
lasciate ogne speranza o voi ch' intrate.... e do un ultimo sguardo all' umanità della valle
		 
	
bho io c' ho la mania di impegolarmi in ste robe qua... pare abbia la calamita... :sbonk:
		 
	
vabbé alla fine in qualche modo ne vengo fuori
		 
	
e arrivo finalmente a Forcella delle Mughe...
		 
	
err mughe o ortrighe? bho metive d' acordo... :??? (trad. mughi o ortiche? decidetevi!!)
		 
	
se avevo definito sbudellamento il sentiero della Scaletta... bhe non sapevo ancora cosa mi avrebbe aspettato qua :sbonk:
		 
	
questo non è un sentiero, e, inizialmente, neanche un ghiaione: è un monoblocco di bitorzoli rocciosi da scendere aiutandosi con le mani stando attenti a non mettere un piede in fallo: non per il rischio volo (max 2 metri) ma per la certezza di fracassarsi qualcosa... insomma... un sentiero da càvare :shock:
quando sta roba si trasforma in ghiaione tiro un sospiro di sollievo
		 
	
e arriva l' immancabile nevaio
		 
	
		 
	
ricomincio a ravanarmi la discesa fino a raggiungere i prati
		 
	
costellati di queste belle fioriture
		 
	
fiori, prati, queste amenità non traggano in inganno: sempre ripido va giú il sentiero :sbonk:
		 
	
fino ad infilarsi -ancora più ripido e costellato di radici- nel bosco
		 
	
sono cosí di ritorno al Rifugio Treviso, dove un caffè e una grappa all' ortica non me li toglie nessuno :wink:
		 
	
...e dove il gestore mi dice che oggi sono stato l' unico a fare il giro: due tedeschi che avevano dormito la erano partiti mezz'ora dopo di me ma arrivati al nevaio prima dell' attacco della ferrata han preso paura e son tornati giù...
bon caffeinato, grappato e fumato mi avvio a ritroso lungo il sentiero 707 giù per il bosco
		 
	
		 
	
per raggiungere in poche decine di minuti il Torrente Canali e la strada che mi riporterà alla macchina
		 
	
		 
	
Sono stanco, ho patito il freddo e il vento come mai prima d' ora, ma sono stracontento di essere partito quasi per caso -con pure l' opzione d'emergenza di andare a funghi- e di essere invece riuscito a completare questo giro fantastico che mi ha portato a scoprire il lato selvaggio delle Pale di San Martino.
				
			Martedí per non so che motivo mi sveglio ad un orario indecente e non riesco a riprendere sonno, bon bon, cavolo combino tutto il giorno adesso...?

Più per noia che per curiosità guardo le previsioni meteo... SONO CAMBIATE!!!!! :shock:
Pare che in zona Pale possa esserci una giornata decente, a sto punto tanto vale provare, male che vada ripiegherò in una giornata a porcini nel mio secret-spot a Fiera di Primiero!
Lo zaino è già pronto (visto il meteo mutevole lo zaino "base" ormai lo lascio sempre pronto, devo solo aggiungere barrette, liquidi e l' eventuale materiale per dormire fuori), un giro in zona è già programmato da tempo, ripasso al volo il programma, mi vesto e parto.
Per strada il cielo è coperto ma da indicazioni di volersi aprire :crossed: in caso di problemi posso comunque fermarmi al Rifugio Treviso o comunque abortire più avanti, oltre ad avere, extrema ratio, il Bivacco Reali.
Arrivo al parcheggio sotto Malga Canali, praticamente non c'è ancora nessuno e parto lungo il sentiero 707 in direzione Rifugio Treviso
 
	che inizia comodo comodo nel bosco seguendo la sterrata di fondovalle
 
	per poi uscire quasi subito all' aperto dandomi un' anticipazione di ciò che mi aspetterà :skiamo:
 
	diciamo che non è caldissimo, anzi fa proprio freschetto, e non è la prima volta questa estate che vado a camminare coi pantaloni pesanti (normalmente arrivo a metà settembre in pantaloni corti oppure lunghi ma leggeri :shock: ) e questa strada va bene per scaldarsi senza strappare...

nel frattempo arrivo a Pian delle Lede, dove c'è il bivio per il Bivacco Minazio
 
	io tiro dritto e attraverso il Torrente Canali
 
	adesso il sentiero torna ad imboscarsi e inizia a salire a tornanti
 
	ed in poco tempo mi porta al Rifugio Treviso, dove mi fermo per strudel + cappuccino e faccio rifornimento per il pranzo, mentre alcuni ospiti "pigri" stanno ancora facendo colazione :buongiorno:
 
	Finalmente il cielo si è aperto e mentre fumo una sigaretta mi godo il panorama verso la bassa Val Canali
 
	e verso la testata della valle
 
	È ora di ripartire, sempre sentiero 707, direzione Passo Canali
 
	il sentiero inizia rientrando nel bosco
 
	concedendo qualche visione su Cima di Sédole
 
	quando ne esco mi trovo sparate davanti Cima d' Alberghèt e Cima del Coro :skiamo:
 
	Adesso il sentiero è all' aperto e passa sotto i nevai ai piedi della Pala del Rifugio
 
	per poi inerpicarsi per un canalino
 
	e proseguire in costa
 
	fino ad arrivare sotto il Vallone dei Vani Alti
 
	Se fin' ora il vento era stato sopportabile, adesso è diventato una piaga assurda: freddo e vento forte
 fastidiosi fino a farmi quasi maledire di essere partito...  :XX
 fastidiosi fino a farmi quasi maledire di essere partito...  :XX Fortunatamente questo tribolare è ben ripagato dalle visioni che cominciano ad entrare nel vivo dei miei gusti :skiamo:
 
	 
	proseguo attraversando un altro nevaietto
 
	con la Cima dei Lastèi che alla mia sinistra mi accompagna come un compagno fedele
 
	Mi volto indietro verso la Val Canali
 
	e poi proseguo dritto in comodo falsopiano
 
	arrivando ai piedi del Vallon del Coro, dove mi fermo a riposare qualche minuto
 
	Bene, se fin' ora era stata una tranquilla passeggiata, adesso si comincia a fare sul serio.
Prendo il sentiero 743 in direzione Bivacco Reali
 
	il sentiero comincia subito ad inerpicarsi su per il Vallon del Coro, inizialmente tra i prati
 
	per passare subito dopo al giaione, che sale di fianco al nevaio: si inizia a ravanare!
 
  
	 
	con la Cima dei Lastèi che alle spalle continua a guardarmi
 
	adesso il sentiero ci passa proprio in mezzo al nevaio! :skiamo:
È mattina, fa freddo e la neve è dura, ma con un buono scarpone dotato di buona suola (leggasi no scarpe approach o simili e neanche scarponcini leggeri) si sale senza troppi problemi
 
	dicevo che fa freddo e vento, bene adesso decide pure di richiudersi :mann:
 
	nel frattempo esco dal nevaio e torno sulla pietraia mista a qualche chiazza d' erba
 
	alle spalle mi lascio questo
 
	arrivo praticamente ai piedi dei Vani Alti, in un ambiente che ormai è lunare :skiamo:
 
	e incontro, a poca distanza da me, un branco di camosci;
questa volta i miei portafortuna sono altamente maleducati: solo il capobranco -abbarbicato sul suo masso- mi guarda, tutti gli altri invece, ben allineati, mi mostrano il lato B
 
  
	Tant'è, nel frattempo arrivo nei pressi dell' attacco della ferrata ed inizio a prendere imbrago e armamentario
 
	adesso si è chiuso anche dietro
 
	mentre davanti sembra volersi riaprire
 
	bon, imbragato e armamentarizzato, vado all' attacco, passando alcuni metri sopra questo bel canale innevato
 
	SI COMINCIA :wink:
 
	e quando la ferrata inizia a salire verticale il cielo inizia a riaprirsi!!!
 IGO
IGO  
	è una ferrata divertente, spesso verticale (talvolta con l' aiuto di staffe), impegnativa ma non eccessivamente difficile
 
	 
	mi fermo un attimo per guardarmi intorno... bhe posticino mica da ridere! :skiamo: :skiamo: :skiamo:
 
	 
	 
	arriva un tratto facile, solo un pelo esposto, ma col suo bravo cavo di protezione...
perché?
perché quando ti trovi davanti questo torrione se non ti prende un colpo ci manca poco!!! :shock: :skiamo:
 
	adesso la ferrata risale questo canalino, e alle spalle la visione del sottostante vallone è a dir poco vertiginosa

 
	 
	mentre alzando lo sguardo ho davanti queste meraviglie della natura :skiamo:
 
	ATTENZIONE ADESSO, Blitz stai bene concentrato perché bisogna passare dall' altro lato del canalino e il cavo è interrotto, quindi occhio e passo fermo che scivolare vuol dire tornare praticamente al bivio rotolando :shock:
bon, passato il punto rogna ricomincio a salire come un ascensore
 
	ultime fatiche, al cospetto della Torre dei Bèchi
 
	e con alle spalle questo panorama sulle Pale
 
	e quasi all' improvviso arrivo a Forcella del Marmòr, dove termina la ferrata
 
	già qua? penso io... bene, avv...
eh?
non mi ero ancora girato
 
 BOOOOOOOOOOOOIA ma che razza di posto è??? :shock: :skiamo: :shock: :skiamo: :shock: :skiamo:
 
	 
	 
	sono arrivato su un piccolo altopiano che è una sorta di versione in scala dell' Altopiano delle Pale, semplicemente spettacolare :skiamo:
e il panorama? vogliamo parlarne? :skiamo:
Sas dla Crusc, Conturines, Tofane, Croda Rossa, Cernera, Cristallo... vi basta?
 
  
	 
	no?
allora vi spalmo in faccia pure l' Agnèr!!!!
 
	Dopo questo tripudio della follia mi rimetto in marcia verso l' ormai vicino Bivacco Reali
 
	in un ambiente che è tra i miei preferiti: un deserto lunare addolcito dalla neve :skiamo:
 
	il bivacco è già in vista, al cospetto della Croda Granda
 
	attraverso questo nevaio...
 
	 
	che spettacolo di posto :skiamo:
 
	 
	e arrivo cosí al Bivacco Reali, piccolo bivacco da 6 posti della sezione CAI "Fiamme Gialle", dove mi fermo a mangiare e riposare un po'
 
	La Croda Granda è a un tiro di schioppo, potrei anche salirla, ma continua a tirare un forte vento gelido e preferisco inoltre tenermi dei buoni margini temporali, cosí mi accontento di guardarla da qua
 
	Bon, mangiato e riposato è il momento di ripartire su questo altopiano spettacolare
 
	 
	che termina con questo canalone che precipita da Forcella Sprit
 
	inizio ad aggirare le Cime Vani Alti, e compaiono le Alpi Feltrine, di là della valle
 
	 
	subito dopo tocca al Sass da Camp pararmisi davanti :skiamo:
 
	continuo l' aggiramento di questa scogliera fotonica
 
	ed arrivo sopra al circo dei Vani Alti, altro ambiente spaziale da discendere per comode ghiaie
 
	raggiungo il fondo del catino
 
	e ne seguo il fianco destro, col Sass de Mura che fa capolino in fondo
 
	sfilando la testata del vallone che scenderebbe a ricongiungersi col sentiero di stamattina
 
	adesso mi fermo a godermela, questo è un altro di quei posti in cui starei imbambolato per ore....
sia per l' ambiente :skiamo:
 
	 
	 
	che per il panorama :skiamo:
 
	 
	purtroppo non posso fermarmi quanto vorrei e mi rimetto in marcia verso il sentiero della Scaletta
 
	che comincia subito in ripida discesa
 
	e punta al lato orientale del Sass d' Ortiga :skiamo:
 
	giù per lo sbudellamento, raggiungo la scaletta e capisco il motivo del nome: sono sceso da qua in mezzo
 
	adesso il sentiero prosegue sempre ripido ma più umano
 
	con bella vista sulla conca di Gosaldo, dominata dalle Feltrine
 
	se con la piacevole immagine della conca vi ho dato un' impressione di pace e tranquillità...
SCORDATEVELO!!!

questo è il regno del selvadego
 
	selvadego che continuo a costeggiare sostanzialmente su traccia ripida ma buona
 
	e con una breve digressione su pratoni
 
	 
	arrivo all' incrocio col sentiero 720 che viene da Mis e va al Rifugio Treviso passando per Forcella delle Mughe, e qua arriva il bello: bisogna attraversare e riattraversare un vallone franato
 
	per poi inerpicarsi su in mezzo ai prati (il sentiero è comunque ben sassato)
 
	e ravanare fino a sta roba qua
 
	lasciate ogne speranza o voi ch' intrate.... e do un ultimo sguardo all' umanità della valle
 
	bho io c' ho la mania di impegolarmi in ste robe qua... pare abbia la calamita... :sbonk:
 
	vabbé alla fine in qualche modo ne vengo fuori
 
	e arrivo finalmente a Forcella delle Mughe...
 
	err mughe o ortrighe? bho metive d' acordo... :??? (trad. mughi o ortiche? decidetevi!!)
 
	se avevo definito sbudellamento il sentiero della Scaletta... bhe non sapevo ancora cosa mi avrebbe aspettato qua :sbonk:
 
	questo non è un sentiero, e, inizialmente, neanche un ghiaione: è un monoblocco di bitorzoli rocciosi da scendere aiutandosi con le mani stando attenti a non mettere un piede in fallo: non per il rischio volo (max 2 metri) ma per la certezza di fracassarsi qualcosa... insomma... un sentiero da càvare :shock:
quando sta roba si trasforma in ghiaione tiro un sospiro di sollievo
 
	e arriva l' immancabile nevaio
 
	 
	ricomincio a ravanarmi la discesa fino a raggiungere i prati
 
	costellati di queste belle fioriture
 
	fiori, prati, queste amenità non traggano in inganno: sempre ripido va giú il sentiero :sbonk:
 
	fino ad infilarsi -ancora più ripido e costellato di radici- nel bosco
 
	sono cosí di ritorno al Rifugio Treviso, dove un caffè e una grappa all' ortica non me li toglie nessuno :wink:
 
	...e dove il gestore mi dice che oggi sono stato l' unico a fare il giro: due tedeschi che avevano dormito la erano partiti mezz'ora dopo di me ma arrivati al nevaio prima dell' attacco della ferrata han preso paura e son tornati giù...
bon caffeinato, grappato e fumato mi avvio a ritroso lungo il sentiero 707 giù per il bosco
 
	 
	per raggiungere in poche decine di minuti il Torrente Canali e la strada che mi riporterà alla macchina
 
	 
	Sono stanco, ho patito il freddo e il vento come mai prima d' ora, ma sono stracontento di essere partito quasi per caso -con pure l' opzione d'emergenza di andare a funghi- e di essere invece riuscito a completare questo giro fantastico che mi ha portato a scoprire il lato selvaggio delle Pale di San Martino.
			
				Ultima modifica: 
			
		
	
								
								
									
	
								
							
							 
				 
 
		
 
 
		 
 
		 
 
		