20 Giu 14 // Anello del M. Cuzzer - Val Resia (UD)

Mac751

Old school supporter
In questa prima parte di stagione si è visto che ancora non è possibile pensare alle "terre alte" in grande sicurezza. Tanti i residui di neve, valanghe, frane lungo i percorsi abituali, tante le incognite al di sopra di certe quote. Tantomeno si può pensare alle vie ferrate, ancora in gran parte invase dalla neve, di cui poi andrà testata la sicurezza e gli eventuali danni riportati.
Quindi in questo giorno piovuto dal cielo - assieme al fidato Franklyn - prolunghiamo questa lunga parentesi "primaverile", e di buon'ora (dopo aver fatto un panino a Carnia) partiamo per l'anello del M. Cuzzer, di cui mi han detto un gran bene. La ravanata è assicurata, si parte a 350m alle case di Tigo in comune di Resia e l'anello prevede da tabelle 7h circa di cammino, per raggiungere la massima elevazione ai 1462m del M. Cuzzer.


Il ponticello introduce nel versante selvaggio della Val Resia, quello quasi per nulla abitato, a Sud del torrente. Decido di percorrere l'anello in senso antiorario, al contrario della maggior parte delle relazioni. La salita sarà quindi dalla parte più dolce e lunga, opto per questo verso per via del tempo incerto previsto per il pomeriggio e la possibilità di evitare quindi la parte più impervia del percorso che porta in vetta casomai il cielo si coprisse oltremodo.
I primi 20 minuti sono pianeggianti, costeggiano il Resia e qualche stavolo seguendo una mulattiera che in ultimo si fa sentiero fino alla zona di ghiaie dove il Rio Nero (o Cerni Patok in toponimo resiano) si tuffa nel Resia. Altro ponte e svolta a sinistra, seguendo il 703, per la forra incantata del Rio Nero.

Il ponte che dalla località di Tigo conduce alla sponda meridionale del Resia
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Torrente Resia
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Franklyn sulla mulattiera del 703, direzione Rio Nero
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Franklyn sul ponticello del Rio Nero. Dopo questo si svolta a sinistra
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Rimango sulla sponda destra del Cerni Patok, con qualche lieve timore di incontrare serpentelli non graditi. Probabilmente è presto, a quest'ora ancora non escono a godersi il caldo delle pietraie.
La prima parte è dolce e molto piacevole, la valle va stringendosi sempre più fino a che sembra non esserci uno sbocco. Lo sbocco invece è stato ricavato risalendo con dei tornantini sulla parete destra, che rappresenta un tratto molto suggestivo attrezzato con qualche vecchio cavetto (peraltro inutile alla progressione) e qualche passerella in legno in buono stato. Si risale fino a una piccola croce, dove inizia un tratto sostanzialmente pianeggiante.

La prima parte della forra del Rio Nero
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Alti sul Cerni Patok
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Risalendo i tornantini
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Breve tratto esposto protetto da manufatti
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Piccola croce sul percorso del 703
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Dopo la tratta pianeggiante, letteralmente invasa da finissime ragnatele che non mi abbandoneranno per tutto il percorso (fortunatamente di ragni grossi ne ho visti ed evitati solamente due), segue un tratto in decisa discesa. Bisogna infatti attraversare il Rio e spostarsi sulla sponda opposta nei pressi di un ponticello. E' passata un'ora e mezza e sono ancora a 600 metri di quota, wow! Per fortuna dopo il ponticello si prende quota lungo un canalino detritico e molto selvaggio, dove la vista sulla zona appena percorsa è meravigliosa.

Passerella scendendo verso il greto del Rio Nero
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Franklyn attraversa il Rio Nero
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Pozze meravigliose nella zona del ponticello
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Dall'erto canalino si vede il ponticello appena attraversato
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Altre pozze e cascatelle
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Bene, dopo il canalino si entra nella piacevolissima faggeta risalendo in direzione Sud. In dieci minuti giungo a uno dei luoghi più suggestivi del percorso, che guardando la cartina avevo del tutto sottovalutato, la Chiusa (Stari Tamur in resiano). Anche nelle relazioni quasi non compare. Si tratta di un sistema di marmitte giganti nelle quali scorre il torrente, formando una sorta di chiusa naturale. Purtroppo le foto non rendono abbastanza anche perchè tenevo a bada che il cane non finisse dentro e per sporgersi bene bene servirebbe assicurarsi. In ogni caso una meraviglia.

La cascatella della chiusa, l'acqua lì scompare nel terreno in un sistema di cunicoli..
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...e ricompare là sotto!
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Peccato per la messa a fuoco sbagliata, non ero nelle condizioni di sistemare manualmente così esposto sul baratro
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Dopo la chiusa ci allontaniamo dal rio definitivamente, salendo ancora un pochetto fino all'arrivo nella radura della Casera Rio Nero (865m), adibita a ricovero sebbene i cartelli non siano del tutto promettenti riguardo alle presenze al suo interno.
Giungo qui dopo oltre 2 ore di percorso e le indicazioni sul proseguio non mi confortano, difatti a Case Gost io non sarò ancora arrivato alla macchina.
Prima della casera l'ambiente è spettrale per i tanti alberi precipitati dalle pendici del M. Cuzzer, però la conca della casera è interessante, racchiusa dalle pendici nord del M. Cadin e dei suoi vicini.

Dalla radura di Casera Rio Nero le pendici orientali del M. Lavara
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Zoom sulla cima del M. Lavara
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Casera Rio Nero
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La Cima di Campo (sulla destra) e tutto il selvaggio versante Nord che la divide da Forcella Stiliza
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Indicazioni e raccomandazioni sulla porta della Casera. Altre 2h20' alla cima, perfetto!
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Dopo un piccolo spuntino all'esterno della casera riparto ora di buona lena verso la Forca Tasacuzzer. Il percorso è dolcissimo, sale con continui tornanti e pendenza leggera su per una fresca faggeta che contraddistingue questa tratta del segnavia, che ora è il 707a. Arrivo alla forca, pochi metri davanti a me.
Ora devo decidere se continuare nel mio programma verso la cima del M. Cuzzer oppure mi ero tenuto la possibilità di scendere direttamente sul 707 verso la rotabile che conduce a Sella Carnizza e rientrare su strada. Il cielo, seppure coperto, mi pare tenere. Quindi si sale!

Franklyn sale nella faggeta
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Crocevia presso la Forca Tasacuzzer
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La salita verso l'anticima Sud del M. Cuzzer è corta ma secca. Sono gli ultimi metri di salita e quindi decido che è il momento di aumentare ulteriormente il ritmo, perchè da ora non si torna più indietro e voglio arrivare in vista del versante di discesa il prima possibile. So che la discesa è ripidissima e non è il caso di prendere acqua. A 50 metri dall'anticima si sbuca dalla faggeta e inizia il bellissimo percorso di cresta fino alla cima del Cuzzer. Soprattutto è meravigliosa la vista della cima con la croce dall'anticima.

La catena dei Musi dall'anticima del M. Cuzzer
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Visione insolita della valle del Rio Uccea che sale fino alla Sella Carnizza. Sulla sinistra le Babe e i monti in fondo sono già sloveni
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Laggiù la cima del M. Cuzzer. Sullo sfondo da sinistra M. Cimone, Jof di Montasio, Buinz, e più vicini M. Sart, M. Canin, Lasca Planja e Babe
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Come la precedente, con lo sfondo del gruppo del Montasio
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M. Pisimoni, Zuc dal Bor, M. Cozzarel, Montusel
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Il percorso di quest'ultima parte sulla carta era già "puntinato", ma sostanzialmente senza motivo. Solo un pelo ripido ma facile. Di qui in poi capisco il perchè dei puntini: le due (anzi tre) cime sono unite da un percorso di cresta non proprio lineare, sebbene mai realmente complicato. Un paio di saliscendi esposti richiedono attenzione, e tornano a comparire dei vetusti cavetti arrugginiti sui quali non fare troppo affidamento. Le mie preoccupazioni sono solamente per Franklyn, che comunque è meglio lasciare slegato per evitare impacci reciproci. Lui oggi è particolarmente diligente e quindi rimane spesso appena dietro di me, che è la cosa migliore per stare tranquilli. Dopo un po' di saliscendi esposti principalmente sul lato Est compare vicina la visione della cima, bellissima. Un'ultima rampa e ci siamo, la vetta, dominata da due calabroni di guardia, è conquistata. E' l'ora del panino, che divido con Franklyn. Se l'è meritato!

Franklyn osserva con attenzione un baratro alla sua sinistra
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Sguardo indietro sull'anticima sud appena passata. Sullo sfondo Cima di Campo, Forca Campidello e il M. Lavara
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Ricompare definitivamente la cima del M. Cuzzer. Dietro sempre il Montasio.
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Laggiù la Val Resia. Particolare dei borghi di Gniva (Njïwa) e Oseacco (Osoanë). Quello più in basso invece è dove scenderò io, Case Gost
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La parte iniziale della Val Resia, dove incrocia il Canal del Ferro presso Resiutta. Sullo sfondo si notano M. Sernio e Creta Grauzaria.
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E' quasi l'una quando riparto, un po' infastidito dai mille insetti di vetta, verso la discesa. Questa segue inizialmente il crinale settentrionale, intervallando qualche tratto pianeggiante ad altri dove perde quota rapidamente nel bosco. Verso metà una zona più rocciosa costringe a passare qualche cengetta dove porre attenzione, poi torna ripida a scendere nel bosco a tornantini. Ad un certo punto una radura permette di vedere laggiù in fondo anche le case di Tigo e la mia macchina, che però sono ancora lontane.

Finalmente rivedo i miei amati maggiociondoli
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Cengetta lungo la discesa del 707
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Laggiù la Val Resia con l'abitato di S. Giorgio (Bila)
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Ed ecco là in fondo la mia macchinina al parcheggio di Tigo, a fianco della rotabile e del ponticello della prima foto
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Ultima visione del gruppo del Canin
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Un ultimo tratto di rapida discesa e l'attraversamento di un ruscello mi portano a sbucare come d'incanto nella surreale vita delle Case Gost. Qui mi accoglie un signore chiedendomi subito da dove arrivavo. Dopotutto non è che sia poi così frequentato questo posto, oggi non ho incontrato nessuno. Parliamo qualche minuto, poi lui va. Si allontana verso la sua casa con un'enorme falce in mano. Dieci passi e si ferma ad affilarla con una pietra. Poi riparte.
Io riparto alla volta di Tigo, da qui ci vuole ancora una mezzoretta. Prima sulla strada, poi presso un'ancona con una fonte giro a destra lungo un sentierino che mi sputa letteralmente sul greto del Resia, dove due cani giocano nell'acqua.
Siamo stanchini, io e Franklyn. Ci tuffiamo alla volta della realtà, non prima di una pausa a Resiutta a rinfrescarci.

Il prato dove sbuca il sentiero 707
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Il sioretto con la falce a Case Gost
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Info tecniche
TEMPI CAI (passo medio con piccole soste): 2h15' a Casera RioNero, 1.15h a Forca TasaCuzzer, 1h al M. Cuzzer, 2h a Case Gost, 30' a Tigo
SEGNAVIA: 703+707a+707
DIFFICOLTA': E + EE cresta tra Forca Tasacuzzer e M. Cuzzer. Nel complesso, per i tanti terreni diversi che si incontrano e per la lunghezza del percorso, va consigliata così integrale solo ad escursionisti esperti.
DISLIVELLO: oltre 1300m (1110m tra quota min e quota max più svariati saliscendi lungo la valle del Rio Nero e sulla cresta del M. Cuzzer)

La Val Resia fa parte del Parco Naturale delle Prealpi Giulie ed è particolarmente tutelata anche per il particolare ceppo linguistico e culturale, per il quale si sta facendo richiesta all'Unesco perchè diventi patrimonio dell'umanità. E' veramente un mondo a sè stante ed incredibile. Da visitare, con rispetto.
 
Ultima modifica:
Che spettacolo! Bellissime le marmitte, mi ricordano quelle vicino alla casa degli alpini a marsure. Sono sempre affascinato dal lento lavorio dell'acqua!

saluti
 
Ti sei fatto un bel giro,e vedo che la neve anche a quote relativamente basse è ancora presente.Un bravo anche al tuo cane ci vuole
 
sempre bella la val Resia!

hai anche la lunghezza del percorso?

SentieriNatura dà 13.2 km.
Purtroppo il foglio Tabacco online di questa zona non è ancora disponibile, se no l'avrei tracciata volentieri col GPS visto che ero da solo e in ambienti wild!

Complimenti per il lavoro su da Rosa e Gianni, bravi!!
 
Non male come lunghezza! Mi piace!
Ma va, da rosa e stato un divertimento :) poi però questo inverno se ci vai, puoi pensare che grazie a noi ti scaldi :p
 
Gran bel giro Mac! Ecco, la val Resia è uno di quei posti che sò di aver frequentato troppo poco, ma che quando penso ad una meta non mi viene mai in mente!!
Questo giro del monte Cuzzer sembra proprio un bel giretto di mezza stagione. Me lo segno! ;)

p.s. a zecche come siamo messi da quelle parti? :)
 
p.s. a zecche come siamo messi da quelle parti? :)

Male, ma io per fortuna non mi trovo mai una zecca addosso (e mi tocco!)...
Però il mio povero Franklyn risalendo la forra - quindi soprattutto lungo il Cerni Patok, molto meno negli altri versanti - ne ha raccattate parecchie, fortunatamente in genere grossette e ben visibili che gli ho tolto io prima che penetrassero nel pelo. Solo una non riuscivo ma se l'è levata da solo tuffandosi in una zona abbastanza profonda del torrente. Avevo dimenticato lo spray, c'è da dirlo.

Avevo già notato un mesetto fa salendo al Ricovero Igor Crasso (sempre parlando di val Resia, quindi) una fascia molto infestata attorno ai 1000m, tipicamente all'ombra dei noccioli.

D'altronde dove c'è caldo (ma non troppo) e umido zecche, ragni e quanto di peggio (secondo i miei gusti) offra il regno animale è ben servito. E il Friuli si sta sbizzarrendo ultimamente su questo fronte...


Detto questo la Val Resia secondo me è in assoluto uno dei luoghi TOP delle nostre montagne. Tutta la dorsale percorsa dall'Alta Via Resiana, dal Crasso alle Babe è semplicemente incantevole per la piena stagione.
E la valle principale pullula di sentieri meravigliosi da fare a inizio stagione (o alla fine)... Ta Li Pa Pot, l'anellino sopra Borgo Povici, il Sentiero di Matteo, i giri su a Sella Carnizza e sui Musi. Gli stavoli abbandonati e la cultura resiana, dove ogni unità era completamente sussistente. Come sul Pusti Gost. Alcuni dei bivacchi più belli e confortevoli come il Crasso e la Casera Canin.
 
Sono salito anch'io fino alla casera Rio Nero un paio d'anni fa...però lo scopo era una baraccata con gli amici con pernottamento e non abbiamo continuato oltre!!

Anche il sentiero che sale al Cuzzer sembra molto bello :D Mi toccherà tornare in zona prima o poi...
 
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