Domanda, per certi versi stupida, sul mondo del lavoro!

dadde1991

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Buongiorno a tutti.
Vi propongo una curiosità nata dal dibattito tra me e alcuni compagni in università. Nel nostro corso di ingegneria chimica, capita spesso di dover incontrare materie alquanto lontane dal nostro "settore" e durante una di esse un compagno ha dichiarato che molti degli aspetti studiati sono inutili perché nel mondo del lavoro il livello di conoscenza è più basso. Per livello di conoscenza lui si riferiva, ad esempio, al fatto che nella pratica di tutti i giorni è sufficiente disporre di meno della metà delle informazioni studiate per cavarsela alla grande, mentre una conoscenza approfondita è necessaria solo se si rimane a fare ricerca nell'ambito accademico.
Ora, al di là del fatto che lo studio è multidisciplinare e alla fine si andrà a lavorare solo in uno specifico ambito, voi come la pensate? Esiste veramente, nell'ambito scientifico, questa discrepanza tra il livello di studio e il mondo del lavoro?
Io un'idea purtroppo non posso averla, visto che nel mondo del lavoro, facendo i dovuti scongiuri, entrerò solo tra un paio d'anni..
 
Può essere malo studio apre il cervello, abitua al ragionamento (anche e soprattutto interdisciplinare) e sapere più cose del tuo vicini, collega o aspirante al tuo stessonposto di lavoro, ti da sicuramente una marcia in più.

Poi come fai a sapere, oggi, cosa ti capiterà tra qualche anno? Che opportunità avrai?
 
Buongiorno a tutti.
Vi propongo una curiosità nata dal dibattito tra me e alcuni compagni in università. Nel nostro corso di ingegneria chimica, capita spesso di dover incontrare materie alquanto lontane dal nostro "settore" e durante una di esse un compagno ha dichiarato che molti degli aspetti studiati sono inutili perché nel mondo del lavoro il livello di conoscenza è più basso. Per livello di conoscenza lui si riferiva, ad esempio, al fatto che nella pratica di tutti i giorni è sufficiente disporre di meno della metà delle informazioni studiate per cavarsela alla grande, mentre una conoscenza approfondita è necessaria solo se si rimane a fare ricerca nell'ambito accademico.
Ora, al di là del fatto che lo studio è multidisciplinare e alla fine si andrà a lavorare solo in uno specifico ambito, voi come la pensate? Esiste veramente, nell'ambito scientifico, questa discrepanza tra il livello di studio e il mondo del lavoro?
Io un'idea purtroppo non posso averla, visto che nel mondo del lavoro, facendo i dovuti scongiuri, entrerò solo tra un paio d'anni..

In senso generale il discorso è veritiero, spesso l'università italiana da un'impronta a tutto tondo sulla cultura generale che a volte puó sembrare "superflua" ma a parer mio in tutte le occasioni della vita la cultura e la capacità di ragionare sono fondamentali per superare i vari ostacoli che la vita ci pone davanti.
Questo spesso non vuol dire che con la cultura si accumuli denaro. Fai attenzione a questa differenza. A parer mio la cultura aiuta sempre in ogni campo. Buona giornata giovane sciatore
 
Buongiorno a tutti.
Vi propongo una curiosità nata dal dibattito tra me e alcuni compagni in università. Nel nostro corso di ingegneria chimica, capita spesso di dover incontrare materie alquanto lontane dal nostro "settore" e durante una di esse un compagno ha dichiarato che molti degli aspetti studiati sono inutili perché nel mondo del lavoro il livello di conoscenza è più basso. Per livello di conoscenza lui si riferiva, ad esempio, al fatto che nella pratica di tutti i giorni è sufficiente disporre di meno della metà delle informazioni studiate per cavarsela alla grande, mentre una conoscenza approfondita è necessaria solo se si rimane a fare ricerca nell'ambito accademico.
Ora, al di là del fatto che lo studio è multidisciplinare e alla fine si andrà a lavorare solo in uno specifico ambito, voi come la pensate? Esiste veramente, nell'ambito scientifico, questa discrepanza tra il livello di studio e il mondo del lavoro?
Io un'idea purtroppo non posso averla, visto che nel mondo del lavoro, facendo i dovuti scongiuri, entrerò solo tra un paio d'anni..

Nel caso del MIO lavoro all'università impieghi anni a mettere basi che servono per capire di cosa stai parlando, come dir eimparare a leggere e scrivere (fisica, chimica, poi anatomia e biochimica, poi fisiologia...)
Poi impari un sacco di cose che non applicherai mai ma che ti servono a capire il senso generale della medicina (fisiopatologia, patologia generale, farmacologia, anatomia patologica...)
Poi impari le varie patologie cliniche, i 9/10 delle quali non praticherai mai (medicina interna, chirurgia generale, le varie specialistiche, pediatria, ginecologia e ostetricia...)
Poi dedichi anni (per me erano 4 ora sono 5 per tutti) a studiare una disciplina (scuola di specialità).
E poi quando lavori finalmente imparerai a curare la gente.

Ma senza tutto quello che hai incamerato prima saresti solo un barbiere chirurgo del medioevo che cura per esperienza e non per scienza
E ciononostante per tutta la vita ti sentirai ignorante
 
Lavoro all' estero per una ditta italiana e spesso ho a che fare con giovani ingegneri, italiani e non.
La mia risposta è che sono preoccupato di quanto "sfornano" le università italiane: degli ingegneri meccanici e gestionali che mi sono passati per le mani negli ultimi due o tre anni, avrei scartato tutti gli italiani e assunto altri, soprattutto laureati in certe università russe e kazakhe.

Agli italiani rimprovero la presupponenza (credono di sapere tutto e non sanno nulla: qualche case study fatto a scuola, ma se la situazione è diversa si perdono), la pochezza del pensiero logico (non sanno mettere insieme tre indizi, derivarne uno scenario e muoversi di conseguenza stando attenti a riverificare i presupposti, non capiscono i processi decisionali), parlano un inglese maccheronico e spesso hanno difficoltà di comunicazione se non atteggiamenti spocchiosi col personale locale.
:evil:
 
Nel mio campo (informatica) l'universitá é abbastanza inutile, difatti io non l'ho fatta... Il mio collega che l'ha fatta peró me lo ha confermato... É risaputo che in Italia un tempo avevamo le migliori università al mondo, ora viviamo di fama, il nostro metodo universitario è alquanto obsoleto...
 
Lavoro all' estero per una ditta italiana e spesso ho a che fare con giovani ingegneri, italiani e non.
La mia risposta è che sono preoccupato di quanto "sfornano" le università italiane: degli ingegneri meccanici e gestionali che mi sono passati per le mani negli ultimi due o tre anni, avrei scartato tutti gli italiani e assunto altri, soprattutto laureati in certe università russe e kazakhe.

Agli italiani rimprovero la presupponenza (credono di sapere tutto e non sanno nulla: qualche case study fatto a scuola, ma se la situazione è diversa si perdono), la pochezza del pensiero logico (non sanno mettere insieme tre indizi, derivarne uno scenario e muoversi di conseguenza stando attenti a riverificare i presupposti, non capiscono i processi decisionali), parlano un inglese maccheronico e spesso hanno difficoltà di comunicazione se non atteggiamenti spocchiosi col personale locale.
:evil:

Tutto questo non dipende dall' Università , ma dal carattere, dalla buona volontà , dalla " voglia di fare" ,
dall' impegno e dalla buona educazione... qualità che evidentemente hai riscontrato solo negli altri...purtroppo...

:D
 
Lavoro all' estero per una ditta italiana e spesso ho a che fare con giovani ingegneri, italiani e non.
La mia risposta è che sono preoccupato di quanto "sfornano" le università italiane: degli ingegneri meccanici e gestionali che mi sono passati per le mani negli ultimi due o tre anni, avrei scartato tutti gli italiani e assunto altri, soprattutto laureati in certe università russe e kazakhe.

Agli italiani rimprovero la presupponenza (credono di sapere tutto e non sanno nulla: qualche case study fatto a scuola, ma se la situazione è diversa si perdono), la pochezza del pensiero logico (non sanno mettere insieme tre indizi, derivarne uno scenario e muoversi di conseguenza stando attenti a riverificare i presupposti, non capiscono i processi decisionali), parlano un inglese maccheronico e spesso hanno difficoltà di comunicazione se non atteggiamenti spocchiosi col personale locale.
:evil:

Io al posto tuo mi porrei qualche domanda sul Servizio di Selezione del Personale della tua Società. In Italia potrebbe avere delle carenze.....
Dai, scherzo, ma le generalizzazioni mi trovano sempre piuttosto freddo.
Ai giovani ingegneri in pectore direi: siete Universitari, perdinci, se non avete interesse per gli approfondimenti, per crescere anche culturalmente, avete sbagliato percorso di studi.

Quando entrerete nel mondo del lavoro, partendo da solide basi di preparazione anche teorica, con umiltà (come scritto saggiamente da qualcuno prima) potrete completare la vostra formazione, tenendo sempre a mente il grande Eduardo: gli esami non finiscono mai! (il processo formativo è continuo, anche a 60 anni)
 
Nel mio campo (informatica) l'universitá é abbastanza inutile, difatti io non l'ho fatta... Il mio collega che l'ha fatta peró me lo ha confermato... É risaputo che in Italia un tempo avevamo le migliori università al mondo, ora viviamo di fama, il nostro metodo universitario è alquanto obsoleto...

Un'opinione autorevole! :DDD
 
Dopo svariati segoni mentali, tipo quelli tra te e i tuoi compagni, confronti con amici già laureati che lavorano o sono in cerca, ho concluso che l'università serve appena aportare a casa quello stramaledetto foglio di carta chiuso nel tubo di cartone. Io sto quasi per finire ingegneria al polimi (gestionale ok è ingegneria di nome ma non di fatto) e ti dico che su 105 crediti di esami nella specialistica ho beccato solo un esame da 10 in cui devi fare qualche calcolo con pc e calcoltrice. Il resto teoria pura. Fai tu.
 
Io son un supporter dello studio e della conoscenza, ti dico solo che tutto quel che apprendi in più rispetto al tuo collega "lazy" te lo potrai giocare nel mondo del lavoro e potrà fare la differenza........ Non per forza in Italia ma non si sa mai!
Io durante l'uni mi divertivo ad approfondire i programmi anche su altri testi mentre i colleghi andavano a seguire gli esami segnandosi (presumo inutilmente) le domande del docente....…io ho investito molto nella formazione, loro no......oggi a distanza di 12anni la differenza è visibile.
Consiglio: studia e formati adeguatamente almeno per rispetto verso chi un giorno si fiderà delle tue competenze!
 
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