LVMH e lo shopping in Italia

VIGGHE

Ski-avizzato
E anche LORO PIANA prende la strada per la Francia...
Non che la cosa tocchi le mie tasche direttamente ma è l'ennesimo colpo alla nostra economia.
Dove finiremo?:evil:
 
Guardiamo gli aspetti positivi della vicenda.
La famiglia ha venduto l'80% dell'azienda alla holding francese per 2 miliardi di euro (!), rimane ai fratelli Sergio e Pier Luigi Loro Piana il 20% di partecipazione e la guida della società stessa.
Il marchio italiano viene ora associato ( e saranno solo vantaggi sinergici) a nomi di altissimo profilo (Chateaux d'Yquem, Krug, Ruinart, Bulgari, Dior, louis vuitton, Pucci, Fendi).

Evitato il rischio di essere svenduti a qualche maledettissimo gruppo cinese, possiamo solo gioire.
 
E' il business, baby, fa parte della vita commerciale.
Inoltre in italia le famiglie che creano marchi di notevole importanza hanno spesso (quasi sempre) difficoltà a crescere, vuoi per situazioni endemiche al sistema italiano, vuoi perché sono restie a cedere parte del loro controllo (e le imprese in questa maniera non fanno mai il salto di qualità, passando da padronali a vere e proprie multinazionali).

Sono d'accordo su quasi tutto scritto sopra da LXV, a parte il discorso delle sinergie, che spesso in questi casi rimane un po' trascurato...


PS: sono parte del gruppo!
 
Ultima modifica:
Se uno compra vuol dire che qualcuno vende... e non penso che signori Loro Piana siano stati obbligati a firmare con una pistola puntata alla tempia...
 
A me non frega della proprietà di un gruppo, anche perché notoriamente gli italiani non sono mai riusciti a produrre un manager decente che fosse uno!
Siamo piccoli-imprenditori, tecnici dal know how mostruoso, ma che quando le aziende crescono non siamo quasi mai stati in grado di reggere il palcoscenico mondiale: abbiamo sfasciato fiori all'occhiello come potevano essere le aziende del distretto musicale marchigiano-riminese!

Cristo nel 1978 producevamo il più potente sintetizzatore mai fatto, l'Elka Synthex, che è entrato nella storia della musica con i nomi di ELP, Stevie Wonder, Jarre, Vangelis... abbiamo prodotto il primo modulo sonoro di emulazione di pianoforti ibrido, per campionamento e modelli fisici, dove campioni da 4 gb non arrivano o sw da 2gHz non riproducono così bene...

E non siamo riusciti a salvarli dal fallimento o quasi!


Ca22o me ne frega se Luis Vitton si compra una azienda italiana, se il core business rimane qui? Se (in caso di necessità) mettono persone MIGLIORI alla guida del marchio??

Ca22o! A me frega se gli imprenditori di Montebelluna delocalizzano il 70% della produzione delle loro calzature di alto livello, portando impianti all'estero... questo già comincia a farmi girare i cojones! Ma non così tanto se sono bravi da fare l'alta qualità qui in Italia senza far ricadere sui lavoratori le proprie scelte!

Ca22o! A me frega se un troglodita canadese che manco ha scoperto il rasoio, invece che spendere 1 miliardo di € per riaprire gli stabilimenti produttivi della sua fabbrica di catorci (o magari per rinnvoare una gamma ferma oggettivamente al 1998), li spende per comprare azioni di una media company!
Ca22o se mi frega!!!!

Cambierei la sua faccia tosta con uno che mangia rane dalla mattina alla sera!!

Li cambierei tutti i "manager italiani" come lui, per avere qualche olandese, qualche francese o qualche statunitense!
 

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A me non frega della proprietà di un gruppo, anche perché notoriamente gli italiani non sono mai riusciti a produrre un manager decente che fosse uno!
Siamo piccoli-imprenditori, tecnici dal know how mostruoso, ma che quando le aziende crescono non siamo quasi mai stati in grado di reggere il palcoscenico mondiale: abbiamo sfasciato fiori all'occhiello come potevano essere le aziende del distretto musicale marchigiano-riminese!

Cristo nel 1978 producevamo il più potente sintetizzatore mai fatto, l'Elka Synthex, che è entrato nella storia della musica con i nomi di ELP, Stevie Wonder, Jarre, Vangelis... abbiamo prodotto il primo modulo sonoro di emulazione di pianoforti ibrido, per campionamento e modelli fisici, dove campioni da 4 gb non arrivano o sw da 2gHz non riproducono così bene...

E non siamo riusciti a salvarli dal fallimento o quasi!


Ca22o me ne frega se Luis Vitton si compra una azienda italiana, se il core business rimane qui? Se (in caso di necessità) mettono persone MIGLIORI alla guida del marchio??

Ca22o! A me frega se gli imprenditori di Montebelluna delocalizzano il 70% della produzione delle loro calzature di alto livello, portando impianti all'estero... questo già comincia a farmi girare i cojones! Ma non così tanto se sono bravi da fare l'alta qualità qui in Italia senza far ricadere sui lavoratori le proprie scelte!

Ca22o! A me frega se un troglodita canadese che manco ha scoperto il rasoio, invece che spendere 1 miliardo di € per riaprire gli stabilimenti produttivi della sua fabbrica di catorci (o magari per rinnvoare una gamma ferma oggettivamente al 1998), li spende per comprare azioni di una media company!
Ca22o se mi frega!!!!

Cambierei la sua faccia tosta con uno che mangia rane dalla mattina alla sera!!

Li cambierei tutti i "manager italiani" come lui, per avere qualche olandese, qualche francese o qualche statunitense!

però scusa questo è un discorso poco lungimirante. io sono il primo a dire che ognuno con la roba sua deve avere il diritto di farci quel che vuole, compreso vendere a chi vuole. ma gioire perchè il controllo passa da un'altra parte mi sembra sciocco. innanzitutto il manager attuale è proprio quello che dopo aver decretato il successo del marchio in questione lo ha fatto crescere. in secondo luogo il management resta, quindi evidentemente tanto schifo non fa.

per quanto riguarda il gruppo do controllo poi i proventi andranno fuori dal paese (forse ci andavano anche prima, ma adesso siamo sicuri di poter togliere il forse), e il core business può spostarsi dove vuole. l'unica "garanzia" in questo senso è che per un'azienda di moda poter dire "made in italy" conta ancora qualcosa. sempre che il "made in france" non ci sorpassi.
siamo d'accordo che per gli italiani cambia poco o nulla, ma è un'altra lampadina che si dovrebbe accendere circa la situazione in cui versa il nostro sistema produttivo (e non certo per colpa del padrone sfruttatore, non in questo caso perlomeno).

ottimo l'intervento di Luigi XV
 
Cosa c'entra il sistema produttivo del paese però in questo caso?

Cambia la proprietà delle quote dell'azienda (è una spa?), hanno venduto una quota ad un gruppo francese del settore lusso... la produzione non ne è interessata, né probabilmente ne sarebbe stata nemmeno se avessero deciso di trasformarla in una public company.

Si sono assicurati appunto come dice LuigiXV la permanenza del marchio, della produzione e della conduzione italiana: hanno venduto probabilmente al miglior offerente, i 2 miliardi di Euro se li sono intascati.

Se il rischio era di veder scomparire o svalutare il marchio se messo in mani altrui o in mani di eredi poco abili, meglio così!

Parte del valore aggiunto andrà all'estero... amen. Probabilmente in Italia non interessava ai lungimiranti imprenditori Italiani.
 
Non e' una tragedia. Spesso investitori stranieri hanno saputo valorizzare patrimoni italiani molto meglio di noi.
Pensiamo a Richard Ginori , uno dei migliori produttore di ceramiche al mondo.
Aveva molti ordini ma e' fallita a causa di investimenti immobiliari e trame oscure che non centravano nulla con l'attività principale.

Il tutto e' comunque l'enesima prova che in Italia non c'e' alcuna capacità da parte dell'imprenditoria di fare grande impresa.
Appena l'azienda supera una soglia dimensionale va tutto in crisi e conviene vendere altrove, soprattutto se di proprietà familiare.
L'unica grande impresa italiana nata da privati e' la Fiat le altre sono tutte ex-IRI.
E su questo si riflette troppo poco il tutto e' l'ennesima prova di come non riusciamo a sfruttare a pieno il nostro patrimonio.
 
Non sono particolarmente interessato ai risvolti economici dell'affare. Trovo logico e naturale che di fronte ad una offerta del genere i Loro Piana abbiano accettato , oltretutto con la possibilità di rimanere al timone della nave così come hanno sempre fatto.
Sono anche d'accordo sul fatto che far parte di un colosso della moda mondiale possa far aumentare le sinergie e ridurre sensibilmente i costi medi ( di qualunque genere essi siano).
E , in ultimo , sono sicuro che aumenterà pure il fatturato sfruttando la potente rete vendita di LVMH.
Ma qui le belle notizie si fermano.
E iniziano le brutte.
Che succederà se in un prossimo futuro la Loro Piana perdersse qualche decimale di fetta di mercato? Che farebbe LVMH da multinazionale?
Avrebbe qualche scrupolo a "riorganizzare" l'azienda o invece con la freddezza dei numeri alla mano si dedicherebbe alla sola cosa che una multinazionale contempla: massimizzare i ricavi e ridurre i costi?
E il knowhow che qualcuno sopra ha menzionato? In che mani va? i brevetti ? i segreti industriali?

A livello di italiano invece devo dire che la cosa mi ferisce : segna l'ennesimo tassello che cade dell'industria italiana. Un'indistria che per decenni ha meravigliato il mondo , che era la prima del pianeta. I vari Gucci , Bottega Veneta , Pomellato , Fendi e Loro Piana non entreranno a far parte mai più del nostro potenziale industriale ma apparterranno alle delocalizzazioni di LVMH.

Che ci rimane? Armani , Versace, D&G, Diesel , Luxottica , Tod's e chissà quanti altri dimentico....secondo me bisognerebbe che questi "signori" si guardassero negli occhi e si cominciassero a interrogare su qualche fusione eccellente....unica difesa dall'assalto delle multinazionali mondiali....cinesi compresi purtroppo:PAAU
 
Un telo mare Loro Piana viene 400€. Sono 390 euro di emozione o c'è dell'altro?
Concordo velocemente sui discorsi letti sopra.
 
...
Che succederà se in un prossimo futuro la Loro Piana perdersse qualche decimale di fetta di mercato? Che farebbe LVMH da multinazionale?
Avrebbe qualche scrupolo a "riorganizzare" l'azienda o invece con la freddezza dei numeri alla mano si dedicherebbe alla sola cosa che una multinazionale contempla: massimizzare i ricavi e ridurre i costi?

...

Perdonami, ma se Loro Piana fosse rimasta al 100% italiana (niente operazione di acquisizione) e nel futuro ugualmente fosse avvenuta la perdita di quote di mercato che dici sopra, cosa pensi che farebbero i proprietari? In realtà, più o meno lo stesso che farebbe LVMH, cioé provvedimenti di contenimento costi che potrebbero culminare in una ristrutturazione.
Poi ovviamente bisognerebbe capire i criteri dell'una e dell'altra, gli obiettivi e confrontare i dettagli.
Ma anzi, au contraire, nel gruppo LVMH sicuramente non manca la liquidità per resistere ad un momento di crisi, cosa che invece camminando da soli non è detto si ottenga dalle varie banche...
 
Non sono particolarmente interessato ai risvolti economici dell'affare. Trovo logico e naturale che di fronte ad una offerta del genere i Loro Piana abbiano accettato , oltretutto con la possibilità di rimanere al timone della nave così come hanno sempre fatto.
Sono anche d'accordo sul fatto che far parte di un colosso della moda mondiale possa far aumentare le sinergie e ridurre sensibilmente i costi medi ( di qualunque genere essi siano).
E , in ultimo , sono sicuro che aumenterà pure il fatturato sfruttando la potente rete vendita di LVMH.
Ma qui le belle notizie si fermano.
E iniziano le brutte.
Che succederà se in un prossimo futuro la Loro Piana perdersse qualche decimale di fetta di mercato? Che farebbe LVMH da multinazionale?
Avrebbe qualche scrupolo a "riorganizzare" l'azienda o invece con la freddezza dei numeri alla mano si dedicherebbe alla sola cosa che una multinazionale contempla: massimizzare i ricavi e ridurre i costi?
E il knowhow che qualcuno sopra ha menzionato? In che mani va? i brevetti ? i segreti industriali?

A livello di italiano invece devo dire che la cosa mi ferisce : segna l'ennesimo tassello che cade dell'industria italiana. Un'indistria che per decenni ha meravigliato il mondo , che era la prima del pianeta. I vari Gucci , Bottega Veneta , Pomellato , Fendi e Loro Piana non entreranno a far parte mai più del nostro potenziale industriale ma apparterranno alle delocalizzazioni di LVMH.

Che ci rimane? Armani , Versace, D&G, Diesel , Luxottica , Tod's e chissà quanti altri dimentico....secondo me bisognerebbe che questi "signori" si guardassero negli occhi e si cominciassero a interrogare su qualche fusione eccellente....unica difesa dall'assalto delle multinazionali mondiali....cinesi compresi purtroppo:PAAU

Quoto il tuo ragionamento, anche se hai scordato il marchio italiano numero 1: Ferrari ;)

Lo sappiamo qual'è il problema italiano: lo stato non aiuta nessuna impresa, che abbia il mercato interno o che vada all'estero. Un imprenditore deve farcela da solo, perché non c'è nessun "sistema" ( legale) che lo aiuta!

Questa volta cito mio padre, ing. di telecomunicazioni in pensione. Negli anni 70-80 lavorava per una società italiana con più di 20.000 dipendenti in giro per il mondo, nel settore era la terza azienda a livello mondiale. Ebbene questa azienda era osteggiata dallo stato e dai consolati italiani e per lavorare dovevano trovare "accordi" con i consolati di altre nazioni, a volte americano, a volte francese etc
Questa azienda è stata comperata poi dal gruppo Alcatel (francese) e smembrata alla prima crisi.....
 
Perdonami, ma se Loro Piana fosse rimasta al 100% italiana (niente operazione di acquisizione) e nel futuro ugualmente fosse avvenuta la perdita di quote di mercato che dici sopra, cosa pensi che farebbero i proprietari? In realtà, più o meno lo stesso che farebbe LVMH, cioé provvedimenti di contenimento costi che potrebbero culminare in una ristrutturazione.
Poi ovviamente bisognerebbe capire i criteri dell'una e dell'altra, gli obiettivi e confrontare i dettagli.
Ma anzi, au contraire, nel gruppo LVMH sicuramente non manca la liquidità per resistere ad un momento di crisi, cosa che invece camminando da soli non è detto si ottenga dalle varie banche...

Condivido il tuo ragionamento...ma è proprio quel "più o meno" che mi lascia un pò perplesso.
E' vero LVMH ha sicuramente una montagna di liquidità in cassa ma la multinazionale ha un modo di ragionare altamente schematico e poco incline a ragionamenti "romantici". I Loro Piana invece , forti della tradizione e delle responsabilità di una azienda nata 100 anni fa magari un micro scrupolo se lo farebbero.
Comunque stiamo ragionando di dettagli , la verità è che un altro pezzo importante di Italia se ne va e ormai la cosa ci ha talmente abituato che sui TG se ne parla marginalmente...oggi già non se ne parla più.
La mia tristezza deriva da lì. La situazione dei nostri marchi assomiglia sempre più ad una lenta ed inesorabile discesa.
E oggi le prime pagine sono tutte ,ancora una volta ,per il nano e i suoi guai giudiziari.
 
Condivido il tuo ragionamento...ma è proprio quel "più o meno" che mi lascia un pò perplesso.
E' vero LVMH ha sicuramente una montagna di liquidità in cassa ma la multinazionale ha un modo di ragionare altamente schematico e poco incline a ragionamenti "romantici". I Loro Piana invece , forti della tradizione e delle responsabilità di una azienda nata 100 anni fa magari un micro scrupolo se lo farebbero.
Comunque stiamo ragionando di dettagli , la verità è che un altro pezzo importante di Italia se ne va e ormai la cosa ci ha talmente abituato che sui TG se ne parla marginalmente...oggi già non se ne parla più.
La mia tristezza deriva da lì. La situazione dei nostri marchi assomiglia sempre più ad una lenta ed inesorabile discesa.
E oggi le prime pagine sono tutte ,ancora una volta ,per il nano e i suoi guai giudiziari.

Romantici? Responsabilità? Scrupolo?

2 MILIARDI in tasca e tanti saluti e baci...
 
Condivido il tuo ragionamento...ma è proprio quel "più o meno" che mi lascia un pò perplesso.
E' vero LVMH ha sicuramente una montagna di liquidità in cassa ma la multinazionale ha un modo di ragionare altamente schematico e poco incline a ragionamenti "romantici". I Loro Piana invece , forti della tradizione e delle responsabilità di una azienda nata 100 anni fa magari un micro scrupolo se lo farebbero.
Comunque stiamo ragionando di dettagli , la verità è che un altro pezzo importante di Italia se ne va e ormai la cosa ci ha talmente abituato che sui TG se ne parla marginalmente...oggi già non se ne parla più.
La mia tristezza deriva da lì. La situazione dei nostri marchi assomiglia sempre più ad una lenta ed inesorabile discesa.
E oggi le prime pagine sono tutte ,ancora una volta ,per il nano e i suoi guai giudiziari.

Temo che quanto detto appena sopra da Doppiomisto sia una ottima sintesi: ormai nel business non ci sono romanticherie o carinerie.
Se l'azienda ristagna, occorre prendere provvedimenti, saper essere lungimiranti.
Il rischio, oggigiorno, è un bel crollo.
Sostanzialmente, dubito fortemente che in caso di crisi i signori Loro Piana avrebbero mai detto "teniamo tutta la baracca come è ora, zero cambiamenti, pagando di tasca nostra tutto il dovuto ai dipendenti anche senza profitti, e aspettiamo tempi migliori...".
Per non dire che, unendosi in un gruppo grandissimo come LVMH, in caso di problemi i dipendenti in eventuale esubero avrebbero cmq una possibilità di ricollocamento privilegiata nel gruppo stesso (posso confermare personalmente che avviene in maniera relativamente facile).
Il che, se permetti, non è cosa da trascurare.

Poi certo, bottom line i profitti stanno andando fuori dall'Italia. Ma tu sei sicuro che non ci andassero (magari via off-shore) lo stesso?
O che gli stessi profitti venissero poi reinvestiti solo e soltanto in Italia?
Tra i tanti mali, penso che questo non sia di quelli da perderci il sonno la notte...
 
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