Siamo troppo choosy?!

nardo

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Il ministro Fornero ha consigliato i giovani a non essere troppo "schizzinosi", prevenuti, nei confronti del primo lavoro.

Che ne pensate?

Un laureato in Legge, che conosce perfettamente l'inglese, che si è laureato in corso, spendendo fior di quattrini (e di fatica) è giusto che inizi a fare fotocopie? O è giusto che faccia un lavoro che non ha attinenza col suo "percorso" di studi?
 
Il ministro Fornero ha consigliato i giovani a non essere troppo "schizzinosi", prevenuti, nei confronti del primo lavoro.

Che ne pensate?

Un laureato in Legge, che conosce perfettamente l'inglese, che si è laureato in corso, spendendo fior di quattrini (e di fatica) è giusto che inizi a fare fotocopie? O è giusto che faccia un lavoro che non ha attinenza col suo "percorso" di studi?

Le solite uscite pubblicate dai giornali che fanno scalpore e basta. Cmq quando l'ho letta l'unico pensiero che mi è venuto è la speranza che le prenda un dolore fortissimo a caso e la porti alla morte nella maniera più brutta. Dedicarci più tempo di un pensiero di questo tipo penso sia inutile
 
è giusto che inizi a fare fotocopie? O è giusto che faccia un lavoro che non ha attinenza col suo "percorso" di studi?
La risposta è palese ed è dentro quell'intelligente persona. Se il mercato non richiede avvocati, non richiede ingegneri, non richiede qualità ma richiede manovalanza... la risposta è chiara e lasciamo la facile dimostrazione al lettore.

Fabio: insegnante a gratis in università, cameriere per vivere.
 
Il ministro Fornero ha consigliato i giovani a non essere troppo "schizzinosi", prevenuti, nei confronti del primo lavoro.

Che ne pensate?

Un laureato in Legge, che conosce perfettamente l'inglese, che si è laureato in corso, spendendo fior di quattrini (e di fatica) è giusto che inizi a fare fotocopie? O è giusto che faccia un lavoro che non ha attinenza col suo "percorso" di studi?

Non è' giusto ma è necessario!

Conosco tanti che non hanno voluto iniziare facendo le fotocopie ed ora sono mammoni in casa in attesa che le occasioni piovano dal cielo.

Mentre quasi tutti quelli che si sono sporcati le mani ora raccolgono i frutti della gavetta !

E parlo proprio del caso di giurisprudenza!

Abbasso i choosy !
 

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Primo: giusto e sbagliato non c'entra molto secondo me. Il lavoro giusto o c'è o non c'è. Se c'è lo prendi, se non c'è ti arrangi come puoi.

Secondo e più importante: se uno usa il termine "choosy" in una frase in italiano è da prendere a frustate, punto. :evil:
 
Non è' giusto ma è necessario!

Conosco tanti che non hanno voluto iniziare facendo le fotocopie ed ora sono mammoni in casa in attesa che le occasioni piovano dal cielo.

Mentre quasi tutti quelli che si sono sporcati le mani ora raccolgono i frutti della gavetta !

E parlo proprio del caso di giurisprudenza!

Abbasso i choosy !

Concordo per la gavetta "vera" dal basso con la condizione che deve necessariamente evolversi in qualcosa di diverso e non rimanere tale.

Se hai bisogno di una segretaria prenditi una segretaria e non un praticante a costo zero... e di converso il praticante deve sapere fare TUTTO (quindi deve accettare di fare tutto - senza arrivare allo schiavismo, ovviamente) perchè poi un domani dovrà essere lui ad insegnare o gestire una segretaria.
 
Dirò la mia: laureato in corso, con ottimi voti, tesi con i controca***, inglese perfetto, un sacco di voglia di fare e di avere la soddisfazione di "pagarmi le vacanze coi miei soldi".

A due settimane prima della laurea entro nello studio di un notissimo prof-avvocato. Ottimo, mi dico. Per sei mesi faccio fotocopie, giri in posta e tribunali, rispondo al telefono, vengo pagato praticamente nulla. Anzi, nulla visto che i soldi di benzina/mezzi e pranzo non ce li mette lui ovviamente.

Ma come?! un buon laureato va a fare le fotocopie? SI!

Poi, capita che trovo un'offerta molto allettante, ora lavoro 12-15 ore al giorno, vengo pagato relativamente bene e spesso il socio di studio mi chiama e mi fa "So che hai fatto la gavetta, mi controlli se questo ricorso è impaginato bene? mi verifichi che ci sia tutto? puoi accompagnarmi in tribunale a fare questo?!" (nello studio dove lavoro facciamo quasi solo stragiudiziale).

Ho magnato polvere 6 mesi, e ora raccolgo qualche frutto della fortuna e dell'impegno.

E non sopporto molto i miei coetanei che all'aperitivo quotidiano (al quale ovviamente non riesco quasi mai a partecipare) si lamentano che non c'è lavoro, che sono laureati col massimo e le fotocopie non le fanno etcetc.
 
Concordo con KIRAMA un po' di gavetta , ci vuole, fa 'crescere' pero' poi bisogna CRESCERE anche professionalmente realizzando in termini lavorativi cio' che si e' fatto durante il percorso univesitario...:D
 
Si lo siamo ma spesso e' colpa anche delle famiglie
Nell'educazione passa l'idea che ha senso fare solo certi mestieri, altri passano in secondo piano e vengono considerati di serie B.

L'agricolore il falegname il fabbro. Lavori dove se si e' si bravi si può guadagnare di più di un bancario medio.

Conosco due amici, le famiglie li hanno obbligati a fare una università che non gli piaceva.. hanno mollato entrambi perche non gli piaceva studiare. Hanno lavorato per un periodo in qualche aziendina con scarso entusiasmo.

Poi hano mollato e hanno fatto di testa propria. Uno fa il fornaio l'altro il macchinista di treni merci. Trovato lavoro subito e guadagnano di più di prima..
 
Si però questi sono tutti casi "facili" nel senso che si parla di percorsi di carriera all'interno di un ambito professionale che uno bene o male si è scelto. Qui spero siamo tutti concordi nel dire che è giusto (e anzi pure utile) essere disposti a fare gavetta in vista di incarichi più gratificanti col passare degli anni.

Altro è il discorso di gente che conosco, laureata con ottimi voti, master, ecc. e che sta cercando posti da barista o cassiera perchè non ha altra scelta. Prospettive zero, interesse rispetto al corso di studi zero, ma è l'unico modo per portare a casa due eruo e quindi si fa. Alla fine di questo si parla. E anche qui penso, purtroppo, che non abbia senso parlare di "giusto" e "sbagliato."

Il mercato del lavoro come tante cose è regolato dalla legge della domanda e dell'offerta. Giusto o sbagliato può essere l'insieme di regole che lo governa, le politiche che vengono adottate per influenzare la domanda o l'offerta, ecc. Di questo secondo me si dovrebbe parlare più che del fatto che uno deve o meno essere schizzinoso nella ricerca del lavoro. Se uno si può permettere di essere schizzinoso fa benissimo ad esserlo, se non se lo può permettere no. Non è che c'è tanto da andarci intorno.
 
Ultima modifica:
Penso che i ministri e più in generale tutti coloro che rivestono importanti cariche pubbliche abbiano il dovere di saper gestire platee ed emozioni.

È umano ogni tanto lasciarsi andare ma non è ministeriale.

Credo pure che abbia in parte ragione il ministro a sollecitare comportamenti più aderenti alle condizioni socioeconomiche attuali ma, a maggior ragione, noi italiani chiediamo e pretendiamo che i nostri governanti facciano altrettanto.

Non sono ammissibili esternazioni di tale natura e portata proprio in questa situazione di disagio sociale: è una comunicazione sbagliata nei termini e nei modi perché non riesce a raggiungere il suo scopo. Appunto è inutile oltre che dannosa per l'immagine di chi la pronuncia.... ed è rivelatrice del grado di spocchia di questi tecnocrati
 
Il mercato del lavoro è appunto un mercato: domanda e offerta.

Se voglio entrare in un mercato, un po' cerco di informarmi sulle sue caratteristiche: in italia non voglio neanche sapere quanti laureati in legge ci sono. Sapevo, quando mi sono iscritto all'università, che sarebbe stata tosta emergere: bene ci si rimbocca le maniche si cerca di finire in fretta e benissimo l'università e si sceglie un percorso "diverso" da quello più tradizionale.

Ad esempio: so che il mercato del fotovoltaico ha buone prospettive? perfetto scelgo un percorso di studi indirzzato a quel settore.

Poi, se non ho voglia di studiare, mi iscrivo a lettere e filosofia, mi laureo dopo 10 anni, senza sapere una lingua e mi lamento se finisco a fare il cameriere (massimo rispetto per ogni lavoro, purchè lo si faccia BENE), il problema è mio e non del governo o della società
 
Le solite uscite pubblicate dai giornali che fanno scalpore e basta. Cmq quando l'ho letta l'unico pensiero che mi è venuto è la speranza che le prenda un dolore fortissimo a caso e la porti alla morte nella maniera più brutta. Dedicarci più tempo di un pensiero di questo tipo penso sia inutile

ma sono l'unico che trova questo post indecente?:shock:
 
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