Civetta ski così così
Anch'io ieri ero al Civetta, anch'io per la prima volta! quindi evito di aprire un nuovo topic e aggiungo in questo il mio report con qualche foto e più che altro qualche considerazione...
Siamo partiti ieri mattina da Parma di buon ora, e alle 10,30 circa eravamo sulle piste del Civetta ski: abbiamo sciato fino alla chiusura degli impianti.
Ultima discesa a Zoldo
Siamo stati fortunati a trovare una bella giornata di sole, ma di neve ce n'era veramente poca. Ciò che mi ha fatto molto girare i coglioni però sono stati i bollettini poco veritieri sui siti del DS e di Civettaski.com: 30 o 50cm di neve a valle e 80 a monte io non li ho proprio visti; 72km di piste aperte su 80? solo sei piste chiuse in tutto il comprensorio? Vi invito a consultare i bollettini che sono rimasti identici a due giorni fa, falsi come prima se non più di prima.
Su questa cartina ho fatto un cerchio giallo rosso attorno alle piste chiuse, uno giallo su quelle che abbiamo saltato.
La rossa 33 di Palafavera addirittura non solo è segnata aperta sul sito, ma anche sul campo! Però dalla seggiovia abbiamo potuto vedere bene i muri più marroni che bianchi: scandalo! non basta il cartello PERICOLO, una pista in quelle condizioni la chiudi e basta.
La pista rossa di rientro a Palafrena (e non era nemmeno il pezzo messo peggio!)
Ovvio che tutto questo pesa sul mio giudizio... ma non solo.
Gli impianti sono mediamente comodi, nuovi e veloci (soprattutto le 2 seggiovie di Selva di Cadore) ma non mancano autentici reperti, come le biposto di Palafavera e Zoldo. La nuova cabinovia alta di Alleghe mi sembra poco funzionale: una bella seggiovia a 6 posti con cupolino sarebbe stata molto meglio, dato che sei già in quota. Poi anche a portarsi gli sci dentro in 6 diventa stretta.
Fuoripista Palafavera
Le piste... splendide quelle di Selva, la zona in cui c'era la neve migliore, la 21 è davvero uno spettacolo; interessanti anche la Rientro (che però era ghiacciata e non facile da fare), la Civetta, la nera di Zoldo. Ma quello che mi ha più colpito è stata l'abbondanza di tratti pianeggianti... non solo nei collegamenti, autentiche stradine lunghissime, ma anche nelle piste vere e proprie. Fatta eccezione per poche chicche, fra cui forse anche qualche pista che abbiamo trovato chiusa, buona parte del comprensorio mi ha dato l'impressione di essere una serie di collegamenti fra un muro e l'altro: e spesso in ombra: il peggio che si possa pensare per un principiante, e non il meglio per lo sciatore esigente.
Muro impegnativo pista Rientro, Alleghe
I panorami: qui il comprensorio si riscatta. Il Civetta e il Pelmo giganteggiano su gran parte delle piste; da Col de Baldi e dalla Fertazza la vista è amplissima, splendidi boschi di larici e pini fiancheggiano piste e impianti. In genere, da quando scio, non penso di avere mai trovato un ambiente così affascinante intorno.
Motoslitte a Col de Baldi
Di rifugi ce ne sono diversi, quasi sempre in bella posizione. Alle 4 ci siamo fermati per un tè caldo prima dell'ultima pista, all'arrivo dell'ovovia di Zoldo: già cominciavano a sbaraccare, l'odore dell'alcol si mescolava con quello dei panini che ancora qualcuno mangiava. Dopo neanche mezz'ora, fuori, gli addetti alla sicurezza cominciavano a “stimolare” quelli ancora seduti o in attesa di mangiare. Mi piacerebbe sapere se questo succede anche in Alto Adige...
Quasi-tramonto sull'Antelao, il Cervino del Cadore!
Ma la cosa più triste è Zoldo Alto la sera: malgrado le 2 piste illuminate fino a tardi, molto affascinanti e vuote, sembrava di essere in un dormitorio. Non che Moena l'anno scorso si presentasse meglio... ma almeno lì c'era qualche locale in più e non avevi una strada trafficata che tagliava in due il paese.
Pista Civetta, Alleghe
In origine pensavamo di stare via due giorni, ma oggi il tempo era più brutto (come previsto dal meteo) e abbiamo deciso di non spendere altri 40 euro per rifare le stesse piste, magari con ancora più gente di ieri. Poi non c'era nemmeno la possibilità di fare lo skipass mattiniero... quindi ci siamo rifatti il viaggio di ritorno con più calma.
Le prime nubi avvolgono il Civetta stamattina
Concludendo: sono soddisfatto perché sciare in Dolomiti è sempre un'esperienza unica, anche in condizioni disastrate come quest'anno... ma al Civetta ski penso proprio non ci tornerò per molto tempo; 150km più vicino a casa ho la zona sempre dolomitica di Madonna di Campiglio in cui si scia su ben altri livelli.