Gigiogigi
Deep white freebanfer
In alcune culture è usanza fare all’inizio del nuovo anno la lista dei “buoni propositi”. All’inizio di questa stagione sciistica anch’io mi ero fatto una bella lista, ben sapendo che non sarei riuscito a fare tutto. In realtà l’inverno è stato bizzarro e le sane mangiate di polvere previste non si sono verificate, tant’è che sono dimagrito di due kg...
Ad ogni modo in questa lista c’erano una serie di grandi classiche primaverili tra cui anche la ovest dell’Eiger. Il caso ha voluto che facessi la conoscenza di uno che l’aveva fatta nel 2002 con lo snobbord, che conosce bene la zona essendo bernese e che pure ha degli amici in loco. Così quando il 18 aprile mi è arrivato l’SMS con cui mi avvisava che “l’Eiger è in condizioni, è stato sciato sia sabato [e poi ho scoperto che tra quelli del sabato c’era pure Luca Pandolfi], sia domenica”, è scattato un meccanismo folle nel mio cervello. Quando vado? Con chi? Sono mesi di fuoco, lavoro come un mulo e fatico ad avere due giorni liberi consecutivi, e guai ad avere un weekend libero. Speculando su una notte tranquilla (quella sul 20) mi organizzo per il 20 e 21 di aprile, chiamo un po’ di amici e conoscenti, persino il collega che l’aveva fatta nel 2002 contatta alcuni suoi amici ma... ciccia. Sono, ancora una volta, solo.
Mercoledì dopo pranzo parto alla volta di Lauterbrunnen, dove lascerò l’auto per prendere il trenino che mi porterà fino alla Kleine Scheidegg: da lì duecento e rotti metri di dislivello con le pelli per arrivare alla stazione Eiger Gletscher, dove per l’occasione tengono aperto per permettere agli alpinisti di guadagnare un po’ di dislivello alla mattina.
A Lauterbrunnen incontro due che l’hanno sciato oggi, l’orco: partiti dalla vetta alle 14.30 perché la neve era durissima! Questo mi scombussola i piani: so benissimo che devo partire presto la mattina perché per un po’ sarò sotto un ghiacciaio sospeso che può anche riservare brutte sorprese, e d’altro canto poi che faccio? Aspetto tre ore in vetta? Mah.
La notte inizia male: sarà l’agitazione, sarà l’altitudine (2300m) ma ho degli attacchi di tachicardia che mi passano solo con ripetute manovre di valsalva, poi il sonnifero fa il suo effetto e fino alla 1.00 fila tutto liscio. Poi sarà un dormiveglia fino alle 5.30. Partenza, su suggerimento dei due incontrati il giorno prima, direttamente con gli sci sullo zaino, e ovviamente lascio direttamente le pelli in “albergo”. Peccato, perché in realtà buona parte dell’itinerario sarebbe stato fattibile proprio con le pelli: a parte il primo pezzo fatto sul sentiero estivo arrampicando con l’ausilio delle corde fisse e alcuni passaggi tecnici sotto il ghiacciaio, per il resto la neve era perfetta, tant’è che non ho neanche usato la piccozza!
Partito vestito normale, dopo mezz’ora ho dovuto togliere uno strato e dopo due ore aggiungerne tre! Un freddo boia, per la prima volta nella mia vita metto i guanti megapesanti in salita! Dopo oltre cinque ore (ma non mi correva dietro nessuno!) giungo in vetta, dove un tizio mega attrezzato sta fotografando e filmando un altro alpinista. Dopo le solite domande di rito mi sorge spontaneo (in perfetto tedesco) un “ma voi siete dei professionisti?”. L’alpinista pare imbarazzato, il fotografo mi risponde “sì, lui ha fatto il nuovo record di salita dalla nord ieri: 2 ore e mezza [in realtà 2 ore e 28]”. Approfitto subito dell’occasione per farmi immortalare con Dani Arnold (il precedente record di Ueli Steck era di 2 ore e 47)!
Mi mangio un panino, scatto qualche foto, chiacchiero con altri due appena arrivati dalla nord (che però erano stati in ballo “mezza giornata” e poi... Poi la discesa: i primi cinquanta metri è meglio non sbagliare nulla: a destra c’è il vuoto... Poi una meravigliosa discesa continua, ripida, con una neve dura ma con un grip fantastico, fino ai 3200m. Da lì fino ai 2700 circa un po’ di crosta sfondosa, poi svalangamenti mostruosi e poi l’ultimo pezzo uno splendido firn fino alla Kleine Scheidegg, dove mi attende una comitiva di cinesi in mocassini che guardano molto perplessi i miei scarponi da sci...
Facile non dormire a pensarci...
Tramonto sulla Jungfrau
Speriamo che non succeda nulla...
Scultura di ghiaccio
Panoramica in vetta, a destra il Mönch
In vetta all'orco con il suo nuovo re
Qui è meglio non sbagliare
Perché qui invece... :shock:
Poi diventa facile . A giudicare dalle tracce comincia a esserci troppa gente anche da queste parti :shock:
Tu stai calmo neh...
Strani personaggi (e non chiedetegli se parlano solo giapponese: sono cinesi DD)
Ad ogni modo in questa lista c’erano una serie di grandi classiche primaverili tra cui anche la ovest dell’Eiger. Il caso ha voluto che facessi la conoscenza di uno che l’aveva fatta nel 2002 con lo snobbord, che conosce bene la zona essendo bernese e che pure ha degli amici in loco. Così quando il 18 aprile mi è arrivato l’SMS con cui mi avvisava che “l’Eiger è in condizioni, è stato sciato sia sabato [e poi ho scoperto che tra quelli del sabato c’era pure Luca Pandolfi], sia domenica”, è scattato un meccanismo folle nel mio cervello. Quando vado? Con chi? Sono mesi di fuoco, lavoro come un mulo e fatico ad avere due giorni liberi consecutivi, e guai ad avere un weekend libero. Speculando su una notte tranquilla (quella sul 20) mi organizzo per il 20 e 21 di aprile, chiamo un po’ di amici e conoscenti, persino il collega che l’aveva fatta nel 2002 contatta alcuni suoi amici ma... ciccia. Sono, ancora una volta, solo.
Mercoledì dopo pranzo parto alla volta di Lauterbrunnen, dove lascerò l’auto per prendere il trenino che mi porterà fino alla Kleine Scheidegg: da lì duecento e rotti metri di dislivello con le pelli per arrivare alla stazione Eiger Gletscher, dove per l’occasione tengono aperto per permettere agli alpinisti di guadagnare un po’ di dislivello alla mattina.
A Lauterbrunnen incontro due che l’hanno sciato oggi, l’orco: partiti dalla vetta alle 14.30 perché la neve era durissima! Questo mi scombussola i piani: so benissimo che devo partire presto la mattina perché per un po’ sarò sotto un ghiacciaio sospeso che può anche riservare brutte sorprese, e d’altro canto poi che faccio? Aspetto tre ore in vetta? Mah.
La notte inizia male: sarà l’agitazione, sarà l’altitudine (2300m) ma ho degli attacchi di tachicardia che mi passano solo con ripetute manovre di valsalva, poi il sonnifero fa il suo effetto e fino alla 1.00 fila tutto liscio. Poi sarà un dormiveglia fino alle 5.30. Partenza, su suggerimento dei due incontrati il giorno prima, direttamente con gli sci sullo zaino, e ovviamente lascio direttamente le pelli in “albergo”. Peccato, perché in realtà buona parte dell’itinerario sarebbe stato fattibile proprio con le pelli: a parte il primo pezzo fatto sul sentiero estivo arrampicando con l’ausilio delle corde fisse e alcuni passaggi tecnici sotto il ghiacciaio, per il resto la neve era perfetta, tant’è che non ho neanche usato la piccozza!
Partito vestito normale, dopo mezz’ora ho dovuto togliere uno strato e dopo due ore aggiungerne tre! Un freddo boia, per la prima volta nella mia vita metto i guanti megapesanti in salita! Dopo oltre cinque ore (ma non mi correva dietro nessuno!) giungo in vetta, dove un tizio mega attrezzato sta fotografando e filmando un altro alpinista. Dopo le solite domande di rito mi sorge spontaneo (in perfetto tedesco) un “ma voi siete dei professionisti?”. L’alpinista pare imbarazzato, il fotografo mi risponde “sì, lui ha fatto il nuovo record di salita dalla nord ieri: 2 ore e mezza [in realtà 2 ore e 28]”. Approfitto subito dell’occasione per farmi immortalare con Dani Arnold (il precedente record di Ueli Steck era di 2 ore e 47)!
Mi mangio un panino, scatto qualche foto, chiacchiero con altri due appena arrivati dalla nord (che però erano stati in ballo “mezza giornata” e poi... Poi la discesa: i primi cinquanta metri è meglio non sbagliare nulla: a destra c’è il vuoto... Poi una meravigliosa discesa continua, ripida, con una neve dura ma con un grip fantastico, fino ai 3200m. Da lì fino ai 2700 circa un po’ di crosta sfondosa, poi svalangamenti mostruosi e poi l’ultimo pezzo uno splendido firn fino alla Kleine Scheidegg, dove mi attende una comitiva di cinesi in mocassini che guardano molto perplessi i miei scarponi da sci...
Facile non dormire a pensarci...
Tramonto sulla Jungfrau
Speriamo che non succeda nulla...
Scultura di ghiaccio
Panoramica in vetta, a destra il Mönch
In vetta all'orco con il suo nuovo re
Qui è meglio non sbagliare
Perché qui invece... :shock:
Poi diventa facile . A giudicare dalle tracce comincia a esserci troppa gente anche da queste parti :shock:
Tu stai calmo neh...
Strani personaggi (e non chiedetegli se parlano solo giapponese: sono cinesi DD)